NUMERO 226 - PAGINA 6 - LA MALA ACCOGLIENZA DEGLI ITALIANI VERSO I MIGRANTI







































Per capire in che mani stia il problema dell'immigrazione quando gli sfortunati sono approdati in Italia basta leggere uno dei bandi (p.e. questo: http://www.prefettura.it/bergamo/
contenuti/78400.htm) che le prefetture emettono per prepararsi all'arrivo di un gruppo di profughi ed assegnarli.
In buona sostanza vi possono partecipare tutti quelli che hanno spazi ed organizzazione adeguate – anche non tutte del tutto proprie- che si accontentino di ricevere 35€ pro die  al massimo per ciascuno dei rifugiati accolti.

Non esistendo una norma comunitaria o nazionale o regionale che stabilisca eventuali criteri di distribuzione, tutto viene lasciato al caso ed alla buona volontà di “chi ci sta”.
Finora è successo che le strutture religiose che dispongono di ampi spazi del tutto inutilizzati perché le loro iniziative istituzionali  sono del tutto cessate, si siano fatte avanti per prime per accogliere queste persone coniugando un piccolo ritorno economico e il mantenimento delle strutture stesse.

Secondo una informazione datami da un'amministratore (non leghista)  di un piccolo comune brembano dove è collocato un ex colonia di suore milanesi (quella parrocchia apparteneva un tempo alla Diocesi di Milano) l'accoglienza dei migranti consentirebbe alla proprietà di non pagare le tasse comunali sull'immobile.
Poiché in generale la distribuzione di questo tipo di colonie è collocata in piccoli comuni montani, ecco che a Vedeseta (205 abitanti) sono arrivati 36 migranti del Bangladesch ospitati dalla Caritas milanese nella casa vacanze delle Suore Marcelline. Lizzola un paesino di 115 abitanti è arrivato ad ospitare perfino 94 profughi. Nell'ex casa per ritiri di Botta di Sedrina ( 800 abitanti) sono ospitati fino a 130 profughi.
Viceversa comuni come Curno (7700 abitanti) ne hanno accolti e rapidamente destinati altrove (Treviolo) cinque-sei.



Ovviamente anche le decisioni più recenti circa la distribuzione degli immigrati e richiedenti asilo hanno fatto flop accompagnate e/o accompagnando l'affermazione dei partiti xenofobi nelle varie nazioni che via via sono andate al voto.

Davanti a questa spaccatura xenofoba all'interno dei paesi dell'UE e a quella che si manifesta nelle nostre comunità (dove “in teoria” prevarrebbero i “cristiani”) la ragionevole posizione dell'Anci ad ogni tavolo istituzionale nel quale ha affrontato la questione profughi è quella di definire una quota di 2,5, massimo 3, migranti ogni mille abitanti per Comune.

Senza attendere l'Europa l'Italia poteva decidere e definire con una legge di intesa con le Regioni e l'Anci che obbligasse i comuni ad accogliere un numero di immigrati  sulla base dei quattro parametri già fissati dall'UE: popolazione complessiva, pil, tasso di disoccupazione e rifugiati già accolti sul territorio.
Con una legge nazionale, non sarebbe stato possibile creare quelle storture nella distribuzione che abbiamo elencato prima.

Ma con un ministro degli interni inetto come il siciliano il problema si sposta dai porti o dalle frontiere dove approdano i clandestini alle prefetture delle provincie, dove vengono scaricati e queste emettono burocraticamente i bandi come quello  indicato nel collegamento.

Alla fine tutto finisce “all'italiana” cioè in una combinazione perversa di fattori positivi e negativi, nel cui bailamme non è più possibile capirne la parte positiva e quella negativa da rimuovere o correggere.



Senza nemmeno degnarsi –il Simone Bianco- di interpellare la Diocesi che aveva già illustrato: “per il progetto «Accoglienza profughi» — come spiega il bilancio sociale dell'Associazione Diakonia-Onlus, braccio operativo della Caritas — sono stati sostenuti costi per 7.700.319. Sono stati invece ricevuti contributi statali per 8.082.860 euro. «Le risorse in avanzo, cioè 382.541 euro, sono state utilizzate — si legge nel bilancio — a sostegno di progetti e servizi (come dormitori, mensa e docce) a favore di richiedenti asilo diniegati o che sono arrivati da soli nel nostro territorio, per i quali non viene erogato alcun contributo».
Un altro aspetto del caos creato dall'attuale distribuzione dei migranti è che nessuno sa che fare di queste persone. In buona sostanza sono parcheggiate e mantenute senza nessuna certezza tranne quella che gran parte di loro tenta di andarsene altrove. Forse questo è il vero progetto del governo: che prendano la via dell'estero per levarseli definitivamente di torno. Un po' dura immaginare che a Vedesta o a Lizzola si possa costruire un futuro per quelle genti nonostante la buona volontà degli operatori.

