NUMERO 266 -PAGINA 3 - L'ITALIA NON E' BRUTTA COME VUOLE FARSI VEDERE




































Roma e Milano occasione di autocritica. Anche contro il populismoRoma e Milano oggi sono un'occasione per decidere una volta per tutte che la politica, come tutte le cose della vita, è terribilmente (e meravigliosamente) complessa e ha bisogno di ragionamenti complessi anche dietro alle risposte più semplici. Il resto sono baruffe chiozzotte. Tutt'altro.

LE UOVA NEL PANIERE
Giulio Cavalli

Quando la politica è flebile le Procure diventano detentrici dei temi e dei tempi del dibattito. Da sempre. Per questo qualcuno (della politica, ovviamente) ciclicamente accusa i magistrati e anche oggi non ci mancano: si discute addirittura di un presunto "patto" che avrebbe puntato a decapitare Roma e Milano in contemporanea sfruttando un vuoto di potere. Roba da spionaggio russo, una cosa così. Basta osservare le reazioni e i social per farsi un'idea delle reazioni: gente del Pd (o vicina al PD) che accusa il M5S e gente del M5S (o vicina al M5S) che accusa il PD. 
Autocritica nessuna.
Analisi politica nessuna.
Eppure le due situazioni sono completamente diverse tra loro. Milano, innanzi tutto: a Milano questa indagine è uno strascico di un periodo mai chiarito abbastanza in cui si é avuta la netta




Il palloncino della bimba vola in Toscana: possibile gemellaggio Gandellino-Civitella
La storia ha per protagonista la piccola Selene, una bambina di 5 anni che frequenta l'asilo statale di Gandellino, in Valseriana

di Fabio Viganò - Bgnews

Una storia che è comparsa sulle pagine del quotidiano “Il Tirreno”.
Secondo la ricostruzione, in occasione della festa di Santa Lucia la piccola Selene ha lanciato e abbandonato al vento il suo palloncino, con tanto di letterina a Santa Lucia. Il palloncino ha quindi percorso oltre 400 chilometri, partendo dalle Alpi Orobie, attraversando l’Appennino e arrivando sano e salvo in un paesino dellaprovincia di Grosseto, precisamente nella frazione di Civitella Marittima: un borgo di 530 anime.
La letterina è stata poi raccolta dal dipendente di un’azienda di trasporti che si trovava alla guida di uno scuolabus.
Alessandro Marcucci – questo il suo nome  – ha notato con la coda



Il post pubblicato sulla pagina Facebook di Alessandro ha raccolto oltre 200 like; tant’è che ai desideri di Selene, dopo avere reso pubblica la vicenda, si stanno interessando in molti. Lo stesso autista, inoltre, aveva lanciato una proposta: un gemellaggio tra i Comuni di Civitella e Gandellino. A tal proposito, abbiamo contattato il sindaco di Gandellino Flora Donatella Fiorina: “Da noi c’è questa usanza – racconta -. Ogni anno tutti bambini si uniscono ad aspettare Santa Lucia e lanciano nel cielo i palloncini in cui chiedono a Santa Lucia i doni che vorrebbero ricevere”.
Nessuno, tuttavia, la aveva ancora messa al corrente di questa storia, anche se poi conferma: “La piccola Selene proviene da una famiglia di Valbondione, ha due bellissimi fratelli gemelli e frequenta l’asilo statale del paese”.


"Leggo spesso che il Movimento Cinque Stelle in principio avrebbe avuto delle buone idee ma che col tempo poi si sarebbe perso. Un po’ quello che generalmente si dice degli U2. Io questi grandi presupposti invece non li ho visti mai; l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, per esempio, è una colossale idiozia che finirà per confinare l'accesso alla politica ai vecchi apparati e ai nuovi miliardari. In nessun paese decente si lascia che questo accada; in Francia e Spagna il finanziamento pubblico ai partiti è erogato in misura costante anno dopo anno e in più vengono anche erogati i rimborsi per ogni singola elezione, in Germania esiste il finanziamento proporzionale in base ai voti ricevuti, in Inghilterra non solo si finanziano i partiti ma si dà anche una dotazione riservata al Leader dell'opposizione di quasi 700.000 sterline, perché abbia la possibilità di contrastare in modo adeguato l'operato del governo. L'idea di abolirli infatti non a caso è stata rincorsa e infine realizzata proprio dai nuovi “Dem”, che sotto l'abbigliamento politically correct sono indistinguibili dai grillini.
Altro principio, definito “buono”, del quale il Movimento fece (e continua a fare) una bandiera è quello per cui chi































































































































































































































































































































































































