NUMERO 241 -PAGINA 1- CUCINA CASALINGA





















































 Caprotti a Curno
 Ebbe il coraggio di costruire
 un supermercato nelle paludi delle Alene







 La sindaca Serra non si é ripresentata
 alle elezioni provinciali.
 "obbligata" a restare candidata a Curno?






























































È morto Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga, uno degli imprenditori italiani più noti. Il prossimo 7 ottobre avrebbe compiu to 91 anni. Recitano le gazzette compunte nel perdere un buon inser zionista. Per mia convinzione ricordo altri protagonisti della vita italiana ma  di questo imprenditore ho dei ricordi personali perlo meno interessanti sulla sua storia a Curno.
Caprotti arriva a Curno quando stanno finendo di costruire la Briantea (diciamo che era già arrivata alle Crocette e bisognava finirla ancora per bene). Per costruire la Briantea  a Curno dovettero prima costrui
re (a Bergamo) il tratto di via Carducci fino alla mega rotonda della Motorizzazione  e poi con la via Briantea, scaval care la collina della cascina Polaresco (Ro tonda Locatelli di Longuelo) interrom pendo il collegamento tra la colonia e la cascina.
Occorreva molto materiale inerte di buona



La misurazione però andava fatta senza tagliare le alberature perché se la dimensione fosse risultata non corrispondente alle richieste, la vendita non ci sarebbe stata. Per fare il rilievo e la misurazione senza tagliare le migliaia di platani presenti venne creata una torre di “tubi innocenti” alta una decina di metri sulla quale venne montato un “potente teodolite Zeiss” e  il rilievo impegnò per  quasi una settimana la squadra di tre persone. Una manica di “manigoldi del rilievo” che già operava per la strada da Madonna delle Nevi a Passo San Marco e giù fino ad Albaredo.

Fatte le misure, verificata la rispondenza, fatto l'atto notarile il progetto vide all'opera due professionisti di due differenti colori politici agli ordini del Caprotti che “impose” un modulo preciso  dentro un edificio con una grande luce interna del tutto privo di colonne.



adatti alla sua idea) ma vennero anch'essi realizzati artigianalmen te dietro precise indicazioni del Caprotti.
Caprotti arrivava a Curno  -allora era uomo sui 40 anni- a bordo di una 1400 blu-nera con un severo abito scuro e una cartella a busta di cuoio vero.  Il terreno non fu acquistato e intestato a nome proprio –forse perchè l'opera zione di Curno non voleva  fosse nota al suo socio americano- ma a nome di un  Ingegnoli, un nome che sulla piazza di Milano era un grande imprenditore – vero milanes, mica un bauscia…- nel settore delle sementi e delle piante e del mercato ortofrutticolo. Questo Ingegnoli aveva il negozio di fiorista niente poco di meno che in Piazza Duomo angolo via Orefici. Mica Largo Vittoria a Curno....

Mentre i bottegai di Curno sorridevano e mormoravano sornioni tifando per il fallimento dell'impresa, chissà 







Normalmente canterina e irridente quando c'è da annunciare l'ennesima «spesuccia» high line (la miniera, l'auto ibrida dei vigili, la visita della sindaco di casa di dio, lo spogliatoio del CVI1 che non farà, una scuola elementare non ancora finita, ecc.) stavolta non si è degnata di informare i suoi concittadini e gli elettori bergamaschi della ragione per cui dopo una esperienza assessorile in provincia, non si é più presentata, lasciando il posto alla giovane Bruni figlia d'arte nel c.d. CSX allargato e-o alla Alessandra Locatelli forzista assessore alla scuola & cultura nella mirabilissima giunta ibrida di Mapello. Sua probabile successore come assessore provinciale. La seconda indubbiamente non inutilmente ombrosa come la Serra.
Partita di gran carriera nel rimettere in piedi il comitato elettorale che aveva portato alla sua vittoria  quattro anni or sono, probabilmente s'è resa conto che nelle corse occorre sapere indovinare il momento giusto dello scatto finale (e lei era partita troppo presto) ma s'è anche resa conto che caratterialmente non è una «politica».
Tanto per fare un esempio.




