NUMERO 238 -PAGINA 3 - I PANNI SPORCHI SI LAVANO IN FAMIGLIA









































1-Lavori inutili si,
quelli utili no.

Al Comune di Bergamo deve esistere una sorta di entità superiore per cui accadono misteri che ai comuni mortali appaiono incomprensibili. Uno di questi (misteri) sono i lavori in corso illustrati nella foto del Corriere. Che i muretti di difesa anticaduta dei pedoni dalle mura abbiano "in genere" bisogno di manutenzione é una pia verità. Che proprio quel tratto di muretto avesse bisogno primario di essere demolito per essere ricostruito, qui sta il mistero. Uno dei difetti principali di questi muretti é che il marcipaiedi a monte tende a inclinarsi e il muretto pende verso l'esterno. Proprio in quel tratto nessuno di questi problemi era presente invece é presente in ben altri tratti delle mura.
Ci paiono uno dei quei lavori inventati ad hoc non si sa bene se per mostrarli al burocrate che ha fatto visita per valutare l'inserimento delle mura nel patrimonio ecc. ecc. (compresa la teleferica? compreso il cesso di compensato marino?....) oppure perchè "fa e desfà l'é tot laura"?..



2-Lavori inutili si,
quelli utili no.

Sempre per stare in tema di "restauri" congratulazioni a chi ha ideato la RIcostruzione del muretto illustrato nella foto del Corriere.
Il terremoto di Amatrice pare non abbia insegnato niente a questi creativi. E sia ben chiaro che non imputiamo nulla all'impresa la quale si atterrà sicuramente al progetto elaborato da tecnici patentati. Infatti i muratori hanno demolito il muretto vecchio, hanno messo della malta sul muretto rimasto in loco (quello più basso del marcipiede), ci hanno infilato dentro dei tondini di ferro (vedi anche foto) e adesso stanno RI costruendo attorno il muro. Quei tondini di ferro non servono a nulla tranne a fare budget dal momento che un muretto alto un metro (senza fondamenta) non ha certo bisogno di armature verticali.































































































































































































Sabato 24 settembre ore 13,30. Questo é il "panorama" che cittadini e turisti potevano vedere stamane al di sotto delle Mura di S. Grata. E' una fogna (o qualcosa del genere) che fuoriesce dalle Mura e finisce in bella vista e buon profumo.
Siamo pertanto pronti ad ricevere il titolo dall'UNESCO. Si: quello di terzo mondo?.






















































































































































































































































































Questa é la parte di muretto che hanno demolito e stanno ricostruendo sul Baluardo di san Giacomo lato verso Piattaforma di S. Grata.
Non c'é bisogno di Pier Lugi Nervi per capire che non c'era bisogno di demolirlo per ricostruirlo.























































































































































































































































































































































Ehh... l'idea di collegare due quartieri che sono separati da un secolo da una autostrada (appunto: via Autostrada..." per mettere in relazione le due "comunità" l'assessore Ciagà deve averla appresa quando frequentava l'oratorio. Infatti sono notissime -vedasi Story Lab- le battaglie a coi tirasassi dei ragazzi del Carnevali contro quelli della Malpensata (nome homen?) con carneficine (di passere) degne del Carso. Col rispetto dei morti veri del Carso.
Collegare Carnevali con Malpensata é del tutto inutile dal momento che il traffico su quella via é un mostro eliminabile solo con soluzioni radicali e costosissime.
Via Autostrada bisognerebbe chiuderla in una specie di serra con ventilazione forzata in modo che perlomeno sia tolto ai due quartieri questa  fondamentale nefandezza. Le sistemazioni ipotizzate o proposte, oltre che costose, non servono a nulla e verrebbero ben presto  distrutte dall'inquinamento e dalla scarsa manutenzione  in cui versano generalmente i giardini della città di Bergamo.



