NUMERO 262 - PAGINA 3 - LUNEDI AVREMO VINTO TUTTI




































































































































































































Domani tutti gli italiani doppiogiochisti e/o voltagabbana avranno vinto. Succede sempre così. Nel periodo delle elezioni 2013 alla mattina facevo colazione presso un bar notoriamente frequentato da ex operai comunisti. La mattina del sabato precedente le elezioni erano tutti per Bersani. Il lunedi mattino  scorreva a loro l’acqualina in bocca per il buonissimo risultato dei pentastellati. Delusi di li a pochi giorni perché non ci sarebbe stato l’inciucio pd-5stelle  Tornati in buona parte all’ovile renziano per le europee.
Gli italiani sono fatti così.
L’aspetto che stupisce è che gran parte dei nostri amministratori sono persone del tutto ignote. Poco trasparenti. Uno risponderà furbescamente  che non c’è bisogno che un consigliere comunale renda nota la sua scelta referendaria essendo eletto per tutt’altre faccende.
Il fatto è che di questi consiglieri comunali non sai nulla. Ovviamente nulla del «politicamente sensibile». Sul sito del comune non ci sono tutti i pedregree. Non sai che giornali leggono. Non si sono mai  manifestati in ordine ai temi scottanti di questi anni: per esempio sui matrimoni tra identiche sessualità.
Vero che a Curno c’è stata una bella serata con un parterre de roi, però il 90% dei presenti erano amministratori provinciali del PD. Ovviamente del PD-SI. Non c’erano nemmeno tutti i consiglieri della lista Serra: magari erano a  servire pizze per arrotondare le entrate mensili in qualche fast food con un contratto a termine.
Chissà.

Mi auguro che il referendum non sia un flop della partecipazione, come risultato della violenta e forsennata campagna elettorale.
Fosse così -una affluenza minore del 50%- qualunque risultato sarebbe delegittimato anche se senza conseguenze perché non c’è quorum.









In una via c’è lotto di terre no (circa 1500 mq) che cambia destinazione ad ogni variante di piano, ma resta sempre a destinazio ne publica:parcheggio o verde o un mix delle due.
Nel PGT vigente è destinato tutto a parcheggio. Più concretamente da quando è stato approvato il PRG (trenta anni or sono? trentacinque anni or sono?) quel lotto stato  ha sempre avuto una destinazione pubblica ma il Comune non l’ha mai acquistato per concretizzare le previsioni di piano. I mutamenti di destinazione  variante dopo variante consentono di mantenere il vincolo di destinazione pubblica e ne evitano la decadenza. L’aspetto più divertente (se così si può definire) è quel lotto ha un proprietario piuttosto «spinoso» che comunque paga le tasse e che è obbligato a tenere perfettamente in ordine lo spazio, tagliando l’erba, togliendo i rifiuti che altri vi gettano. Perché altrimenti arriva puntualmente e veloccissimamente in comune una segnalazione e dal comune promana l’ordinanza di pulizia.
Sempre per informazione puramente politica, la villa a nord di quel lotto (s)fortunato è del segretario di partito di maggioranza  il cui cugino è assessore all’urbanistica di quel comune. Forse anche vicesindaco qualche volta. In questo modo, ovviamente del tutto casuale, chi s’è fatto la villa può godere senza avere sborsato una lira del verde del lotto adiacente. Basta avere cognomi e parentele giuste.


Sempre nello stesso comune c’è altro cittadino che ha un lotto di circa 1200 mq circondato da tre lati da lotti edificati e recintati con tanto di muretto e rete metallica. Il quarto lato corre sulla
pubblica via a fondo chiuso. Il quarto lato corre sulla pubblica via a fondo chiuso. Sempre del tutto casualmente uno dei tre lotti edificati appartiene ad un importante uomo politico di livello  nazionale, arrivato in Parlamento con un partito da lui stesso fondato. Non è Berlusconi. Oggi fa l’amministratore d’autostrade.
Il lotto viene spesso utilizzato dai vicini come parcheggio «abusivo» ed anche questo subisce spesso l’ordinanza comunale di ripulirlo dei rifiuti colà gettati dai soliti ignoti.
Un giorno il cittadino de quo viene chiamato un comune e l’assessore al patrimonio gli comunica che sono-sarebbero arrivate firme per creare un parcheggio in zona e che gli avrebbero indicato quel lotto. Il comune intenderebbe creare un parcheggio parallelo alla pubblica via.
Il cittadino fa presente all’assessore al patrimonio che comunque bisogna lasciare un passaggio carrale alla parte  restante del lotto. La vicenda finisce li.
Allora il malizioso cittadino fa domanda perché il lotto diventi edificabile per una volumetria di circa trecento metri cubi (una casa di 100 mq...) e la domanda viene cassata dal comune. Del tutto casualmente un consigliere comunale della lista dell’ex uomo politico nazionale è anche assessore nel comune e sempre del tutto casualmente accade che le tre villette d’attorno, compresa quella dell’uomo politico, si godono il verde altrui (ed anche il parcheggio casuale: il lotto non si può recintare come per i tre lotti adiacenti) senza sborsare un euro.


