NUMERO 243 -PAGINA 1- TUTTI INNOCENTISTI?



















































































































































Marino, Cota e gli altri. Dopo le assoluzioni diventano tutti "innocentisti»
La politica lamenta di venire troppo spesso manipolata dalla magistratura, ma non si può chiedere alla giustizia di non fare il suo corso, come non si può chiedere alla stampa di non riportare le notizie. Questa volta arriva tutto insieme: 116 richieste di archiviazione per politici, imprenditori e funzionari pubblici indagati per mafia capitale; Marino assolto perché il fatto non sussiste e le 56 cene a "sbafo" del Campidoglio erano in realtà lecite spese di rappresentanza; il fatto non sussiste anche per il "mutandegate" di Cota, eppure persino il premier solo pochi giorni fa a Torino aveva indicato proprio quelle mutande verdi come il simbolo della cattiva politica.

Pensavo fosse un reato, invece era un calesse. E va bene scrivere calesse grande grande in modo che venga visto da tutti invece di relegarlo in una postilla nell'ultima pagina, così come è positiva la critica al giornalismo forcaiolo, ma sono curiosa di vedere cosa succederà la prossima volta che uscirà la notizia (tutta da dimostrare) che è stato comprato un reggiseno rosso a spese della regione o quando verrà scovata l'auto privata di chi riveste una carica pubblica, per dire, in divieto di sosta o dio non voglia nel posto riservato ai disabili.
Si scriverà con garbo? Si darà peso alla notizia, ma anche alla difesa in egual misura?






Queste note le abbiamo scritte l’11 ottobre 2015 e le abbiamo modificate integrate un anno dopo.
In queste ore – domenica 11 ottobre- un fatto è sotto gli occhi di tutti: oltre 35.000 romani hanno riconfermato Marino in poche ore come il loro leader politico amministrativo. Se questo numero si trasformasse in preferenze alle elezioni (perché no? visto che chi accede alla rete è tra i più addetti e conoscenti dei lavori…) voglio vedere  come la mettono Renzi, Orfini, Sabella, Gabrieli e tutta la congerie di personaggi che l'hanno filato.
Nel 2023 la Lista Civica per Marino si prese 75.494 voti: oggi in meno di trenta ore ha già raccolto la metà di quei voti. Uno scherzo ? ! .
Sabella poi si è già bruciato: non erano state consegnate le dimissioni che lui s'è già messo a disposizione con gran voglia e lena. Leggere le dichiarazioni entusiaste: senza nemmeno un briciolo di pudore appena appena trattenuto.
A Roma non ha fallito Marino: ha fallito il PD alleato e colluso in buona parte con la destra.
Pignatone (procuratore capo dei PM a Roma) con Mafia Capitale ha messo nero su bianco come i primi a far finta di non aver mai saputo nulla, ovviamente, sono tutte quelle parti di istituzioni e di persone che avrebbero dovuto controllare preventivamente ed evitare che si arrivasse a situazioni di cancro terminale.I pochi politici e i pochi uomini dello Stato che provano



Non si è primo partito  a Roma con 267.265 voti e 110 circoli –parlo del PD- oltre una segreteria nazionale se non ti accorgi di questo. Vuol dire che non sei degno di esserci oppure che sei colluso.

In una città dove l'87,5 per cento dei lavori e dei servizi sarebbe stato affidato senza gara pubblica e quasi la metà degli appalti attribuita attraverso trattativa privata.
Roba da sbatterli in galera solo per questo visto le cifre in ballo.
Così sarebbero stati dunque affidati 2,9 miliardi, quasi la metà della spesa totale che ammonta a 6,4 miliardi…. non si è primo partito  a Roma con 267.265 voti e 110 circoli –parlo del PD- oltre una segreteria nazionale se non ti accorgi di questo.

Fabrizio Barca –in //MappailPD- ha scritto che a Roma sono 27/110 circoli romani del PD sono dannosi (per il partito e la città) e vanno chiusi. Ventisette su centodieci: e non dei più piccoli e sconosciuti. Orfini non ne ha chiuso ancora nessuno. Nessuno dei 27 ha rifatto il tesseramento e quindi rieletto i dirigenti. Tutti fermi.

