Nessuno dice che se un terremoto 6 fosse fiondato addosso a Curno oppure Valbondione oppure Treviglio oppure in Città Alta di Bergamo, il risultato (quanto ai crolli) sarebbe stato lo stesso di Amatrice.
Invece il mostro ha atteso proprio il periodo feriale per uscire dalle viscere della terra.
Amatrice viveva e sopravvive tuttora di vecchie e inutili glorie. Tralascio quella degli spaghetti all'amatriciana: letteralmente la scoperta dell'acqua calda spacciata per qualcosa di originale. Già la presenza di un hotel denominato “Roma”; di un inutile ospedale relitto di altre glorie regalato per i 300 morti
Adesso Amatrice sembra piuttosto una vecchia matrona che sfoglia il librone con le foto dei suoi numerosi amanti. Purtroppo tutti scappati e lei con le ragnatele. Adesso coi ruderi.
Ma quello che sconcerta è il non trovare sul sito del comune il piano regolatore. Impossibile.
Come non trovi, a fine agosto, la delibera per gli stanziamenti del piano del diritto allo studio. Impossibile.
I giornali del giorno del lutto nazionale portano le improvvide dichiarazioni del procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva. L'uomo che, in queste ore, deve trovare la risposta più difficile: c'è una responsabilità “altra” per i morti causata dal terremoto? Racconta: «poco lontano c'era anche un palazzo di tre piani che aveva tutti i tramezzi crollati. Devo pensare che sia stato costruito al risparmio, utilizzando più sabbia che cemento».
Già questo basta a creare la condizione per cui fin dal primo indagato si sollevi l'eccezione del pre-giudizio e quindi ne sia chiesta la sostituzione. Magari vuole davvero non farsi coinvolgere in una questione così grave e scottante.
Sono abbastanza uso e stagionato nella storia delle disgrazie nazionali. Avevo 19 anni il 4 novembre 1966 quando ci fu l'alluvione di Firenze. Chiedemmo al preside il permesso per scendere a fare i volontari e lui “democraticamente” decise che avrebbero potuto assentarsi “solo” quelli con tutte delle generose sufficienze. Partimmo in tre. A Firenze noi giovani comunisti conoscemmo quelli del Movimento Studentesco che sarebbero poi diventati i ciellini. Bravi ragazzi un po' fusi già allora, ben peggio di noi. Dovevo partire per il servizio militare alla SMA e il 14 gennaio 1968 ci fu il terremoto del Belice. Arrivai ad Aosta, ci vestirono militare e ci spedirono in Sicilia. Un bella nottata di maggio 1976 mi arriva una telefonata dalla Svizzera e dei parenti,
Stiamo monitorando da molto tempo i siti ufficiali che trattano il NordAfrica e il MedioOriente e quello che ci ha stupito é l'enfasi che i media italiani hanno dato alle immagini del terremoto rispetto ad immagini del tutto drammaticamente identiche provenienti da quasi tutte le città del NordAfrica e del Medio Oriente. Con l'aggravante che mentre da noi si é trattato di un evento naturale ed atteso (cui nessuno ha provveduto a porvi rimedio prima) in quelle zone i bambini sepolti sotto le macerie sono frutto deliberato di bombardamenti di incerta origine ma di mano sicura. Si sa chi bombarda e perchè ma non si riesce quasi mai a sapere se sono stati i russi oppure i francesi oppure le forze della governo.
Il fatto é che tutti si giustificano con la lotta contro qualcuno mentre a morire sono sopratutto i civili mentre i terroristi sono un minima parte insignificante. Per "sbattere" in faccia a quelli che fingono sempre di non vedere mai le cose, non c'é nessuna differenza tra l'estrarre il corpo di un bambino sepolto sotto le bombe ad Aleppo rispetto all'estrarre una bimba da sotto le macerie di Amatrice.
Non é una questione "estetica" o "filmica" ma quando sentiamo alla TV qualcuno che si domanda "ho chiesto a dio, ora che si fa?"
Non perché hanno rubato il cemento e messo solo della sabbia e ghiaia ma perché c'era e c'è tutta una storia fatta di fame miseria incompetenze e perenne sfida al destino – da bravi cattolici affidiamo a dio buona parte della nostra coglionaggine- che non è solo laziale o calabrese o napoletana ma è intera ed é italiana.
Ad Amatrice è accaduto nulla di strano. Un paese viene abbandonato – esodo iniziato fin dal 1910: oltre cento anni or sono…- perché i suoi abitanti non hanno lavoro; le case abbandonate non hanno più mercato perché l'insieme offre poco o nulla per il turismo; in paese restano gli anziani in attesa della morte e chi se n'è andato altrove impreca da lontano per le inutili tasse che deve pagare per un immobile di cui non sa che farsene.
Viene fatta una legge che rimborsa “perfino” 100-200 euro a metro quadro per ristrutturare la “prima casa” e renderla in grado di resistere al terremoto di fascia uno senza nemmeno pensare (o meglio: ci hanno pensato apposta….) che quell'edilizia marcia già sta in piedi per miracolo non si può mettere in sicurezza ma andrebbe abbattuta e ricostruita. Un governo e un Paese “straccione e indebitato” fino al coloo per risparmiare ha delimitato i finanziamenti alle sole case dove c'è la residenza. Siccome ad Amatrice sono all'80% seconde case… il risparmio è assicurato. Sulla pelle dei cittadini.
