NUMERO 268  -PAGINA 4 - IL GRILLO RAZZISTA























































Delirio elettorale razzista del Grillo






La debolezza culturale e politica coniugata coi sotterranei interessi dei singoli paesi contribuisce all'aggressione terroristica nell'Ue






Intervista a Miguel Gotor, torinese, eletto senatore PD in Umbria, bersaniano e antirenziano.





































































Due agenti della polizia, Cristian Movio e Luca Scatà, stanotte hanno rischiato la loro vita durante un banale control-
-lo di documenti. L'uomo che avevano fermato era l'assassino di Berlino che ha subito estratto la pistola ferendo Cristian. Luca, poliziotto in prova e con appena 9 mesi di servizio, ha reagito a sangue freddo, ha sparato e ha ucciso il terrorista. Due eroi, che hanno rischiato di diventare due nuovi santi laici. Tutta l'Italia, tutta l'Europa sono grate a questi due ragazzi. Io personalmente mi sento in dovere di ringraziarli e abbracciarli, specialmente Cristian che ora si trova in ospedale con una spalla forata.
Ma è folle che due agenti ordinari debbano essere messi a repentaglio e ritrovarsi ad avere a che fare con un terrorista ricercato da mezza Europa.





I morti di Berlino e il morto di Sesto san Giovanni vanno messi ancora una volta in conto ad un’Europa che rifiuta di essere «stato del mondo». Che rifiuta i suoi venti secoli di storia. Che rifiuta il proprio futuro. L’Europa che guarda dall’alto in basso -ci riferiamo qui solo alla geografia- il nord Africa e il Medio Oriente (l’Iran è, sarà ancora Medio Oriente o qualcosa d’altro ?) non muove un’idea di pace e  stabilizzazione democratica in quella regione. Singoli stati -Italia compresa- si muovono per proteggere interessi energetici e di vendita armi ma non sanno e non vogliono vedere oltre la trimestrale delle imprese o il bilancio annuale  dei profitti che vengono consegnati alle casse degli stati.
L’ENI ha staccato nel 2015 un assegno di  1,2 miliardi di euro al Tesoro italiano. Vero che questi provengono da molti paesi ma  poi ci sono -l’ENI non c’entra- le vendite armi. Vedi Pinotti&Renzi in Arabia a ottobre di quest’anno. La Pinotti ha minimizzato con argomentazioni francamente abbastanza incredibili: «All’interno dei Paesi Arabi ci sono fondazioni private che finanziano i terroristi e vanno estirpate, ma dire di non fare più affari con quei Paesi è come dire che non bisognava più avere rapporti con l’Italia perché c’era la mafia».
A parte che chi finanzia il Daesh (e Al qauda) fa parte spesso della famiglia regnante saudita o è legata mani e piedi agli altri emiri del Golfo e ne controlla buona parte dell’economia… evidentemente per la nostra ministro della Difesa, l’invio di armamenti a un Paese in guerra e che invia armi a milizie islamiste per far cadere governi di altri Paesi «è tutto regolare per quanto riguarda le autorizzazioni» e che il governo




«Quando finiranno gli incentivi, i lavoratori ritorneranno precari con i voucher e senza articolo 18. In tre anni di governo abbiamo messo 20 miliardi pensando che la mancanza di lavoro si risolvesse solo con la regolamentazione. E invece bisogna intervenire sulla produttività: investire in settori strategici, abbassare le tasse sul lavoro e rendere flessibili percorsi che altrimenti restano solo precari».






«Mi ha colpito che la magistratura abbia atteso il referendum per agire, visto che in Italia c'è l'obbligatorietà dell'azione penale».
Miguel Gotor, senatore della minoranza Pd, sembra quasi sorpreso dal florilegio di inchieste che – da Milano a Roma – stanno colpendo politici e partiti diversi. Ultimo, in ordine di tempo, il renzianissimo ministro dello Sport Luca Lotti.

Gotor, pensa che Lotti dovrebbe dimettersi?
«Premesso che il Pd deve avere un atteggiamento garantista, il ministro ha fatto bene a chiedere di essere ascoltato dai giudici prima possibile per chiarire la sua posizione».

Maurizio Lupi e Federica Guidi hanno lasciato senza essere indagati. Si applicano due pesi e due misure?
«Bisogna valutare caso per caso. Ma ho sempre pensato che uno dei problemi del renzismo è che c'era troppo potere concentrato in un recinto troppo stretto».

