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IERI LA NOTIZIA DEI 18 MILIONI DI UTILI DELL’UNIBG
OGGI LA NOTIZIA DEI BUS ELETTRICI BERGHEM DALMEN
A CONFERMARE NEL BUON RAPPORTO PD-CDX-LEGA CHÉ TUTTI DOBBIAMO VIVERE
La notizia del 02 maggio ci aveva lasciato di sasso: UniBG con
23-24mila studenti aveva auto nel 2020 un utile di 18 milione di
euro. Diciotto milioni di utile a fronte di 95 milioni di
entrate. UniBg è riuscita a guadagnare per ogni studente iscritti
quasi 800 euro: ben si comprende come l’ambizione del rettore Morzenti
di far crescere in ogni modo il numero degli iscritti non
mascheri solo l’ambizione di diventare rettore di una università di
almeno 40mila iscritti, ma pensa anche di trarre adeguato compenso
“professionale” che in politica vale più di un titolo accademico.
Commentava l’autore dell’articolo sul Corriere che nel 2019 la SACBO
(aeroporto Caravaggio, quello da un milione di passeggeri al mese)
aveva avuto un utile di “soli” 16milioni. Di euro. L’utile di 18
milioni di UniBG verrà in parte destinato ad allargare i cordoni della
borsa per 2 milioni 600 mila euro (tra mancato gettito e spese vive) e
come riduzione della tasse agli iscritti. In pratica: sarà mantenuta
una No Tax Area a 23 mila euro e la tassazione al 5% per gli studenti
con Iseeu compreso tra 23 e 30 mila eu¬ro, se ritenuti meritevoli.
Oltre ai vari insediamenti in città UniBG sta a Dalmine dove sono
presenti le sedi del Dipartimento di Ingegneria e Scienze applicate, il
Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell'Informazione e della
Produzione, i rispettivi laboratori e il Centro universitario sportivo.
UniBG è presente anche a Stezzano nell’insediamento de Il Kilometro
Rosso dove si presenta così: “il Trasferimento di Conoscenza e
l’Internazionalizzazione sono pilastri strategici fondamentali per
l’Ateneo, che si focalizza sulle tematiche di ricerca proprie dello
Manifatturiero Intelligente. La sua Scuola di Ingegneria svolge
attività di ricerca nel campo delle tecnologie e dei sistemi di
produzione, dell’ICT, della progettazione, della meccatronica e dei
materiali avanzati; la Scuola include due Dipartimenti e numerosi
laboratori, caratterizzati da un forte orientamento alla
multidisciplinarietà, un solido rapporto con l’industria locale e un
approccio imprenditoriale.”
Di oggi sul Corriere [ chissà perché L’Eco non ne parla…] la notizia
che oltre ai 50 milioni per la nuova stazione e i 120 milioni per la
T2, il Recovery Pian porterà a Bergamo anche 80 milioni per realizzare
il collegamento elettrico e in corsia preferenziale tra la città, il
Kilometro Rosso e la sede universitaria di Dalmine. Sarà un
collegamento Bus Rapid Transit, con 19 fermate lungo il percorso ed il
collegamento dovrà servire non meno di 2.300.000 passeggeri all'anno.
Insomma il botto visto che pareva che fino ieri in Bergamasca per
il PNRR arrivassero solo i soldi per la T2 e il rinnovamento della
stazione ferroviaria.
Scrive il Corriere che “il sistema dev’essere progettato per servire
non meno di 2 milioni e 300 mila passeggeri all’anno. Sono i numeri che
emergono dallo studio di fattibilità del Brt, il progetto di mobilità
da 80 milioni, che verrà finanziato con i fondi del Recovery Plan. In
realtà il piano complessivo è più ampio. Accanto al nuovo sistema di
trasporto, sono previsti anche la realizzazione del distretto
dell’innovazione e interventi viabilistici. Un piano da 180 milioni, di
cui dovranno farsi carico enti locali e privati. Lo studio di
fattibilità (inviato da Atb al ministero) si concentra sul tema del
trasporto e ipotizza l’impatto del nuovo collegamento sul traffico
privato: stimato nello studio tra lo 0,2% e lo 0,3% a seconda
dell’orizzonte temporale considerato. Il nuovo sistema di collegamento
percorrerà strade comunali e provinciali in sede propria. In alcuni
punti la carreggiata non sarà sufficientemente larga per riservare una
corsia al transito dell’autobus. Nei centri abitati, per gran parte del
tracciato, sarà necessario eliminare dei posti auto. Lo studio spiega
anche che è previsto un collegamento con mezzi a guida autonoma (di
capacità massima di 15 passeggeri) a trazione elettrica tra il Brt
sulla Sp525 e il polo scientifico del Kilometro Rosso. I mezzi
collegheranno il polo scientifico alla stazione di Stezzano e all’asse
del Brt”.