abbia precedenti penali non possa fare politica, ed è anch'essa una terrificante stortura giuridica.
Se scontare una pena non basta a restituirmi i miei diritti, allora non ha più senso la pena e soprattutto mi stai rendendo di fatto un cittadino di serie B.
Sullo stesso principio, oltre alla candidatura, dovremmo interdire queste persone a vita da qualsiasi incarico di responsabilità nei confronti della società: dal funzionario all'insegnante, e magari impedirgli pure di scrivere perché potreb
bero influenzare negativamentela gente. E, a proposito di scrive




sensazione di una moratoria della Procura su Expo o forse di una guerra interna alla Procura o forse tutte e due le cose e l'accusa a Sala sarebbe di falso ideologico (il reato sarebbe stato commesso il 30 maggio 2012 quando Sala era Commissario di Expo, in merito a una nomina nella commissione aggiudicatrice), il sindaco di Milano ha deciso di autosospen dersi (modalità piuttosto inusuale) dalla guida della città.
A Roma invece si tratta di un'accusa di corruzione (e la Procura ritiene di avere individuato anche i beni immobiliari che sono stati al centro dello scambio corruttivo) nei confronti di quello stesso Marra che la sindaca Raggi (ma non tutto il Movimento 5 Stelle) ha ritenuto indispensabile nella propria squadra nonostante da più parti arrivassero moniti sull'affidabilità dell'individuo. Marra è in carcere per "spiccata pericolosità sociale".
C'é una situazione più






































































































































































































































re, un altro caposaldo delle prime campagne grilline era l'abolizione del finanziamento ai giornali, altra scemenza buona soltanto a lasciare l'editoria nelle mani dei grandi gruppi, gli stessi che poi magari finanzierebbero i partiti in un gigantesco conflitto d'interessi fra politica e informazione, e sì che negli ultimi vent'anni dovremmo aver imparato qualcosina a riguardo. Queste, insieme ad altre aberrazioni della democrazia tipo il mandato imperativo (presente solo in Portogallo, Bangladesh e India) erano le “buone idee” che aveva all'inizio il Movimento Cinque Stelle. Son contento per voi, e siete tanti, che vi ci siete riconosciuti. Io no. E la fine del Partito Democratico, che soccomberà sotto la scure del renzismo, avverrà proprio per aver inseguito il grillismo sul suo terreno: tagliamo gli stipendi, tagliamo le poltrone, stessa identica narrativa.
Come se il problema fosse davvero qualche decina di milioni ai partiti mentre il mondo del lavoro nero vale in Italia 275 miliardi all'anno, quasi un quinto della ricchezza complessivamente prodotta dal Paese. I soli falsi invalidi ci costano 10 miliardi all'anno, in un anno la GDF ne ha beccati 1050 (i parlamentari sono 945), il tutto mentre gli invalidi veri spesso restano senza assistenza. Quando li avete votati tutto questo lo sapevate, non sono cambiati dopo. Ma sì, togliamo l'aiuto dello Stato a chi ha delle idee nuove, stronchiamo l'informazione indipendente, azzeriamo i piccoli partiti (Dio mio che fastidio il dissenso), lasciamo l'esclusiva della politica ai miliardari come Berlusconi, a Grillo o all'apparato del PD. Sia mai che in questo Paese cambi davvero qualcosa.»

Ettore Ferrini
http://curiositasmundi.tumblr.com






































































































































grave dell'altra? È peggio Milano o è peggio Roma?  È peggio chiederselo. Ed è peggio ridurre la discussione a questo. La politica non sta nelle accuse della magistratura (in entrambi i casi) ma piuttosto nelle dinamiche che hanno portato fino a qui.
Ad esempio mio chiedo se davvero fosse il caso di insistere così tanto sulla narrazione di un Expo "mafia free" e "pulito" nonostante gli arresti già avvenuti e le indagini che tutti sapevano essere ancora in corso: se si decide di appiattirsi su un ottimismo senza fondamento non si cade dunque nel populismo?

