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Fuori luogo’ - lettera aperta di Italia Nostra nel dibattito sugli allestimenti delle piazze di Città Alta. Se
c’è una cosa positiva negli allestimenti delle piazze storiche che
anche quest’anno accompagnano la manifestazione I Maestri del Paesaggio é che essi
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rendono evidente e percepibile, più di mille parole, il fatto che
senza un’ attenta considerazione dei luoghi sui quali si interviene,
l'obbiettivo di migliorare e abbellire la città non solo fallisce, ma
genera risultati opposti.
Contenuti nella vocazione didattica che la parola ‘maestri’ evoca,
questi allestimenti sembrano un'efficace lezione ‘in negativo’ ispirata
dalla tecnica pedagogica in nome della quale, per insegnare a un
bambino che il fuoco può essere pericoloso, lo si induce a fare
l’esperienza diretta del ditino sulla fiamma. Un dolore transitorio e
veloce in vista della consapevolezza di ciò che non si deve fare.
Aldilà di ogni altra considerazione sull’uso dello spazio pubblico,
sul senso delle politiche culturali e sulle modalità di intervento nel
tessuto storico, gli allestimenti sono ‘fuori luogo.
Fuori luogo’ significa indifferenti, distratti: significa che
potrebbero stare in molti altri posti ma non lì, perché dove sono ora
tolgono fascino piuttosto che regalarne, nascondono, se li paragoniamo
ad abiti, la bellezza dei corpi che li indossano invece di esaltarla sono di taglia
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Gli Orti di San Tomaso sono una preziosa area verde a ridosso del Borgo
storico e fanno parte di un settore strategico di Bergamo in cui sono presenti l'Accademia Carrara e l'attuale Gamec,
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il parco Suardi e il Palazzetto dello sport (la futura sede Gamec). Nel
2010 sono scampati a un destino che li voleva sacrificati
all’edificazione grazie a una battaglia condotta in prima linea da
Italia Nostra. Ne parliamo con la presidente Mariola Peretti.
«Sugli Orti di San Tomaso era previsto un progetto d’ampliamento della
Gamec che avrebbe completamente snaturato l’area a causa della
realizzazione di una nuova volumetria e di una nuova strada di accesso.
In realtà la percezione che avevano i cittadini del valore di questo
spazio aperto, che è notevolissimo dal punto di vista storico e
ambientale, era praticamente inesistente perché si tratta di un’area
privata non visibile dai percorsi pubblici. Le prime reazioni di
opposizione a questo progetto nacquero da un gruppo di residenti nel
quartiere, ma il numero crebbe sempre più e in poco tempo vennero
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raccolte
più di 5 mila firme. Il Comitato promotore nato a tutela degli Orti
Storici e del confinante Parco Suardi organizzò diversi week end di
visite guidate per far conoscere questo luogo e la sua bellezza. Ed è
stato così che questi orti sono diventati, da valore non percepito, un
valore da tutelare».
E adesso cosa succede?
«Grazie all’annullamento di quel progetto gli Orti sono ancora uno
degli ultimi brani rimasti di attività agricola nel centro di Bergamo.
L’attuale Pgt lega il destino di quest’area a quello del vicino
complesso delle Canossiane-Palazzo Spini, collocato all’inizio della
via San Tomaso, per il quale è previsto uno sfruttamento a prevalente
destinazione residenziale. Per gli Orti è prevista l’acquisizione
pubblica e l’accorpamento al confinante Parco Suardi che si trova al di
là della roggia quattrocentesca. Oggi gli Orti non sono accessibili al
pubblico e il passaggio agricolo che esisteva è stato per molti versi
reso impraticabile da interventi di ristrutturazione edilizia che hanno
compromesso l’accesso con i piccoli mezzi di supporto delle
coltivazioni. In questo momento possiamo considerarli a tutti gli
effetti come un’area dismessa, anche se per la loro importanza storica
noi li abbiamo sempre definiti “la cappella Colleoni” degli spazi
aperti cittadini».
Sono uno spazio verde tanto importante quanto fragile e che, finora,
sembra privo di una concreta prospettiva progettuale in grado di farlo
diventare parte attiva di quel sistema urbano che va dal Borgo storico
alla futura sede universitaria nella ex Montelungo. Qual è l’idea di
Italia Nostra al riguardo?
«Noi
riteniamo necessario un progetto di rinascita e valorizzazione di
questo gioiello, basato sulla tutela del luogo e sul mantenimento
irrinunciabile della sua destinazione agricola. È indispensabile creare
un sistema di accessibilità pubblica pedonale che colleghi gli Orti al
tessuto urbano con i musei e l’università. Per la loro gestione, per
esempio, si potrebbe affidare la coltivazione degli orti a una
cooperativa sociale, supportata da cittadini e associazioni, con la
formazione di un G.A.S. che garantisca la sostenibilità economica
dell’attività. Ci piace immaginare gli Orti anche come luogo di
educazione ambientale e alimentare, con produzione e vendita di
prodotti a Km Zero nel cuore di Bergamo, individuando sinergie con
negozi, ristoranti, attività già presenti in un quartiere rinato grazie
alla riapertura dell’Accademia Carrara e che è un nodo fondamentale per
la cultura e l’arte. Una nuova attenzione alla valorizzazione del
sistema agro/ambientale/alimentare renderebbe il progetto di recupero
degli Orti di San Tomaso di grande attualità e potrebbe affiancarsi a
quello recente del complesso di Astino,
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Due
importanti comunicati di Italia Nostra- Bergamo nella settimana
iniziale della manifestazione de I Maestri del Paesaggio non arrivano
per caso. Quando suona una grande banda c'è sempre qualcuno che
afferma vi sia una Wiener Philharmoniker che fa meglio.
