NUMERO 204 - L'IMMIGRAZIONE  E  I  PROSSIMI  ANNI  NELL'UNIONE  EUROPEA

LINK AI DUE ARTICOLI























Due articoli pubblicati oggi nella stessa pagina di LaRepubblica trattano temi apparentemente lontani ma assai meno di quel che vorrebbero dire.
Lucio Caracciolo, direttore della rivista LIMES, affronta il tema delle immigrazioni nei loro risvolti a breve sia per l'Italia che per l'Europa. Massimiliano Valerii, direttore generale del CENSIS affronta il problema dei giovani che sono scomparsi numericamente dalla nostra società e anche dalle statistiche e quindi dalla politica.Rimando al link della pagina che riporta i due articoli.
Partendo (o tornando) dall'articolo di Caracciolo, interamente condivisibile,
vanno però

Nello stesso tempo –i prossimi 10-15 anni- abbiamo davanti il problema del nuovo modo di produrre le cose e di abitare vivere studiare ma abbiamo alle spalle un sistema governato da politici e padroni perlopiù anziani, ignoranti, familisti, poco disposti al cambiamento perché non ci arrivano nemmeno con la testa a capirne il funzionamento.Ecco perché oggi occorre un atto di coraggio e decidere e program
mare di incorporare nell'Ue nei prossimo 2-3 lustri fino a 15 milioni di giovani stranieri.



aggiunte altre considerazioni.
La prima considerazione é che la proposta renziana di fare stanziare denari per investimenti nei paesi di provenienza degli immigrati economici –al fine di mantenerli in patria creandovi lavoro e sviluppo- non ridurrà ne a breve ne a medio ne a


lungo periodo l'immigrazione, clandestina e non, verso l'Ue.
La proposta renziana, molto terzomondista, non darà risultati  perché abbiamo quasi cent'anni di storia pregressa a  dimostrarcelo.
Non fermi un migrante economico o politico con la prospettiva che non morirà di fame entro vent'anni: lui scapperà prima. Anzi: subito. Facendo qualche pernacchia a Renzi, Junker, Merkel, Cameron, Obama, i francesi, ecc… .
Quindi il problema che abbiamo davanti é che l'UE (e perché non gli USA, la Russia o la Cina?) dovrà accogliere da qui a dieci anni qualche milione (5 ? 10 ? 15 milioni?) di cittadini che vogliono venire da noi. Perché poi il razionale vorrebbe una distribuzione paritaria tra i vari stati, ma come si concilia questo col nostro diritto a stare dove si vuole o si desidera? Perchè dovrebbe valere per i cittadini Ue e non per gli altri?
Problema non da poco decidere –in 28 paesi …- e fare accettare (agli immigrati) anche la sola distribuzione proporzionale in base al PIL ed alla popolazione dei nuovi arrivati. Irrisolvibile.
Perché poi alla fine il problema é questo. L'Ue a 15 conta oggi 350 milioni di abitanti e l'Ue a 28 ne conta mezzo miliardo. Non muore nessuno di fame e freddo, i consumi interni languono perché la popolazione é vieppiù anziana. C'é poco lavoro ma questo deriva in primis dalla riduzione dei consumi interni che non si possono espandere sulle pensioni degli anziani e sui redditi dei dipendenti pubblici.


Ci troviamo come molti paesi dell'Europa quando scoppiò la seconda guerra mondiale, attraversati e invasi da popoli “altri” quasi sempre nemici e poi anche amici: un'esperienza che non avevamo mai compiuto.  Noi italiani siamo stati lo stesso con altri popoli: la Grecia e la Russia. La Libia.
Queste genti che fuggono da casa per venire in UE non sono più come gli italiani o gli irlandesi che migrarono in USA o SudAmerica “per cercare fortuna”. Questi immigrati vengono da noi perfettamente informati e decisi a costruirsi la propria fortuna perché sanno che c'é posto. Sanno di avere la benzina giusta per la corsa giusta. E' un aspetto che va bene compreso.

Io non so se questi prossimi anni saranno o sarebbero difficili come lo furono quelli della guerra, ma so che non solo “loro” non aspetteranno che l'Ue investa nei loro paesi ma so che “noi” non  possiamo aspettare ventanni per generare ed allevare una generazione di 15 milioni di nuovi europei che facciano ripartire l'Ue.
Non ne siamo più in grado.
Noi italiani, noi europei non siamo diventati solo un popolo di anziani. Siamo diventati ottusi egoisti.