A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1315  DEL 13GENNAIO 2021
























































Di cosa parliamo in questa pagina.





















FINALMENTE E' ARRIVATO KOCIS ED HA FATTO LO SCALPO AGLI ALBERI
I giardini e le alberature del paese bello da vivere – tranne i carpini di via Fermi e Donizzetti- segnano  inesorabilmente il criterio meramente IGNORAN- TE e speculativo dei tempi in cui le hanno realizzate. Dai due CVI a quello di via Marconi, quello fuori il Cimitero e via Buelli, la ex scuola Rodari o la palazzina ASL, tutte le alberature presenti ormai –hanno mediamente mezzo secolo e non sono MAI state curate professionalmente- andrebbero sradicate e i giardini rifatti da cima a fondo.  Che non è solo un problema economico ma prima di tutto culturale: e si sa che i comuni la “cultura professionale” la scelgono tra gli amici degli amici e che costi il meno possibile.  Glielo lo consente perfino la legge. Le alberature del tempo nascevano perché qualche amministratore era stato in ferie in Versi- lia ed imponeva i pini marittimi oppure i vivaisti volevano liberarsi di qualche pianta invendibile nel proprio vivaio e trovavano l'amministratore che subito… le comprava. I nostri giardini sono un'accoz- zaglia di alberi, una discarica incontrollata di quel che il resto rifiutava e siccome il cittadino  è notevolmente ignorante in tema, gli amministratori potevano possono e potranno ancora per decenni rifilargli ogni sorta di obbrobrio: non fosse altro che per il cittadino comune un albero non è una vita ma un suo accessorio (del cittadino) come la carta da cesso.
Finalmente anche a Curno è arrivato Kocis a fare gli scalpi delle malcapitate piante indigene. Okkei: siamo o non siamo il paese bello da vivere governato da madamine uscite da UniBG? Subiamo e accontentiamoci.

ROGGIA CURNA: SEMPRE BRUTTE NOTIZIE PER IL PAESE BELLO DA VIVERE
L'assessore ai lavori pubblici del Comune di Bergamo appartiene alla categoria di quelli che non s'addormentano sulle cose da fare –meglio se attraverso generosi appalti- ed hanno stampato nel proprio DNA l'idea che quando sei nominato assessore, automaticamente Dio ti ha infuso della Grazia.
Su questa pagine avevamo sollevato diverse volte come il tombotto di scarico di troppo pieno della Roggia Curna che sottopassa via Astino (50 mt a nord del semaforo di via Longuelo) lungo via Bellini fino a sotto passare la Rotonda Locatelli per gettarsi nella Roggia Serio Grande doveva essere ispezionato per verificarne lo stato e soprattutto “quanto” fosse otturato dal materiale che vi si era accumulato. Ricordiamo che il Brembilla ci aveva risposto a muso duro su FB che il tombotto (su buona parte del quale ci hanno anche costruito dei passaggi auto) era perfettamente a posto e scaricava come doveva. Infatti!.
(...)
Che una soletta di calcestruzzo antica di 50-60 anni abbia gli stessi problemi come sul viadotto di Boccaleone è la scoperta dell'acqua calda dal momento che in quegli anni la qualità dei materiali –calcestruzzo e ferro delle armature- non era standardizzata com'è oggi ed anche l'esecuzione avveniva con maggiore approssimazione.
La questione è che quello scarico, inizialmente scoperto, è stato via via coperto perché dentro ci finivano illegalmente anche delle fogne e gli abitanti si lamentavano. La copertura del canale consentì la creazione di una stradina comoda anche per  alcune abitazioni.
Adesso però viene il bello perché per ripulire le pareti e la soletta del tombotto bisognerà prima di tutto sgombrare il materiale ivi accumulato e poi via: quindi lavoro UNO sgombrare il materiale e lavoro DUE scrostare il cemento e lavoro TRE applicare il materiale nuovo.
Sarà interessante verificare chi si infila li sotto in gallerie lunghe parecchie decine o centinaia di metri per eseguire quei lavori.. ed a che costi…
La pulizia e il restauro di quel tombotto è anche un segnale per i Comuni di Mozzo e Curno dal momento che – tombotto per tombotto-  ne hanno uno anche loro –un poco più piccolo- che li interessa ed è quello che viene chiamato “scaricatore della Cascina Lupo” che parte nei pressi della  omonima cascina (Trattoria  Lozza ) ed arriva nei pressi del passaggio a livello di via Fermi per deviare lungo la ferrovia verso est fino a sfociare nello scaricatore di Astino.





