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Il G20
di Hangzhou, povero di risultati come tutti i vertici troppo affollati,
è stato invece ricco di avvertimenti per un Occidente in pieno declino
sulla mappa geopolitica del mondo. L'inventario delle battute d'arresto
ascrivibili allo schieramento transatlantico non può che cominciare
dalla potenza occidentale per eccellenza, l'America.
Obama era arrivato in terra cinese, per l'ultima volta da Presidente,
convinto di poter strappare a Putin una tregua in Siria e a Erdogan un
rilancio dei rapporti tra Washington e Ankara.
Sulla Siria l'intesa con il Cremlino si è rivelata impossibile perché
Putin non ha voluto o potuto accettare una richiesta-chiave degli Usa:
Assad doveva rinunciare all'uso della sua aviazione nella zona di
Aleppo e poi nel resto del Paese. Quanto a Erdogan, non sarà una
ambigua dichiarazione di Obama sul castigo dei golpisti di luglio a
fargli cambiare direzione. In Siria la Turchia combatte l'Isis ma
soprattutto allontana a cannonate i curdi filo-americani del Ypg, che
sono ormai da anni il surrogato di quella fanteria che gli Usa non
vogliono mettere in prima persona sul terreno.
Due motivi di imbarazzo per Obama, che ha ormai pochissimo tempo per
risalire la china. Se non ci riuscirà (i contatti continuano) la
quinquennale carneficina siriana e l'atroce sacrificio di Aleppo
peseranno come macigni sull'ormai imminente tempo dei bilanci. Obama
rischia di essere visto come il Presidente che ha «perso il Medio
Oriente», anche se a perderlo davvero è stato George W. Bush. Ma
tant'è: una eredità pesantissima attende, speriamo, Hillary Clinton, e
non sarà facile per lei ristabilire da quelle parti la credibilità di
una America che oltretutto non ha più bisogno di petrolio.
E che dire dell'Europa? Il G20 è stata una passerella malinconica, con
la britannica signora May impegnata a rassicurare i giapponesi che
causa Brexit minacciavano di trasferire altrove le loro fabbriche di
automobili, con la germanica signora Merkel che tentava di dissimulare
il colpo ricevuto nelle elezioni del Meclemburgo-Cispomerania, con il
presidente del consiglio Tusk che sollecitava una improbabile
solidarietà sull'accoglienza dei rifugiati.
Il solo a sorridere era ancora Erdogan, consapevole di tenere in pugno
la Cancelliera tedesca e il resto della Ue perché nella stagione
elettorale appena cominciata il libero transito dei migranti dalla
Turchia avrebbe l'effetto di orientare ancor più nettamente i responsi
delle urne in Germania, ma anche in Olanda, in Francia, in Austria,
forse in Italia.
A proposito, se l'Occidente declina dove dovremmo collocare questa
Turchia diventata arbitro delle crisi che ci affliggono? Nella Nato,
cui appartiene? Tra gli amici o tra i nemici potenziali dell'America?
Tra gli amici o tra gli avversari prossimi dell'Europa?
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La
polvere del dopo-golpe non si è ancora posata, ed è probabile che
Erdogan, al di là delle dichiarazioni aggressive, non intenda tirare
troppo la corda con i suoi alleati occidentali. Anche per raccogliere i
vantaggi che già gli vengono dall'equilibrismo geopolitico,
ora che è grande amico della Russia e che si accinge a chiedere
l'appoggio di Putin per stabilire quella no-fly zone nel nord della
Siria che è diventata possibile con l'avanzata dei carri armati di
Ankara.
Non declina, di sicuro, la Cina che ha ospitato il G20. |
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Anzi,
Putin è diventato protagonista centrale della crisi siriana, ha portato
Erdogan dalla sua parte e ha buon gioco nell'indicare che non è
soltanto lui il responsabile della guerra strisciante in Ucraina.
Resteranno queste, le linee di tendenza dei prossimi anni? La necessità di individuare strumenti per il controllo delle
crisi regionali esige che non sia così. L'America è necessaria, e ha
ragione Robert Kaplan quando dice che un declino americano sarà sempre
relativo.
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Chi
ha visto il PD di Curno? In effetti non è scomparsa solo la
sezione PD curnese e il suo segretario. Ci voleva la sconfitta
(nazionale) alle amministrative con la mirabile scoperta (non l'avevano
immaginata o prevista?....) dell'alleanza delle destre a votare le
candidate pentastellate pur di mandare a casa una combriccola di
delinquenti com'era quella incistata nel PD romano o la
pervasività del PD piemontese che aveva ormai occupato tutto
l'occupabile.
