NUMERO 249 - PAGINA 4 - CUCINA CITTADINA E BERGAMASCA


























Non s'era spento l'eco del turibolari renziani e goriani e sul Corriere sono stati smentiti.
Anzi: li ha smentiti Renzi.




La MIA celebra il successo di Astino 2016
Noi abbiamo visto un altro film.
Afflenza -20% oppure meno 60-70%?















































La fermata all'ospedale tra calzini e illusionismi
di Beppe Fumagalli

Sarà la parlata, ma ogni volta che sento Matteo Renzi mi viene in mente Leonardo Pieraccioni. Ciclone 2. Soprattutto quando parla di soldi. Ti agita sotto il naso un bigliettone e prima che tu riesca ad allungare la mano comincia a farlo roteare. E gira e gira e gira, gli trasmette una velocità che non riesci a stargli dietro. Come mettere in lavatrice un unico calzino blu. Prima ti sembra di vederne due, poi dieci, poi cento, poi mille e quando diventano miliardi, spegni tutto apri lo sportello e il tuo misero calzino è lì, solo in fondo al cestello che implora di infilarsi su un piede. Dopo tanto turbinare anche la banconota di Renzi ricade a terra, la tromba d'aria passa ed echeggia un suono di trombetta.
Il patto per Milano, annunciato con squilli da 2,5 miliardi di euro, a centrifughe ferme pare si riduca a un centinaio di milioni.
E di patto in patto, anche quello strombazzato per la Lombardia potrebbe ridursi a poca cosa. 



Non erano ancora spenti gli echi della riunione presso del Comune di Curno delle due commissioni per la redazione della Variante del PGT (venerdi 28 ottobre) nella quale si erano distinti due partecipanti -il segretario della locale sezione del PD e.....- nel lodare (1)il grande successo del Caravaggio (dimenticando un aereo spiaggiato nottetempo della provinciale) oltre che le  proteste degli abitanti dei comuni vicini (2) il raddoppio della linea ferroviaria Montello-Ponte san Pietro che il governo gli ha piazzato la stoccata (3) la qualità e natura del successo.
Leggasi l’articolo di fianco tratto dall’edizione bergamasca del Corriere di Domenica 30 ottobre.
I due signori hanno recitato compunti e precisini precisini la loro lezioncina pro-governo e pareva avessero imparato a memoria gli articoli del Bugiardino.
Il Papa Giovanni - che dal punto di vista funzionale è probabilmente tra i primi dieci ospedali d’Italia-  raccoglie dentro di se parecchio su cui noi bergamaschi dovremmo riflettere. Prima di tutto la questione delle aree.



Astino numeri record
In cinque mesi 90 mila visitatori

Il Monastero ristrutturato rimane attrattiva preferita dai bergamaschi e non solo. Bombardieri: «Bene eventi e ristorazione e si lavora per prolungare le iniziative d'inverno».
Sono state circa 90 mila le persone che in questi mesi sono entrate ad Astino. Per visitare mostre, ascoltare concerti, degustare un piatto a km zero. O semplicemente per godere del silenzio del luogo, tra le pareti un tempo vissute dai monaci vallombrosani: «Non abbiamo avuto problemi di persone che hanno creato disagi – spiega Fabio Bombardieri, presidente della Fondazione Mia, proprietaria del complesso monastico –. Alcune cose successe lo scorso anno (numerose le lamentele dei residenti, ndr) erano conseguenze dell'ubriacatura nata da un posto che non si conosceva. Astino porta ad un contegno e modi adeguati».

È soddisfatto Bombardieri del bilancio della stagione estiva e in parte autunnale (domani la serata conclusiva)



Non  fossimo tra quei cittadini che quattro volte al giorno (una anche di notte) passano per via Astino, leggendo le orgogliose dichiarazioni condensate nell’articolo  on line di L’Eco, dovremmo dire che abbiamo visto -nel 2016- una Astino «altra» rispetto al quella descritta da Bombardieri e Benigni.
Novantamila persone i sei mesi significano una decina meno dei 500 al giorno. Dimezziamole (anche) per cinque giorni feriali e carichiamo il resto sui due giorni di fine settimana ma quel che abbiamo visto non corrisponde a questi numeri.
Astino sta facendo la fine dell’aeroporto, del nuovo ospedale dove l’obbligo è lodare il poco di positivo e dimenticare i casini che si sono addensati sulla struttura e sulla zona.
Astino è sostanzialmente un classico delle opere opere pubbliche italiane. Astino è irraggiungibile non solo agli handicappati e a chi abbia qualche problema con la polvere ma da tutti se non a rischio di cadere in un fosso o essere investiti dalle mille auto che ci possono o devono passare.













































































































































































































































































































































































































































































































































