Di cosa parliamo in questa pagina.



















COLUCCI&FINI
DUE CHE RICORDO DEL G8
A distanza di vent'anni dalla tragedia al G8 di Genova il mio ricordo si collega sempre a due personaggi: Francesco Colucci al tempo questore nella città e Gianfranco Fini che in quel momento era vicepresidente del consiglio nel governo Berlusconi due succeduto a Prodi.
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LA TERRA DI MAPELLO PER RENDERE ANCORA PIUì BELLO IL PAESE BELLO DA VIVERE
Chi l'avrebbe mai pensato! Stanno importando terra da Mapello per fare ancora più bello il paese già bello di vivere. Un momento. La Valle san Martino è stata formata da uno dei mammelloni del ghiacciaio dell'Adda che infilandosi tra il Monte Canto (che è poi una collina di ferretto e argilla) e il dorso meridionale della valle del Dordogna –le colline viticole di Pontida- ha contribuito alla creazione del Dordo, torrente o buliga affluente della sponda destra di Brembo come viene nominato in zona. Scavando in zona  spesso vengono trovati dei badalöcc, termine comune per indicare i massi erratici (di granito) che presenti nel ghiacciaio sono stati trascinati a valle dallo stesso. In tutta la zona dell'Isola se ne trovano parecchi.
Accade che l'impresa Vitali che sta facendo i lavori per lo sfortunato tratto della Dalmine-Almè ha concordato con la Provincia di utilizzare i lobi dei quadrifogli di intersezione della SP470 coll'asse interurbano e la ex Briantea per creare della colline dove ammucchiare il terreno scavato a Valbrembo per interrare la SP470. Sorvoliamo sulle ragioni di questo “interramento” come sulla rotonda tra Mozzo e Valbrembo. Potenza della politica.
Che è che non è una mattina mi sono svegliato in mezzo a un gran frastuono ed ho scoperto che la Vitali ha aperto un maxi cantiere  per costruire villette in quel di Mapello e sta scavando sottoterra e porta l'ottimo terreno depositato dal ghiaccio ennemila anni or sono a Curno. Precisamente nel lobo di SE del quadrifoglio tra l'AI e la SP470. Tutti a Curno!. Tutti a Curno!.
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PNRR: SE IL PAESE BELLO DA VIVERE
CONTINUA A PERDERE OCCASIONI.
IERI L’ORTO BOTANICO E OGGI
LA CASA DELLA SALUTE
Non c'è molto da bene sperare. Il governo del paese bello da vivere per quasi due terzi di secolo in mano alternativamente ai bottegai bianchi poi diventati verde-neri, con qualche lungo intermezzo dei bottegai rossi per finire in mano alla stirpe delle maestre e delle professoresse alla fine della fiera sta in piedi per i soldi che gli arrivano dai centri commerciali. In mezzo secolo sono stati capaci di lasciare andare in malora le scuole e i centri sportivi e perfino quel poco di verde che gli era capitato addosso. Sorvolando sulle vicende della biblioteca, della nuova Rodari, della sentenza Leggeri.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

































E' PALESEMENTE
UN FALSO








CHI NON HA LETTO
UN LIBRO DI TRANFAGLIA
PUO' DIRSI UN DEMOCRATICO?































































































































































































COLUCCI&FINI
DUE CHE CONOSCEVO PER IL G8
A distanza di vent'anni dalla tragedia al G8 di Genova il mio ricordo si collega sempre a due personaggi: Francesco Colucci al tempo questore nella città e Gianfranco Fini che in quel momento era vicepresidente del consiglio nel governo Berlusconi due succeduto a Prodi.
Ho conosciuto personalmente Francesco Colucci quando era stato questore a Bergamo per la vicenda della protezione della casa Antonio Di Pietro .
Colucci è nato ad Atripalda (Avellino) nel 1943. Entrato in polizia nel 1968, era stato assegnato alla questura di Milano dove ha percorso tutte le fasi principali della carriera. Ha fatto parte della polizia giudiziaria prima in commissariato, poi alle volanti ed infine alla squadra mobile. E' stato aggregato all' ufficio politico della questura dopo l' assassinio del commissario Luigi Calabresi. Nel 1986 diresse la divisione Anticrimine della questura di Milano. Per un anno e mezzo ha diretto la squadra mobile. Per sei anni è stato alla guida della Criminalpol della Lombardia. Nel 1992 è stato promosso questore: un anno ad Aosta, due anni a Lecce e un anno e mezzo a Bergamo. Nel 1998 diventa questore di Genova.
 
