NUMERO 228 - PAGINA 4  - BURKINI: SPEZZEREMO LE RENI AI MUSULMANI















































































































































































































Il recente  dibattito sul burkini si è sviluppato soprattutto attorno ai temi della religione e della laicità o del ruolo della donna nella società o persino della sicurezza e del terrorismo. Per il sottoscritto, invece, la questione attiene al principio fondamentale della libertà individuale e della auto determina zione dell'individuo.



In quest'ottica, il tema del burkini si lega a quello, che si colloca all'estremo opposto del continuum, del naturismo poiché entrambi attengono a come ciascuno decide di disporre del proprio corpo vestendolo o svestendolo in un certo modo in pubblico o in luoghi aperti al pubblico.
E infatti io critico anche le ordinanze



Ricordo che anche la norma che vieta l'uso di mezzi atti a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona è un emendamento del 1977 alla Legge Reale del 1975 ed è comunque limitato dalla clausola "senza giustificato motivo".
Una norma che nasce in un contesto di minaccia terroristica simile a quello che viviamo oggi e che sopravvisse al referendum radicale del 1978, ma una norma recente e che, nel caso che a noi interessa, tempera il divieto con la clausola del giustificato motivo.
Non è un caso per altro che, in Italia, non esista una legge che vieta precipuamente l'utilizzo di un velo che copra il volto come il niqab o il burqa e che ci siano solo due paesi in Europa che hanno emanato una



Come si vede la strada dei divieti è assai sdrucciolevole. Per me, compito precipuo dello Stato deve essere quello di tutelare il diritto all'autodeterminazione dell'individuo e le libertà individuali, nel caso specifico, il diritto di ciascuna e ciascuno a indossare (o non indossare) ciò che ritiene.
Nel caso specifico, le donne devono poter decidere di non indossare quello che gli uomini gli dicono, ma lo Stato non può costringerle a farlo, deve solo proteggere la loro libertà di scelta. Le donne devono poter decidere come vestirsi (o svestirsi) a prescindere dallo Stato e dallo sguardo maschile, salvo che non vogliano scegliere di sedurre quello sguardo, ma anche in questo caso, devono poter scegliere loro come farlo, non certo lo Stato.




















































































































La notizia. Ai primi di agosto  c’è stato «un litigio che ha sconvolto il centro di Curno, contententi si sono affrontati armati di bastone e coltellino per motivi di droga. In particolare per la qualità della cocaina che evidentemente il cliente riteneva troppo scadente. Alla fine entrambi sono finiti nei guai con la legge. E' successo nel pomeriggio di lunedì, quando il tossico dipendente, un



risposto. Ma va!? Il giudice ha convalidato l'arresto e lo ha rimesso in libertà, disponendo nei suoi confronti la misura dell'obbligo di firma due volte alla settimana dai carabinieri di Curno. Forse per mantenerlo sulla «piazza»?. Il dibattimento è stato rinviato al 20 ottobre prossimo».

Scuup ! (...) della Latrina nel Belpaese: la consigliera Carrara regolarmalmente definita dal custode

































































































































































































































































































































































Solo seguendo questa strada ci si può liberare di moralismi e fobie sempre in agguato quando si discute di temi sociali controversi e andare all'essenza della questione senza manicheismi.

Come laico, seguo la filosofia della libertà che è basata sul principio della proprietà di se stessi dal quale discende che ciascuno è proprietario esclusivo della propria vita e del proprio corpo.
Ciò significa che nes sun altro può avere sulla nostra vita e sul nostro corpo una pretesa più alta della nostra, a cominciare dallo Stato.




































































































italiano di 36 anni, ha assaggiato lo stupefa- cente appena acquista to, e non l'ha gradito.
Ha iniziato allora a insultare il pusher di 49 anni, dando il via a un litigio violentissimo davanti ai passanti impauriti. Nel fuggi fuggi generale il cliente furbamente si era liberato della droga, e quando sono arrivati i carabinieri è  stato segnalato alla prefet tura come assuntore
di sostanze stupefacenti e denunciato all'autorità giudiziaria per porto abusivo di coltello. Il tunisino (oh! u nigher!) è invece finito in manette: in casa nascondeva 5 palline di cocaina, nascoste in un cassetto anzichè su un altarino con le candele accese. Processato per direttissima, non ha



regolarmalmente definita dal custode della Latrina di Nusquamia  ha denunciato con un volantino nella  bacheca del proprio gruppo consigliare che l’assuntore di cocaina sarebbe persona impiegata dal comune nell’assistenza dei ragazzi delle scuole quando sono alla mensa.

Poche ore dopo, -Latrina dixit- la news sarebbe stata rimossa: era un falso? era vero?.

Sarebbe interessante conoscere il nominativo di chi ha scatto le foto della bacheca «prima» e «dopo».
Conoscendo la fonte varrebbe la pena di sapere chi le ha fotoscioppate (magari).





































































































































































































































































































































































"Il corpo è mio e lo gestisco io" gridavano giustamente le femministe negli anni '70, poiché negare la libertà di scegliere sui propri corpi è una decisione che va contro il diritto all'autodeterminazione delle donne, così come degli uomini.
E' del tutto evidente, pertanto, che le ordinanze dei Comuni



di vari comuni italiani che, basandosi sui regolamenti di polizia urbana, vietano agli uomini di girare a torso nudo per salvaguardare il decoro delle medesime città.

In molti casi semmai sarebbe un salvaguardare la bruttezza... dell'”espositore”…

























































































































































































































































legislazione simile negli ultimi anni: la Francia, guarda caso, che ha vietato "una tenuta atta a dissimulare il viso" con una legge dell'ottobre 2010, e il Belgio, con una legge del giugno 2011.
Due stati che hanno fatti i conti col terrorismo senza  uscirne: purtroppo.
D'altra parte, né nel codice penale, né in nessuna legge dello Stato italiano, c'è nemmeno un qualsiasi tipo di divieto riguardante il naturismo, benché alcuni articoli del codice penale che fanno riferimento ad atti che possono ledere la pubblica decenza o essere considerati osceni dal comune senso del pudore, potrebbero essere contestati ai naturisti, quando stanno nudi in un luogo pubblico.





















































































































































































































































































































di Cannes e Sisco, in Corsica, come le decisioni e le sortite di Maroni in Lombardia ledono gravemente il principio di auto determinazione e la libertà individuale e sono assolutamente da rigettare e contrastare.



Ciò non implica che non si possano regolamentare i contesti nei quali la nudità o certi abbigliamenti siano o meno consentiti, ma il “regolamentare” è ben diverso dal “vietare”.