Basta scorrere chi sono gli uomini e le forze politiche in campo a
Bergamo nei principali gangli di comando-governo si comprende benissimo
come con questa operazione del PNRR ed associati PD Lega e FI si sono
spartiti le risorse da spendere e quindi il relativo controllo. In
buona sostanza funziona benissimo il principio per cui i soldi pubblici
finiscono per essere gestiti dalle forze politiche del territorio.
Francamente non si comprende la ragione per cui dalla verso dalla città
a Dalmine-Stezzano così elevato: 7 mila al giorno oppure mille
nella fascia di punta antimeridiana.
A nostro avviso tempo pochi anni – neanche due lustri- se UniBG
prosegue nella sua crescita attuale porrà alla Bergamasca il problema
di creare un UNICO CAMPUS universitario determinando l’abbandono delle
moltissime sedi attuali in quanto di costosa gestione complessiva sia
per la scuola che per gli studenti. Che comunque dovranno e avranno
bisogno ancora di lezioni frontali laboratori che non sono
sostituibili neanche col 5G.
In buona sostanza anche questa enorme spesa appartiene al modello
di spesa progressiva per produrre PIL immediato sul territorio senza
alcuna prospettiva di medio lungo periodo. Un fare prima
per produrre utili al momento e un disfare domani per tornare a
produrre Pil nella creazione del campus universitario e il seguente
problema del “che fare” degli insediamenti abbandonati nel frattempo.
Intanto il sistema politico premia il proprio elettorato e fa soldi…
tanto domani chi si ricorderà di ieri o dell’altro ieri?.
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IL MODELLO DI ATTIVITÀ ESTIVA È QUELLO PROPRIO
DEL CONSUMISMO CHE ALLEVA CLIENTI PER I
CENTRI SPORTIVI PRIVATI. MAI POSSIBILE CHE
NON SI POSSA FARE ATTIVITÀ SPORTIVA SUL
TERRENO VERO IN MODO DA IMPARARE
A VESTIRSI CAMMINARE CONOSCERE
RISPETTARE?
Al momento in cui scriviamo questo pezzo non è noto il programma
dell'estate per i ragazzi che sarà organizzata dall'oratorio. Per
adesso sappiamo che a distanza di neanche cento metri dall'orrendo
tendone dell'oratorio (quanti altri cittadini potrebbero tenere una
schifezza del genere in piazza?) ci sarà pure la colonia estiva
dei ragazzi organizzata dalla solita coop per conto del Comune
alloggiata dentro l'ex scuola Rodari. Quest'ultima è organizzata in
sette moduli differenti (per orari d'ingresso e giorni di accesso) in
una specie “a la carte” per il comodo dei genitori. O meglio: per
le mamme che lavorano e i nonni. Forse: dal momento che il Comune non
sa nemmeno quante siano le donne disoccupate part time o altrimenti
sottoccupate o disoccupate: non gli frega nulla.
Ovviamente d'estate le iniziative in corso ce ne sono anche altre
da parte di privati ma alla fine –tranne un paio- non si capisce bene
la differenza tra il mandare i ragazzi a scuola e mandarli al CRE.
L'unica differenza è che non ci sono i professori ma dei volontari di
ignota preparazione. Che è sostanzialmente un doposcuola noiosissimo
del tutto SENZA pratica sportiva. Forse quelli dell'oratorio
organizzano qualche accesso alla piscina ma dimenticate gite lungo il
fiume o sui colli oppure in montagna. Nisba.