Correva la tarda primavera dell'anno 1995 e dall'alto venne deciso di posizionare una pattuglia di agenti presso la casa di Antonio di Pietro in quanto ritenuto da fonti attendibili (per i vertici dell'ordine pubblico nazionale) possibile obiettivo di un attentato. Da almeno quattro anni c'era una scorta che lo seguiva nel viaggio di andata e ritorno da Milano con la sua possente Marea turbodiesel con diciottomila spie accese sul cruscotto. La scorta era costituita da un'auto con a bordo due agenti e stazionava giorno e notte nel campo all'esterno dell'abitazione. La situazione era  assurda dal momento che questi agenti non avevano un gabinetto, non c'era illuminazione notturna del lotto dove sorgeva la casa del magistrato e gli agenti… non potevano entrare almeno nel vasto giardino della villetta.
Una mattina si ritrovarono  nel campo decine di  agenti e i massimi dirigenti della PS, della GdF, dei CC assieme al Questore (Colucci) ci si avvide dello stato disastroso di tutta questa pseudo organizzazione dove tutti si interrogavano l'un l'altro sul che fare. Mentre l'indimenticabile comandante dei vigili di Curno pareva essere il regista della (mala) parata.
Davanti a questo gruppone di personaggi spaventati e senza alcuna idea da mettere in atto detti il mio assenso – del tutto stupito del casino che c'era in aria- ad occupare parte del campo dove doveva stazionare la vettura delle guardie.

Un anno dopo ricevo una telefonata dalla segreteria di Colucci il quale mi invita in Questura perché vuole conoscermi e ringraziarmi. Rimasi nell'ufficio per tre quarti d'ora faccia a faccia col questore e mentre lui continuava a spiegare cosa stessero facendo i militari sul posto gli dissi chiaramente che (1) avevano bisogno di una latrina (2) avevano bisogno di un container isolato  (3) occorreva istallare un sistema di illuminazione della zona (4) i militari dovevano perlustrare il sedime  dall'interno. Colucci mentre gli manifestato i problemi dei suoi uomini mi guardava come stessi parlando cinese.
La faccenda venne poi in parte risolta NON per iniziativa del Ministero degli Interni (ma del Comando provinciale dei CC  a seguito di un incontro occasionale col capitano comandante) ma questo sostanzialmente ordinò al Comune di Curno di fare tutti i lavori che avevo suggerito (a spese del comune e MAI rimborsate)  mentre DiPietro rifiutò di fare accedere le guardie all'interno del giardino di casa. Una delle tante cazzate del PM.
Il Ministero dell'Interno non pagò mai la corrente consumata ne la rimozione del box ne la sistemazione dell'area compromessa. A dimostrare che lo Stato di queste vicende non aveva ne la minima idea ne la minima buona volontà.
Colucci al momento del fine visita mi regalò un quaderno per appunti a righe della Polizia.Come le suore OrsolinE.

re di Genova proprio nell'anno del primo G8 italiano ai tempi del governo Berlusconi II.
Fu Massimo D'Alema, presidente del Consiglio dal 1998 al 2000, a indicare la città come sede per il G8 del 2001 ma fu poi Silvio Berlusconi, divenuto presidente del Consiglio l'11 giugno 2001, a gestire la sicurezza dell'evento e l'arrivo dei leader internazionali.
Prima dell'evento Berlusconi, accompagnato dal ministro dell'Interno, fece tre sopralluoghi in città, sorvolandola a lungo in elicottero. Visitò la nave European Vision che poi ospitò quasi tutte le delegazioni straniere. Si occupò prevalentemente dell'aspetto estetico: ordinò per esempio che venissero tolti i panni stesi alle finestre e fece dipingere la facciata di un edificio di fronte a Palazzo Ducale, dove si sarebbero tenuti i vertici. Analizzò i campioni delle tende poste in piazzale Matteotti, e scelse le piante che dovevano coprire quelli che giudicò «orribili inestetismi». Niente doveva sembrare fuori posto nella “Fortezza Genova”, come fu soprannominata la “zona rossa” entro la quale si sarebbero svolti gli eventi del G8.
L'obiettivo dichiarato del summit degli otto leader era “sconfiggere la povertà”. E cioè, era scritto nei comunicati ufficiali, «individuare misure atte a sostenere l'economia dei paesi più fragili secondo una strategia integrata, specie per quanto riguarda commercio e investimenti sociali».
Mentre all'interno di Palazzo Ducale capi di stato e di governo discutevano di questo obiettivo, fuori, per le strade di Genova, nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto, il livello di violenza cresceva di ora in ora. Per tre giorni lo stato di diritto venne meno in molte delle situazioni che si crearono. Chi doveva vigilare non lo fece o fece finta di non vedere, e in molti casi incoraggiò le forze dell'ordine ad agire senza alcuna regola, facendo dell'uso della forza, della prevaricazione e dell'umiliazione fisica e psicologica la propria norma di comportamento. Amnesty International sostenne in seguito che quella che ebbe luogo a Genova in quei giorni fu la «più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda guerra mondiale».

