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Il
primo è stato il sindaco Sala di Milano a Renzi. Segue Gori di Bergamo.
Poi è stata la volta di un candidato della lista Gori a scrivere una
lettera ai giornali sull’immigrazione .
Adesso mi applico anch’io a scrivere una lettera si sindaci
(bergamaschi) in tema, perché non è che la veda così chiara come la
descrivono loro.
Dunque (alcuni) sindaci bergamaschi si lamentano per l'arrivo di
immigrati nel proprio comune mi pare vivano sulla luna e, furbi, si
appoggino a importanti sindaci per cogliere l'occasione perduta.
Della serie : arriva l'onda, sfruttiamola ?.
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Egregi Sindaci bergamaschi è il caso di notare:
1 - La situazione di Milano non è identica a quella p.e. di Vedeseta o
Sedrina. Milano (ma anche Bergamo) la si può considerare una seconda
Lampedusa. A Milano vi approdano per la seconda volta quelli che
scappati dai porti e dalle galere ufficiali del sud vogliono andare
altrove SEMPRE fuori dall'Italia. Epperò la “forza” di Milano non può
essere considerata identica alla strutturale “debolezza” della
microscopica Lampedusa.
Quindi i problemi della grande città non sono identici a quelli dei
micro comuni italiani dove sono stati fiondati centinaia di stranieri.
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3 – I sindaci dei comuni montani e non, specie dove stanno queste
strutture religiose- potevano benissimo PRIMA fare una riunione e fare
approvare dai rispettivi consigli comunali una delibera indirizzo in
cui si diceva: nei comuni con meno di tot
abitanti (500 p.e.) non vanno mandati immigrati perché ci sarebbero
problemi. Tutti zitti sperando nel buondio che invece... non è
arrivato per tutti !?.
4 – Qualche bacchettata va data anche ai titolari (in buona parte
religiosi) di queste strutture che badano ai propri interessi
disinteressandosi dell'impatto che avrà l'arrivo di 35 stranieri in una
comunità di 204 abitanti. Vuol dire che si tratta di soggetti che
–proprio perché non intuiscono questa contraddizione- forse non sono
proprio all'altezza del compito che vorrebbero perseguire.
Epperò non mettiamo la situazione p.e. di Curno o di Mapello con quella
di Vedeseta o Sedrina. Per popolazione ed occasioni e ricchezza i
primi potrebbero ospitarne due dozzine cadauno mentre i secondi nemmeno
mezza.
5 – I comuni non è vero che non hanno risorse. Basterebbe esaminare una
delle ultime delibere che hanno approvato –il piano del diritto allo
studio- perché a farci ben bene le pulci salterebbero fuori parecchie
risorse da destinare alle famiglie, agli artigiani ed alle imprese che
vogliono «impiegare» questi immigrati. Uso il verbo “impiegare” ma non
leggetelo banalmente come “lavorare”. Non intendetelo nemmeno come
quelle scene da “colonia marina” anni '50 dove i “negretti” vanno in
fila indiana a spazzare i marciapiedi. Sperando che non li facciano nel
frattempo cantare una “adeguata” canzoncina…
6 – I comuni possono benissimo decidere che queste persone anziché
finire nelle galere dorate degli enti religiosi e parareligiosi si
distribuiscono appunto nelle famiglie. Queste li ospitano e li
imparano la comune convivenza mentre di giorno trascorrono metà
giornata a scuola e metà giornata presso artigiani e imprese
semplicemente a fare quel che fa l'ultimo. Se non sono i comuni che
lanciano questa sfida etica ai propri cittadini, chi lo dovrebbe
fare? Alfano? (per favore non ridete...).
7 – Distribuire gli immigrati presenti oggi in Bergamasca nella stessa
% tra tutti i comuni con oltre 500 abitanti non sarebbe impossibile
creare una situazione come quella che ho descritto. Certo! Bisogna
impegnarsi e lavorare ma del resto l'immigrazione non è un temporale
estivo ma è e sarà un fatto che durerà decenni, quindi non facciano gli
ipocriti nel dirci sconcertati.
8 – I sindaci infine dovrebbero ribadire che a queste persone va
riconosciuto non tanto il diritto di restare in Italia o meno ma va
riconosciuto il diritto di andare (a domandare permesso) dove lo
ritengono giusto.
No, non vi leggo e non trovo grande buona volontà dei sindaci (non di
tutti ma di gran parte: inutile fare esami del sangue) verso questo
problema. Soprattutto non vi leggo il coraggio di gettare il cuore
oltre il filo spinato: come invece ce l'hanno avuto quei profughi che
abbiamo visto decine di volte. Come invece ce l'hanno quei genitori che
“gettano all'Europa” i loro figli minori e noi li invece perdiamo
allegramente. 16mila nei primi otto mesi del 2016.
Oltre a scrivere lettere e fare riunioni e comunicati, provate un filo
di coraggio . Provate a dire ai vostri concittadini che siamo uomini
PRIMA di essere cattolici romani battezzati cresimati.
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