NUMERO 242 - PAGINA 2- ANCORA SULL'OLIGARCHIA E IL NO DI BERSANI




















































































































































(...)Fatte queste premesse debbo ora affrontare le questioni dell'oligarchia e della democrazia, che hanno diviso Zagrebelsky e me. Crazia è un termine greco che significa potere. Oli significa pochi, demos significa molti, cioè in politica popolo sovrano. Il potere a pochi o il potere a molti. Così dicono i vocabolari, così pensa la maggior parte della gente e così ha sostenuto Zagrebelsky nel suo dibattito con Renzi prima e con me due giorni dopo.
Al contrario io penso che la democrazia, di fatto, sia guidata da pochi e quindi, di fatto, altro non sia che un'oligarchia.
Una sola alternativa esiste ed è la cosiddetta democrazia diretta che funziona attraverso il referendum. In quella sede infatti il popolo si esprime direttamente, ognuno approva o boccia con un voto di due monosillabi, il Sì e il No, il suo parere su un quesito.



candidati dei vari partiti. Qualche nome lo conoscono perché sono rappresentanti di quei partiti, ma la maggior parte di quei nomi è sconosciuta. Se comunque hanno scelto il partito per cui votano condividendone il programma o addirittura l'ideologia, votano quel partito e anche il nome di uno dei candidati. Ma chi ha scelto quei candidati?
Dipende dalla dimensione dei singoli partiti. Se sono di molto piccole dimensioni la scelta viene fatta dai leader e dai suoi consiglieri. Così avvenne quando Fini e poco dopo Casini decisero di abbandonare Berlusconi e così avvenne allo stesso Berlusconi che non ha mai avuto un partito. Forza Italia non fu mai un partito ma un gruppo di funzionari della società di pubblicità dello stesso Berlusconi. Così avvenne anche per Vendola e per i radicali di Pannella.








L’abbiamo già scritto ma lo ripetiamo.
In Italia sostanzialmente esistono e sarebbero sempre esistite perlomeno tre oligarchie: quelle individuate da Scalfari, la classe operaia e la burocrazia dello stato. Bisognerebbe aggiuggerne un'altra: i preti o la chiesa.

Mi pare che la Repubblica Italiana si sia retta sempre all'interno di un fortissimo scontro tra queste oligarchie che  miravano a conquistarsi il potere reale e concreto attraverso l'egemonia, nonostante che il più classico dei motivi -la ricchezza- fosse poi quello prevalentemente vincente.
La semplificazione nei rapporti con la società adottata da Renzi in questi primi mesi di governo vedeva assenti per esempio i sindacati operai e padronali (un po' meno questi ultimi) ma di recente questo modello é stato abbandonato (forse per soli motivi elettorali...).
Si può capire come il ragionamento di Scalfari parta dalla sua storia personale: lui non appartiene certamente alla classe operaia, nemmeno alla burocrazia statale ma proviene da una famiglia







