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NUMERO 365













































Per conoscere le informazioni
occorre sempre fare le interrogazioni?
Non si possono dare anno per anno
evitando polemiche inutili?
Sopratutto: non sarebbe il caso di specificarle meglio?






Tenendo conto che il Prodotto Interno Lordo (PIL) dell'Italia è quasi 1.700 miliardi di euro, si può calcolare che le attività finanziarie degli italiani sono 2 volte e mezzo il PIL annuo. Questo indice di 2,5 è molto significativo, poiché colloca l'Italia in vetta alla classifica dei più importanti Paesi Europei. Infatti, la Francia ha un rapporto 2,2, la Germania 1,8.



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Il consigliere leghista Cavagna presentò una interrogazione avente ad oggetto "Ricevimento di segnalazioni relative al malfunzionamento dello Sportello Lavoro - Energheia" nella seduta consigliare del 23 marzo 2017. A distanza di meno di un mese l'assessore Gamba (Risorse umane, Attuazione del programma, Politiche sociali e delle famiglie, Rapporto con il volontariato di concerto con l'ass. Cavagna (Politiche per il sostegno e lo sviluppo delle attività produttive e commerciali, Manutenzione del patrimonio comunale, Protezione civile) hanno risposto all'interrogazione dando faticosa lettura di un documento di DIECI pagine che trovate QUI.
Al termine della risposta dei due assessori leggiamo che:''Obiettivo Curno" ha deciso, con motivazioni infondate e calunniose dell'operato dell'Amministrazione Comunale e della Commissione Lavoro, di dimettersi dalla Commissione Lavoro dimostrando in questo modo che il lavoro non era una priorità per Obiettivo Curno. L'interesse ritorna ora, strumentalmente, in campagna elettorale con i "soliti" toni insolenti e calunniosi e con affermazioni qualunquiste e non documentate.
Comunque "non tutto il male viene per nuocere" e quindi ringraziamo "Obiettivo Curno" che con l'interrogazione ci ha dato l'opportunità di illustrare quanto lavoro è stato svolto in questi anni. Se lo avessimo fatto autonomamente saremmo stati sicuramente "tacciati" di superbia e di voler sfruttare a fini elettorali quanto fatto”.  Seguono le firme dei due assessori.
Tanto per essere precisi la lettura del documento è stata fatta in aula dall'ass. Gamba.




La terza osservazione è che nonostante abbiate speso dieci pagine di risposta, vi siete dimenticati di qualche riflessione (critica? non sia mai!) sul vostro stesso operato. In buona sostanza alla fine dei cinque anni, numeri alla mano, tutto il vostro  interesse e priorità verso le necessità lavorative dei cittadini disoccupati s'è risolto – leggiamo su BG Post la dichiarazione dell'ass. Cavagna- che  «i cittadini disoccupati hanno potuto godere di formazione gratuita per più di 48mila eu­ro». Cioè «il pubblico» avrebbe finanziato la società del servizio 48mila euro per fare i corsi a 139 cittadini,  e la società ha ricevuto anche i 5mila euro ogni anno di compenso del comune ?.
In dieci pagine vi siete dimenticati di specificare:
- Se voi siete stati così abili di farvi somministrare dalla società corsi per 38mila euro pagandoli SOLO 25mila. Cinquemila per cinque anni.
- Se i 38 mila euro non siano stati invece pagati da qualche ente statale alla società.
- Quanti dei corsisti abbiano concluso i corsi con un posto di lavoro ancorchè temporaneo.

Detto questo, riguardo al tono  che usate verso l'opposizione e nelle vostre risposte, vi ricordo un episodio che non potete conoscere vista la vostra relativa gioventù.