In buona sostanza dietro la giustificazione dei costi,
dell'organizzazione, della pandemia (tutta colpa della pandemia anche
se i ragazzini sono veicoli infettanti dell'infezione trasmessa loro
dai genitori ed altri…non c'entrano nulla ma sono colpevoli) per
i ragazzini che non hanno la fortuna di avere genitori che li
porteranno in ferie, sarà un'estate sedentaria dopo un anno scolastico
sedentario a casa e in classe. Cogli occhi incollati sullo schermo di
un tablet o un telefonino. Poi ci si può accontentare: anche una
partita a calcio o una di pallavolo possono essere considerate attività
sportiva ma forse – sottolineiamo quel forse- una partita sotto un
tendone o in una palestra non è la stessa cosa di una scampagnata ai
Laghi Gemelli oppure un attareversamento in cresta dalla Roncola al
Pertus del mut di narcisi (monte Linzone). E non sarebbe male
neanche qualche nottata trascorsa neanche in tenda semplicemente
distesi sopra un telo lungo le sponde del Brembo fino alla foce
nell'Adda [ Madonna mia e se poi qualcuno annega!?!? ]. Magari ci
potrebbe stare anche una visita alla cava Italcementi sopra Burligo
oppure una traversata Fuipiano > Morterone. Insomma questi ragazzini
sono allevati come polli in batteria e la pratica sportiva cui sono
educati serve solo a propagandare non la vita all'aria aperta e la
libertà ma il disegno preciso che fare sport è solo uno delle tante
maniere del consumismo per ingrassare i padroni dei centri sportivi.
L'attività da soli o in gruppo all'aria aperta proposti nella colonia
comunale serve solo al consumismo sportivo ragione per cui quando
questi futuri cittadini si trovano all'aperto diventano dei vandali
(tanto pensano che come in palestra c'é il negro o la saccagnina che
pulisce a tre euro l'ora ce ne sarà uno anche all'aperto…).
Niente da dire se un privato propone un certo modello di fare
sport ma che sia un Comune che propone un modello assurdo e per niente
naturale, beh… siamo nelle mani della madamine che sono “verdi” per via
della carta patinata che leggono ed a cui si ispirano. Perché poi
questi polli allevati in batterie li vedi d'inverno quando i genitori
non sanno nemmeno come vestirli. Li vedi d'inverno dentro aule
che paiono fornetti. Ci ha sempre fato ridere il macismo di certi sport
e certuni sportivi però tra una larva e il macista, forse una vi di
mezzo… Magari questi benedetti o maledetti bambini imparano che le
formiche stanno sempre in posti puliti e che le lucertole non hanno mai
mangiato nessuno. Magari imparano anche a stare attenti alle vipere.
Quelle che strisciano e quelle a due gambe.
C'è in atto una profonda manomissione del comune sentire da parte della
giunta Gamba la quale crede che ogni servizio ( che il comune deve
prestare al cittadino) possa essere “comprato sul mercato” e
offerto “a la carte” al cittadino diventato semplice “utente” e quindi
il problema non sono i “contenuti” o la “qualità” ma soltanto i costi e
la quantità. Quantità nel senso che deve essere “a la carte” appunto
con le DIECI combinazioni offerte dalla colonia comunale.
Con la giunta Gamba le persone non sono “cittadini” ma soltanto
“utenti” non sono persone che hanno alle spalle le guarentigie della
Costituzione ma hanno alle spalle solo il codice civile delle
prestazioni professionali e contrattuali. Nessuno garantisce la qualità
del servizio offerto e nessuno da un rendiconto finale dell'operazione:
importante che tutti paghino il dovuto e che la coop riscuota la sua
parte: il servizio per il comune in questo modo “è reso”.
E infatti il rapporto tra cittadino e comune è ridotto al minimo e mai
occasione migliore per levarsi di torno quei rompiballe poteva capitare
ai dipendenti pubblici ed alla politica di levarsi di dosso la gggente.
Il cittadino è un disturbo ed infatti accede solo su appuntamento e
quando non c'è la pandemia c'è un altro inghippo: i funzionari
funzionano part time con altri due tre comuni e quindi il tempo è
quello che é. Perfino le videoregistrazioni delle sedute consiglieri
sono censurate da un soggetto esterno senza che esista delibera ad hoc.
Persino i progetti delle opere pubbliche sono redatti da professionisti
raccattati sul mercato nella stretta cerchia dei conoscenti del
funzionario: non è importante che sappiano fare dei buoni progetti ma
che costino il meno possibile. Magari non sono nemmeno raccattati
sul mercato ma suggeriti in maniera formale ed elegante dal politico:
“ho visto i lavori del geometra Tal dei Tali e mi sembrano fatti bene”.