Ieri in un'intervista sul Corriere il prefetto Morcone capo del “dipartimento per le libertà civili e l'immigrazioni” al ministero dell'interno ha (quasi) scoperto l'acqua calda: affidare ai profughi lavori utili. Ha premesso che esistono già dei sindaci che si sono attivati in merito con progetti di volontariato.
Poi ci si può divertire nel verificare che p.e. a Bergamo vedi gli immigrati che passano a raccogliere le cicche e carte per terra …. laddove esiste e passa già un addetto dell'A2A. Giustamente prima passa l'addetto dell'A2A e poi arriva l'immigrato –stesso carrettino e stessa scopa- che completa (sic…) l'opera. In aggiunta, sempre giustamente, per sette giorni alla settimana opera l'addetto A2A mentre da lunedì a venerdi operano gli immigrati volontari. Racconto questo quadretto per dire che deve esistere una regia intelligente e attenta per fare incazzare i cittadini.
Il fatto è che finchè –in merito al collocamento formazione e impiego dell'immigrato-  non esiste una linea politica ed amministrativa che parte dall'UE passa per Roma, le Regioni e poi arriva ai Comuni, c'è da stare certi che il 90% dei comuni facciano orecchio di mercante e i rimanenti si incazzino a morte perché sono alluvionati da arrivi imprevisti concordati soltanto tra prefetture e privati od associazioni












































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































che hanno firmato il contratto.
Ecco quindi che tornano in campo le proposte dell'ANCI che oltre ad affrontare  con chiarezza le resistenze politiche della Lega e del CDX (e di gran parte anche dell'elettorato di sinistra e cattolico)  costituiscono il solo percorso per affrontare in maniera dolce un problema di cui il mondo non si è mai liberato: il movimento dei popoli per conseguire libertà salute benessere.



















































































































Fatto questo rapido  e nero affresco c'è da dire che un'Europa  coinvolta da molti lustri dal problema immigrazione che è divenuta esplosivo dopo le guerre nella sponda sud del Mediterraneo, un'Europa che non si sia data una quadro normativo sull'accoglienza è un macabro segnale di imperialismo indegno della nostra civiltà. A maggio 2015 fra le azioni concrete e immediate dell'agenda UE c'è stata la proposta di distribuire i rifugiati fra gli stati membri, in situazioni di emergenza, secondo una chiave di ripartizione che dovrebbe tenere conto di quattro parametri: popolazione complessiva, pil, tasso di disoccupazione e rifugiati già accolti sul territorio nazionale.
Il nuovo meccanismo si baserà sull'attivazione, per la prima volta, del sistema di emergenza previsto all'articolo 78, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che mira ad aiutare gli stati membri interessati da un afflusso improvviso di migranti.



Questo caos – creato dall'UE e dal governo- consente a un imbecille come il Salvini di accusare gli operatori di fare accoglienza per guadagnare ma anche ad autorevoli (autorevoli ?!?!?) giornalisti del Corriere come Simone Bianco di scrivere: “un altro alleato insostituibile per la Lega è la mancanza di trasparenza e di buon senso nella gestione dei migranti. I famosi 35 euro al giorno per straniero sono davvero necessari? Basterebbe guardare i conti della Caritas di Bergamo, che Salvini accusa senza prove di lucrare, per scoprire che forse lo Stato sta spendendo più del dovuto. Pur garantendo un servizio di livello alto (nessuna rivolta per il cibo scaduto o cose del genere in provincia), l'ente della diocesi bergamasca ha registrato a fine 2015 un avanzo di 380 mila euro sugli 8 milioni ricevuti dallo Stato. Fondi poi destinati ad altre attività sociali ma che dimostrano come, in tutta questa storia, il governo dovrebbe almeno imparare a fare un po' meglio i conti”.