Si potrebbe continuare e poi proseguire con l'elenco delle cose positive fatte da Marino ma valga per tutti queste parole dell'ex assessore (ai trasporti) Esposito (dimissionario): “la struttura amministrativa vive di vita propria, non segue le indicazioni, cambia autonomamente il contenuto delle delibere, a volte le scrive male proprio per farle bocciare al Tar...””.
Gli chiede l'intervistatore, scusi: sta dicendo che a Roma, in Campidoglio, gli uffici non rispondono agli assessori ma ad altri interessi? «Gli uffici se ne strafottono di ciò che chiede la politica... quelli viaggiano con stipendi superiori ai centoventi-centosessanta mila euro e fanno solamente finta di farti decidere, è chiaro?».
E giù una caterva di esempi che dice volere consegnare al procuratore Pignatone.
Renzi Orfini Gabrieli  ( e pure Cantone e  Sabelli :  ci facciamo una risata alle spalle sul mega funerale Casamonica? ) scelgano chi vogliono come potenziale successore di Marino: ma non è fallito Marino da solo.
Sono falliti ANCHE loro.

Fa bene Marino -in conferenza stampa post soluzione-  a cantarle a Orfini (presidente nazionale del Pd e commissario a Roma):Orfini mi ha difeso in un primo momento perchè c'era Mafia Capitale e il Pd aveva arrestati e indagati e dunque gli conveniva sostenermi. Poi però non convenivo più" - ha continuato Marino - non convenivo quando volevo scegliere i manager di Acea e delle partecipate e volevo gente selezionata sul mercato, non convenivo quando ho detto che volevo Olimpiadi che lasciassero un lascito alla città e invece il Presidente del Coni e di Roma 2024 volevano costruire a Tor Vergata, in un'area incolta e lontana da tutto. Non convenivo quando ho sospeso il monopolio di Cerroni".
Fa bene Marino a chiedere le dimissioni di Orfini e di Lotti. E le canta anche all’ineffabile  e svagata Raggi.“Ero il sindaco di Roma che per la prima volta non usa le sue auto di servizio, e Raggi le usa oggi”. E aggiunge:“per me l’onorabilità è il valore più importante, e quelle accuse così violente mi hanno ferito, non sono solo quelle del giudice che poi mi ha assolto ma anche lo sbeffeggio delle forze politiche dal giorno della mia elezione”.

Come non essere arrabbiati con un partito così malridotto?











































































































































































































































































































































Siamo al primo grado di giudizio e sotto accusa ora c'è chi ha abbattuto la scure della gogna mediatica contro chi avrebbe commesso un reato, salvo poi scoprire che forse tanto reato non era e contro chi ha deciso di indagare; ma la magistratura indaga e poi decide, se lo facesse solo quando è certa che ci sia un reato non esisterebbero i processi.
E ci sono fatti che diventano di interesse pubblico non solo quando costituiscono reato, ma anche quando riportano comportamenti politicamente sconvenienti - tra gli ultimi c'è l'orologio regalato al figlio dell'ex ministro Lupi che si è poi dimesso.
Sarebbe più onesto ammettere che reggiseni, mutande, sexy toys sono un boccone troppo succulento per chiunque si occupi di cronaca (di qualunque colore), perchè rimangono scolpiti nella mente più di 100 mazzette, ma interessano anche a chi é avvezzo ai giochi di potere























































































































































































































































perché possono distruggere una reputazione - e di conseguenza "far fuori" qualcuno - più velocemente di una condanna.

Si può discutere sul "come" la stampa debba riportare le notizie, ma è un puro esercizio di stile dal momento che la libertà di espressione permette a tutti di dire più o meno quello che vogliono. Che è un grande diritto inderogabile, ma anche un ostacolo insormontabile per chi sogna un mondo mediaticamente perfetto.

Il fatto più grave di tutta questa vicenda sono le vite e le carriere distrutte da indagini che qualche volta non portano a niente, ma più che un mea culpa dei giornalisti servirebbe una legge che regoli questo tipo di vicende, per evitare che vengano manipolate e utilizzate contro qualcuno. Alla luce di questi fatti, la difesa dell'assessora Muraro a Roma appare ora come un grande gesto di civiltà.


Sabrina Scampini
Huffington Post Italia
10 ottobre 2016






























































































































































































































































a denunciare qualcosa o a non far parte del sistema vengono sempre visti come alieni e considerati dalla maggior parte dei cittadini come non bravi politici. Marino è finito in questo tritacarne.
La Procura di Roma, che un tempo godeva della cattiva fama di porto delle nebbie e che con ogni evidenza ha trovato antinebbia efficaci, sveglia Roma avvisandolo di avere stanato una “mafia capitale”, un “mondo di sopra” e un “mondo di sotto”.