Dai voli extracomunali su google earth torniamo nell’heimat nostra all’ombra del gonnellone dorato dell’Assunta. Il custode delLa Latrina di Nusquamia, spin doctor dell'ex sindaco Gandolfi,
dopo un lungo post in cui denunciava che le femministe nostrane e nazionali lamentassero la violenza sulle donne e dimenticassero quella che le donne «infliggono» ai maschi: graffi, morsi, capelli strappati, lancio di oggetti , percosse con calci e pugni. Beccato con le dita nella nutella del machismo  fascista gli abbiamo caldamente consigliato una potente cura perché quando uno mette sullo stesso piano 117 omicidi con qualche piatto scaraventato in testa, forse ha qualche problema.
L’ing. Claudio Piga custode delLa Latrina di Nusquamia ovviamente «lo nego non con gli oracoli, ma con i documenti». Ah! le «cacate» carte saltano fuori  quando fanno comodo, nevvero?.
Il custode delLa Latrina di Nusquamia, dopo avere premesso che «la violenza dei maschi è figlia della violenza della società» ergo tutti (i maschi: lui compreso) assolti, prosegue che noi ci «comportiamo come l'avvocato che dovendo difendere in tribunale un imputato del quale sa bene che è colpevole, tuttavia ne protesta l'innocenza, davante al giudice. Cioè l'avvocato mente sapendo di mentire, perché quello che importa è farsi dar ragione, e non aver ragione. assimilandoci a quegli avvocati che difendono i delinquenti sapendo che in realtà sarebbero davvero tali».
Ingegnere, "tires 'n 'sema": sta parlando di noi o di se stesso?









































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































Detto questo torna in mente la recente ricerca del Censis sullo stato del paese 2016 laddove scrivono che «l'Italia rentier che non investe sul futuro. Le aspettative degli italiani continuano a essere negative o piatte. Il 61,4% è convinto che il proprio reddito non aumenterà nei prossimi anni, il 57% ritiene che i figli e i nipoti non vivranno meglio di loro . L'immobilità sociale genera insicurezza, che spiega l'incremento dei flussi di cash. Rispetto al 2007, dall'inizio della crisi gli italiani hanno accumulato liquidità aggiuntiva per 114,3 miliardi di euro, un valore superiore al Pil di un Paese intero come l'Ungheria. La liquidità totale di cui dispongono in contanti o depositi non vincolati (818,4 miliardi di euro al secondo trimestre del 2016) è pari al valore di una economia che si collocherebbe al quinto posto nella graduatoria del Pil dei Paesi Ue post-Brexit, dopo la Germania, la Francia, la stessa Italia e la Spagna».
Questa è l’Italia dei doppiogiochisti «una Italia rentier, che si limita a utilizzare le risorse di cui dispone senza proiezione sul futuro». Vale a dire «figli più poveri dei nonni: il ko economico dei giovani. Sono evidenti gli esiti di un inedito e perverso gioco intertemporale di trasferimento di risorse che ha letteralmente messo ko economicamente i millennial». Difetto non solo delle famiglie operaie e impiegatizie ma  soprattutto dell’imprenditoria: «così, con una incidenza degli investimenti sul Pil pari al 16,6% nel 2015, l'Italia si colloca non solo a grande distanza dalla media europea (19,5%), da Francia (21,5%), Germania (19,9%), Spagna (19,7%) e Regno Unito (16,9%), ma è tornata ai livelli minimi dal dopoguerra».

Questa Italia, anche per demerito di un televisione dove l’intrattenimento banale e il dibattito forsennato occupano la maggior parte del palinsesto perché costo zero, ha scelto di non scegliere. ha scelto di non schierarsi pubblicamente . Ha scelto di navigare sott’acqua perché non si sa mai, un domani...