E Poletti? Dovrebbe farsi da parte dopo la dichiarazione sui cervelli in fuga?
«Non impicco nessuno a una frase ma è grave che un ministro si esprima con quelle parole. Giuliano Poletti dovrebbe avere la sensibilità di trarre delle conclusioni autonomamente. Se si getta sale sulla ferita si dimostra di non avere la minima percezione delle lacerazioni del corpo sociale. Bisogna invece dare un segnale di aver capito che cosa è successo il 4 dicembre. E cambiare approccio sulle politiche del lavoro».

In che modo?
«Quando finiranno gli incentivi, i lavoratori ritorneranno precari con i voucher e senza articolo 18. In tre anni di governo abbiamo messo 20 miliardi pensando che la mancanza di lavoro si risolvesse solo con la regola-





















































































































































































































































































































































































































































































italiano «opera nel rispetto della legge».
Detto questo sull’assenza politica dell’Europa di fronte alla tragedia migratoria dal Medio Oriente e centro Africa, il «proclama» grillino è un sorpasso a destra perfino del peggior Salvini e della LePen.
Approfittare della debolezza politica dell’Europa che non sa o non vuole assumersi responsabilità politiche all’altezza della propria storia e potenza industriale per gridare un pericoloso «tutti a casa» (che poi si risolve in una inutile grida) per lucrare pochi punti percentuali al movinimento che li sta perdendo per le somarate (e peggio...) che compie quotidianamente vuol dire porre l’Italia in mezzo ai problemi



















































































































































































































































Questo accade perchè la situazione migratoria è ormai fuori controllo.
Nel 2015 con gli sbarchi sono arrivati in 153.842, i richiedenti asilo sono stati 83.970, 71.000 sono stati esaminati e il 55% di questi hanno ricevuto diniego: dove sono finiti loro e quelli non esaminati e che non hanno fatto richiesta?
L'Italia e l'Europa sono un colabrodo.
Anis Amri, il cui documento è stato ritrovato sul Tir di Berlino, è arrivato in Italia nel febbraio 2011 ed è stato sanato con altri 26.000 da un decreto dello stesso anno (Governo Berlusconi). Poi è finito in carcere sempre qui in Italia e c'è rimasto per 4 anni, periodo durante il quale si sarebbe "radicalizzato", per reati non collegati al terrorismo. Al termine della detenzione (giugno 2015) è stato espulso verso la Tunisia che però non ne ha riconosciuto la nazionalità, quindi è rimasto in Italia un po' di tempo e poi è partito verso la Germania.
Qui, tollerato come profugo cui era stata respinta la domanda di asilo, era stato fermato per due giorni l'estate scorsa e sorvegliato per mesi perché sospettato di preparare un attentato.
Dopo di che lo ha preparato e realizzato. Poi è tornato tranquillamente in Italia senza che nessuno lo controllasse durante i passaggi alle frontiere e chissà cosa avrebbe fatto se ieri notte non avesse incontrato Cristian e Luca.
L'Italia sta diventando un viavai di terroristi, che non siamo in grado di riconoscere e segnalare, che grazie a  Schengenpossono sconfinare indisturbati in tutta Europa. Bisogna agire ora.
1) Chi ha diritto di asilo resta in Italia, tutti gli irregolari devono essere rimpatriati subito a partire da oggi
2) Schengen deve essere rivisto: qualora si verifichi un attentato in Europa le istituzioni devono provvedere a sospenderlo immediatamente e ripristinare i controlli alle frontiere almeno finchè il livello di allerta non sia calato e tutti i sospetti catturati
3) Creazione di una banca dati europea sui sospetti terroristi condivisa con tutti gli stati membri, utilizzando anche quelle attuali
4) Revisione del Regolamento di Dublino
Fino a oggi è stato il tempo del dolore, della commozione, della solidarietà.
Adesso è il momento di agire e proteggerci.










-mentazione. E invece bisogna intervenire sulla produttività: investire in settori strategici, abbassare le tasse sul lavoro e rendere flessibili percorsi che altrimenti restano solo precari».

I voucher sono il male assoluto?
«Chiediamo che vengano regolamentati perché adesso come adesso non fanno emergere il lavoro nero, bensì lo affiancano ».