Mi chiedo se davvero Grillo, Di Battista e compagnia credono di avere una genetica superiorità morale che li possa tenere al riparo da errori di valutazione e inevitabili episodi di fallimento politico. Se per evitare la complessità del reale si decide di urlare che "sono tutti uguali" esclusi quelli di un'unica parte politica (la loro) non è banalissimo populismo? Oppure, ancora: inalberarsi a Milano contro chiunque osasse dire che la candidatura di Sala avrebbe inevitabilmente portato con sé il rischio di qualche strascico giudiziario del dopo Expo è stato utile?
E di qua, a Roma: che la Raggi in conferenza stampa si difenda dichiarando che Marra è un'eredità del passato dopo essersi rivenduta come l'unico "nuovo" possibile è una mossa politicamente intelligente?

No, non credo. Non è una festa e nemmeno una ridicola gara di onestà: Roma e Milano oggi sono un'occasione per decidere una volta per tutte che la politica, come tutte le cose della vita, è terribilmente (e meravigliosamente) complessa e ha bisogno di ragionamenti complessi anche dietro alle risposte più semplici. 
Il resto sono baruffe chiozzotte.
Tutt'altro.

www.giuliocavalli.net




dell’occhio il palloncino rimasto impigliati tra i rami di un albero









































lungo la strada e ha letto il contenuto della lettera: “Cara Santa Lucia, mi chiamo Selene, ho 5 anni e frequento la scuola dell’infanzia di Gandellino. Sono una bambina molto brava, vorrei le tempere a dita, pennarelli e qualche vestito se possibile. Grazie e buon viaggio, Selene”.
L’autista si è messo subito alla ricerca della piccola. “Ho telefonato al Comune di Gandellino – racconta a ‘Il Tirreno’ – e mi hanno passato la scuola materna del paese”. La sorpresa nella sorpresa è arrivata proprio da quell’asilo a centinaia di chilometri di distanza dalla Maremma. “La maestra con la quale ho parlato mi ha detto che sì, esiste una bambina che si chiama Selene, e che quest’anno, a differenza di quelli passati, la scuola non aveva organizzato il lancio dei palloncini”.
L’autista ha così pensato di rispondere alle richieste della bambina e un pacco regalo potrebbe presto arrivare a Gandellino.



E sulla possibilità di un gemellaggio con il paese dell’autista che ha raccolto  conferma: “La piccola Selene proviene da una famiglia di Valbondione, ha due bellissimi fratelli gemelli e frequenta l’asilo statale del paese”.
E sulla possibilità di un gemellaggio con il paese dell’autista che ha raccolto la lettera: “Sarebbe un bellissimo gesto, oltre che un’assoluta novità per Gandellino”. Che, infatti, non risulta gemellato con nessun Comune italiano. “Ne parlerò con i miei consiglieri e cercherò di mettermi in contatto con il collega di Civitella – conclude il sindaco -. Magari potrebbero esserci delle novità già nel prossimo Consiglio Comunale”.
Staremo a vedere.





























































































































































































































































































































































































ECO DI BERGAMO ON LINE
Curno tra i «comuni virtuosi» d’Italia / Progetto sul riutilizzo vince a Parma
Il comune bergamasco si è aggiudicato il primo posto nella sezione «Nuovi stili di vita» al Premio Comuni Virtuosi 2016 che si è svolto a Parma e che premia le buone pratiche nel campo ambientale. Tra gli 82 finalisti anche Boltiere.
Curno tra i comuni più virtuosi d’Italia nel campo delle buone pratiche sostenibili ed attente all’ambiente. Il paese orobico si è aggiudicato il primo posto nella sezione «Nuovi stili di vita» grazie al progetto «La Miniera, Chi cerca trova» sul riutilizzo di beni e oggetti che vengono scartati.
Il primo posto generale è andato a Marano Vicentino (Vicenza) che si è aggiudicato la 10/a edizione del Premio Comuni Virtuosi per le «buone pratiche» municipali in campo ambientale, ospitato per la prima volta a Parma. Un premio conferito al sindaco maranese Piera Mora per «l’innovazione, la trasversalità, l’originalità, la concretezza e replicabilità» dell’azione amministrativa. Il premio da 2.500 euro, destinato all’educazione ambientale nelle scuole, verrà devoluto in parte alle popolazioni terremotate del Centro Italia per decisione del Comune di Marano Vicentino. Nelle altre cinque categorie sono stati premiati Scontrone (L’Aquila) per «gestione del territorio», Artegna (Udine) per «impronta ecologica», Maranello (Modena) per «Rifiuti», Desenzano del Garda (Brescia) e Trento per «Mobilità Sostenibile» e Curno (Bergamo) per «Nuovi stili di vita». Presenti a Parma anche i rappresentanti di altri Comuni finalisti, come Lago (Cosenza), Volterra (Pisa), Boltiere (Bergamo), Monterotondo Marittimo (Grosseto) e Isola delle Femmine (Palermo). Soddisfazione del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, nell’ospitare il Premio Comuni Virtuosi, «una importante tappa per noi nel promuovere le buone pratiche, che rappresentano un elemento fondamentale del nostro percorso».
Erano 82 i comuni approdati alla finale del Premio, promosso dall’Associazione Comuni Virtuosi con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare: 51 provincie e 18 regioni rappresentate (Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Calabria, Veneto, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Marche, Liguria, Trentino Alto Adige, Molise, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Lazio, Campania). Sono arrivati oltre 300 progetti nelle cinque categorie previste dal bando scaduto a fine ottobre: gestione del territorio, impronta ecologica, rifiuti, mobilità sostenibile e nuovi stili di vita. Progetti ambiziosi, molto concreti, a volte sorprendenti.






























































































































































