Il titolo è sicuramente enfatico: "la ricchezza della nazione". Stiamo parlando dell'intervento del 30 marzo scorso di Ignazio Visco, Governatore della Banca d'Italia, presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato, che evidentemente ricorda il classico "la ricchezza delle nazioni" di Adam Smith, pubblicato oltre due secoli fa.
Anche il sottotitolo è significativo:
"Educazione finanziaria e tutela del risparmio".
La relazione prende le mosse dall'effettivo risparmio degli italiani, per capire qual è il livello di ricchezza della nazione. Visco anzitutto riporta alcuni numeri generali: la ricchezza complessiva delle famiglie italiane è stimata circa 10 mila miliardi di euro (quasi 5 volte il debito pubblico), di cui 6 mila in beni immobili e oltre 4 mila in attività finanziarie.
Che gli italiani abbiano una propensione ad investire nel mattone è un dato noto: il 73% delle famiglie abitano in case di proprietà (fonte Eurostat). In Francia sono il 64,3% e in Germania soltanto il 52,6%.
Il dato che sorprende è invece quello relativo ai beni mobili, cioè contanti, conti in banca, titoli di stato, obbligazioni, azioni, assicurazioni e fondi pensionistici. Tenendo conto che il Prodotto Interno Lordo (PIL) dell'Italia è quasi 1.700 miliardi di euro, si può calcolare che le attività finanziarie degli italiani sono 2 volte e mezzo il PIL annuo. Questo indice di 2,5 è molto significativo, poiché colloca l'Italia in vetta alla classifica dei più importanti Paesi Europei. Infatti, la Francia ha un rapporto 2,2, la Germania 1,8.
Insomma, gli italiani mediamente sono più ricchi dei francesi e dei tedeschi, sia per il valore delle abitazioni sia per la quantità di denaro disponibile o investito.
Non è tutto. Anche considerando l'attività finanziaria negativa, cioè i debiti contratti dalle famiglie, il risultato dell'Italia non è peggiore degli altri Paesi. Infatti, Visco ha affermato: "sulla ricchezza finanziaria netta delle famiglie incidono ovviamente anche le passività finanziarie, rappresentate in misura prevalente dai mutui immobiliari. In termini aggregati esse restano contenute nel confronto internazionale: pesano per il 60% del reddito disponibile, contro valori vicini al 100% nella media dell'area dell'euro". La stima del debito complessivo delle famiglie italiane è inferiore ai 1.000 miliardi di euro. Il che significa che l'attività finanziaria netta resta positiva per oltre 3.000 miliardi di euro.Da questi dati si può desumere che gli italiani sono in genere bravi risparmiatori e sono mediamente molto ricchi. Questa fotografia oggettiva non sembra coincidere con la perce zione soggettiva che gli italiani hanno di sé stessi.



Diversificare i portafogli, ricercare le migliori opportunità per impiegare i risparmi, sono operazioni che richiedono valutazioni a volte molto complesse. La tecnologia ha reso più facile accedere a nuovi prodotti e servizi finanziari di cui è necessario conoscere le specificità; nello stesso tempo sono aumentate le interconnessioni tra i mercati con un incremento, di cui spesso si ha poca consapevolezza, delle correlazioni e dei rischi di contagio tra i diversi strumenti. Stanno inoltre mutando, sotto la spinta dei cambiamenti demografici e delle conseguenti innovazioni normative, le forme di allocazione del risparmio pensionistico, con il trasferimento di una parte crescente dei rischi sui lavoratori".
Questo scenario pone evidentemente un problema di controllo, che è una delle funzioni di Banca d'Italia. Su questo punto, però, Ignazio Visco tende a scaricare le responsabilità, mettendo le mani avanti. Infatti, nel suo intervento al Senato, così ha esordito: "Alla tutela del risparmio e alla salvaguardia delle disponibilità finanziarie dei cittadini sono certamente oggi chiamate la regolamentazione e la vigilanza sul sistema finanziario. La rapida evoluzione delle strutture economiche e sociali intervenuta negli ultimi anni ha indebolito, tuttavia, la capacità dei vincoli posti ai comportamenti degli operatori finanziari di assicurare una tutela sostanziale degli interessi del risparmiatore".
Se anche la Banca d'Italia si sente debole rispetto alla globalizzazione finanziaria e alla complessità del sistema, pare difficile dare applicazione all'art. 47 della Costituzione, nel quale si afferma che "la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito".D'altra parte ha ragione il Governatore Visco quando sottolinea che "è quindi necessario innalzare il livello delle competenze finanziarie dei cittadini con un'azione diffusa e organica di informazione e di educazione che consenta loro di valutare il più correttamente possibile opportunità e rischi delle scelte di investimento.






































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































Varrebbe la pena che l'ass. Gamba ed anche l'ass. Cavagna, oltre a scrivere e leggere con toni evidentemente alterati le risposte alle interrogazioni facessero qualche riflessione sul contenuto politico delle loro risposte.

Anche questo blog  ha ricevuto nel tempo quattro lamentele circa il funzionamento del servizio ed abbiamo sempre risposto “rivolgetevi agli assessori Gamba e Cavagna e raccontate il vostro disguido”.
Nemmeno  vogliamo fare una difesa d'ufficio del consigliere Cavagna, visto che lui “può parlare” in consiglio comunale  mentre noi possiamo scrivere una pagina del blog.