Davanti alla Commissione della Camera che lo interrogava sui  delitti di Genova  riferì che quanto alla perquisizione alle scuole del Genoa Social Forum, l'operazione che ha dato il via alle polemiche più feroci, la decisione fu presa nel suo ufficio durante una riunione con l'ex vicario della polizia, Ansoino Andreassi, l'ex capo dell' Antiterrorismo, La Barbera, il capo dello Sco, Gratteri, il funzionario della Digos, Luperi. E che alla fine fu avvisato anche Gianni De Gennaro, mentre agli agenti fu raccomandata moderazione e prudenza. Raccomandazione non ascoltata, ma Colucci avanza una giustificazione: "singoli episodi di violenza, mai giustificati, possono comunque essere attribuiti ai prolungati turni di servizio" cui sono stati sottoposti gli operatori di Polizia.

Non è mai venuta alla luce la sequenza criminale di ordini che determinò l'assalto poliziesco ma ci sono delle certezze. A Genova ci fu una parte politica bene individuata nei fascisti di Fini con la copertura di FI  e della Lega che garantì la copertura a vita della polizia per l'assalto  che mise in atto.
Il governo Berlusconi II (11 giugno 2001 - 22 aprile 2005) è il primo della XIV legislatura e viene dopo quelli della XIII Legislatura:
Prodi-I (17 maggio 1996 - 20 ottobre 1998) D'Alema-I (21 ottobre 1998 - 21 dicembre 1999) D'Alema-II (22 dicembre 1999 - 25 aprile 2000) e Amato-II (26 aprile 2000 - 10 giugno 2001)
E' necessario ricordare e ripetere che nei giorni di Genova Gianfranco Fini, presente in prefettura e per alcune ore nella caserma dei carabinieri di Forte San Giuliano, è stato costantemente informato degli avvenimenti. E così il ministro di Grazia e Giustizia Castelli (Lega Nord) , in visita alla "Bolzaneto" fino a poco prima dell'inizio dei pestaggi. E così i parlamentari guidati da Filippo Ascierto (An) che stazionavano nella sala operativa delle forze dell'ordine.
C'era quindi la massima copertura politica di ogni azione compiuta dalla polizia cui venne sostanzialmente garantita l'impunità che verrà solo scalfita ai bassi livelli di comando e tutto questo avvenne per l'intima collocazione ideale e politica del modo di intendere l'ordine pubblico che era proprio si un sistema fascista che tale era rimasto in vigore anche dopo il 25 aprile 1945.
Paolo Farinella (Il Fatto Quotidiano del 21 luglio 21. Rispondo che io c'ero, ho visto e vissuto tante cose e, a distanza di anni, dopo molte sentenze in tribunale, compresa l'ultima del 18/07 della Corte di Giustizia Europea che ha respinto il ricorso dei militi che le si sono rivolti, possiamo forse capire il senso di quanto successo. Non fu impreparazione o incapacità, ma l'assalto armato e le conseguenti macellerie e torture furono una decisione politica di appropriazione dello Stato da parte di un governo – al tempo governo Berlusconi, Bossi e il fascista Fini – per vedere fino a che punto si poteva spingere per eliminare la Democrazia e lo Stato di Diritto, orpelli senza valore. Si volle la guerra e ci fu la guerra di uno Stato contro i propri cittadini migliori, usando corpi dello Stato per impedire l'esercizio di diritti sacrosanti.
Chi salvò la Democrazia fu Carlo Giuliani che, morendo, bloccò il processo dissoluto e mise paura. Aggiunsi che, oggi, a distanza di vent'anni, bisogna scegliere tra una rievocazione romantica, farcita da luoghi comuni, imposta dal calendario, o fare memoria nel contesto di quello che successe allora. Non solo, oggi si devono collocare quei fatti nel contesto di quanto accadde “dopo”, perché oggi viviamo le conseguenze visibili di quei giorni che non sono finiti, perché Giustizia non è stata fatta, ma è stata volutamente negata. Non si possono non ricordare, oggi, le sentenze dei tribunali che hanno sancito la trattativa con la Mafia e accertato i rapporti di Dell'Utri per conto di Berlusconi con essa, e fare due più due non solo è lecito, ma forse anche doveroso.
Genova fu teatro di prova generale. Non fu sospesa la Democrazia, fu massacrata, perché la stessa sera, il governo al completo prese le difese dei poliziotti, carabinieri e soldati traditori, arrivando anche a promuoverli nei mesi e negli anni successivi. Poi aggiunsi alcuni particolari di cui fui testimone e conclusi che oggi vivo in Italia, ma rifiuto lo Stato che torturò e macellò il suo popolo migliore, abolendo la Costituzione.