Trinità dei Monti NO
Piazza Vecchia SI
A meno di dodici ore dall’inaugurazione della restaurata scalinata di Trinità dei Monti, molti turisti - ignari delle polemiche dei giorni scorsi su come proteggere il monumento - sono tornati a mangiare sulla scalinata. E c’è anche chi fuma e spegne la cicca sui gradini. La polizia locale non interviene. Non c’è dubbio è stata «riconquistata». Anche dai vandali. E in particolare dagli amanti dei bivacchi, oltre che da turisti e romani. No, la tentazione di mangiare comodamente seduti su uno dei 144 gradini disegnati nel Settecento dall’architetto romano Francesco De Sanctis è stata troppo forte: e così ecco i turisti che, probabilmente ignari delle polemiche dei giorni scorsi su come proteggere Trinità dei Monti, si sono accomodati a gustare pizza con la mortadella, altri a bere oppure a fumare con tanto di cicca spenta sui gradini.

Vero che Piazza Vecchia NON é Trinità dei Monti, ma perchè Piazza Vecchia é assediata da suonatori , pretoriani , gente che mangia beve  dormicchia rutta scagazza e pisciazza dappertutto ?.
Dobbiamo immaginare che Piazza Vecchia vale meno di Trinità dei Monti e quindi qui possiamo trattarla da stalletta?
A quando vedremo delle vergini fare le abluzioni nella Contarina?































































































































Un boschetto di betulle, un parcheggio intermodale e un nastro luminoso simile allo profilo di Città Alta con scritte di benvenuto in più lingue, che dalla rotatoria del centro commerciale attraversa il viale alberato, illuminato e percor­so da attraversamenti pedona­li e piste ciclabili. Di colore ro­sa, tratto distintivo dell'archi- tetto Peter Fink che, con i ra­gazzi della Summer School dei Maestri del Paesaggio, ha ri­pensato la porta d'accesso del­la città, via Autostrada. Che, tanto per cominciare, cambie­rebbe nome in Viale alle Porte, perché cosi si creerebbe «un nuovo boulevard per entrare nel centrourbano- dice l'architetto.



Sevenisse realizza­to, il progetto mostrerebbe che Bergamo non solo fa qual­cosa di nuovo, ma che è una città con una visione». Di cam­biamento e connessione tra periferia e centro.
«Abbiamo lanciato una sfi­da difficile alla Summer Scho­ol — afferma l'assessore al­l'Ambiente Leyla Ciagà — chiedendo di trasformare que­sta zona anonima in un viale alberato che colleghi i quartie­ri Carnevali e Malpensata, il che vuol dire mettere in rela­zione due comunità. Questo progetto dimostra che è possi­bile dare alla città un biglietto da visita con al centro il pae­saggio». Secondo Fink e i suoi allievi (che hanno prima scoltato i residenti



per realizzare una progettazione partecipata) cambiare lo stradone tra casel­lo autostradale e città è un'opportunità di riqualificazione urbana, sintetizzata in tre idee. Prima: ripristino ecologico, di coesione sociale ed economi­co. Seconda: riconnessione delle aree verdi. Terza: trasfor­mazione dello spazio per mi­gliorarne la qualità del vivere. Il progetto, ideato dalla Sum­mer School interna al neonato Landscape & Garden Institute, promosso da Università di Ber­gamo, Comune, Regione, Fon­dazione Lombardia per l'Am­biente e Arketipos, è diviso in tre zone. La prima, «adiacente al casello autostradale e soffe­rente



per l'inquinamento - spiega Fink-, diventa da area periferica a zona boschiva, uti­le come barriera verde antirumore.
La seconda, vicina al rondò della zona industriale, sarebbe un punto di intercon­nessione, con un nastro lumi­noso di benvenuto. La terza, estesa dal centro commerciale al primo incrocio con la via che porta in città, si trasforme­rebbe in un viale illuminato con passaggi pedonali e piste ciclabili. Rosa, perché, conclu­de Fink, «deve essere una stra­da di cui si parli. E il rosa crea movimento».