Perché alla fine del suo primo mandato si presenta con un bilancio in chiaroscuro abbastanza scuro dal momento che nonostante la fortuna dei soldi ottenuti per finire la scuola elementare per il resto tranne le spese inutili di facciata c'è il deserto.
Due i suoi errori. Il progetto della faraonica scuola elementare -impostato con la giunta Morelli- che costa una sacco di soldi (per costruirla) rispetto alle esigenze e la massa di «spesucce» inutili mentre non ha voluto chiudere il cantiere della biblioteca auditorium. Perché quella scuola elementare oltre che costosa (e sbagliata) avrà dei costi enormi di mantenimento e normale manutenzione che... sono si dimenticati di inserirla e quindi di calcolarne i costi nel progetto generale di affido dei beni comunali che partirà nel 2017 a colpi di 300mila euro l'anno.
Ci spieghiamo: nel progetto di affido esterno del manteni mento e manutenzione dei beni comunali che dovrebbe partire a gennaio 2017 NON è stata inserita la nuova scuola elementare che secondo il detto-promesso dalla Serra dovrebbe essere pronta per la Befana 2017.

























































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































qualità. Occorreva molto materiale inerte di buona qualità per creare il sottofondo della nuova strada (ed infatti non s'è mai sfondata…) e parimenti occorreva tro vare il posto in cui portare il terreno rimos so.

La soluzione fu trovata conuna bonifica di un vastissimo terreno di  Curno (circa 15 ettari) da dove venne asportato uno spessore di 20-25 metri di terreno ghiaioso e di moltissimi “murer” (grandi mucchi di sassi tolti dalla campagna per renderla coltivabile). In quello stesso periodo era in costruzione anche il Seminario Vescovile e  anche da li c'era da asportare una grande quantità di materiale ragion per cui “brevemente” il ferretto (roccia gialla di cui è fatta in gran parte Città Alta) che si trovava sotto la collina di san Giovanni (per ricavare la parti ipogee del seminario) finì sotto la via Carducci e la rotonda Locatelli. Anche il terreno  superficiale della zona del seminario, compreso i resti (le ossa consumate) di antico cimitero finì nella bonifica di Curno.
Il terreno su cui doveva sorgere la Esselunga era denominato le “alene” ed era un terreno molto umido, poco sgrondato, coi campi separati da doppi filari di platani (piante molto assetate…) con al centro una fitta rete di canali di scolo. Terreno pochissimo produttivo e molto difficile da lavorare. Non paludoso ma quasi.

Del terreno esistevano solo delle mappe approssimative (non erano state rifatte nel 1930-33) e quindi c'era la necessità di misurarlo e rilevarlo in maniera acconcia in quanto stava a un livello da due a sei metri più in basso rispetto alla Briantea. La misurazione, era prodromica all'acquisto: occorreva sapere esattamente la dimensione.



Se posso  fare la spesa – ragionava Caprotti come fosse un cliente- in questo gran bel posto pieno di ben di dio non sono il povero che la fa e fa scrivere ogni giorno sul quaderno del negozio il debito che poi onorerà a fine mese. L'italiano è zoppicante e amen.
Mai dare del povero al cliente ma farlo sentire un ricco.
In buona sostanza Caprotti aveva schizzato la disposizione dimensione degli scaffali e i progettisti avevano creato l'involucro. Involucro che non era un banale scatolotto prefabbricato ma era stato tutto creato in opera con travi lunghe di trenta metri.
Nel solaio e nelle fondazioni rovesce. Il cliente quando era dentro doveva poter dare uno sguardo a 360 gradi senza incontrare ostacoli che non fossero gli scaffali …pieni.
L'involucro però poggiava su terreni scaricati per portare il livello naturale a quello della Briantea. Il progettista dei cementi armati decise che l'edificio “doveva” essere come una conchiglia  per non correre il rischio di affondare per il cedimento del terreno riportato. Le fondazioni erano una delle valve tenuta assieme dalle medesime travature che avrebbero sostenuto la valva superiore che era la parte destinata a grande magazzino. La struttura fisica della vecchia Esselunga era un gran bel manufatto “brutalista”: una vasca con travi rovesce per fondazione e una vasca identica per copertura tenute assieme dai pilastri perimetrali.

Fatto l'edificio con un grande parcheggio nudo e crudo davanti (il progettista suggeriva di metterci aiuole ma Caprotti voleva che l'edificio fosse totalmente visibile dalla Briantea) bisognava  metterci gli arredi “da negozio” che non furono comprati da una qualche ditta (quelli esistenti non erano



come e perchè la sua clientela aumentava  mentre i negozi indigeni chiudevano.