Lei appoggia i referendum della Cgil?
«Spero che si tengano e che nel Pd ci sia libertà di voto. Sarebbe un errore gravissimo pensare di evitarli con la furbata del voto anticipato. In quei quesiti ci sono 3,5 milioni di firme dei lavoratori. E il lavoro deve essere la stella polare del Pd».

Gianni Cuperlo ha detto che senza congresso il Pd è morto. Che ne pensa?
«Ha ragione, c'è bisogno di un congresso vero e pluralista. Matteo Renzi non ha voluto anticiparlo perché altrimenti avrebbe dovuto dimettersi da segretario. Nel partito non si discute più se non a colpi di “faccia da culo”».

Vanno divisi secondo lei il ruolo di premier e quello di segretario?
«Come diceva Enrico Berlinguer, parlando della questione morale, chi riveste cariche istituzionali deve rappresentare tutti, chi fa il segretario di un partito solo una parte. Non ci può essere sovrapposizione. Il segretario dovrebbe lavorare a una sintesi della linea politica».

E invece?
«Renzi è stato deficitario. Ha sempre operato per provocare una rottura a sinistra, ma non è riuscito a prendersi voti da destra. Il Pd è finito in un cul de sac di arroganza e autoreferenzialità».

Intervista di Monica Rubino Bersaniano a Michel Gotor-PD
dalLa Repubblica






























































































































































































































































perché il terrorismo in Europa non è un fenomeno di massa ma un serie di episodi che maturano e si autoalimentano.

Che poi il nostro modello di ragiona re costruisca attorno a questi episodi e protagonisti  del terrorismo un’idea di organizzazione movimento storia estensione che non viene mai appurata nemmeno in piccola parte è un altro segno di debolezza politica e culturale dell’Europa e quindi anche italiano.
Perché finora nessuno si è domandato ed ha dato risposte alla domanda di come  possa essere il terrorismo in epoca di viaggi low cost, di assenza di frontiere, di internet, di televisione satellitare.
Ci si stupisce che questo assassino il giorno successivo all’attentato abbia «girato» un film di rivendicazione  su un ponte fluviale nella stessa città, poi sia partito da Berlino (quasi sicuramente) con un aereo e sia approdato a Lione e da Lione abbia preso per Chambery e da li sia arrivato in treno a Milano e poi in bus fino a Sesto san Giovanni.
Un viaggio che chiunque di noi può






























































































Sopra: dalla pagina facebook dell'agente Scatà che ha ucciso il terrorista Anis Amri. Non appena il ministro dell'interno ha fatto i nomi degli agenti, subito é scattata la ricerca delle relative pagine facebook e immediatamente s'é scoperto il retroterra politico culturale dell'agente. Ovviamente s'é scatenata una bagarre e il ministero per salvarsi le palle ha provveduto a togliere le pagine. Tra le "gentilezze" scritte dall'agente c'é n'é una riservata alle donne per l'8 marzo (ingrandire in pagina separata):










































































































































































































































































































fare senza che neanche un vigile urbano gli chieda conto di che.
Come è del tutto normale che un pollo come il ministro dell’interno (forse vuole battere il suo predecessore come incompetenza?) vada in TV a dire il nome dei poliziotti (e chiunque abbia ascoltato non vada a cercare quei nomi con facebook scoprendo efferatezze nella pagina del poliziotto ?).

E’ da tutto questo insieme di incertezze, assenza di idee iniziative ragionamenti singoli e comuni, buona volontà -un’Europa di mezzo miliardo di cittadini che non riesce ad assorbire un milione di immigrati l’anno...- che il terrorismo singolare (noi continuiamo a pensare che l’idea dell’esistenza di «organizzazioni» in Ue si errata) riesce a farla franca.
Del resto i casini combinati in Italia dal criminale Anis Amri erano più che sufficenti per metterlo in gattabuia e non lasciarlo più circolare per una decina d’anni. Ma non puoi farlo con le regole attuali perché regole o sono pubbliche e valgono per tutti gli stati europei oppure  le regole dei singoli stati «favoriscono» il terrorista singolare.
La nostra (italiana, europea) coglioneria è la nostra impotenza nel gestire sia l’ingresso di un milione di stranieri in una Europa di mezzo milione di abitanti sia nel rispondere alle degenerazioni insite del fenomeno sono meglio note ai terroristi che ai nostri governanti.
I quali si fanno forti della propria ignoranza e cattiva volontà per lucrare qualche percentuale di voti.