Daniela Morandi
Corriere della Sera
24 settembre 2016































































































































































































































































































































































Risarcita con 30 libri sulle donne la ragazza che la madre mandava a prostituirsi.
Chissà se anche il giudice di Bergamo l'ha comminato al ragazzo che si prostituiva col prete di Medolago. Ed avrà ordinato qualche libro da leggere pure al prete?.





Di Pietro senza pensione?Costretto a lavorare la terra nonostante le ginocchia rotte!? Italia ingrata.







Letteratura
al Comune di Curno




























Parioli, risarcita con 30 libri sulle donne
Niente soldi. L'uomo che sfruttò la minorenne condannato a pagare in volumi (e film)
di Luigi Ferrarella

Come risarcimento morale alla ragazzina finita in un giro di prostituzione non 20 mila euro, ma le poesie di Emily Dickinson o i volumi di Aleramo e Fallaci, e un'infarinatura di «La costruzione sociale del genere»: è la sentenza con la quale è stato condannato il cliente a risarcire la ragazzina acquistandole 30 libri e 2 film su «la storia e il pensiero delle donne». Adriana Cavarero: meglio li leggesse lui.
Come risarcimento morale, alla 15enne romana finita in un giro di prostituzione ai Parioli, non 20.000 euro ma le poesie di Emily Dickinson o i romanzi di Virginia Woolf. I soldi no, i volumi di Sibilla Aleramo e Oriana Fallaci sì. La monetizzazione dei danni morali no, il dvd del film «Suffragette» o un'infarinatura di «La costruzione sociale del genere: sessualità tra natura e cultura», questi sì, per comprendere che il vero danno subìto, vendendo il proprio corpo a 15 anni, è la svalutazione della propria identità di adolescente. È l'inedita sentenza con la quale, al Tribunale di Roma, un cliente è stato condannato (oltre che a 2 anni) a risarcire la ragazzina parte civile comprandole 30 libri e 2 film su «la storia e il pensiero delle donne, la letteratura femminile e gli studi di genere».
È la coda dell'inchiesta della pm Cristiana Macchiusi e del procuratore aggiunto



aggiunto Maria Monteleone sul giro di prostituzione minorile ruotante, nel 2013 nel quartiere Parioli a Roma, attorno alla disponibilità di due studentesse di 14 e 15 anni ad avere rapporti sessuali a pagamento per comprarsi un nuovo vestito o un telefonino di ultima generazione: ragazzine — motivò nel 2014 il giudice Costantino De Robbio la condanna dell'organizzatore a 9 anni e 4 mesi — «lasciatesi coinvolgere nel meretricio senza alcuna remora, avendo di mira solo la prospettiva di guadagni facili con una evidente incapacità di rendersi conto di quanto stavano compiendo», in un «micidiale incrocio di vulnerabilità ed assenza di valori». L'Appello nel 2015 aveva poi confermato anche 6 anni e la perdita della potestà genitoriale per la madre di una delle minori; un cliente aveva avuto 3 anni, e altri dieci avevano patteggiato 1 anno.
Ora un cliente di 35 anni, difeso dall'avvocato Edmondo Tomaselli, ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato sempre per «prostituzione minorile». La giudice Paola Di Nicola gli ha inflitto 2 anni senza attenuanti generiche e senza sospensione condizionale della pena, più l'interdizione perpetua da qualunque incarico in scuole o strutture frequentate da minorenni. In sentenza restava da definire il risarcimento dei danni morali, che la curatrice speciale della minore, Cinthia De Conciliis, attraverso l'avvocato Giancarlo Di Giulio aveva proposto di quantificare in 20.000 euro.