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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!
























AI CURNESI NON FAR VEDERE LA TAVOLA DELLE ALLUVIONI


I PIANGINA































































































































































































FINALMENTE E' ARRIVATO KOCIS ED HA FATTO LO SCALPO AGLI ALBERI
La potatura degli alberi fa parte della gestione ordinaria del verde urbano. Ma il risultato che ci consegna l'amministra zione comunale con gli incarichi di affidamento dato alle imprese del verde, per qualsiasi essere umano dotato di sensibilità e di debita professionalità, a volte è davvero raccapricciante.
Alberi con la chioma mozzata, scheletri senza foglie, mostri geometrici alieni al mondo vegetale, che poco hanno a vedere con la vita degli esseri viventi. Non è certo per una questione puramente estetica che vi voglio parlare della capitozzatura, o delle potature drastiche inflitte alle nostre piante. Ma forse dovremmo partire proprio dal fatto che un bambino, istintivamente non disegnerebbe mai alberi del genere.
Mai mi sarei aspettato che nel mio paese, le  vie alberate,  brulicare di camion, gru, e uomini sospesi in aria sui cestelli, sollevati da potenti braccia di ferro, a effettuare la capitozzatura,  cioè tagliare alberi. Mi sarei aspettato una  protesta popolare.
State sicuri che nessuno alzerà la voce e state altrettanto sicuri che l'amministrazione scodellerà la solita solfa: ci sono “ i tecnici” che l'hanno deciso e controllano. Il mito dei tecnici dovrebbe pararci il didietro. Peccato che facciano sempre finta che… cane non mangia cane.
La perdita economica per queste capitozza ture sul medio-lungo periodo è rilevante.
Se l'albero capitozzato sopravvive, entro pochissimi anni occorrerà intervenire con una nuova potatura di contenimento della vegetazione
I risultati li vediamo e ci sgomentano.
Ma spesso non conosciamo gli effetti a lungo termine della capitozzatura che sono inesorabili: indebolimento, invecchiamento precoce, malattie, insediamento di parassiti sono le conseguenze di una pratica sconsiderata, che continua a procurare danni alla natura e ai cittadini, a causa del cedimento improvviso dei rami o il collasso improvviso degli alberi. Questo però non significa che le piante non si debbano toccare.Uomini e alberi devono poter convivere, anche nei contesti urbani.
Ma questo è un motivo in più per fare delle potature corrette, con cognizione di causa, per evitare di creare danni ancora maggiori per la cittadinanza, oltre che per la salute stessa degli alberi e di quel po' di natura rimasta a margine di piazze, strade, parcheggi e marciapiedi.
Le piante sono esseri viventi, che come noi vivono, si sviluppano, si ammalano, soffrono, lottano per la sopravvivenza, e interagiscono con gli altri esseri viventi. Ma soprattutto aiutano la qualità della nostra vita, mostrando una capacità, che non uguali in natura, di entrare in simbiosi con l'uomo, gli animali, il terreno, funghi e microrganismi, secondo un'intelligenza che sfugge alla nostra capacità di comprensione.
La definizione di piante “ornamentali” è piuttosto riduttiva, relega la loro funzione ad una questione estetica, o di pubblico decoro. Si dimentica troppo spesso che la presenza della vegetazione in aree urbane è indispensabile per la purificazione dell'aria, la regolazione del clima, la difesa del suolo dall'erosione e la riduzione dell'inquinamento acustico.
Un solo grande albero assorbe 150 chili di CO2 all'anno, filtrando anche le polveri sottili emesse dal traffico veicolare, dalle industrie e dalle caldaie domestiche. Lo stesso albero, assimilando circa 5000 litri di acqua all'anno, contribuisce a mantenere il sottosuolo asciutto, pronto a impregnarsi di altra acqua piovana.
Allora non si continui con capitozzature o abbattimenti di alberi che purificano il perimetro urbano o per lo meno spiegare le giuste cause a farlo.

