NUMERO 264 - PAGINA 3 - LA LEGA CI RIPROVA ?



































La Lega ci riprova? la scottatura recentissima (leggere articolo di Barbacetto qui di fianco) non pare faccia fischiare le orecchie ai leghisti in Regione Lombardia.
Leggiamo l’articolo di Repubblica/Milano:
Lo sport nella ricetta, su prescrizione del medico specialista. Come antidoto alle malattie croniche, quali il diabete, l'obesità e le malattie neurologiche. Ma anche come stile di vita da promuovere tra i pazienti. È l'idea su cui si sta lavorando in Consiglio regionale, dove in commissione Sanità è stato approvato un emendamento che prevede che i medici possano prescrivere l'esercizio fisico come cura alle patologie croniche. Lo sport sarebbe da praticare in strutture ad hoc, accreditate con il Pirellone, e alla presenza di medici dello sport nonché di operatori diplomati all'Isef o laureati in Scienze motorie, per seguire il paziente durante ogni allenamento.Sono le “palestre della salute”: l'idea è stata già messa in pratica in Emilia Romagna — dove è partita una sperimentazione in accordo con il ministero — e in Veneto, dove l'anno scorso è stata approvata una legge che riordina il settore dello sport e prevede, appunto, la nascita di queste strutture. Di cui i leghisti lombardi — che, al Veneto, guardano sempre con attenzione — si sono innamorati, tanto da volerle importare in Lombardia. L'idea — spiega Fabio Rolfi, presidente leghista della commissione Sanità, e primo firmatario dell'emendamento approvato all'unanimità — è quella di occuparsi dei malati cronici. Ma non solo quando la malattia è già presente, e quindi sono necessarie le cure. Bensì prima, facendo prevenzione. Si potrebbe partire creando, in via sperimentale, le prime “palestre della salute”.



Lo scandalo sanità in Lombardia, la fatina dei denti e i controllori puniti

di Gianni Barbacetto | 19 febbraio 2016

Le scope di Roberto Maroni – quelle che dovevano ripulire la Lega della Bossi Family, delle spese allegre del Trota, del leghista che pagava con soldi pubblici perfino il pranzo di nozze della figlia – hanno fallito. Lo sporco è rimasto dentro la casa del Carroccio, se è vero che Fabio Rizzi si faceva pagare la campagna elettorale dalla zarina della sanità, Maria Paola Canegrati, la “fatina dei denti” che invece di portare il soldino ai bambini nella notte, incassava il soldone (pubblico) e lo spartiva con gli amici della Lega. La riforma della sanità voluta da Maroni – che doveva far dimenticare le vacanze del Celeste Formigoni a spese dei faccendieri delle cliniche private – è naufragata, se è vero che il padre di quella riforma è 'Fabio Rizzi, il principale arrestato per lultimo, ennesimo scandalo della sanità lombarda. Ennesimo: questa è la parola più tremenda, perché suggerisce che non c'è fine alle ruberie, che la sanità pubblica in Lombardia appare irriformabile.

Se ci voltiamo indietro, possiamo recitare per intero le litanie dei santi, allineando gli scandali che hanno coinvolto ospedali pubblici e cliniche private: Santa Rita, San Carlo, San Giuseppe, San Raffaele, San Pio X, San Donato, San Siro… Sono cambiati i partiti, a Dc e Psi sono subentrati dapprima Forza Italia e Cl, poi (proprio grazie a Rizzi) la Lega, ma l'appetito è lo stesso: imprenditori voraci, spesso



DalLa Latrina di Nusqua mia:
Dai Aristide… siamo seri.
[Mi sforzo di essere serio: ma non ha visto la testata di Nusquamia? Ultimamente, sospettando che da un momento all'altro il gioco si faccia duro, che cioè la politichetta di Curno mostri la faccia feroce, come nel passato, per ragioni di autotutela ho ritenuto opportuno riportare la stampigliatura: “Diario semiserio di controinformazione: castigat ridendo mores”. Oddio, mi sarebbe piaciuto di più riportare quell'altra stampigliatura, quella dell'Osservatore romano: “Unicuique suum”, dalla quale Leonardo Sciascia prende ispirazione per il titolo di un suo romanzo breve, 'A ciacuno il suo': qui la storia, ambientata in Sicilia, comincia con una lettera anonima