LA TERRA DI MAPELLO PER RENDERE ANCORA PIUì BELLO IL PAESE BELLO DA VIVERE
Chi l'avrebbe mai pensato! Stanno importando terra da Mapello per fare ancora più bello il paese già bello di vivere. Un momento. La Valle san Martino è stata formata da uno dei mammelloni del ghiacciaio dell'Adda che infilandosi tra il Monte Canto (che è poi una collina di ferretto e argilla) e il dorso meridionale della valle del Dordogna –le colline viticole di Pontida- ha contribuito alla creazione del Dordo, torrente o buliga affluente della sponda destra di Brembo come viene nominato in zona. Scavando in zona  spesso vengono trovati dei badalöcc, termine comune per indicare i massi erratici (di granito) che presenti nel ghiacciaio sono stati trascinati a valle dallo stesso. In tutta la zona dell'Isola se ne trovano parecchi.
Accade che l'impresa Vitali che sta facendo i lavori per lo sfortunato tratto della Dalmine-Almè ha concordato con la Provincia di utilizzare i lobi dei quadrifogli di intersezione della SP470 coll'asse interurbano e la ex Briantea per creare della colline dove ammucchiare il terreno scavato a Valbrembo per interrare la SP470. Sorvoliamo sulle ragioni di questo “interramento” come sulla rotonda tra Mozzo e Valbrembo. Potenza della politica.
Che è che non è una mattina mi sono svegliato in mezzo a un gran frastuono ed ho scoperto che la Vitali ha aperto un maxi cantiere  per costruire villette in quel di Mapello e sta scavando sottoterra e porta l'ottimo terreno depositato dal ghiaccio ennemila anni or sono a Curno. Precisamente nel lobo di SE del quadrifoglio tra l'AI e la SP470. Tutti a Curno!. Tutti a Curno!.


Architetto M.O., architetto M.O., architetto M.O.: era un nome che avevo letto come progettista dei lavori di rifacimento del tetto della Torre di Adalberto in Colle Aperto, e poi scoprire che ha lo studio a Curno, che ha capeggiato una lista Insieme per Berbenno nel 2014 e adesso è stato preso dal Comune di Curno “in quanto tecnico in possesso della qualifica necessaria per l'espletamento dell'incarico come da curriculum agli atti, il quale si è reso disponibile all'espletamento del servizio facendo pervenire un disciplinare di incarico che prevede il servizio di supporto al RUP ed assistenza tecnica, amministrativa ed informatica alle procedure di appalto, compreso l'esecuzione dei servizi di rendicontazione dei contributi concessi per le opere pubbliche in corso, con organizzazione di mezzi e risorse a totale cura, spese e rischio di esecuzione della prestazione, da parte del professionista incaricato” il tutto per un totale di n. 300 ore, alle condizioni previste nel disciplinare d'incarico depositato agli atti dell'ufficio, che prevede un costo orario pari a €30,00 per una spesa pari a € 9.000,00 oltre contributo 4% e Iva 22% per un totale di € 11.419,20.
Insieme per Curno, Insieme per Berbenno, Insieme per Scanzo, Insieme per Bottanuco, Insieme per Vighera: se stai insieme per qualcuno-qualcosa hai una certezza: un incarico al Comune di Curno. Insieme per.
L'UUTT comunale si riconferma di funzionare meglio della stazione dei treni di Bergamo come traffico di professionisti addetti part time. Gente che se ne va, gente che arriva resta qualche mese e poi via anche quella. Sostanzialmente oggi nessuno dei laureati presenti in quell'ufficio è a tempo pieno e quindi SOLO dipendente del Comune di Curno. L'andazzo dura da parecchi anni [il caso è privo di significato?]  anche se la colpa è sempre solo del Governo che non consente assunzioni. Chissà il perché di tutto 'sto casino!?. Il problema non starà nel manico di un assessore da trent'anni presente in politica?.