Le istituzioni hanno certamente un ruolo centrale nell'attivazione di questo processo di informazione e di formazione; ad esso deve corrispondere la partecipazione attiva dei risparmiatori". Infine, c'è una considerazione non banale, che contrasta con il ritmo dell'alta velocità degli scambi borsistici: "In una società in cui cresce la longevità dei suoi componenti aumenta l'importanza di poter compiere scelte di risparmio e di investi mento finanziario lungimiranti e consapevoli". Per tutelare il risparmio














































































































































































































































































Fatto questo quadretto facciamo tre osservazioni alla sindaca Serra ed anche ai due assessori Cavagna e Gamba (in o.a.).
La prima è che il giovane  consigliere Cavagna non è andato a scuola fino a vent'anni sotto i ponti o in strada ma nelle scuole della repubblica italiana e quindi se proprio é un asino un maleducato un ballista accusatore, farei qualche riflessione “estesa” sul sistema educativo italiano.
Forse non ha frequentato le scuole con la vasca dell'idromassaggio, ma se è questa la ragione della sua “maleducazione” ce n'è pure per Serra, Cavagna e Gamba.
La seconda è che – come riconoscono strumentalmente anche i due ass. Cavagna e Gamba (in o.a.) nel penultimo capoverso del loro quaresimale, se le informazioni che danno nelle nove pagine precedenti fossero state date “nel corso del tempo” allora si che avrebbero potuto accusare  il giovine Cavagna di usare “i "soliti" toni insolenti e calunniosi e con affermazioni qualunquiste e non documentate”.
Testo e toni peraltro scritti e usati  anche qualche riga prima.
Quindi se  chi amministra NON informa i cittadini e i consiglieri dell'andamento delle cose e li si informa a frittata cotta e scodellata, la colpa della disinformazione non è dei cittadini e consiglieri ma di chi governa.
Cioè della giunta Serra.

E non vale nemmeno scrivere che ''Obiettivo Curno ha deciso, con motivazioni infondate e calunniose dell'operato dell'Amministrazione Comunale e della Commissione Lavoro, di dimettersi dalla Commissione Lavoro dimostrando in questo modo che il lavoro non era una priorità per Obiettivo Curno” dal momento che la giunta Serra ha sempre utilizzato le commissioni come cassa di risonanza delle proprie decisioni con la “finzione” della condivisione.
Della serie: voi parlate parlate che tanto poi siamo noi a decidere.





Ai tempi di Lodetti sindaco con le sedute del consiglio comunale nell'atrio della Rodari essendo ri-costruzione l'attuale municipio, Lodetti se ne uscì con queste affermazioni rivolte alla minoranza comunista: “sono orgoglioso di essere anticomunista e di combattere il comunismo di cui voi siete portatori ecc. ecc.”. Non è difficile immaginare la «tirata».  Mario Cavagna consigliere del PCI (non ha alcuna parentela coi due Cavagna oggi in consiglio comunale) rispose: “noi qui non rappresentiamo noi stessi ma siamo qui in forza di un mandato di molti cittadini di Curno e lei – come sindaco- non può dichiararsi avversario di una consistente parte dei cittadini perché  democristiani o comunisti o socialisti che siamo, siamo italiani e come tali abbiamo la stessa cittadinanza. Lei è sindaco DEI cittadini non CONTRO  molti dei cittadini”.

La finiamo qui perché siamo davvero scocciati di dovere ricordare tutte le settimane a degli amministratori  l'ABC della democrazia. Anche perché non abbiamo una laurea e quindi....









































Ad esempio è difficile credere davvero che i francesi e i tedeschi siano più poveri. Eppure è così.
C'è un altro dato interessante, che caratterizza gli italiani: dei 4.000 miliardi di euro di attività finanziarie, la cifra investita in azioni di società quotate in Borsa è soltanto del 2,2%, mentre in Francia si tratta del 4,6% e in Germania del 5%. Insomma, le famiglie italiane non ripongono molta fiducia nelle quotazioni dei listini di Piazza Affari. Anche gli strumenti assicurativi e i fondi pensione non godono di molta fiducia: in Italia raccolgono il 21% della liquidità, mentre in Francia siamo al 36,7% e in Germania al 36,9%. In definitiva, gli italiani sembrano investitori molto accorti (o conservatori), che puntano prevalentemente sui depositi bancari e postali (30,9%) e sui titoli di stato (10,7%).
Proprio su questo punto, però, si sofferma la relazione del Governatore Visco: "Bisogna infatti tenere conto dei cambiamenti importanti che hanno interessato la composizione della ricchezza finanziaria. Rispetto al passato i risparmiatori hanno aumentato gli investimenti in strumenti finanziari che, a fronte di rendimenti più elevati rispetto ai depositi bancari e ai titoli di Stato, comportano l'esposizione a rischi di varia natura: rischi di credito, di mercato, di liquidità, di controparte.







occorre avere uno sguardo nitido e presbite, senza lasciarsi ingannare da proposte poco trasparenti e interessi molto alti, che nascondono sempre rischi elevati. Il risparmio, si sa, non va d'accordo con l'azzardo, nemmeno con quello finanziario.

Rocco Artifoni
www.genuine.it