NUMERO 225 - PAGINA 2   - IL FUTURO DI LIBIA E SIRIA.




















Basta leggere l'articolo del box in fondo a questa colonna (aprire su un'altra pagina a grandezza naturale) per capire cosa sostanzialmente interessa agli USA, Francia, Inghilterra e Italia del futuro della Libia.
La Libia è sostanzialmente diventata una regione a cui rapinare le riserve energetiche e mantenervi dei governi fantocci che garantiscano le rapine di cui.
Le c.d. elite libiche -quelle in alto o i poveretti che muoiono nella polvere del deserto- sanno di essere sostanzialmente alla merce delle nazioni che estraggono il petrolio e il gas e lo «scambio» è evidente: tu ci lasci portare via  petrolio e gas e noi ti manteniamo in carica, sapendo che sei anche unladro che ruba alla sua gente.
Mustafa Senalla –nell'articolo- ci dice che adesso la Libia può vendere

dovere dipendere troppo l'una nazione dall'altra, c'è bisogno di instaurare nuove forme di imperialismo che non vedano direttamente coinvolte le nazioni interessate ma che sia costruito in una forma “spendibile”.
In Libia (come in Siria ed Iraq) sostanzialmente l'Occidente vuole  creare o tenere in piedi una qualche sorta di governo fantoccio che garantisca una livello accettabile di pace interna.
La popolazione viene sostanzialmente mantenuta dalla vendita dei prodotti energetici che ingrassa le elite al potere (una gran massa di ladroni), il terrorismo e l'ordine interno vengono trattenuti dall'intervento “fraterno” dei paesi interessati e coi lauti stipendi dello stato, una parte degli introiti vengono anche reinvestiti in titoli di debito pubblico delle nazioni che succhiano il petrolio ma la sostanza

Perché in quella regione –dalla Libia fino alla Turchia scendo fino all'Iraq e all'Iran- si stanno creando nuovi equilibri dove alcune nazioni potranno giocare un ruolo alla pari con l'occidente ed altre ne saranno perpetuamente dominate.
In questa situazione l'ISIS è meramente un inciampo momentaneo. Che può durare anche molti anni ma che sostanzialmente può essere gestito dall'Occidente.
L'ISIS per l'Occidente è solo un criminale che vuole sedersi a sfruttare al sbafo le risorse delle nazioni creando disordine nel mercato energetico, delle armi, dello sviluppo condizionato.
Quindi presto  o tardi lo faranno fuori: è un importante problema ma non è il “più” importante.
In quella regione –dalla Libia fino alla Turchia scendo fino all'Iraq e all'Iran- ci sono stati a cui l'Occidente ha riconosciuto uno status internazionale. Primo fu Israele. Pochi mesi or sono è stato l'Iran. Sotto osservazione c'è l'incertezza o l'incognita dell'Egitto.

Invece la Turchia di Erdogan pare abbia ben compreso il gioco complessivo e stia cercando di costruirsi un ruolo del tutto simile a quello dell'Iran avendo in mano moltissimi assi. E' l'esercito più grande e meglio preparato della NATO in un avamposto delicato. E' terra che controlla il Mar Nero e una parte importante degli oleodotti verso l'Europa. Ha in mano il rubinetto dei profughi verso l'Europa.
Non vuole essere troppo laica per non dispiacere ai vicini.

E' il groviglio di interessi internazionali più differenti e contrapposti con cui dovrà fare i conti il prossimo presidente USA mentre nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU “vigila” la Cina. Che pure è un groviglio di interessi contrapposti ma con alle spalle 1,4 miliardi di cinesi e la leadership probabil- mente dell'intera Africa centrale.

Noi italiani –in quella regione- siamo dei bravi ragazzi, piuttosto cagasotto

















































































































































































































































































































































solo 300 mila barili all'anno ma potrebbero diventare 900 mila. Facciamo un milione. Chi è la  nazione così sprovveduta che vorrebbe “perdere” il petrolio a 44$ quando  dovrebbe consumare il proprio (gli USA) che costa perlomeno due volte e mezza oppure importarlo dalla Russia o dal M.O.?
La lotta contro l'ISIS è quindi una necessità pro forma perché (l'ISIS) sostanzialmente mira a scalzare le attuale elite di ladroni riconosciuti dall'Occidente per sostituirvisi.
Peraltro l'ISIS è già ben organizzata in merito sia per le esperienze pregresse e attuali – cioè che continuano tuttora-  in Sirya, Iraq e Libia.











































































degli introiti vengono anche reinvestiti in titoli di debito pubblico delle nazioni che succhiano il petrolio ma la sostanza è evidente: sono stati che non hanno alcun potere contrattuale rispetto ai paesi dominanti perché –senza le entrate del petrolio- si afflosciano in pochi mesi.
Per l'Occidente mettere le mani su Libia, Siria ed Iraq vuol dire disporre non solo di prodotti energetici qualche volta a costi economici inferiori rispetto ad altri fornitori, ma a costi politici decisamente minori.
Significa potere trattare con  ben altre armi rispetto agli altri produttori e consumatori  di petrolio, specie coi regime che fanno capo e corona dell'Arabia saudita il cui futuro è del tutto imprevedibile.



ma soprattutto sanno tuuti che siamo poveri in canna. Bravi ragazzi perché se c'è da fare del bene siamo davanti a tutti e sappiamo organizzare le cose per bene.
Cagasotto perché la nostra classe politica e l'Italiano stesso è uno che (non) farebbe (mai) la guerra. Siamo ossimori in tema.
Poi noi ci commoviamo in fretta davanti a una bara  col tricolore. Poveri in canna perché… perché pieni di debiti oltre l'orlo.
L'unica speranza è quindi che anche l'ISIS non ci prenda sul serio e non ci stramazzi addosso un attentato.
Per Renzi sarebbe un brutto momento e non è detto che "qualcuno" non glielo "serva" la settimana del referendum.





































































Il patto che si vuole scrivere non è quindi di quelli tradizionali tra le nazioni e in (buona) parte alla luce del sole. Nell'attuale momento in cui gran parte del mondo riesce a camminare con le proprie gambe senza










































































http://www.lettera43.it/politica/libia-i-misteri-della-guerra-degli-italiani_43675255763.htm


http://www.lettera43.it/politica/libia-il-risiko-dello-zar-putin_43675255874.htm

http://www.lettera43.it/politica/libia-cinque-domande-rimaste-senza-risposta_43675256775.htm