NUMERO 268 - PAGINA 3 - LO SPERANZA USA E GETTA








































Nei giorni in cui il Monte dei Paschi di Siena viene salvato dall'intervento della Stato per demerito degli amministratori amici del duo Bersani&D'Alema, Speranza diventa cavaliere di ventura e va alla carica del ministro Poletti.

Ma non da nessuna indicazione su come risolvere il problema dell'incremento spropositato dei vouchers e non s'accorge di essere strumentalizzato per essere eventualmente scaricato.
























Il PD Speranza minaccia le dimissioni di Poletti



Speranza luogotenente di Bersani  potrebbe andare a sbattere






Bersani & D'Alema registi nel Monte dei Paschi di Siena.







Due o tre cose che so dei vouchers








































































































Caro Poletti, le tue parole sui giovani italiani che vivono all'estero sono since ramente indifendibi li.In queste ore han no provocato sgo-
mento e rabbia den
tro la generazione più debole del nostro Paese. Una genera zione che purtroppo vede po -che prospettive nell'incertezza del futuro e troppe ansie e pre occupazioni nella durezza del presente.
Il messaggio di fondo che è arrivato a questi ragazzi è "to glietevi dai piedi". E questo è esattamente il contrario di quello che invece noi dovrem mo dirgli. Il nostro messaggio dovrebbe essere tutt'altro: "date ci una mano a cambiare l'Italia, siate protagonisti del futuro di questo nostro Paese, non arrendetevi, non rassegnatevi".
Che brutta scivolata! Tu stesso lo hai capito e hai subito chies to scusa, ammettendo di aver

Abbiamo la ferma convinzione che Speranza vada a sbattere. Forse dovrebbe riflettere sul fatto che essendo appena arrivato in Parlamento ha ancora parecchio da imparare per sopravvivere ai furbissimi pescicani che lo abitano da qualche decennio.
Bersani lo manda avanti  applicando il metodo che se sbaglia la colpa è dello Speranza mica la sua.
Bersani e D’Alema sono specialisti nel genere. Quando sono stati chiamati in causa per la batosta del MPS entrambi hanno scantonato asserendo l’estraneità del PD nelle nomine del MPS.
Tornando alle affermazioni del ministro Poletti (che non ha certo bisogno di questo blog come difensore...) mi viene da sottolineare tre aspetti.
Il primo è che il Paese che perde i suoi giovani e i suoi diplomati-laureati spreca un mare di risorse. Il secondo è che se si ragiona sempre col «moglie e buoi (e posto di lavoro) dei paesi tuoi» si da un brutto colpo all’Ue. Il terzo è che a gran parte degli imprenditori italiani  un laureato sta sulle balle semplicemente perché non ammettono che esista qualcuno che può avere idee diverse dalle sue.




«La verità è che dovrebbero dire grazie al Pd per aver fatto chiarezza dentro il Montepaschi».
Così Massimo D’Alema, con un gran colpo tonante di culo, dopo i singolari deliri del cannibale Pierluigi Bersani che ha provato ad uscire dall’angolo contro il tentativo di coinvolgere il Pd nella vicenda MPS. Mussari chi? Ma se è stato proprio il Partito Democratico ad imporre 13 consiglieri su 16 nel CdA di MPS. L’uno e l’altro però dimenticano o fingono di non ricordare che il dimissionario Giuseppe Mussari, un banchiere per caso, senza una formazione di finanza, senza neppure conoscere l’inglese, uno che di banche ne sapeva quanto chiunque abbia un conto corrente, presidente dei banchieri italiani e grande beneficiario nell’onorata società mafiosa del centrosinistra senese, solo l’anno scorso ha staccato un assegno da 100.000 euro per il Pd di Siena (finanziamento registrato il 21/01/2011).Quest’anno, solo pochi giorni fa, ha concesso il bis elargendo 99.000 euro sempre nelle casse senesi del partito guidato da Pierluigi Bersani (registrato alla tesoreria della Camera il 06/02/2012).Nulla di illecito, tutto


