NUMERO 263 - PAGINA 1 - REFERENDUM 6 A 4





































































































































































































































































































































































































































































Il risultato
nazionale



I SI bergamaschi dei ricchi
e degli anziani?



Riflessi locali del risulato referendario
nazionale



































Perdere col 40% di consensi a fronte un una opposizione fuori del PD dove nessuno arriva al 25% -forse neanche al 20%- di consensi è una gran bella soddisfazione. Riconfermare a distanza di un paio d’anni l’insperabile (allora) risultato delle europee nonostante quella macelleria che è diventato  il PD dall’elezione di Renzi alla segreteria, non è banalità.
Il toro di Bersani l’ha incornato seppure con la soddisfazione di garantirsi un’altra tornata in parlamento (che forse era la mira minima del piacentino e dei suoi colleghi del NO).
Perché volenti o nolenti il partito della nazione di non renziana creazione adesso l’hanno battezzato le opposizioni. Ed è partito che da solo, nonostante tutti, ha il 40%.
Coll’Italicum potrebbe farcela a governare da solo.
Chiamala sconfitta.
Perché poi questa sconfitta va letta non solo all’ombra di Montecitorio ma di Milano o di altre città del nord dove quel 40% cresce fino ad essere addirittura sopra il 50%.
Come fai a dire ai milanesi - che sono ormai 5, 6 forse 10 regioni che si mettono insieme ogni giorno- che non rappresentano l’Italia col 35% del PIL nazionale?

Che poi sarebbe una sconfitta col 40% di consensi NONOSTANTE l’inciucio obbligato col Cavaliere prima e il governo con la coppia Alfano Verdini che sono quelli che hanno costretto il Renzia tenere una destra probabilmente niente affatto gradita dal fiorentino. Ma questa è la maggioranza che la mezza vittoria o mezza sconfitta di Bersani ha lasciato all’Italia.
Mai dimenticare da DOVE nasce questo parlamento e questa maggioranza.

L’unico modello di legge elettorale sulla quale potrebbero trovare un minimo di accordo  il 60% dei vincenti è il proporzionale.
Cioè tornare al primo dopoguerra.
Tornare obbligatoriamente al governo delle coalizioni «contro» il 40% del Paese che crea probabilmente il 90% del PIL.
Hai voglia.
Anche perché oltre alle divisioni interne al centrodestra e la lega bisognerà vedere cosa succede  tra i pentastellati, tra chi vuole restare perennemente all’opposizone e chi ha esigenze entriste al governo.

Nelle prossime ore e giorni misureremo le reazioni straniere a questo risultato. Intanto una certezza c’è:in Italia abbiamo una forza politica bene innervata col 40% di consensi.
Il domani è ancora tutto da verificare e costruire.























Il giorno dopo la vittoria del No al referendum sulle riforme, si analizzano i numeri. Anche nella Bergamasca ha vinto il No con il 55,6% (il Sì si è fermato al 44,4%). Pochi i Comuni in cui il Sì è risultato in vantaggio. Il Sì ha vinto in città con il 53% (il fronte del No al 47%). Il Sì ha vinto anche a Bossico (54,4%), Castro (58,6%), Costa Serina (50,5%), Foppolo (55%), Gorle (52,2%), Gromo (56,1%), Lovere (53,7%), Mozzo (53,1%), Oltressenda Alta (51%), Oneta (50,9), Piario (51,5%), Piazzolo (57,4% ), Pontenossa (52,2% ), Riva di Solto (52,4%), Roncobello (54%),



Scanzorosciate (53,3%), Valnegra (51,9% ) e Villa d’Ogna (Sì 52,3% ).
Un vero mistero capire questi risultati: magari la popolazione anziana è talmente tanta che...talmente .














Con questi risultati  nazionali provinciali e comunali, al 99% la sindaca Serra sarà «incollata» dal PD alla sedia di candidata sindaca per il 2017 e dopo la spaventosa cazzata della prima variante del PGT, mandata all’opposizione.
Lei probabilmente immaginava da sindaca un destino più tranquillo come deputato o consigliere provinciale regionale se non deputata ma destino tranquillo non lo è proprio stato soprattutto perché alla lunga ha dimostrato che non ha la stoffa «della sindaca».

Purtroppo TUTTA la politica della giunta Serra-Gamba-Conti é improntata nel soddisfare i più reconditi bisogni di una popolazione anziana ricattatrice, tutto sommato ricca, ma anche viziata (si pensi all’ultima delibera sugli «accompagnatori») mentre l’Italia che ha votato NO è quella dei giovani senza prospettive che non si accontenta del link delle offerte di lavorodell’ennesima agenzia interinale o di uno spazio coworking inventato per occupare un posto altrimenti invendibile.





Il risultato del referendum non apre nemmeno la strada ai simpatizzanti del NO dentro il PD come un Cavagna (o un Benedetti?) e tanto meno all’attuale segretario.

Del resto all’orizzonte non ci sono  seri contendenti nel centrodestra, lega e pentastellati (vedi Treviolo...) in grado di contrastarla. Se ci fossero dovevano già stare nell’agone politico locale e invece basta dare un’occhiata a quel che appare per sentire il latte alle ginocchia.
Il giornalista pensionato ex l’Eco ha le sue gatte da pelare nella vicenda delle nomine bancarie ed è meglio se ne stia  defilato finché le indagini non siano concluse.
Pure l’ingegnere «intercomunale» tra Bonate Martinengo Curno Mapello non pare facilmente spendibile nonostante gli facciano messe cantate.
Magari a sua insaputa: il personale in piazza con certi gazebi fa scappare la voglia a qualsiasi persona dotata di buonsenso.


































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































Ormai non c’é più tempo (da parte della giunta Serra) di una qualche modifica di programma per raccogliere le esigenze  di una parte della popolazione cui importa zero delLa Miniera, della pista ciclabile verso l’ospedale (SIC!) delle rotonde sulla via Bergamo ogni 200 metri.
Magari quegli spiritosi neet o semplicemente disoccupati avrebbero gradito  che la giunta Serra manifestasse «maggiore accoglienza» verso la FreniBrembo o che la «politica» in generale anziché gli immobiliarsti del Ts1 provvedesse a non fare scappare una TESMEC, una Bossong, una Quarenghi o una  Caliberg.
Magari anziché investire per ampliare il CVI1 privatizzato a fini clientelari (o di scambio politico elettorale) avrebbero gradito  vedere la biblioteca finita per andarci a studiare anziché essere costretti ad andare alla Tiraboschi.
Magari gradirebbero avere dei giardini  praticabili in cui potersi sderenare per praticare l’otium anzichè la disoccupazione.



Pure il segretario forzista non pare spendibile e per i rapporti d’affari col segretario piddino e per la sua irascibilità.
Poi il centrodestra  a trazione leghista dovrà fare i conti con qualche lista del fondatore autoesiliato della lega locale.

Tutto questo ambaradan con le finanze del comune ormai privatizzate. Le scuole ciucciano un tir di euro. Le manutenzioni del beni comuni un altro paccone. Il sociale  vive di molte bricioline distribuite più per farsi vedere che per vera necessità.
Ormai il comune di Curno, senza più la antica messe di oneri da incassare, ha il bilancio bloccato che può prevede solo tagli.
Insomma nel prossimo quinquennio, chiunque sia sindaco, non troverà grasso che cola.