La Esselunga, perlomeno a Curno, fu un modello che impegnò moltissimo la concorrenza, la città mercato in primis. Il supermercato dentro il centro commerciale dovette cambiare  quasi completamente la tipologia di merci in vendita perché pur essendo più economiche di quelle della Esselunga, accadeva che la clientela lo rifiutasse convinta che “se la gente mi vede uscire col carrello pieno dal centro commerciale, mi crede più povera di quelli che vanno alla Esselunga”.
Il che ha un qualche significato.
Facendo un salto di mezzo secolo gli edifici Esselunga di adesso vengono graziosamente appellati col soprannome di “mausoleo di Lenin” anche se –pur essendo molto semplici da creare per l'attività svolta- restano sempre un modello molto “amichevole e sicurativo” nei confronti dei clienti.
Il futuro di questo maxi gruppo lo vedo molto fosco perché sarà difficilissimo trovare un sostituto a Caprotti. In un momento in cui tutta la stampa loda l'imprenditore (la pubblicità…) va anche detto che la tremenda bega famigliare dice che qualche difetto ce l'aveva lui pure.
Mettere in piedi tutto questo ben di dio e poi  non avere un erede col proprio nome,  'nsomma…. nessuno nasce perfetto.









Marco Finassi, sindaco assai più giovane e per più volte e in tempi e con maggioranze ben più burrascate di quella serrana, mantenne sempre una correttezza nei rapporti politici con le minoranze ammirevoli. Mai un Finassi avrebbe scritto le risposte alle interpellanze zampillanti livore come quelle che la Serra mette a verbale nero su bianco.
Debbono vergognarsi quelli di minoranza a porre le interpellanze che pongono (e come le pongono...) ma fuori dubbio nemmeno le risposte della Serra sono ammirevoli.

Siamo stati facili profeti quando abbiamo scritto che dalla primavera 2016 alla primavera 2017 erano in programma tanti e tali avvenimenti nazionali e internazionali che quella partenza era sbagliata. Quei fatti stanno maturando ancora (e anche aumentando: vedi Brexit) in primis il risultato del referendum (dicembre 2016) e le decisioni dell'Ue sulla legge di bilancio nazionale 2017 (giudizio definitivo che arriverà proprio col maggio 2017).

A livello locale il PD è alla deriva in mano a un segretario ormai sparito nelle nebbie mentre il potente Pelizzoli è l'alfiere del NO con parecchi adepti nell'area ex PCI del PD.
Adesso si verifica che la Serra non é più in consiglio provinciale. Non vi ha nemmeno concorso. Non s'è degnata di spiegarlo ai concittadini.
Fatti (solo) suoi?. Non direi. Era chiaro del resto che la sua speranza di concorrere sull'onda del successo europeo dei renziani per un seggio nazionale è tramontata: sarà dura per il PD riconquistare il governo nel 2018 (semmai ci arrivino...al 2018!). E poi ci sono concorrenti  ben più preparate e capaci di creare forti legami politici rispetto al suo.



Quindi la prossima amministrazione si troverà in groppa un contratto appena stipulato che dovrà “integrare” del nuovo edificio.

Ormai ci si aspetta che qualche cittadino faccia una segnalazione alla corte dei conti (magari la segnalazione parte da «casa» ... sua)sia per le nuove elementari che per il fermo cantiere della biblioteca per vedere sulla graticola tre o quattro o cinque delle giunte passate.

Il gran caos in cui sta affondando il PD ha messo il fermo alle aspirazioni della Serra: probabile che negli equilibri interni post referendum la Serra sia «invitata» dai mai definitivamente rottamati a rischiare l'osso del collo con un altro mandato.

In termini di trasparenza fuori dubbio che  sia la Serra che il PD curnese fanno una pessima figura: il silenzio ostinato dietro il quale si stanno nascondendo da un paio d'anni sui maggiori problemi nazionali (riforma elettorale e costituzionale, jobs act, legge sulle coppie dello steso sesso, migranti, Ue, per dimenticare i problemi locali  sui quali vige un NETTO divieto di parlarne al di fuori degli schemi preordinati dalla «Serra and Company» non sono un buon segno.
Conoscere le idee dei governanti é un diritto dei cittadini.
Poi vedremo cosa faranno i «disoccupati».