Intervista di Angela Mauro al sen. Mucchetti, 17 dicembre 2016







Senatore Mucchetti, domani l'assemblea nazionale del Pd, in un clima burrascoso: non solo la sconfitta referendaria, il cambio a Palazzo Chigi con un esecutivo che sembra la fotocopia del precedente e ora anche la bufera giudiziaria a Milano, proprio sul simbolo del renzismo: Beppe Sala, ex commissario Expo scelto da Matteo Renzi per Palazzo Marino. In questo clima, Renzi cosa dovrebbe fare domani?
Avverto un clima da fine regime, se vogliamo essere solenni. O da fine di regimetto, se vogliamo essere più aderenti alle cronache. Le leadership politiche d'opposizione esaltate oltre i propri meriti, convinte di essere a un passo dal potere senza aver fatto i conti con la propria incultura di governo. La leadership di maggioranza schiava delle ambizioni private di un uomo che ha perso la testa. Come se non bastasse, ecco a turbare l'opinione pubblica le inchieste di Milano, ma anche quelle di Roma. Il nuovo che avanza sembra uguale al vecchio. I sindaci, sui quali resisteva la fiducia, che diventano discutibili come i consiglieri regionali...
Dell'inadeguatezza della Raggi è già stato detto tutto, anche da parte dei suoi correligionari pentastellati. Della reazione di Sala colpisce l'irrazionalità. Che senso ha sospendersi? Milano resta senza sindaco? E per quanto tempo? Se si sente estraneo alle accuse, Sala deve restare a palazzo Marino a testa alta. Se teme qualcosa, si deve dimettere. Ma qui emerge l'equivoco moralista del renzismo: forcaiolo con l'allora ministra Cancellieri e garantista con la ministra Boschi. E così l'impolitico Sala non sa più che cosa fare né a chi rispondere....

Ma Renzi?
Non mi stupirei se domani Renzi si presentasse dimissionario. Matteo, direbbe l'Antonio shakespeariano, è uomo d'onore. E così pure Maria Elena. Tutte persone d'onore...Avevano promesso che si sarebbero ritirate dalla politica se avessero perso il referendum. Lei non l'ha fatto. Anzi. Ma a una signora una debolezza va concessa... Ma a lui? Al capo pullman? Nella sua domenica nera, Renzi ha aggiunto di non essere attaccato alla poltrona come gli altri, e dunque ha annunciato il ritiro da palazzo Chigi. In verità, gli "altri" si erano dimessi davvero e senza farla tanto lunga: D'Alema, Veltroni, Bersani. Se domani lasciasse la segreteria del Pd, Renzi darebbe esecuzione - ancorché tardiva - a un impegno.

Tardiva?
Beh, tutti hanno visto che prima ha cercato di andare subito alle urne a leggi elettorali vigenti con il suo governo in carica per gli affari correnti. Poi, di fronte al richiamo alla responsabilità del Quirinale, ha cercato il reincarico, poi ha condotto consultazioni irrituali, ma ben pubblicizzate, di capi e capetti in parallelo a quelle ufficiali del presidente della Repubblica, quindi ha tentato di porre un limite temporale e politico al governo Gentiloni e ne ha certamente condizionato la composizione affinché fosse chiaro che comandava ancora lui, l'ex non ex del Nazareno. La promozione della Boschi a guardiana del premier e la posizione surreale di Lotti, sport e Cipe, parlano da se'. Sono uno schiaffo agli elettori. Eppure, Gentiloni qualcosa fa sperare.