Il tasso di inflazione registrato nell'Eurozona durante l'anno solare 2016: a novembre viene confermata una parvenza di rialzo
Ci ha pensato l'ISTAT a diffondere un dato galeotto:
«A novembre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie aumenta dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,5% nei confronti di novembre 2015, segnando l'incremento più basso dall'inizio delle serie storiche, nel 1982».
La compressione dei salari è un fenomeno ampiamente prevedibile e strettamente derivato dell'introduzione di maggiore flessibilità sul mercato del lavoro ad opera del Jobs Act. Obiettivo di tale riforma è ormai noto: osteggiare tempo indeterminato e tutele, favorire precariato, contratti lampo e licenziamenti. Esemplare è il boom del fenomeno voucher che, nei primi 10 mesi dell'anno corrente secondo l'INPS, ha registrato un aumento del 32,3% rispetto al 2015 (ne sono stati venduti 121,5 milioni). Con il diradarsi dell'effetto decontribuzione nel 2016, poi, la creazione di lavoro “buono” è stata compromessa ulteriormente, come testimonia il crollo dell'aumento dei salari su base mensile, passata da +1,3% nel dicembre 2015 a +0,7% nel gennaio dell'anno corrente. L'intento, sin dall'inizio, era quello di copiare le riforme Hartz tedesche: stimolare l'aumento della sottoccupazione per “falsare” il dato sulla disoccupazione.
L'ISTAT, infatti, considera occupato nel periodo di riferimento anche chi ha svolto una sola ora di lavoro retribuito in tale periodo.
La strategia è far lavorare più persone con stipendi minori, saturare la capacità del mercato del lavoro adattando l'offerta. Lo si può comprende re meglio con un esempio numerico: puoi




















































































































































































































































































































































































































sbagliato.Le opposizioni hanno già presentato una mozione di sfiducia individuale contro di te che sarà discussa alla ripresa dei lavori parlamentari, dopo la pausa natalizia.
A quel momento non bisogna guardare con paura, ma con coraggio. Col coraggio di chi ha voglia di affrontare di petto la grande questione della precarietà di tanti giovani italiani. Hai visto gli ultimi dati sui voucher. Sono drammatici e contraddicono gli intenti del Jobs act. 121,5 milioni di buoni sono stati venduti nei primi 10 mesi del 2016, per fine anno arriveremo intorno ai 150 milioni. È una nuova forma inaccettabile di precarietà.
Dobbiamo essere noi, insieme, governo e parlamento, a porvi subito rimedio. Ti scrivo per chiederti un'iniziativa immediata. In parlamento c'è già un buon testo base firmato da tutto il gruppo Pd in commissione lavoro e di cui è relatrice l'On. Patrizia Maestri. Non si può aspettare un solo giorno in più. Se vuoi dimostrare che quella frase è stato solo un incidente hai una strada maestra per farlo, proprio nella discussione che si terrà sulla tua mozione di sfiducia individuale.
Io credo che un'esternazione errata possa capitare a tutti. E le scuse sono sicuramente un segno positivo di umiltà. Un ministro si può sfiduciare solo per una frase sbagliata? Alcuni pensano di si. Io non ne sono convinto. Forse è solo propaganda. Ma quello di cui invece sono molto convinto è che il ministro del lavoro non può continuare a non vedere che nel fiume di questa nuova precarietà stiamo perdendo un'intera generazione. E questo si che varrebbe la sfiducia.


























































































riempire un metro con cento centimetri o dieci decimetri, ma sempre un metro avrai.
Preferire la creazione di posti di lavoro mal retribuiti (tendenza diffusa nell'era post-2007) a quelli a tempo indeterminato, rassicuranti e tradizionali, comporta necessariamente una iniezione di incertezza all'interno della popolazione. I lavoratori hanno paura di perdere il proprio posto e accettano tutte le condizioni dettate dal datore di lavoro:
si diventa merce messa a disposizione del capitale. In quanto merce, si cerca di accaparrarsela al minor prezzo e la merce umana, dato che ci sono pochi acquirenti (datori di lavoro), sottostà forzatamente al taglio del proprio salario. Oggi è la via più facile e apprezzata da mercati, Bruxelles e grande industria perché smantella de facto i diritti sociali conquistati nel corso di decenni. Questa visione rivela in ogni caso la propria fallacia: dopo anni di politica fiscale restrittiva scegliere di drenare ulteriori risorse dai consumatori attraverso la svalutazione del salario comporta inevitabilmente un indebolimento della domanda interna. Non è un caso se pochi giorni fa Federconsumatori ha comunicato che gli italiani durante le Feste, rispetto all'anno scorso, spenderanno il 7% in meno per i generi non alimentari e il 3% in meno per il cenone natalizio.
Se non metti soldi in tasca ai consumatori, questi non consumeranno adeguatamente i prodotti del mercato. Il risultato è perfettamente illustrato dalla Curva di Phillips: la correlazione tra salari e inflazione è nota e ormai è stata completamente riabilitata.