Come funziona l'Italicum, spiegato bene
Se non siete impallinati di leggi elettorali, dell'Italicum dovete sapere innanzitutto due cose importanti. La prima: è una legge che, comunque vadano le elezioni, assicura una maggioranza assoluta al partito che prende più voti. Se nessun partito riesce a ottenerla al primo turno, raggiungendo il 40 per cento più uno dei voti, si disputa un secondo turno tra i due partiti più votati. Chi vince ottiene 340 seggi alla Camera, cioè il 55 per cento del totale (o meglio: del totale dei 618 deputati eletti in Italia, visto che i 12 eletti dagli italiani all'estero non vengono conteggiati in questo calcolo). La seconda cosa da sapere è che per via del meccanismo dei cosiddetti “capilista bloccati”, circa metà del Parlamento non sarà eletta con le preferenze (cioè gli elettori non sceglieranno i parlamentari scrivendo il loro nome sulla scheda) ma sarà indicata dai partiti.
Per gli impallinati (gli altri possono saltare al paragrafo successivo): l'Italicum è un sistema originale e probabilmente unico al mondo. La prima anomalia è che il ballottaggio è un sistema utilizzato di solito per eleggere cariche monocratiche, mentre è molto raramente utilizzato per distribuire i seggi in una competizione tra due liste. La seconda è che l'Italicum è tecnicamente una legge proporzionale, in cui cioè i voti vengono distribuiti in maniera “proporzionale” in base al numero di voti raccolti dai vari partiti. Visto però che al partito vincitore è garantito il 55 per cento dei seggi, può per certi versi essere considerato un sistema maggioritario (su questo punto torniamo tra poco.
Ma chi sono i parlamentari che vengono eletti? L'Italicum divide l'Italia in 20 circoscrizioni, a loro volta divise in 100 collegi elettorali. In ogni collegio vengono eletti dai 3 ai 9 deputati. Per ogni collegio i partiti presentano una lista di candidati. Quello in prima posizione, il capolista, è il primo ad essere eletto, se in quel collegio spettano seggi al suo partito.
Se il partito ottiene più di un eletto in quel determinato seggio, allora scattano le preferenze: viene eletto chi,  all'interno della

























































































































































































































































































































































































































































































































































































specchiatamente piccoloborghese (suo padre faceva il direttore artistico del casinò di SanRemo...) e tutto cambia quando conosce la sua futura compagna, figlia di Giulio de Benedetti. Il trauma del fascismo, benché non particolarmente  violento verso la sua famiglia e il nuovo ambiente famigliare daranno un orientamento a Scalfari che però manterrà e mantiene tuttora nell'ambito di un ambiente elitario in tutte le sue manifestazioni.
Per Scalfari é inimmaginabile l'idea che la classe operaia diventi davvero classe di governo, cioè che passi da momenti di egemonia a momenti di  democrazia attraverso il governo.

Il dibattito sul SI/NO é sostanzialmente fasullo e inutile perchè il vero dibattere é sulla legge elettorale come ammette Scalfari in questo editoriale. La semplificazione cazione istituzionale va sostanzialmente bene a tutti tranne alla casta ed alle burocrazie statali che vorrebbero aumentarsi i posti.
Bersani ieri :»la solita ipocrisia di chi fa finta di non capire. Con l'elezione diretta dei senatori e un radicale cambiamento dell'Italicum,






















































































































































































































































































































































































I singoli cittadini quando raggiungono il numero previsto dalla legge, possono presentare quesiti sotto forma di domanda e sottoporli al voto.
Naturalmente quel Paese è uno Stato che ha una sua Costituzione la quale, preparata dai partiti o da un gruppo dei saggi, viene sempre approvata per via referendaria.
Tutto ciò premesso riguardo alla democrazia diretta, va detto che dirigere un Paese soltanto con i referendum è tecnicamente impossibile in Stati la cui popolazione ammonti a milioni di abitanti e convive con miriadi di Stati diversi con i quali esistono complessi rapporti di amicizia o di conflitto, scambi economici o sociali, pace o guerra. Pensare e supporre che tutta questa vita pubblica possa essere governata attraverso i referendum è pura follia e non si può parlare neppure in astratto di questa ipotesi.
Il dibattito dunque è un altro e le posizioni sono già state presentate: io sostengo che la vera democrazia non può che essere oligarchica, molti invece e Zagrebelsky per primo sostengono che quei due temi sono opposti e che non possiamo da veri uomini liberi che preferire i molti ai pochi. Quindi: partiti dove tutti i militanti determinano la linea, il Parlamento (bicamerale o monocamerale che sia) è la fonte delle leggi. Chi rafforza il Parlamento, eletto dalla totalità dei cittadini aventi diritto o comunque dagli elettori che usano il loro diritto di voto, rafforza la democrazia, cioè il governo dei molti.
Questo è dunque il dissenso che personalmente giudico soltanto formale e non sostanziale poiché non tiene conto della realtà. Naturalmente questa mia affermazione va dimostrata.
Gli elettori il giorno del voto hanno davanti a loro la lista dei -


