Ed è qui che la giudice, una volta liquidati in via equitativa 1.000 euro di danni patrimoniali, a sorpresa nel dispositivo legge alle parti un elenco di libri e film sul pensiero femminile, che l'imputato dovrà comprare alla ragazzina. Dal «Diario di Anna Frank» alla «Vita activa» di Hanna Arendt; dai tre volumi di «Storia delle donne in Occidente» di Georges Duby e Michelle Perrot alle «Figure femminili nella filosofia antica. Nonostante Platone» di Adriana Cavarero; da «Contro le donne nei secoli dei secoli» di Silvia Ballestra agli studi di Maria Elvira De Caroli su «Categorizzazione sociale e costruzione del pregiudizio negli atteggiamenti di genere e etnia».
In attesa delle motivazioni della sentenza, il dispositivo lascia intuire che la giudice privilegi una nozione di risarcimento che aiuti la ragazza a comprendere come il vero «danno» consista nell'essere stata lesa nella sua dignità di donna, e prima ancora nella sua percezione svilita di adolescente, da recuperare attraverso un bagno di memoria nel pensiero femminile e nelle battaglie delle donne. Un risarcimento alla parte civile, ma indirettamente contagioso pure per l'imputato che quei libri, dovendoli comprare, magari finirà per leggere.

Luigi Ferrarella
Corriere della Sera
23 settembre 2016










Di Pietro: l'olio, il Brasile e mani pulite
Scrivo questa rubrica su Antonio di Pietro: mi ha giurato di non essere interessato ad avere incarichi in campidoglio, il vietnam politico del m5s. me l'ha proprio giurato: e gli credo. poi però m'ha detto anche un'altra cosa: “sto partendo per il brasile \ immaginarsi Di Pietro che sbarca a Ipanenia è una roba piuttosto forte, direi.
no no. sbaglia a immaginarsi chissà quale vacanzona. non mi porto il costume, vado per lavoro.
beh questa è una notizia: Di Pietro che ha trovato lavo­ro in brasile? e che lavoro, se posso?
sa, io devo pur campare, no? non si vive di sola aria. dai due boccate, ma poi la pancia ti resta vuota. così, da un po' di tempo, mi sono rimesso a coltivare la terra. nel mio paese, a Montenero di Bisaccia, produco olio. un olio squisito, mi creda. fatto come si faceva un secolo fa. non ho capito: che c'azzecca la coltivazione dell'olio con il Brasile?
e infatti non c'azzecca! mi faccia finire, no? allora: nel mentre coltivavo olio, in brasile si sono ricordati di an­tonio di pietro. lì hanno un gigantesco problema di corruzione ed evasione: e la cosa curiosa è che i metodi che usano sono gli stessi usati in italia ai tempi di mani pulite. stessi paesi, dove portare i conti, e persino stes­se società. e siccome i trucchetti di certi farabutti io li conosco bene...
E' stato chiamato come consulente dal governo brasiliano. alt! no. questo non posso proprio dirglielo. le ho già detto pure troppo, boccaccia mia che non riesce a star­sene zitta.   

froncone@rcs.it







Considerato che per il prossimo numero in uscita del notiziario comunale “Curno in Comune” si richiede una impostazione grafica (box, sezioni principali, font, dimensioni, griglie) e una impaginazione ed inserimento dei testi all’interno di ogni copia e all’uopo è stato richiesto preventivo al sig. D. P. di B., che collabora con lo Studio Boabab di Bergamo, già
esecutrice del lavoro negli anni passati; VISTO che per il servizio di cui sopra è stata richiesta la somma di € 300,00 (...) e ritenutolo meritevole di accoglimento; VISTO il proprio Regolamento per gli affidamenti in economia, di cui alla deliberazione di C.C. n.
73 del 18.12.2013, la cui soglia stabilita per l’affidamento diretto è pari a € 40.000,00; VISTO l’art.1, comma 270 della cosiddetta Legge di stabilità 2016 che, modificando il comma 450 dell’art. 1 della legge 296/06 consente la liberalizzazione degli acquisti di beni e servizi sotto la soglia di €. 1.000,00;
VISTO ............

Va bene. Visto tutto ci spiega sindaco Serra che vuol dire questa frase: »Considerato che per il prossimo numero in uscita del notiziario comunale “Curno in
Comune” si richiede una impostazione grafica (box, sezioni principali, font, dimensioni, griglie) e
una impaginazione ed inserimento dei testi all’interno di ogni copia e all’uopo è stato richiesto
preventivo...» ?