Significative pure le legnate subite dal PD a Treviglio dopo anni di
lotte intestine tra galli e galline indigene. Significativa la
sconfitta a Ponte San Pietro. Significativa lo stop alla Festa di
Mapello mentre crescono altrove. Insomma le ombre prevalgono sulle
luci.
Invece da almeno un anno il PD di Curno non esiste.
Ignoto il livello di tesseramento con la sezione spaccata verticalmente
tra i neo-renziani (freschissimi neo-convertiti ex Bersani) e i seguaci
della vecchia guardia con l'ex Pelizzoli avanti col bandierone rosso
dell'opposizione renziana. Lui che operaio magari non lo è mai stato.
Navigazione a vista con la giunta Serra mentre la vecchia guardia
“contratta” scambi elettorali: gli spogliatoi del CVI1 oppure la
“neo-clementina” in attesa.
Sia La Serra che la vecchia guardia sanno benissimo
di non avere un euro in cassa per muovere domani il mattone: ma intanto si consolano.
Non pare che la Serra abbia suscitato entusiami: bada soprattutto al proprio orticello senza avere la minima capacità di uno
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due
opposizioni che mettono a disagio. Un evidente disegno di
delegittimazione personale verso i due. Un atteggiamento poco consono
per un sindaco alla guida di una maggioranza blindata di 8:3.
Oltretutto per la differenza di età e di professione, quei due giovani
consiglieri possono essere stati anche suoi allievi (o di sue
colleghi). Quindi eccessiva due volte.
Come è eccessiva l'assessore Gamba, che pare avere mutuato dalla
sindaco un'inutile aggressività sia verso il cittadino che faccia
domande come verso l'esigua minoranza. O viceversa.
Soprattutto però domina l'incognita del Referendum, della Legge di
Stabilità, dello stop alla mini crescita d'inizio anno per i quali la
minoranza spera in una debacle renziana alla faccia delle legnate
all'Italia che poi ci arriveranno dall'Ue.
La Serra mira a un seggio parlamentare ma anche il segretario piddino
locale mira a un seggio regionale da cui scivolare poi, riforma
permettendo, nel new Senato.
Come se in provincia non ci fossero concorrenti altrettanti ambiziosi.
Insomma ambizioni tante e molto estreme da parte di modesti soggetti in
un comune che anziché essere valorizzato in ambito provinciale e
regionale viene governato come uno scartino –rispetto alla città nella
quale invece la sindaca si specchia!!!!...- a colpo di piccoli premi
clientelari.
Non bastano i soldi distribuiti –anzi: centellinati- a pioggia per
creare un “paese bello da vivere” o dove le persone siano contenti di
starci.
Ci vuole dell'altro che la Serra non sa nemmeno dove stia.
Insomma un pessimo quadretto anche perchè
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La sua
crescita non è più quella di una volta, ma non è crollata come
prevedevano interessati osservatori occidentali. Piuttosto, le
ambizioni di Pechino nel Mar Cinese Meridionale sembrano essere
indifferenti alle condanne americane come a quella della Corte
dell'Aja, e Xi Jinping lo ha detto a un frustrato Obama che provava a
strappargli qualche promessa di buona condotta.
E non declina più di tanto a Russia, che pure è alle prese con una
grave crisi economica dovuta più al crollo delle quotazioni del
petrolio che alle sanzioni occidentali per l'annessione della Crimea.
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L'Europa
deve salvarsi, elettori e migranti permettendo. Russia e Cina devono
essere tanto forti da accettare anche compromessi scomodi. Deve
nascere, in definitiva, un ordine multipolare capace di gestire le
tensioni di un dopo-Muro che è stato sin qui sinonimo di stragi e di
impotenze. Comprese quelle del G20.
Fventurini500@gmail.com
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sguardo
più lontano.Se c'è da l'occasione per ampliare il proprio consenso
elettorale in sede provinciale non sbaglia mira ma del paese proprio...
Pensando alla Serra torna in mente la figura dell'ex sindaco dc Marco
Finassi. Finassi governò (da sindaco) con la dc solidamente monocolore
come con una dc che riceveva un infarto quotidiano. Eppure
chi riascolti gli interventi di Finassi non troverà mai una
parola fuori posto. Un tono eccessivo. Viceversa chi ascolta la Serra o
legge le risposte che da alle interrogazioni del leghista e della
destra, rileva un astio, un disprezzo verso le
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le opposizioni sono malmesse anche peggio del PD.
E non ci sono neppure i penta stellati (… dopo Roma vanno a... rane…).
I prossimi dieci mesi saranno interessanti anche perché nel
centrodestra compariranno pure le liste di disturbo di Gandolfi e
quella di Pedretti e quindi lo spettacolo è garantito.
Purtroppo per i Curnesi.
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