Oddio, mi sarebbe piaciuto di più riportare quell'altra stampigliatura, quella dell'Osservatore romano: “Unicuique suum”, dalla quale Leonardo Sciascia prende ispirazione per il titolo di un suo romanzo breve, 'A ciacuno il suo': qui la storia, ambientata in Sicilia, comincia con una lettera anonima (sembra di essere a Curno), scritta ritagliando e incollando i caratteri dell'Osservatore romano, appunto”.
Paracula al cubo dal momento che parla per se (1) mette di mezzo l'Osservatore Romano (2), include pure Sciascia (3). Manca uno straniero per fare quattro.
In parole semplici visto che l'ex assessore l'ha minacciato seccamente perche fedifrago sarebbe un epiteto meritevole di querela e che per ora non l'avrebbe fatto, ma potrebbe farlo presto,










































































































































































































































































































































































































E se i risultati saran no positivi, prosegui re». L'emendamento presentato dalla Lega stabilisce che la giunta regionale «promuove e diffonde la pratica dell'eser cizio fisico, anche attraverso la prescri zione, nelle persone con patologie croniche ». Che in Lombardia sono circa tre milioni, il 30 per cento dei pazienti. Per le loro cure, vengono spesi oltre due terzi del bilancio sanitario regionale: un tesoretto.
Di qui, la volontà non solo di curare il mala to cronico ma anche di ritardare la compar sa della sua
patologia, attraverso










































































































































l'attività fisica. Da prescrivere, per esempio, alle 830mila persone che in Lombardia soffrono di ipertensione, agli oltre 94mila ai quali è stato diagnosticato il diabete di tipo 2 e ai 234mila che hanno il colesterolo troppo alto. Tutti pazienti per i quali l'attività fisica, se prescritta dal medico, potrebbe essere utile per stare meglio."

Riassumendo.I centri sportivi privati sono in crisi nera per via della crisi economica che ha tagliato i redditi. Che inventarsi allora per dare fiato al settore? ecco la ricetta inventata dai leghisti nostrani. Il dottore anziché prescriverti le statine ti ordina di  andare in palestra. Anzi! Già che ci siamo ti ordina sia le statine che la palestra.
Due è meglio di uno: aumenta il PIL nazionale. Ovviamente il servizio che la palestra fornisce al cittadino, sarà pagato dalla Regione e quello che il cittadino integra di suo verrà scontato dal reddito. Tre è ancora meglio di due: aumenta il PIL.

Perché poi non ci vuole l’occhio magico per prevedere un’ondata di ricette pro sport ma chi andrà a controllare se il cittadino salutista e volenteroso abbia davvero frequentato la palestra nelle ore e nei giorni «fatturati» alla Regione? E chi mai andrà a verificare che per qualche cittadino siano state stilate ricette (a sua insaputa) e fatturate prestazioni (a sua insaputa) da parte di palestre conniventi?

E’ vero che queste due patologie (ipertensione e diabete) costituiscono i principali motivi di spesa del bilancio sanitario regionale (con tutto il corollario di costose prestazioni  connesso alle medesime) ma è anche vero che il buonsenso (diciamo quello... non l’onestà) suggerisce di  fare una norma nazionale per cui certe patologie non rientreranno più nella spesa sanitaria pubblica per i cittadini da una certa età in avanti.
Ragion per cui si debbono informare e avvertire  genitori e ragazzi che da una certa età in avanti, questo servizio sarà a carico degli stessi.

Escludendo i casi genetici ed extra (sempre bene individuabili), occorre avere il coraggio di dire ai cittadini che queste patologie sono in massima parte connesse ad uno stile di vita «inappropriato» che il cittadino può e deve cambiare da solo «senza spese per lo stato» e anzi, riducendo anche la spesa quotidiana del cittadino medesimo e migliorando le sue condizioni normali.

Invece si torna al passato ed alla spesa pubblica giustificando l'assistenzialismo di certe strutture con la motivazione sociale.
























































simili a macchiette, sostenuti però da politici che li usano come bancomat, continuano a rubare soldi pubblici e dunque a togliere risorse alla sanità di tutti. I responsabili politici (come Maroni) non vedono e non sentono e, quando parlano, si dicono “incazzati”: veramente arrabbiati siamo noi, visto che li paghiamo per vedere, sentire e controllare. I controlli, invece, di norma non funzionano. Perché si accorgano che c'è qualcosa che non va, devono scattare le manette.
Solo ogni tanto qualche “controllore” rompe il muro dell'omertà e finisce, con il suo granellino di sabbia, con l'inceppare la macchina della corruzione. Questa volta è stata Giovanna Ceribelli, commercialista, membro del collegio sindacale dell'azienda ospedaliera di Vimercate, la prima a denunciare le “irregolarità” di una gara d'appalto risalente a tre anni prima che era andata a controllare. Segnatevi il suo nome: non ce ne sono tanti come lei. Speriamo che non le facciano fare la fine di un altro “controllore”: Giuseppe Santagati, avvocato. Nel 1996 era il dirigente di una delle più grandi Unità sanitarie locali di Milano e Lombardia, la Ussl 39.
Un bel giorno andò da lui, trafelata, la dottoressa Tiziana Zuliani: "A costo di autodenun ciarmi devo dirle che ho firmato una ricetta irregolare, ho fatto una prescrizione non legittima".