Con tanti cari saluti ai 70 milioni per la fermata ferroviaria all'ospedale e il raddoppio della linea Ponte S.Pietro-Montello. Colpa di Renzi?
Illusionismi a parte, anche lui fa quel che può. Oggi non ci sono più soldi. Ieri però c'erano. L'ospedale sui pantani della Trucca è stato il più importante cantiere mai aperto in città dopo la costruzione delle Mura venete.
È costato mezzo miliardo. Illuminati dall'alto i nostri pii preposti hanno voluto davanti all'entrata una bella chiesetta.
Ma ottenebrati da due fette di salame sugli occhi non hanno visto la linea ferroviaria che passa a cento metri dai reparti e non hanno capito che col minimo sforzo economico e progettuale si poteva realizzare una comoda stazione Bergamo Ospedale.
Ognuno ha quel che si merita.
Se come al solito avremo un calzino, magari bucato, s




Poi abbiamo lasciato vincere un francese per il progetto. nel senso che non siamo stati in grado di far di meglio.
Poi abbiamo perso l’appalto di costruzione.
Poi la direzione dei lavori non ha colto con la dovuta accortezza  parecchi difetti della costruzione. Poi abbiamo un ospedale dove sono accreditati meno posti letto dei presenti: come comprare una sei cilindri ed usarne solo cinque. O quattro.
Poi molte aiende bergamasche fornitrice del costruttore sono andate con le gambe all’aria per i mancati pagamenti.
Poi abbiamo dovuto costruire una trincea anti-allagamento.
Poi non avevamo i soldi per il parcheggio ed abbiamo consegnato  il tutto a un privato in danno di quei «gaudenti» che vanno all’ospedale o trovare un  malato.
Proviamo una buona volta a diventare grandi: come dicevano i nostri vecchi.





















con una flessione del 20 per cento circa rispetto ai numeri stratosferici raggiunti con Expo e la riapertura, dopo anni di oblio, di Astino.
Su un tavolino allestito nell'ex refettorio c'è un plico con le decine di eventi che la Mia, in collaborazione con i ristoratori uniti nella società «Astino estate 2016», ha organizzato negli spazi dell'ex monastero. «Astino è stato un punto di riferimento culturale e artistico a cui si è aggiunta un'attività di somministrazione qualificata» rimarca Bombardieri.
Che ha chiamato attorno a sé i partner della passata stagione, Massimo Amaddeo di «Mimmo», Mirko Panattoni de «La Marianna» e Valentina Ardemagni del «birrificio indipendente Elav».
Sono tantissime le realtà culturali passate dall'ex monastero, da Notti di Luce alla Summer school di teatro per bambini, dall'opera ai burattini.
Elaborare proposte culturali che abbiano appeal sul pubblico non è facile. Ma secondo Corrado Benigni, curatore degli eventi culturali ad Astino, «la sfida è stata vinta.
Abbiamo cercato di organizzare un mosaico di eventi, siamo riusciti ad azzeccare le mostre giuste, aprendo la stagione con Luigi Ghirri e la mostra permanente sulla storia del monastero, ogni implementata con nuove sezioni».





Stendiamo un telo (invernale) sugli orticelli della nonna e il contorno di iniziative para oratoriane che vi si celebrano.
Un asse del cancello é stato rotto dal solito delinquente ed é rimasta tale dall'anno scorso a oggi. Chiamateci che un falegname per aggiustarlo ve lo mandiamo noi...aggratis.
Il successo di Astino è celebrato da un cameriere di uno degli operatori presenti che lamentava la solitudine e il vuoto cassa: meglio fare le caldarroste in higy city near the gate.
Senza contare «l’odio» che sta crescendo negli abitanti di Longuelo che mettono - a toro o ragione- in relazione gli allagamenti coi pesantisismi lavori fatti nell’idraulica e nelle campagne del compendio.
Insomma: non fai le nozze coi fichi secchi. Ed è meglio che la MIA rifletta a fondo sui soldi dei bergamaschi che sta spendendo nel vasto compendio di Astino per seguire mode. Se hai pochi soldi  concentri l’investimento laddove ci riesci meglio.
Ecco: vorrei suggerire alla MIA proprio questi due temi di riflessione. Il rapporto cogli abitanti e le spese. Sono tempi in cui  certi temi rendono nervosi molti cittadini.