Gianmaria Vianova
https://twitter.com/g_vianova
































































































































































avere idee diverse dalle sue.
Al massimo ammette il figlio che ha comperato il diploma all’istituo privato o la figlia che si è laureata in una università di provincia che sta al 45 posto nel contesto nazionale. Il (pessimo) ragionamento del ministro non rappresenta quindi un’idea isolata nel panorama italico.
Personalmente resto tuttora convinto che un giovane non debba  crescere con l’idea che il mondo sia la sua provincia o la sua regione.
Quanto poi al caso vouchers sono d’accordo che il sistema produttivo italiano stia andando verso una cinesizzazione però faccio delle riflessioni. Se davvero un voucher trascina qualche ora di lavoro in nero e se  crescono a dismisura questo significa che (a) l’economia cresce (b)meglio un lavoro che nessun lavoro (3)che il mercato del lavoro è completamente distorto  (nel senso che chi offre lavoro e chi lavora non lo fanno per loro stessi ma per mantenere una baraccopoli non proprio efficiente) (4) gli imprenditori italiani non sono all’altezza del loro mestiere.

C’è poi una riflessione da fare sull’esito del voto del quattro dicembre. Immaginavo che l’esito di quel voto avrebbe fatto crollare sia i consensi personali verso il fiorentino che quelli verso il PD ma vedendo come vanno i sondaggi, mi pare che siano smentiti quelli che davano il fiorentino messo alla parta.
Gli elettori stanno ancora col PD e stanno  in massima parte col fiorentino e non con la vostra minoranza.
Fossi in lei, farei una riflessione su questi dati perché «il combinato disposto»  tra la conferma dei consensi e il vostro ricatto verso il governo Gentiloni perché cambi la normativa dei vouchers probabile che innesti davvero il blocco della  modestissima crescita che si minacciava coll’esito del NO.
I vouchers nella situazione italiana se li tocchi seghi non solo il ramo ma l’intero albero sia dalla parte del lavoro che della crescita.
Non basta quindi avvisare della mucca in corridoio oppure la sfiducia al Poletti di turno ma occorre anche dare soluzioni che «migliorino» la fuoriuscita dal bailamme dei vouchers anziché chiudere tutte le partite aperte. 








































avvenuto secondo la legge, mister Mussari lo ha fatto di tasca propria. Mussari, il grasso banchiere che effettuava movimenti per MPS emettendo derivati tossici per truccare i conti (Bankitalia e Consob cadono dalle nuvole), ha donato circa 700 mila euro (clicca qui), in modo trasparente e regolare, tra il 2002 ed il 2012.

A leggere le carte dell’inchiesta ciò che impressiona non è tanto l’evidenza con cui la politica ha
spremuto Mps, ma di come per farlo abbia anticipato le larghe intese del governo Letta. La spartizione, prima riservata al centrosinistra poi, quando i problemi della mala gestione finanziaria stavano emergendo, estesa anche al Pdl. Nei verbali si passano in rassegna i vertici dei due principali partiti. Massimo D’Alema, Giuliano Amato, Franco Bassanini, Piero Fassino, Pier Luigi Bersani. Poi Gianni Letta, Silvio Berlusconi, Denis Verdini. Per citarne alcuni.

L'ex sindaco (di Siena) Ceccuzzi: Mussari era il trait d’union tra centrosinistra e centrodestra
e che la scelta di Mussari fu raggiunta da Fassino, D’Alema e altri del centrosinistra. L’assenso del Pdl c’era già: “Il punto di riferimento di Mussari nel Pdl era Verdini” ma aveva “dei rapporti” anche con Gianni Letta. “Ricordo che Letta – sostiene Mancini – affermava che Mussari era il suo riferimento in banca, io in fondazione”. Verdini e Letta agiscono con il via libera di Berlusconi. “Chiesi a Letta (Gianni, ndr) circa la nomina del componente del Cda in quota Pdl ed egli mi disse che andava bene la conferma di Pisaneschi, ma che avrebbe dovuto parlarne con il Berlusconi per la definitiva conferma”. Che arriva, due giorni dopo. Il senatore del centrodestra Paolo Amato ha smentito l’esistenza del papello ma aggiunge: “Pisaneschi non è stato nominato da Verdini, ma è stato il frutto del ‘groviglio armonioso’ senese. Poi Verdini lo ha gestito”.

(Estratti da quotidiani vari sul problema Montepaschi di Siena)