Ma se il partito è di ampie dimensioni, come la Dc, il Partito socialista e quello comunista, la scelta avveniva nel Comitato centrale. Il Congresso, una volta terminato, si scioglieva dopo avere appunto eletto il Comitato centrale. Era questo il solo organo governante di quel partito, che eleggeva la direzione che a sua volta eleggeva il segretario.
Ho già fatto un elenco di nomi che guidarono quei partiti e quindi non mi ripeterò. Ricordo soltanto che mettendo insieme il Comitato centrale, i sindaci delle maggiori città ed i loro più stretti collaboratori, si trattava al massimo di un migliaio di persone. Il ponte di comando era quello, che decideva la linea del partito, i candidati e i capilista nelle elezioni amministrative e in quelle politiche.
Un migliaio di persone cioè indicavano i loro rappresentanti in Parlamento il quale rappresentava e tuttora rappresenta i milioni di cittadini che li hanno votati. Non è un'oligarchia di pochissimi che determinano la partecipazione di moltissimi i quali nel loro insieme rappresentano la sovranità del popolo e quindi il Demos che chiamano democrazia?
È sempre stato così, nella civiltà antica, medievale, moderna. L'alternativa è la dittatura.
Oligarchia democratica o dittatura: questa è stata, è e sarà il sistema politico dell'Occidente. Nelle altre parti del mondo la dittatura è la normalità con rare eccezioni di Paesi a struttura federale come l'India e l'In-donesia.
Per quanto mi riguarda non ho altro da aggiungere a quanto qui ho scritto. Se Zagrebelsky vorrà prendere atto o contestare queste mie conclusioni siamo ben lieti di leggerlo.

Eugenio Scalfari
La Repubblica/09 ottobre2016

















































































































































































































































































































































































































































































































































con tutti i suoi limiti, la riforma costituzionale sarebbe potabile. Con la nomina dei senatori e dei deputati e con la democrazia del capo, la riforma è indigeribile. Da sempre, e in tutti i passaggi, questa è stata la mia posizione. Il resto sono chiacchiere o propaganda».
Bersani  fa finta di non sapere che da sempre la scelta dei capilista (che stavano in decine di collegi, ma anche dei secondi  e terzi di lista....) )avveniva da parte del segretario nazionale con una battagliatissima spartizione tra le varie correnti.
Alla faccia quindi della possibilità degli elettori di scegliere davvero. Bersani e tutta la compagnia del NO (al referendum per via dell’Italicum) temono piuttosto di perdere il posto in Parlamento: fatto che a me  ultimo elettore del PD proprio importa zero.










lista, ha ricevuto più voti esplicitamente indirizzati a lui.
I capilista, inoltre, hanno il diritto di presentarsi in più di un collegio (fino a dieci), una pratica adottata in genere per assicurare l'elezione di figure importanti del partito, o per garantire maggiore visibilità alla lista. Questo significa che al massimo un terzo degli eletti nel partito di maggioranza è costituito dai capilista, cioè da persone scelte dai partiti, mentre i restati 240 sono scelti con le preferenze. Perché al massimo un terzo? Perché grazie al meccanismo della candidature multiple dei capilista è possibile, anche se improbabile, che nei 100 collegi siano candidati capilista soltanto dieci persone (dieci capilista, ognuno candidato in dieci collegi diversi). Nei partiti di minoranza, invece, la percentuale di eletti con le preferenze sarà molto inferiore. Teoricamente, anche se è uno scenario abbastanza improbabile, tutti i deputati dell'opposizione potrebbero essere eletti senza preferenze, portando così il parlamento ad avere 390 capilista nominati dai partiti e 240 eletti con le preferenze.