ROGGIA CURNA: SEMPRE BRUTTE NOTIZIE PER IL PAESE BELLO DA VIVERE
L'assessore ai lavori pubblici del Comune di Bergamo appartiene alla categoria di quelli che non s'addormentano sulle cose da fare –meglio se attraverso generosi appalti- ed hanno stampato nel proprio DNA l'idea che quando sei nominato assessore, automaticamente Dio ti ha infuso della Grazia.
Su questa pagine avevamo sollevato diverse volte come il tombotto di scarico di troppo pieno della Roggia Curna che sottopassa via Astino (50 mt a nord del semaforo di via Longuelo) lungo via Bellini fino a sotto passare la Rotonda Locatelli per gettarsi nella Roggia Serio Grande doveva essere ispezionato per verificarne lo stato e soprattutto “quanto” fosse otturato dal materiale che vi si era accumulato. Ricordiamo che il Brembilla ci aveva risposto a muso duro su FB che il tombotto (su buona parte del quale ci hanno anche costruito dei passaggi auto) era perfettamente a posto e scaricava come doveva. Infatti!.
Ecco cosa scrive il Bugiardino a seguito di comunicato apposito dell'assessorato: “Nei mesi scorsi, dalle inda­gini dei tecnici del Comune e del Consorzio di Bonifica è emerso il degrado delle strut­ture e delle sponde dello sca­ricatore di Astino. Un situa­zione che richiede la messa in sicurezza urgente. Il Comune spiega che il degrado è dovuto al fenomeno dello spalling. «Ovvero—dice l'amministra zione — l'espulsione del co­priferro di calcestruzzo delle barre d'armatura della soletta del canale: la causa del feno­meno dello spalling risulta essere la corrosione delle bar­re d'armatura, dovuta sicura­mente alla carbonatazione del calcestruzzo». Durante l'inter­vento si dovranno consolida­re, rinforzare e ricostruire i vari tratti degradati della so­letta dello scaricatore della Valle d'Astino. Poi si dovrà proteggere tutta la soletta, in modo che possa resistere nel tempo agli agenti atmosferici, alle alghe e alle muffe. Negli ultimi anni — dice l'assessore ai Lavori pubblici, Marco Brembilla — le preci­pitazioni in città hanno as­sunto caratteristiche molto diverse rispetto a quelle dei decenni scorsi ed è necessario intervenire per prevenire ulte­riori disastri come quello del 2016 tra Longuelo e il Villag­gio degli Sposi».
Breve spiegazione scientifica.
L'aggressione dovuta alla C02 può manifestarsi in diversi modi in relazione al contesto. La carbonatazione è la causa di degrado più comune a cui è legata la porosità della struttura in calcestruzzo armato. Più il calcestruzzo è poroso e più risulta permeabile all'anidride carbonica (C02), all'ossigeno e all'umidità presenti nell'atmo sfera.
Il fenomeno diventa estremamente pericoloso per i ferri d'armatura che vengono a trovarsi in un ambiente acido.
Normalmente nel calcestruzzo, grazie alla calce che si forma per idratazione del cemento, il pH risulta for­temente basico (pH circa 13) e i ferri vengono così passivati e protetti dall'ambien te alcalino tramite la formazione di un film passivante di ossido di ferro mol­to aderente e impermeabile che impedisce l'ulteriore ossidazione.
Quando lo strato copriferro in calcestruzzo viene pe­netrato dalla C02 la calce viene neutralizzata con for­mazione di carbonato di calcio che diminuisce il PH iniziando così la corrosione del ferro.
La ruggine che si forma con l'ossidazione dei ferri crea un aumento di volume che fa lavorare il calcestruzzo a trazione sino a provocare il distacco dello strato copriferro a causa di questo carico tensionale di spin­ta (spalling). I ferri affioranti vengono esposti ad una corrosione veloce che provoca il deterioramento rapi­do del calcestruzzo compromettendo così la stabilità stessa delle strutture.

