Come
tutte le brave impiegate dello stato, quando le carte sono formalmente
a posto, l’Italia va bene. Peccato che proprio l’Italia sia la nazione
europea dove -prima della Grecia e penultima della lista- il reale sia
quasi sempre l’esatto contrario del giusto.
La giunta Serra ha deciso che Curno non avrà una scuola materna ed un
nido comunali perché ormai il privato sociale soddisfa le richieste del
territorio. Scontato l’appoggio dell’assessore Gamba e dell’azionista
di maggioranza della presente maggioranza arancione, l’ex segretario
del PCI che ha chiesto e posto in maniera ferma l’esigenza che il
futuro della scuola Rodari di via DeAmicis sia quello di residenza
degli anziani. O qualcosa di simile se non di meglio.
La sindaco Serra dimentica che da oltre trent’anni a Curno si combatte
la battaglia di chi vuole spostare la S.Giovanni Bosco (che la Lega ha
per una delle sue abituali cretinate «privatizzato») dall’attuale sede
che pare il nido di una gru su un semaforo all’incrocio ad una zona più
consona dotata di ampio spazio verde attorno.
Le localizzazioni indicate sono state numerose ma la vera sostanza
dello scontro è stata tra il PCI che voleva la scuola comunale (cioè
laica e pubblica) e la DC che la voleva confessionale, cioè sotto le
grinfie delle suore e del parroco, al tempo particolarmente «efficaci».
L’osservazione fatta alla coppia Gamba-Serra di risolvere la
questione ha sortito l’usuale aggressione del duo verso l’incauo
cittadino.
Del resto il codinismo catto-cilleino della giunta Serra è evidente
anche ai sassi e quindi è impensabile che perdano i voti del
proprio bacino elettorale .
Perché nel frattempo che si consumava la battaglia laici vs cattolici
(’na roba da ottocento, ma che a Curno non si dimentica mai...) il
fatto che la DC (coi voti anche del PCI) avesse deciso dei
sostanziosissimi finanziamenti alle famiglie in abbattimento delle
rette delle scuole private, ha fatto sorgere una serie di scuole
private -alcune di vecchissima storia ed altre fresche come vuole il
c.d. «privato sociale» di ferrea matrice catto-ciellina, ragione per
cui le famiglie «si accontentano di quel che passa il convento».
Che non è poco ma è dato con la crapa della prima repubblica.
Al di la del caso milanese -ultimo delle cronache in tema!- , quello
che vogliamo sottolineare é come accade che oggi uno possa decidere di
aprire una scuola privata senza che sostanzialmente non esista
alcuna garanzia per il cittadino.
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Nel
senso che se il cittadino compera un frullatore gli consegnano
l’oggetto unitamente alla garanzia - cioè sostanzialmente c’è un
vero e proprio contratto venditore vs compratore di altissimo valore
legale anche se puramente economico- mentre se il cittadino «consegna»
un figlio ad una scuola privata... non ha in mano alcuna
documentazione che certifichi la professionalità degli addetti, degli
ambienti, del processo educativo.
Si da «per scontato» che tutto sia «a posto».
Può verificarlo SOLO a posteriori e si spera sempre che non a seguito di fatti drammatici come quelli milanesi.
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pubblici
fino alle spese elevatissime per la nuova scuola elementare - e
adesso si ritrova con un importante servizio a vantaggio delle giovani
generazioni del tutto in mano ai privati, particolare che attiva
un importante e storico scambio politico perché la generosità nelle
spese correnti di funzionamento è motore del consenso immediato ai
governanti.
Un conto che sia un privato che «integra o aggiunge» con la propria
iniziativa le carenze del servizio pubblico. Altra situazione che il
privato, con la certezza del finanziamento pubblico, attivi un servizio
del tutto sostitutivo di quello pubblico.
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