Intanto che il comune distribuisce l'ennesimo incarico professionale ad ore  per  mandare avanti l'ufficio tecnico comunale la fognatura del sottopasso di via Europa alla Dalmine-Almè non funziona ancora nonostante due interventi già effettuati da pochi mesi. Adesso hanno deciso che manderanno dentro il tubo una telecamera (una tlc cinese?) per cercare di capire come mai la fogna non scarica. Chissà se in Comune qualcuno ha capito che se su una strada passano solo carrozzine per bambini la fogna basta posarla sul terreno mentre se ci passano dei TIR lunghi 17 metri stracarichi e per di più in curva, forse non è (solo) la fogna da rifare ma è l'INTERA strada che non è costruita in maniera adeguata a reggere quei pesi.

Non c'è solo la fognatura di via Europa che non funziona ma ci sono anche le condotte fognarie e delle acque chiare dentro la nuovissima scuola Rodari che altrettanto non funzionano e quindi ecco che il consulente tecnico indicato dal tribunale  nella bega tra comune e impresa (questa delle fogne della new Rodari che non funzionano è una novità a parte il doppio allacciamento effettuato qualche annetto or sono) ha scelto per il“servizio di video ispezione per verifica maschiature e quote tubazioni presso la scuola elementare G.Rodari ” un'impresa di propria fiducia che costerà €1.970,00 oltre IVA. Cioè: anche qui le condotture si sono sprofondate?.

Viste le due notizie sopra riportate un cittadino normopensante immagina che lo stesso lavoro in via Europa e nella nuova Rodari potesse essere svolto dalla medesima ditta. Invece NO!. Perché i lavori in via Europa sono stati decisi e la ditta scelta dalla dirigente dell'ufficio tecnico mentre quelli nella nuova Rodari sono stati decisi dall'ex dirigente sempre dei elleellepipi. Che non è la pipi dei bambini. A ciascuno il suo.


L'utilità di disporre di un segretario comunale donna che costa sui 10mila euro al mese sta p.e. nel fatto che la giunta ha deciso di richiedere un supporto alla società PUBLIKA SPA al fine di definire le capacità assunzionali del Comune ai sensi della normativa di cui sopra, che si è resa disponibile ad offrire il servizio richiesto dietro compenso di € 550,00 al netto dell'IVA. Suggeriamo un'ideuzza: dare un incarico a qualche ditta –meglio una coop o una onlus – per mettere a posto i rotoli di carta da culo nei cessi comunali. Un appaltino non si nega a nessuno, no?.

La giunta Gamba ha deciso di affidare il servizio di progettazione e direzione lavori dei lavori di sistemazione delle aree verdi comunali allo studio G.P.T. di Bergamo per una maxispesa di ben € 5.226,48.. Lo studio GPT non è uno qualsiasi ma dal 2011 lo Studio GPT organizza il Landscape Festival 'I Maestri del Paesaggio', per diffondere i temi del paesaggio e del giardino. Le attrazioni principali sono la trasformazione per più di 20 giorni di Piazza Vecchia a Bergamo Alta in grande giardino temporaneo, la Green Square e l'International Meeting che ospita ogni anno i più grandi paesaggisti del mondo. Noi li giudichiamo come progettisti del verde pubblico dei bravi e volenterosi ragazzi ma non di eccelsa creatività tranne il seguire la moda attuale delle erbacce. Che  venivano usate per non dovere irrigare ma che piantate alla pene di cane come avviene adesso dappertutto… bisogna irrigarle eccome se occorre irrigarle.
Ovviamente in delibera non compaiono ne le indicazioni delle aree  da riprogettare e nemmeno la spesa potenziale (che vista la parcella non arriva a 60mila euro) e quindi trattasi di nozze con (mezzi) fichi secchi visto che il c.d. verde di Curno va rifatto da cima a fondo essendo nato per mano dei villettari e quindi ci sarebbe più da lavorare d'accetta (per levare) che di vanga (per piantare). Se il verde di Curno – perfino quello dietro i palazzi del Chiesa- fosse assunto come segno dell'intelligenza e della cultura delle classi politiche che hanno governato il paese nei 70 anni di Repubblica non sarebbe un bel biglietto da visita.
Speriamo che GPT riesca almeno in qualche posto a dare una svolta.