Per farne cosa, poi dei 100 o 200 euro?. E allora scatta la sfida al destino, consapevole o meno: mica verrà il terremoto proprio quando vado su ad Amatrice per le ferie!.
Invece il mostro ha atteso proprio il periodo feriale per uscire dalle viscere della terra.
Ad Amatrice è accaduto nulla di strano. Un paese viene abbandonato – esodo iniziato fin dal 1910: oltre cento anni or sono…- perché i suoi abitanti non hanno lavoro; le case abbandonate non hanno più mercato perché l'insieme offre poco o nulla per il turismo; in paese restano gli anziani in attesa della morte e chi se n'è andato altrove impreca da lontano per le inutili tasse che deve pagare per un immobile di cui non sa che farsene.
Viene fatta una legge che rimborsa “perfino” 100-200 euro a metro quadro per ristrutturare la “prima casa” e renderla in grado di resistere al terremoto di fascia uno senza nemmeno pensare (o meglio: ci hanno pensato apposta….) che quell'edilizia marcia già sta in piedi per miracolo non si può mettere in sicurezza ma andrebbe abbattuta e ricostruita. Un governo e un Paese “straccione e indebitato” fino al coloo per risparmiare ha delimitato i finanziamenti alle sole case dove c'è la residenza. Siccome ad Amatrice sono all'80% seconde case… il risparmio è assicurato. Sulla pelle dei cittadini.
Giorgio Fontana scrive oggi sul Corriere a proposito dello “spreco” di immagini che i media hanno profuso (anche) sul sisma in corso che mentre guardava una donna ferita e in lacrime accanto alle rovine, pensava che il nostro diritto di osservare quel dolore doveva essere ripagato con un dovere: quello di evitare che un simile dolore accada di nuovo in futuro. Altrimenti sarebbe tutto vano. La fotografia come debito etico: ecco, questo è quanto è accaduto; mai è stato così facile vederlo e farlo vedere ad altri; ora che si fa?.
In troppi si domandano :”da oggi che si fa?” ma (forse) la risposta la conosciamo. Vivere in pace tra gli uomini e la natura.
Adesso la comica finale. Quanto tempo ci vorrà per fare le perizie e i vari gradi di giudizio? Già abbiamo la certezza che finirà tutto nel nulla.
Non fare nulla quindi, dal punto di vista legale?
Non sappiamo dare risposte ma sappiamo che forse bisognava muoversi prima con onestà e lucidità proprio da parte di quel governo che oggi incarica il procuratore di cercare e chiarire colpe e colpevoli.
Poi non raccontiamoci alle favole: con 200euro al metro quadro non risolvi nessun problema di stabilità in edifici di 200,300 500 anni nei quali la calce ha perso definitivamente ogni sua capacità di presa e tenuta. Procuratore ! ? 200,300,500 anni fa non si usava il cemento.
Il 23 novembre 1980, c'è il terremoto in Basilicata-Irpinia. Abbandono le marine ioniche e salgo l'Appennino per dare una mano. Peggio che in Sicilia. Li spesso ci tocca raccogliere i morti. Salto del tutto il terremoto in Umbria a settembre 1997 e scendo in Emilia per quello del 20 maggio 2012. Ci sono rimasto pochi giorni – tre settimane- ma è quello che più mi ha impressionato.
Quando vedevo gorgogliare dalle crepe della terra del fango sabbia acqua e poi vedere questa poltiglia calda scorrere nei fossi, sulle strade, nei campi mia ha messo a zero. Per me il terremoto erano case crollate, sfasciumi, rottami.
Per la prima volta nella mia vita associavo questi fenomeno a quelli dei vulcani. Se davanti ad una persona morta per un crollo di un'abitazione me ne facevo una ragione vedere sgorgare dal terreno questa poltiglia nera mi pareva vedere la mano del diavolo, il suo schiumare. Adesso non ho più l'età per donare sangue e quindi ho deciso che non sarò più volontario.
Un territorio vasto e ricco di testimonianze minori, il tutto impostato con l'idea del passato: chiese, affreschi, quadri, mentre oggi il turista cerca le ragione di “un insieme” che la singolarità non riesce a spiegare. E “l'insieme” c'era se era una paese arrivato fino a quasi 11 mila abitanti e con una mole così numerosa di testimonianze minori. E ci sono ragioni se hanno costruito due grandi invasi. L'insieme delle opere vecchie e nuove danno un'idea di valori che oggi non si trovano e non si “leggono”.
Un ospedale con 8+2 posti letto dedicato alla “medicina interna e lungodegenza post acuzie”. Inutile insomma.
Poi guardi le foto e trovi una mega “casa di riposo” (dell'Opera Nazionale per il Mezzogiorno) gestita dalle Suore Francescane situata nel complesso monumentale mentale dell'Istituto “Padre Giovanni Minozzi”, che sarebbe una delle attrazioni della Conca Amatriciana, distesa alle pendici dei Monti della Laga. Scrigno di opere d'arte della prima metà del Novecento mentre custodisce le spoglie del Servo di Dio Padre Minozzi che lo costruì per accogliervi gli orfani delle due grandi guerre.