Fa sperare che cosa?
Avrà notato che il premier non ha preso l'impegno di dimettersi dopo l'approvazione della legge elettorale, che ha delegato questa legge cruciale, come giusto, al Parlamento smentendo così le procedure del predecessore che la fece proporre dal governo e pretese per tre volte la fiducia del Parlamento.

I governi, ha spiegato Gentiloni, durano finché hanno la fiducia delle Camere. Forse è pura tautologia costituzionale, forse no.

Toccherà dunque al Pd staccare la spina?
Questa sembra la regola evocata dal capo del governo. Ma come farà il Pd a staccare la spina a un governo che funzionasse o ad andare alle elezioni avendo promosso un governo che si rivelasse incapace ma che tutti attribuirebbero al suo leader? L'astuto Renzi mi pare finito in un cul de sac.

Cul de sac? Allora, Mettiamo che Renzi si dimetta, faccia decidere all'assemblea un congresso lampo, una sorta di nuove primarie per riconquistare la guida del Pd e ricevere la candidatura alla guida di un governo di legislatura...
Non sono iscritto al Pd, ma l'ho votato e seguo la disciplina del gruppo del Senato. Comunque, credo di ricordare che i congressi richiedano qualche mese per essere celebrati partendo dal basso... Trasformare le prossime assise, previste per la fine del 2017, in rapide elezioni primarie mi pare surreale, senza sapere quale legge elettorale avremo e ancor più se, seguendo la probabile sentenza della Corte, avremo un regime sostanzialmente proporzionale. Nelle coalizioni, che si renderebbero necessarie dopo il voto, non si impone il premier. Lo si negozia.

Veramente non mi pare che Renzi sia già pronto a sacrificare l'opzione maggioritaria. Per questo, più che al congresso del Pd, pensa a primarie di coalizione prima delle elezioni anticipate, da celebrarsi al massimo a giugno. Che ne pensa?
Lo stile è l'uomo. Renzi non è Cameron. D'altra parte, se torna a Rignano, Renzi che fa? Non ha un mestiere. Il rottamatore vive di politica da sempre. Dunque sogna la rivincita per se stesso. Ma così rischia di portare il Pd e il centrosinistra alla rovina, e con loro, temo, il Paese. Quanto all'impopolarità del governo, basterebbe sostituire i ministri più ferocemente renziani per rendere il dovuto omaggio al corpo elettorale. E lavorare. L'Italia ha bisogno di essere governata. Non di avere altri 6-7 mesi di campagna elettorale con il blocco di tutto com'è avvenuto già nel 2016.

Renzi è l'unico leader del centro sinistra?
Non credo sia questione di leader ma di classe dirigente. Se invece così fosse e se Renzi fosse davvero l'unico leader, il centro sinistra avrebbe già perso.
Perché ha perso? Solo cattiva comunicazione, come disse l'ex premier quando il governo fu inondato di critiche per la Buona Scuola?
La cattiva comunicazione e' la scusa degli sconfitti che non vogliono ammettere gli errori veri. Ma se ha invaso le TV, i giornali, le buche delle lettere e perfino il web con la propria presenza.... Che sia lui il messaggio "cattivo"? Il fatto è che Renzi ha fallito sia nel rapporto con la società civile sia nella politica politicante.

Allora cosa ha sbagliato Renzi?
Non puoi proporti come leader della sinistra e non avere mai un'idea diversa da quelle di Marchionne, della JP Morgan o di Google. Non che costoro abbiano sempre torto. Ma tu, chi sei se ti fai scavalcare perfino da una Theresa May nel rapporto con i lavoratori nelle aziende e nella politica fiscale verso i nuovi monopoli? Credi che le diseguaglianze generate dalla globalizzazione finanziaria si combattano con gli 80 euro? E quando affronti le grandi imprese o le banche, hai un'idea di Paese e sei capace di far di conto o ti fai portare a spasso dal Dimon di turno?