Che una soletta di calcestruzzo antica di 50-60 anni abbia gli stessi problemi come sul viadotto di Boccaleone è la scoperta dell'acqua calda dal momento che in quegli anni la qualità dei materiali –calcestruzzo e ferro delle armature- non era standardizzata com'è oggi ed anche l'esecuzione avveniva con maggiore approssimazione.
La questione è che quello scarico, inizialmente scoperto, è stato via via coperto perché dentro ci finivano illegalmente anche delle fogne e gli abitanti si lamentavano. La copertura del canale consentì la creazione di una stradina comoda anche per  alcune abitazioni.
Adesso però viene il bello perché per ripulire le pareti e la soletta del tombotto bisognerà prima di tutto sgombrare il materiale ivi accumulato e poi via: quindi lavoro UNO sgombrare il materiale e lavoro DUE scrostare il cemento e lavoro TRE applicare il materiale nuovo.

Sarà interessante verificare chi si infila li sotto in gallerie lunghe parecchie decine o centinaia di metri per eseguire quei lavori.. ed a che costi…

La pulizia e il restauro di quel tombotto è anche un segnale per i Comuni di Mozzo e Curno dal momento che – tombotto per tombotto-  ne hanno uno anche loro –un poco più piccolo- che li interessa ed è quello che viene chiamato “scaricatore della Cascina Lupo” che parte nei pressi della  omonima cascina (Trattoria  Lozza ) ed arriva nei pressi del passaggio a livello di via Fermi per deviare lungo la ferrovia verso est fino a sfociare nello scaricatore di Astino.

IL STTOPASSO DI VIA ROMA ALLA FERROVIA
A titolo di curiosità il sottopasso pedociclabile di via Roma al posto del passaggio a livello (chiuso) dovrebbe essere un tunnel largo tre metri ed alto 340 cm e sarebbe lungo 33,5 mt.  Il pavimento dovrebbe stare 480 cm più in basso dei binari. Il corsello dovrebbe avere (lex dura lex) una pendenza compresa tra l'8% e il 12% ragione per cui le rampe dovrebbero essere lunghe dai 40 ai 60 metri. Divertenti i 40 mt. Pare che l'ass. Conti non abbia gradito l'idea del buco 3x3,4mt ed abbia in mente qualcosa di grandioso e fantasmagorico: speriamo non replichi Largo Vittoria sennò restiamo nelle pettole.In effetti un buco largo solo tre metri ci lascia assai perplessi e lo immaginiamo largo almeno il doppio, rigorosamente diviso da una arnella in due  percorsi separati. La soluzione prospettata nella foto dei muretti laterali  fatti di “culem del Bremb” invece ci pare su intoni abbastanza con quel che si trova sotto terra e nel fiume. Lungo i muretti ricaverebbero anche un paio di panchine per lato un po' incassate rispetto al filo del muro. Il problema è che questo sottopasso a Curno non può essere diritto perché a sud della ferrovia lo scivolo dovrebbe stare  sul lato del municipio mentre a nord dovrebbe stare sul lato opposto al mulino. Questo per garantire gli accessi carrali agli abitanti di via 11 Febbraio. Il disallineamento degli scivoli rispetto al sottopasso ACCENTUA il problema  della sicurezza personale di chi vi passa nelle ore notturne. La nostra idea? Istallare nel sottopasso (largo sei metri...) uno schermo da 100pollici che riproduce continuamente le immagini delle due telecamere che vedono i passanti. Come dire: Dio ti vede.