Un modo come un altro per farsi notare al momento opportuno.
ORTI DI SAN TOMASO
Sono quelli a valle della via omonima, lungo il confine col parco
Suardi. Va riconosciuto ad Italia Nostra di avere fatto una
battaglia (in parte) vincente circa la preservazione dello spazio a
verde, quando si leggono le proposte alternative viene il latte
alle ginocchia. Leggete quanto scrive Italia Nostra nella righe che abbiamo scritto in grassetto e colore rosso.
In una città con un tasso di inquinamento niente affatto disprezzabile
immagino come saranno felici quei cittadini che –pagando un conto di 80
€ al ristorante- sappiano di essere serviti di pietanze provenienti a
km zero da codesti orti… esattamente come cibare i frutti di
Astino, altro luogo ameno e del tutto isolato dall'inquinamento
cittadino.
Questo ritorno al bucolico della bis-nonna in un fazzoletto di terra
senza tener conto che il fazzoletto affoga nell'inquinamento non si sa
se definirla santa ingenuità o con un termine più colorito. Anzi, si
potrebbe inserire nel contratto di coltivazione degli orti della
cooperativa sociale che i lavoratori siano abbigliati di braghe alla
zuava, scarponi manufatti, camicie di flanella a quadri e le donne di
gonnelloni e fazzolettoni neri in testa.
Purtroppo per Italia Nostra quegli orti hanno dei proprietari che
forse non concordano con certi progetti ed espropri. Quella di Italia
Nostra mi pare la solita fuga in avanti da mosca cocchiera, senza alcun
costrutto nemmeno minimale. Non siamo più nel 1968.
Come abbiamo scritto sul nostro blog, quell'area basta che
resti a verde –anche del tutto privato- e che sia verde curato. Per
questo basta una riduzione o l'annullamento delle tasse comunali per i
fabbricati che vi insistono ed una normativa sulle recinzioni affinché
non siano invasive.
Ma questo è un tema che vale per tutta la città.
Torniamo
comunque sulla nostra proposta: la creazione-apertura di un percorso
pedonale che da Piazzetta Santo Spirito passi al Parco Marenzi, entri
nella Caserma Montelungo un domani Università, passi al Parco Suardi ed
esca dalla Gamec in Piazza G. Carrara –via SanTomaso in modo che si
crei un percorso pedonale protetto che da San Vigilio attraversi Città
Alta, scenda a (Porta) Sant'Agostino, via Noca, Piazza Carrara e poi
(magari sulla roggia) via Parco Suardi Montelungo e Marenzi approdi in
via Tasso e quindi nel centro città bassa.
I MAESTRI DEL PAESAGGIO
Leggete quanto c'è scritto nella presentazione dell'allestimento di
Piazza Vecchia, come riportato nel testo in riquadro rosa.
Nulla di nuovo sotto il sole nell'allestimento in Piazza Vecchia. Anzi:
il nuovo sta nelle maxitravi di legno lamellare, non esattamente
combinate con altissima grazia (bisognerebbe anche sapere quanto li
hanno pagati…) e in una struttura che per la sua forza e potenza
risulta alla fine avere un'immagine del tutto sovrastante quella che
invece dovrebbe essere la principale. Sovrastante non solo rispetto
alla piazza ma anche rispetto al contenuto o messaggio. Ma è l'idea
stessa che è banale nel senso che questa intenzione didattica
scolastica di insegnare-informare dei visitatori perditempo alla fine è
lavoro inutile.
Già Piazza Vecchia è ormai diventata un mezzo rudere con pareti e
pochi affreschi del tutto dilavati e scrostati, bassorilievi scomparsi,
pietre consumate dall'inquinamento, uno spazio dove chiunque si sente
in diritto di farci la propria lisciatina –che si tratti della varietà
di tendoni appesi al balcone della Palazzo della ragione piuttosto che
quelli dei vari bar- una pavimentazione da villetta a schiera (
mattoncini di gres…), fioriere di ogni genere e varietà secondo il
gusto e la capacità di spesa soggettiva.
Non poteva mancare la ciliegina sulla torta: l'illuminazione
“artistica” della piazza. Non si comprende se siamo alle giostre della
Fiera di Sant'Alessandro o in una piazza medioevale. Qualcosa che fa
accapponare la pelle.
