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Il collaudo del Bibliomostro
di Claudio Piga, custode delLaLatrina di Nusquamia:
Proviamo a fare il punto della situazione diradando il polverone
suscitato dalle dichiarazioni della dott.ssa Serra che, in
un'intervista rilasciata a una giornalista di Sky24, dà la colpa
dell'inagibilità del Bibliomostro a Gandolfi. Il che ha dato il destro
al gatto padano, ebbro di sacro furore come una baccante, già
pregustando l'odore del sangue, di minacciare una denuncia alla Corte
dei Conti, per danno erariale dovuto al mancato esercizio di
quest'opera di dubbia utilità. Se fosse stata un'opera utile,
l'Amministrazione serrana non avrebbe mancato di metterla in cima alle
priorità delle cose da fare. Il servizio di Sky24 è visionabile
recandosi a un nostro articoletto sulla pagina precedente di Nusquamia:
Ultime sul Bibliomostro.
Che cosa noi pensiamo del Bibliomostro è noto: un'opera inutile e
trombonesca, nata da un'ispirazione piccolo borghese e buzzurra,
rispondente a un'idea sciacquettistica della cultura, a misura di
assessorucolo ipercinetico e villico agrimensore male acculturato. Ma
non è di questo che vogliamo parlare. C'interessa fare il punto della
situazione, in vista di un chiarimento che spero verrà presto,
possibilmente in termini razionali, e non di cazzeggio
agrimensural-giuridico. Ecco le informazioni che siamo riusciti a
reperire e le considerazioni
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che al momento è dato formulare:
Nell'intervista sopra menzionata, la dott.ssa Serra afferma che
«nel 2009 l'impresa è liquidata, e il cantiere è stato consegnato
all'Amministrazione [quella di Gandolfi, il cattivone: N.d.Ar.], che
dovrebbe procedere in tempi brevi al collaudo. Cosa che invece non
avviene: quest'opera praticamente conclusa non viene collaudata».
Interviene nel servizio di Sky24 Fassi, il quale afferma «La
ditta Iola non ha consegnato i certificati per gl'impianti. Non poteva
essere data l'agibilità, quindi non poteva essere data l'apertura».
Nello stesso servizio, sentiamo la voce della giornalista che
afferma: «Eppure, contattata [ah!, che brutto termine! N.d.Ar.] la
ditta che costruì gl'impianti per la Biblioteca, ci dice che le
certificazioni alla fine erano state consegnate, come dichiarato in
questa raccomandata».
A questo punto, la giornalista mostra un foglio, datato
05.11.2009, ma il foglio porta il timbro del protocollo del Comune di
Curno, dunque verisimilmente proviene da qualcuno che ne ha fatto
richiesta al Comune di Curno, e che l'ha passato alla giornalista.
Niente di male, naturalmente, ma perché allora montare la notizia in
questo modo? Il telespettatore è portato a credere che si sia fatto un
lavoro d'inchiesta in stile anglosassone, alla ricerca delle fonti. Non
bastava mostrare il foglio,
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senza tanti preamboli? Dunque, è stato ricevuto dalla ditta costruttrice «contattata», dalla dott.ssa Serra o da chi?
I foglio mostrato dalla giornalista è una lettera emessa dalla
ditta Iola, protocollata al Comune di Curno dove la ditta Iola afferma
di «aver consegnato al direttore dei lavori, ing. Armando Armondi,
tutte le dichiarazioni e i certificati relativi agl'impianti, elettrici
e meccanici, previsti dalla legge» e che «le dichiarazioni di corretta
esecuzione vi furono già consegnate in data 07.08.2009».
Se la ditta Iola specifica di aver già consegnate le carte, vuol
dire che qualcuno nel Comune aveva fatto richiesta di quelle carte e
che riteneva, in alternativa: a) di non averle ricevute; oppure, b) di
aver ricevuto una documentazione incompleta.
Il gatto padano avanza l'ipotesi che qualcuno abbia fatto sparire le
carte, ma questo è tutto da verificare; per parte nostra formuliamo
l'auspicio che la situazione sia chiarita in tempi brevissimi.
Nel caso in cui i documenti consegnati in data 07.08.2009 fossero
spariti, la ditta Iola ha accluso copia dei documenti (o li ha spediti
con plico a parte) contestualmente alla missiva del 05.11.2009?
In ogni caso, i documenti inviati dalla ditta Iola, oltre che
necessari erano anche sufficienti? (invito il gatto padano, gli
agrimensori male
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acculturati
e i tecnoburocrati ad approfondire la nozione di condizione necessaria
e condizione sufficiente: niente cazzeggio giuridico, per favore).
Se i documenti c'erano ed erano sufficienti, perché
l'Amministrazione Serra non ha proceduto al collaudo? E, soprattutto,
ammesso che l'Amministrazione Gandolfi porti la colpa del mancato
collaudo, non si sente in colpa essa stessa per non aver provveduto a
sanare la situazione?
Se l'Amministrazione Serra afferma di non aver potuto procedere
al collaudo del Bibliomostro per la causa impediente del Patto di
stabilità, ricordo che il Patto di stabilità esisteva anche al tempo
dell'Amministrazione Gandolfi.
Quando nel novembre 2012 la dott.ssa Serra e alcuni colleghi di
Giunta si sono recati a Napoli presso la ditta Iola per «riallacciare
il rapporto necessario per la prosecuzione dei lavori», si è parlato
del collaudo e, in particolare del completamento della documentazione
per procedere immediatamente al collaudo, proprio come la dott.ssa
Serra rimprovera a Gandolfi di non aver fatto? Si veda su Bergamo news
Il sindaco di Curno in trasferta a Napoli per la nuova biblioteca.
In soldoni, c'erano inadempienze da parte dell'impresa riguardo
ai certificati? In particolare riguardo a quali impianti? E se non
c'erano inadempienze, perché furono
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assegnati degli incarichi tecnici – così mi è stato riferito: correggetemi se mi sbaglio – onde fare il punto della situazione?
Quanto sarebbe costato fare il collaudo partendo da zero, o poco
più, cioè ricostruendo la situazione in assenza dei certificati
necessari?
Penso che prima si fa chiarezza, meglio è. Ricordo la minaccia del
gatto padano: «Segnaleremo la vicenda alla Corte dei Conti per l'enorme
danno erariale che il loro [Gandolfi e i suoi assessori: N.d.Ar.]
comportamento e quello eventuale dei successori [Giunta Serra: N.d.Ar.]
hanno prodotto contro i cittadini. E la Corte dei Conti non sarà così
gradevolmente “lente impelle in vas indebitum” delle vostre finanze [Il
gatto padano, che ha copiato da Nusquamia senza capir niente di quel
che avevo scritto in una “punizione” a lui dedicata, vuol dire che la
Corte dei Conti inculerà senza pietà, rovinandoli finanziariamente, i
nemici del gatto: N.d.Ar.]. Come dice il proverbio: gode bene chi gode
per… ultimo».
Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra ché ho detto la mia.
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