(sembra di essere a Curno), scritta ritagliando e incollando i caratteri dell'Osservatore romano, appunto. N.d.Ar.]

Il tenutario delLa Latrina di Nusquamia, l'ing. Claudio Piga da Trezzo sull'Adda, spin doctor del politicamente defunto sindaco del buongoverno tale Angelo Gandolfi fiorista da Curno ed entrambi cultori dell'Accademia della Crusca, c'ha la coda di paglia. Una coda grande come un pagliaio, non una codina.Non un mazzetto di spighe.
Che ce l'avesse sempre avuta bastava leggere le virgole che spiccicava sui muri della latrina: sem pre allusioni e mai un nome. Se ho le prove che tizio fa il ladro, le dico e lo scrivo.



ha provveduto a specificare (rendendolo noto solo “dopo” a paraculaggine accertata) che la Latrina di cui è tenutario sarebbe un modestissimo “ diario semiserio di contro informazione:
"castigat ridendo mores".
Tiè assessore fedifrago!
E già. Perché dopo avere pubblicato un'altra infamia a firma Algido (che è uno dei tanti pseudonimi sotto cui scrive putt****te) nei nostri confronti, davanti a una secca e precisa smentita, avendo compreso che stavolta non l'avrebbe fatta franca (ci sono ancora due mesi di tempo, se del caso…) conclude seraficamente che castigat  ridendo mores.







































































































































































































































































































































































































Santagati apre una inchiesta interna e scopre che erano tanti, tantissimi i medici redigevano ricette irregolari, prescrivendo esami sbagliati, inutili, inesistenti, non rimborsabili oppure mai eseguiti. Solo alla sua Ussl, e solo per prescrizioni non rimborsabili, era stato sottratto denaro pubblico per 1 miliardo e 400 milioni di lire. Porta i risultati della sua inchiesta alla Procura di Milano e dopo qualche mese esplode il più grande scandalo della sanità fino ad allora scoppiato: una frode che negli anni aveva sottratto alla Regione (cioè a noi) quasi 20 miliardi di lire. Regista: l'allora ras della sanità milanese Giuseppe Poggi Longostrevi, padrone di laboratori d'analisi e cliniche.

Dopo lo scandalo, la Regione Lombardia procede alla riforma della sanità: cambia il nome alle Ussl, che trasforma in Asl. Così hanno fatto anche Maroni e Rizzi, trasformando le Asl in Ats (Agenzie per la tutela della salute). E Santagati? Che fine ha fatto? Nessuno lo ringrazia. Anzi. La Regione lo esclude dall'elenco dei manager delle nuove Asl. Cacciato: chi ruba è premiato, chi denuncia i ladri è punito. In attesa del prossimo scandalo.

Il Fatto Quotidiano, 19 febbraio 2016



















Adesso dopo avere gratificato di un finissimo aggettivo (“fedifrago”) un ex assessore dell'Angelo Gandolfi ed essersi arrampicato sugli specchi del “lessico dello Stephanus” non senza dimenticare l'autorevole
“Dizionario etimologico on line” a spiegargli (all'ex) e spiegarci che non sarebbe una grave offesa meritoria di denuncia (secondo l'ex) ecco la chicca paracula: “Ultimamente, sospettando che da un momento all'altro il gioco si faccia duro, che cioè la politichetta di Curno mostri la faccia feroce, come nel passato, per ragioni di autotutela ho ritenuto opportuno riportare la stampiglia tura: “Diario semiserio di controinformazione: "castigat ridendo mores".



Lo informiamo che uno dei suoi sodali, un ex assessore di bassa statura fisica e politica, quando noi scrivemmo che nelle elezioni di secondo mandato  era stato «trombato» (infatti non era stato rieletto) questi pensò bene di denunciarci ma la sua "cacata" carta venne cestinata dal giudice di turno.
E siccome ti prendiamo appunto per il c**o, ti citiamo dalla Treccani (pure noi abbiamo internet…) che “[paraculo], volg. – Più com. in senso fig., chi sa abilmente e con disinvoltura volgere a proprio favore una situazione, o fare comunque il proprio interesse. .”.
Cuntent?