Visto il
successo de I Maestri del Paesaggio è ovvio che gli sponsor e i
partecipanti si siano fatti avanti per parteciparvi. Peccato che non
tutti gli allestimenti siano all'altezza sia come contenuti che
del sito in cui li hanno posati. Probabilmente anche per questa
iniziativa occorre nominare un “direttore” che scelga gli allestimenti
esattamente come avviene a Venezia per la scelta dei film da invitare.
Torniamo
ad invitare la giunta Gori di fare qualche riflessione sullo
sfruttamento intensivo ed assurdo di Città Alta, ormai ridotta giorno e
notte come il piazzale del mercato del lunedi.
Che poi i negozianti si spellino le mani per i risultati, mi pare scontato.
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sbagliata, usano un linguaggio, materiali e fattezze da hard discount e non da sartoria.
Sono ‘fuori luogo’ anche rispetto al senso dell'iniziativa che li
genera, dentro la quale vengono illustrati esempi di ottimi progetti
realizzati in forma permanente in giro per il mondo, che poi appaiono
smentiti appena fuori dalla porta del teatro sociale che ospita il
meeting, dalla qualità del ‘transitorio’ messo in scena nello spazio
esterno.
Il corpo della città storica merita abiti su misura e raffinati, gli
stessi che sceglieremmo se applicassimo allo spazio urbano l'attenzione
che riserviamo al nostro abbigliamento, agli abbinamenti tra le parti,
alle circostanze dentro le quali il vestito trova un senso e un
contorno.
Il problema non è quello di non fare e di non toccare nulla, nemmeno
quello di una modernità che deve indietreggiare dinnanzi alla
sacralità del passato, piuttosto è quello di una modernità che
riesca a dimostrare, quanto meno, di essere adeguata ai corpi su cui
interviene.
Nel caso di Città Alta alla qualità di ciò che già esiste, evitando
di soffocarla in un vocio senza spartito dentro cui anche la migliore
delle musiche diventa inascoltabile.
“Col trattore in tangenziale andiamo a comandare” sembra essere la
colonna sonora ideale per questo film che comunque è utilissimo
vedere, perché, senza essere maestri, tutti noi comunque sappiamo che
sperimentando si impara e che solo imparando si può migliorare.
Abbiamo letto con sollievo l’annuncio che, per il prossimo anno, si sta
pensando di spostare l’attenzione sull’area di Via Autostrada: molte
città, a partire dall’ esperienza della Barcellona anni 80, hanno
trasformato completamente i propri paesaggi lavorando sulle piazze
periferiche con grande qualità.
Bergamo non è mai stata così viva e le recenti iniziative di folla
hanno dimostrato che sono moltissime le persone che la amano e che sono
disponibili a partecipare.
Lo story telling della nostra città ha trovato un vigore straordinario in questi ultimi anni di abile comunicazione.
Il prossimo passo necessario è quello di decidere quale è il
paesaggio che vogliamo comunicare: se sceglieremo quello di cui si
parla all’interno del teatro, fatto di attenzione, rispetto,
delicatezza, dovremo di certo cambiare i modi per comunicarlo
all’esterno.
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LA PRESENTAZIONE
DELL’ALLESTIMENTO
DI PIAZZA VECCHIA
L'allestimento di Piazza Vecchia, cuore della manifestazione de I
Maestri del Paesaggio, è frutto del lavoro svolto dai ragazzi che hanno
partecipato all'edizione 2015 della Summer School guidati dal professor
Stefan Tischer. Affinato dallo stesso Stefan Tischer, affiancato da
Lucia Nusiner, Maurizio Quargnale e Gianluca Pesenti, il progetto mira
a far dialogare la storia e l'architettura della piazza con una
striscia rappresentativa della biodiversità estratta dalla natura
orobica e ricollocata su una passerella ondulata. Il risultato è la
contemporanea generazione sia di un'istallazione scultorea, sia di
un'esperienza didattica per tutti i visitatori. La struttura si
inserisce nello spazio monumentale della piazza ricco di presenze
storiche, architettoniche e artistiche dove luoghi di convivio
dialogano idealmente con il paesaggio naturale ricreato sulla
passerella in maniera sintetica e necessariamente semplificata. In
questo modo la piazza cambia volto e ci accoglie in uno scenario che ci
riavvicina inaspettatamente alla natura "wild",un po' selvaggia.
Durante il percorso si incontrano 5 paesaggi che corrispondono a
diverse fasce attitudinali: il selvaggio urbano, l'alluvionale, il
submontano, il montano e l'alpino.
La veste selvaggia del paesaggio è dominata dal bosco, che un tempo,
prima delle grandi trasformazioni operate dall'uomo, ricopriva gran
parte di questa terra quasi senza interruzione. Quella rappresentata è
la sintesi estrema del paesaggio forestale attuale, frutto di un lungo
processo di evoluzione naturale a cui in tempi recenti si è aggiunto II
contributo dell'uomo.
Stefano D'Adda
L'allestimento è una
ricostruzione che tiene conto delle linee generali della fitosociologia
in relazione alle fasce climatiche, ma privilegia in primo luogo
l'aspetto estetico-ornamentale.
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andando ad
arricchire la godibilità dello straordinario patrimonio urbano di
Bergamo in cui natura, cultura e storia si fondono in maniera unica». |
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