E il funzionario comprende al volo.
Questi qui –la giunta Gamba e la sua maggioranza- sono soggetti
che non hanno nemmeno il minimo imprinting di cosa sia la
democrazia l'ascolto la partecipazione. Loro stanno in comune e come i
bottegai servono le fette di prosciutto ai clienti.
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MOTTARONE:IL GUASTO E' IN ALTO NON SULLA CABINA
Tutti a interrogarsi come mai il cavo traente della cabinovia del
Mottarone si sia tranciato invece di funzionare –almeno quello !- da
freno durante lo scivolamento a valle della cabina.
In questi giorni tutti a domandarsi come mai il cavo traente (ma è lo
stesso che governa anche la discesa a valle…) della cabina del
Mottarone che è fissato con un panetto di piombo che blocca tutti i
fili componenti i suoi cavi si sia spezzato esattamente come succede
quando –tirando troppo una corda o uno spago con le mani… si rompono
anche loro. Gli alpinisti che l'hanno provata stanno tutti al cimitero:
purtroppo.
La cabinovia è trainata in alto o rilasciata verso il basso con un solo
cavo che si avvolge o si svolge su un grosso rocchetto posto a monte.
In genere c'è un motore elettrico trifase in asse con un riduttore di
giri meccanico in bagno d'olio dentro un carter sigillato. Dal
riduttore esce un albero cardanico che fa ruotare il rocchetto per
avvolgere il cavo (quindi fare salire la cabinovia dal basso) oppure
farla scendere a valle.
Il cavo traente si svolge a velocità controllata e funziona anche da freno quando la cabina scende a valle.
Da quello che hanno scritto i giornali risulta che la cabina del
Mottarone precipitata stesse risalendo a monte. A un certo punto ha
cominciato a scivolare a valle prendendo sempre più velocità finché al
momento di scavalcare uno dei punti di sostengo è precipitata a valle
rotolando. Fermandosi addosso agli abeti del bosco col suo carico di
corpi sfracellati.
Fuori dubbio quindi che il guasto è accaduto nella stazione a monte,
quando per una qualche ragione che dovrà essere compresa dopo un esame
della parte elettrica meccanica ed elettronica dell'impianto il
rocchetto che avvolge il cavo traente-rilasciante e lo stava
rilasciando s'è messo a ruotare senza controllo e la cabinovia
precipitava a valle via via aumentando la velocità. Per la stessa
ragione per cui il rocchetto ha iniziato a svolgersi senza controllo
s'è anche bloccato (magari esiste un freno sul rocchetto o nel
riduttore) e il peso della cabinovia combinato con la sua velocità ha …
strappato il cavo esattamente come si spezza la corda all'alpinista che
precipita.
Ovvio che la presenza illegale del forcellone che impediva alle
ganasce di frenare sul cavo portante abbia contribuito a peggiorare la
situazione. Evidente anche che la presenza abusiva del forcellone
a bloccare l'azione delle due ganasce faceva si che la pompa dell'olio
che avrebbe dovuto azionare le ganasce “sentiva” che non poteva
lavorare correttamente quando era il caso.
Sicuro che la cabina avesse un sistema di controllo della
velocità multiplo sia attraverso la rotazione del motore ma anche
attraverso il cavo traente-rilasciante che direttamente sul cavo
portante. I cavi nei loro allungamenti funzionavano come da frizione
per rendere l'approdo della cabina nelle stazioni controllata al…
centimetro.
Tutto questo lungo discorso non per scagionare quei criminali che
avevano manomesso l'impianto ma per segnalare come fossero talmente
ignoranti da non capire che se impedisci di lavorare alla pompa che
aziona le ganasce del freno (per che le hanno bloccate…), questo
segnala l'anomalia e forse addirittura si rompe.
L'ultima osservazione che mi viene in mente è: perché non hanno
immediatamente rimosso con un elicottero la cabina e portata in un
luogo sicuro e più agevole da verificare?. Come mai non hanno sigillato
la stazione a monte e valle impedendo l'accesso? Ancora ieri alcuni
ciclisti saliti al Mottarone segnalavano che la stazione era
accessibile. Balle ciclistiche o italico pressapochismo?. Risultato 14
morti e neanche un euro di risarcimento. Manco i soldi per pagarsi il
funerale.
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