NUMERO 259 - PAGINA 1 - LE MURA DI BERGAMO E TRENORD




























































































































































Cantiere delle Mura bocciato (e ripensato) dalla Sovrintendenza

Lavori autorizzati, ma non concordati. Scatto in avanti del cantiere, demolizione dei parapetti e patatrac. C'è una bella differenza tra un permesso per i lavori e i modi con cui realizzarli. Il «misunderstanding» (chiamiamolo malinteso) tra chi dice cosa e come fare e chi poi agisce, si dipana sui 170 metri lineari delle Mura che corrono tra lo spalto di San Giacomo e quello di Santa Grata. Est modus in rebus , avrebbero detto i latini. E il modus architettonico, con cui risanare quel tratto ammalorato delle Mura, prescritto dalla Soprintendenza, sarebbe ben diverso da quello con cui si è proceduto.







Su questo blog abbiamo segnalato due volte (n.238 e n.250) le incongruenze nei lavori di restauro e rifacimento dei muretti in questione. Lavori inutili, fatti in modo errato, con spreco di materiali che invece andavano tenuti da conto (le lastre di copertura).
Ci lasciavano stupiti vedere che anziché mettere tutte le pietre in piano, le mettevano anche verticali: più che per fare in fretta perché non sapevano nemmeno come si costruivano le mura «una volta» e non c’era nessuno a vigilare. Magari non lo sapevano nemmeno chi doveva vigilare. Una piccolissima quantità di lastre di copertura erano ammalorate ed un’altra piccola quantità erano state sostituite ... da antiche colate di cemento  e graniglia. Roba da anni ‘50-’60. Tutte le antiche lastre di copertura dei muretti  (erano state istallate  a partire dalla seconda metà del 1850 quando venne realizzato il viale sulle mura) sono state  malamente rimosse e rovinate (dove sono finite?) anziché essere -senza nemmeno troppa spesa- lasciate tal quali: una scheggiatura non è un problema estetico ne di sicurezza. 
Poi un altro aspetto «fastidioso» è stato il constatare come un’impresa dal cognome più bergamasco che bergamasco non sia impiantata  nel milanese era fatta di muratori rumeni. Magari pagati a vauchers.







Treni, l'assessore Sorte: «In sei giorni scoperti 4 mila portoghesi»
I dati della prima settimana del progetto «Tratta sicura», che prevede venti guardie giurate armate sui vagoni della Milano-Bergamo e Bergamo-Treviglio

Corriere della Sera/Redazione Bergamo online

«In soli sei giorni, cioè da martedì 15 a domenica 20 novembre, sono quattromila le persone fermate e controllate sui treni delle linee Milano-Bergamo e Bergamo-Treviglio». Lo ha detto l'assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità, Alessandro Sorte, commentando i dati dopo la prima settimana di sperimentazione del progetto «Tratta sicura». Da martedì scorso e fino al prossimo 15 dicembre il 75% dei 104 treni quotidiani della Milano-Bergamo e Bergamo-Treviglio saranno presidiati da 20 guardie giurate armate che vanno ad affiancarsi alle squadre anti-evasione di Trenord e agli uomini delle Polfer.

«Di queste 4.000 persone fermate - spiega l’assessore Sorte - 2.611 sono state fatte scendere dai treni, mentre le altre 1.400 hanno regolarizzato a bordo la propria posizione e quindi proseguito il proprio viaggio. Sono numeri impressionanti, i “portoghesi” sono il 3,5% di coloro che quotidianamente si muovono su queste due direttrici. E ancora, il 70-75% dei fermati sono immigrati. Questa operazione sta dando risultati che vanno molto aldilà delle aspettative».
«Spero - ha concluso - che questo progetto - conclude Sorte - possa essere esteso a tutte le altre tratte della Lombardia. Non nego però una certa soddisfazione







































































































































































































































































































































































































































































































Un esempio può bastare: la prima parte del cantiere si è svolta senza la presenza costante di un restauratore.
Niente è perduto, ma il guaio è stato fatto, in un momento per altro delicato, con la cinta muraria in lizza per ottenere la tutela dell'Unesco. Eppure qualche bergamasco, dai passeggiatori della domenica ai patiti del jogging, dai primi giorni del cantiere aveva sollevato perplessità sul nuovo manufatto, ma dal Comune erano arrivate parole rassicuranti: «Tutto l'iter è stato autorizzato», aveva detto l'assessore ai Lavori pubblici, Marco Brembilla. Vero, ma c'è un «ma».
Lo spiega Giuseppe Napoleone, responsabile della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della città: «I lavori si svolgono in ragione di un'autorizzazione del 27 gennaio 2015 — dice il funzionario —, nella quale si prescriveva che le fasi operative dell'intervento fossero preliminarmente concordate con la Soprintendenza per quanto attiene pulitura, reintegro sigillature, rifacimenti parapetti, sostituzioni copertine eccetera. Purtroppo questo non è accaduto e si è proceduto alle demolizioni e costruzioni del parapetto senza aver definito in cantiere le singole modalità operative».
Non viene messa in dubbio la necessità dell'intervento: «Premesso che i parapetti, dal lontano passato, sono stati oggetto di svariati interventi, non sempre a regola d'arte — rimarca Napoleone — ora si rendevano effettivamente necessarie consistenti ricomposizioni di muretti per il loro cattivo stato di conservazione e, soprattutto, per ragioni di sicurezza».
Il cantiere, aperto alla fine di settembre, ha adottato una terapia d'urto: giù tutto.
Ma secondo Napoleone l'intervento avrebbe dovuto seguire altri ritmi: «Occorreva tuttavia procedere per cantieri limitati, calibrando di volta in volta, l'intervento in base alla peculiarità della porzione muraria interessata.
Operando indiscriminatamente sul lungo tratto, invece, si è persa





























































































































































Da mesi  spirava un’aria leggermente tempestosa verso questi lavori e sono stati necessari ben due mesi perché il Sovrintendente Napoleone se ne accorgesse.