PNRR: SE IL PAESE BELLO DA VIVERE
CONTINUA A PERDERE OCCASIONI.
IERI L’ORTO BOTANICO E OGGI
LA CASA DELLA SALUTE
Non c'è molto da bene sperare. Il governo del paese bello da vivere per quasi due terzi di secolo in mano alternativamente ai bottegai bianchi poi diventati verde-neri, con qualche lungo intermezzo dei bottegai rossi per finire in mano alla stirpe delle maestre e delle professoresse alla fine della fiera sta in piedi per i soldi che gli arrivano dai centri commerciali. In mezzo secolo sono stati capaci di lasciare andare in malora le scuole e i centri sportivi e perfino quel poco di verde che gli era capitato addosso. Sorvolando sulle vicende della biblioteca, della nuova Rodari, della sentenza Leggeri.
Gli amministratori di Curno hanno sempre avuto l'istinto gregario della pecora che si getta col gregge nel burrone. Non hanno mai avuto l'istinto della capra che s'inerpica dappertutto.
Da quasi trent'anni c'è in mezzo al paese un'area vastissima composta dal vivaio forestale e dalla vicina area Curnis destinate a “giardino botanico” ma il comune non ha mai mosso un dito per trovare fondi progetti e dargli corpo. Non parliamo poi dell'odio che il centrosinistra e in generale la generazione di sindache donne e professoresse verso quest'idea (che faceva e fa il paio col loro odio verso la biblioteca auditorium). Non parliamo poi del cordone ombelicale della sindaca cittadina Serra verso tutto quel che è cittadino  in netta contrapposizione con quello che era l'interesse del comune che ha amministrato. I legami della Serra e della sua crapa anticurnese sono leggibili nelle sue frequentazioni religiose e relazioni professionali con un direttore dell'orto botanico oppure col responsabile comunicazione ERSAF Lombardia, l'ente  che è proprietario e gestore del vivaio forestale di Curno che doveva essere –con fondi europei nazionali e regionali- il motore della creazione dell'orto botanico a Curno.
Ovvio che la città cerchi di agguantare ogni occasione per fare soldi e se poi le maggioranze cittadine –leggasi: Gori- sono espressione degli interessi dei bottegai e degli affittacamere pro studenti dell'UniBG- ovvio che tutto dovrà ruotare attorno alla città, alle sue Mura abbandonate in mano ai volontario di Orobica Ambiente  ma con tanto di mega parcheggio,  a tutta una serie di iniziative “per finta” vale a dire “i maestri del paesaggio” come la “valle della biodiversità” (su terreni in affitto e precario di soggetti terzi)  oppure il mini orto botanico in cima al baluardo di Castagneta che riesce a deludere tutti quelli che affrontano la scalata per raggiungerlo.
Era scontato che la creazione di un Orto Botanico a Curno di  quattro ettari accessibile dall'asse interurbano e dalla ferrovia e  confinante con centro commerciale avrebbe significato la perdita di ruolo dei signori citati perché sarebbe arrivato – Franceschini docet- un direttore straniero piuttosto che dei chierichetti  bianchi o rossi indigeni.
Scontato anche che una classe politica (curnese) composta fino ieri in maggioranza da bottegai la cui prospettiva è il cassetto pieno (di soldi) a fine giornata non abbia nemmeno l'idea di progettarsi un futuro che vada al di la del quotidiano. Oltre a non avere nemmeno mai visto un orto botanico di quelli veri.
Adesso è arrivato anche il PNRR e l'orto botanico  poteva benissimo essere inserito in quel contesto ma vigliacco iddio se gli amministratori curnesi e regionali hanno levato un sopracciglio. Sono talmente fuori dal contesto che non riescono nemmeno a chiedere in uso l'area l'idea dello spazio dentro il vivaio forestale per farne un parco giochi temporaneo. Del resto basta vedere che strage hanno fatto attorno alla vecchia Rodari o l'abbandono dell'enorme spazio verde attorno alla scuola elementare di via Abruzzi (non le hanno dato nemmeno una intitolazione tanto la prendono come uno scarto!).
Eppure in Lombardia non esiste un Orto Botanico di quattro ettari e quando penso alla storia della creazione di tutto quanto è stato creato attorno all'Eden Projet di Bodelva in Cornovaglia (la sua  storia inizia con l'idea dell'orto botanico a Curno…)Tutto quello in Cornovaglia è stato realizzato con fondi UE.