NUMERO 256 - PAGINA 2 - DAGLI USA RIMBALZA LA GUERRA DEL WEB




















































Inserire  le stesse parole chiave per una ricerca in due computer differenti non danno origine alle identiche pagine di risposte. Perché le risposte vengono costruite e restituite sulla base delle precedenti ricerche e frequentazioni dei due utenti che naturalmente non possono mai essere state identiche. Costruendo dei siti dove si postano informazioni false e che vengono volutamente intensamente richiamati, si ottiene il risultato di ampliare il numero di utenti che possono ricevere sul proprio PC anche queste informazioni fasulle. In questo modo si orientano i consumi potenziali dei frequentatori della rete ma anche le opinioni politiche culturali e sociali degli stessi. In fondo é la stessa cosa che succede con un giornale: ogni suo articolo contribuisce a formare e orientare l'opinione del lettore. La differenza dipende dal fatto che  un giornale é un prodotto finito mentre le pubblicazioni in rete sono prodotti continuamente in divenire che si modificano automaticamente sulla base di quanto gli  anonimi contribuenti pubblicano.
Nelle ultime elezioni americane Trump avrebbe fatto utilizzo intensivo di questi metodi in danno dell’avversaria e adesso anche in Italia, periferia dell’impero, si sospetta che il movimento 5S stia adottando da tempo lo stesso sistema contro il Renzi e il suo governo. Qualcuno anche a Curno cerca di imitare con la sua latrina.










































































































































































Ecco la cyber propaganda pro M5S. La procura indaga sull'account chiave

La Stampa 16/11/2016

Jacopo Iacoboni
Beatrice Di Maio è una star del web pro M5S. Si muove nel territorio della propaganda pesante, che in tanti Paesi - per esempio la Russia di Putin, assai connessa al web italiano filo M5S - dilaga. Nella sua attività, Beatrice si è lasciata sfuggire alcuni tweet che delineano ipotesi di reati come calunnia e diffamazione; o vilipendio alla presidenza della Repubblica. È stata denunciata alla Procura di Firenze dal sottosegretario a Palazzo Chigi Luca Lotti, come provano alcuni documenti. Ma chi è esattamente Beatrice Di Maio, e ha qualcosa a che fare con la Casaleggio o la comunicazione ufficiale M5S? 
 
Si tratta di un account twitter pro M5S dedicato a una demonizzazione anti-Pd, senza disdegnare puntate contro il Quirinale. Beatrice ha 13.994 follower, è un top mediator, dentro un social network relativamente piccolo. Tweet e post di account analoghi diventano virali in Facebook attraverso un sistema di connessioni, nel caso di Beatrice dall'andamento artificiale dentro cui è inserita, alimentando un florido business pubblicitario, legato al flusso di traffico.
 
Insomma, Beatrice non è un account casuale. Scrive cose gravissime sulla presidenza della Repubblica: «Per alcuni il silenzio è d'oro... quello di Mattarella è d'oro nero!». E sotto, una foto del Quirinale con il tricolore e la bandiera della Total. Inutile sottolineare l'accostamento ingiurioso, Mattarella non è stato lambito dall'inchiesta lucana. Beatrice twitta «il governo trema".
Da Potenza agli aeroporti inchiesta da paura. Renzi: “Io non mi fermo”» e sotto, una



Oppure: «#intercettazioni, Guidi: “Ho le foto di Delrio coi mafiosi”», e sotto, nel tweet, la foto di Delrio con Renzi, Boschi, Lotti. Se dicessero cose così giornali o tg, pagherebbero ingenti risarcimenti per diffamazione.
Se dicessero cose così giornali o tg, pagherebbero ingenti risarcimenti per diffamazione. Quei tweet hanno suggerito questi falsi, e la struttura in cui Beatrice è interconnessa li ha diffusi; nella logica del «ciò che siamo capaci di rendere virale prima o poi diventa vero agli occhi di chi vogliamo convincere». Twitter, nonostante numerose segnalazioni, non ha finora ritenuto di chiudere l'account Perché rivolgere attenzione, anche giudiziaria, a quello che potrebbe essere un comune troll, o un militante anonimo? Perché Beatrice si muove dentro quella che è configurata come una struttura: a un'analisi matematica si presenta disegnata a tavolino secondo la teoria della reti, distribuita innanzitutto su Facebook (dove gravitano 22milioni dei 29 milioni di italiani sui social), e - per le élite - su Twitter. Ha un andamento assai ingegnerizzato.



Immaginate una mappa geografica: gli snodi (hub) sono le città e i villaggi, fortemente clusterizzati (aggregati a grappoli); i mediatori e soprattutto i connettori sono le strade. Naturalmente, una rete così recluta anche tanti attivisti reali, che non possono vedere l'architettura, assorbiti dalla pura gravità dei nodi centrali: la struttura si mimetizza con l'attività spontanea come un albero in una foresta. Eventuali falsi e calunnie, ovunque generate, si viralizzano, venendo spostati dal centro alla periferia, anonimizzati, quindi meno denunciabili.

L'account di Beatrice ha di volta in volta vari ghost. «Ghost», nell'analisi matematica sui dati della parte pubblica di twitter, non significa ghostwriter, cioè persone che scrivono per lei; significa account «matematicamente indistinguibili» da lei secondo alcuni parametri come interazioni, contenuti, e meta dati di riferimento (il tempo in cui un certo account fa determinate cose). A luglio i «ghost» così intesi erano quelli di un ex candidato governatore M5S e di @BVito5s,



































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































Rottamiamo Renxit, account dedicato alla distruzione del premier. In seguito, @Teladoiolanius (contenuti di destra, anti-immigrati e pro Trump), @Kilgore (bastonatura di avversari, politici o giornalisti) e @AndCappe (account vicinissimo a @Marpicoll, a sua volta ghost di @marionecomix, account delle vignette grilline di satira pesante a senso unico), o di recente @_sentifrux (Sentinella), @carlucci_cc (Claudia) e @setdamper. Numerosi altri account chiave sono sempre matematicamente vicinissimi, sempre ricorrenti, prevalentemente anonimizzati, profondamente interconnessi tra loro. Svolgono ruoli precisi: chi è anti-immigrati, chi anti-Renzi, chi pro-Putin, chi pro-Trump, chi dedito alla bastonatura. La condivisione esatta dell'andamento dei metadati, e la spartizione palese dei ruoli, non si configurano, algoritmicamente, come casuali. C'è una centrale che gestisce materialmente questi account? La Procura si trova ora a indagare anche su questo. 




















































































































































































































































































































































































































































































































































































foto di Charlot che scappa all'impazzata. Ma Renzi non è mai stato indagato in Basilicata nell'inchiesta su Temparossa.

Beatrice posta una foto della Boschi e, sopra, un tweet «Boschi, lezione alla Oxford University. “The amendment is on the table”. Hashtag: #Total #LaCricca #quartierino». Avvicinando emotivamente il nome Boschi a Total e a quartierino si suggerisce che Boschi sia al centro di un giro di tangenti legate a Total e allo scandalo petrolio: ma anche questo è un falso. 
 



Su Facebook, la rete è costituita da un numero limitato di account di generali (da Di Maio e Di Battista a Carlo Martelli, figura virale importante, in giù) e - tutto attorno - da una serie di account di mediatori top e, aspetto decisivo, da pagine e gruppi di discussione che fanno da camera di risonanza. In basso vi sono semplici attivisti o fake di complemento: gli operai.