Ci pare che il Comune di Bergamo gestione Gori vada avanti piuttosto spannometricamente rispetto ai problemi, mirando più a fare le cose in fretta che a farle ANCHE bene. Dalla castroneria della liberazione degli accessi in moto a Città Alta agli eccessi nella manifestazione dei Maestri del Paesaggio fino all’interminabile fiume di automezzi che  entrano ogni momento in corsarola.
Mancanza di rastrelliere per le biciclette e di panchine  specie in Piazza Vecchia, nemmeno qualche fioriera stagionale  in piazze di rara bruttezza; lapidi scomparse che si potrebbero benissimo sostituire (perché statue della Cappella Colleoni sono state sostituite da modelli in plastica  e la facciata del Palazzo della Ragione ne ha una mezza dozzina del tutto «scomparse»? Che ci fanno due telecamere nel medesimo posto sulla facciata della Maj?
E che dire  delle decine di pullman turistici che scaricano ogni pomeriggio (domenicale) un turismo povero mordi e fuggi lascia e riprendi dopo mezza giornata?
E lasciamo perdere il malcostume  dello street food ragione per cui la Scalinata di Trinità dei Monti non va offesa coi bivacchi mentre Piazza Vecchia si?!.

Esattamente com’è successo per i muretti ci pare che la città sia gestita spannometricamente e dio voglia che non succeda col progetto della Montelungo o delle Piazze da 600mila euro perché  altrimenti i Bergamaschi si armeranno davvero di forconi.
Tra gli «ismi» di Italia Nostra» e il «pressapoco» di Gori non riuscite a trovare una via di mezzo «ragionevole»?










































































per gli importanti risultati ottenuti dopo solo una settimana. In molti mi hanno scritto in questi giorni per dirmi che finalmente vedono i controlli sui treni. Non è infatti giusto viaggiare senza biglietto, come non è accettabile viaggiare con la paura come compagna di viaggio. Credo che con questo progetto stiamo dando un segnale veramente concreto».
21 novembre 2016

















































































































































Bene. Anzi: ottima ca**ata!. Ci voleva l’assessore Sorte per scoprire i marocchini portoghesi. Una autentica novità: forse addirittura un ossimoro. Perchè un miserrimo 3,5% (che poi sarà anche spannometrico perché nessuno ha conteggiato dal vero quanti ne sono saliti-discesi) ti dicono che è del tutto insignificante. Una linea che danneggia i suoi clienti come sono queste tratte fa più danni a loro che l’evasione dei biglietti. Anche perché il caos in queste linee non dipende dai marocchini portoghesi ma da RFI-Trenord-ass.Sorte.
Ah! l’assessore quintalato comunica che 3/4 dei fermati sono immigrati, ‘ste strunz, che oltre ad arrivare per mare senza passaporto,  si permettono pure di viaggiare  intra el nost Milan sensa bigliett!. Anzi! Bisognerebbe farci pagare pure il viaggio in mare quando sono stati recuperati dai barconi che non l’hanno ancora pagato!.
Se non sbagliamo nel fare i conti quei 2641 che sono stati fatti scendere sono il  due e qualcosa per cento di «veri» portoghesi. Il fatto è le tariffe sono state aumentate del 5% che è esattamente il DOPPIO dei biglietti evasi dai portoghesi.
Vale a dire: ci guadagnate pure!
Così fregate un’altra volta i pendolari.
La parola al Comitato dei pendolari bergamaschi: «Se le guardie servono per scortare gli ispettori di Trenord — dice Lucia Ruggiero, da 15 anni sulla «via Treviglio» —, non capisco perché dobbiamo essere noi a pagare. È un servizio che spetta alla società. Tra il 2014 e il 2015 l'introito tariffario era calato del 10%, eppure i controllori si vedevano al massimo quattro volte al mese. Dieci anni fa non era così. Passavano ogni giorno, andata e ritorno».
No assessore. Non si mette in piedi il casino che ha messo in piedi lei, coi costi che ci sono, perché 2,5% non paga il biglietto. State dando il segnale concreto che sprecate soldi senza dare risposte ai disagi dei viaggiatori corretti.
Il gioco non vale la candela.

































































































































































































































































































































































































































































































l'esatta cognizione della tessitura muraria esistente, particolarmente per quanto concerne il paramento verso le Mura». In pratica, si è andati di trapano quando occorreva procedere di cesello. Da qui, il «cambio di passo» imposto al cantiere: «La Soprintendenza, stigmatizzando l'accaduto — prosegue l'architetto —, nelle ultime settimane ha compiuto diversi sopralluoghi, tesi ad apportare le modifiche necessarie per un corretto inserimento dell'intervento nell'importante contesto monumentale e paesaggistico». È lo stesso Napoleone ad elencare i correttivi che si stanno apportando: «Nello specifico, rimozione delle pietre inserite incongruamente, eliminazione delle malte eccedenti, risarcimento delle malte mancanti e poi verifica degli allineamenti della tessitura muraria. Da ultimo, è stata completata la compagine delle maestranze, inserendo la figura del restauratore».

Donatella Tiraboschi/ Corriere della Sera/23 novembre 2016