Capisci che cosa bolle nel pentolone della Vigilanza unica o arrivi sempre tardi dicendo che corri? Diversamente da Ugo La Malfa, da Giovanni Malagodi, dai principali leader democristiani o dallo stesso Craxi, che erano parte dell'establishment e trattavano da pari a pari con i poteri economici, non sempre nemmeno loro ma spesso, Renzi è un parvenu che, invece di trarre vantaggio dall'assenza di legacy con il passato, ha manifestato un vero e proprio complesso di inferiorità verso i poteri forti quando questi poteri - beffa delle beffe - forti non erano già più. È stato sgarbato con il governatore della Banca d'Italia credendo di diventare autorevole, ma senza poi saper proporre un'idea sua. Dice di rinnovare e recupera la corte di Bisignani. E ora tace su Mediaset e Bollorè. Avendo già taciuto su Telecom Italia quando tentarono di prenderla gli spagnoli di Telefonica e poi quando l'ha presa davvero Vivendi. Però, addosso alla Camusso, avanti contro la Cgil, mi raccomando. Così siamo moderni e vinciamo il referendum con l'appoggio della Confindustria e del Sole 24 Ore, notorio esempio di gestione 2.0, ma che dico: 6.0, e certo con il valsente dei commensali che ti vengono a sentire chez Micheli pagando 30 mila euro a testa.

Beh forse non solo il Sole...
I giornali hanno capito con grande ritardo quanto poco Renzi sia adatto a governare un Paese grande come l'Italia. Un ritardo che illumina la debolezza di editori, direttori e di parte delle redazioni. Ma adesso il coro di critiche al governo Gentiloni targato Boschi suona come una campana a morto. Caro Renzi, quando perfino Paolo Mieli, che gli ex comunisti li ha in uggia più di te, ti consiglia una pausa, e' il momento di prendertela.

Lei ha votato la fiducia.
Con grande fatica. Sono stato tentato fino all'ultimo di non partecipare al voto. Ma il Quirinale chiedeva stabilità. E non si fa niente da soli. Si può tuttavia prendere posizione nel merito dell'azione di governo, avanzare nuove proposte per costruire soluzioni migliori. Credo vada sostenuta, per esempio, la riforma dei regolamenti parlamentari che, come ha ricordato il presidente del Senato, Piero Grasso, può raggiungere con legge ordinaria gli obiettivi di governabilità parlamentare e di coinvolgimento delle regioni, così male affrontati dalla riforma costituzionale. C'è un ddl Zanda-Finocchiaro da riprendere. E poi c'è un Jobs Act da rivedere. I voucher sono uno scandalo. Il decreto salva banche a tutela del risparmio. Le nomine al vertice delle aziende pubbliche che mi auguro obbediscano al merito e non all'appartenenza alle cordate di turno.... Se ne hanno voglia, Gentiloni e Padoan possono molto.

Ci crede?
Il cervello suggerisce pessimismo. Resta la volontà.

Perché è pessimista?
Perché il sistema dei partiti è spappolato, le culture politiche fin troppo indebolite. In particolare, la governance
del Pd, che resta l'architrave dell'attuale maggioranza parlamentare, si è rivelata assai carente. Nella Prima Repubblica, quando Andreotti si dimetteva, non andava a palazzo Chigi Cirino Pomicino. I partiti riunivano le direzioni (che erano una cosa seria..) e i gruppi parlamentari per decidere che cosa dire al presidente della Repubblica. Oggi decide tutto il capo con tre o quattro capi corrente, se va bene. I gruppi parlamentari e le direzioni sono chiamati a commentare i commenti dei giornali e le chiacchiere già fatte nei talk show. E' triste.

Fossimo guidati  da un Messi della politica, pace. Ma il "caro leader" ha toppato con la riforma costituzionale, ha imposto tre volte la fiducia su una legge elettorale che poi dice di voler cambiare e che la Corte boccerà, ha varato una riforma della P.A. non proprio costituzionale, una riforma delle banche popolari fermata dal Consiglio di Stato, della Buona Scuola tacere è bello, e ora il duro trema davanti ai referendum sul Jobs Act come confessa il ministro Poletti. Più in generale, questo Pd usa argomenti populisti sulla politica e sulla P.A. per non lasciarli al M5S e non si accorge che così smonta la sinistra senza mai raggiungere l'originale grillino. L'impegno che ho preso accettando la candidatura al Senato propostami dall'allora legale rappresentante del Pd, Pierluigi Bersani, si avvicina alla scadenza. Meno male, dico per me. Ma mi domando se davvero il Pd crede di portare il centro sinistra a vincere le elezioni in queste condizioni?


Renzi conta sul 40%...
Dio acceca chi vuol perdere.