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NUMERO 292







































Lettera da un giovane del Pd: cari politicanti, una volta per tutte andate via

di Andrea Viola

Diciamo la verità. D'Alema e Bersani hanno francamente rotto le scatole. Hanno sempre basato la loro carriera politica occupandosi non di una vera proposta di governo dell'Italia ma solo ed esclusivamente della supremazia all'interno del loro partito. Prima nei Ds e ora nel Pd. Il tutto creando sempre enormi danni al centrosinistra, ma con sempre e solo un unico pensiero: la gestione del potere interno. Mai D'Alema e Bersani hanno vinto una elezione politica, ma hanno sempre occupato con i propri uomini, le poltrone pubbliche nelle variegate istituzioni.
Emblematico il convegno di oggi, primo febbraio, a Cagliari. D'Alema interverrà per parlare di geopolitica ma inevitabilmente anche di congresso insieme al Presidente della Fondazione del Banco di Sardegna, Antonello Cabras. (ex parlamentare, nominato a capo della fondazione proprio grazie all'amico D'Alema)
D'Alema e Bersani hanno portato avanti riforme o qualcosa di utile per il Paese? Di D'Alema ricordiamo certamente la nascita del famoso inciucio della Bicamerale con Berlusconi.
Insomma, a mio parere, si tratta di politicanti di mestiere che solo politica hanno fatto nella vita. Chiediamo loro cos'è il lavoro vero: sanno fare qualche mestiere?
E quando qualche giovane organizzato, ad esempio Matteo Renzi, è riuscito a spodestarli dalla segreteria… apriti cielo.
Prima come al solito lo hanno logorato ai fianchi cercando di bloccare ogni riforma. Poi lo hanno boicottato pubblicamente parteggiando per la vittoria del No al referendum costituzionale e, infine, festeggiando e brindando alla notizia delle dimissioni di Renzi da presidente del consiglio.
Ora, Bersani e D'Alema vorrebbero anche cambiare le regole dello Statuto del Pd e anticipare il congresso prima del voto per le politiche.
Motivo? Semplice. Hanno paura di non far più parte del gioco. Poco importa la politica per il bene comune. E poi, i senatori stessi avrebbero potuto realmente votare per abolire il Senato?
Ecco poi la grande minaccia. Se non fai il congresso subito o non ci dai i posti in Parlamento, noi facciamo un altro Partito.
E sì che l'Italia non vede proprio l'ora di un “nuovissimo” partito di D'Alema e Bersani. Si sono dimenticati dei loro fallimenti politici? Poco importa che un eventuale loro partito non potrà mai andare al governo.
La loro idea è sempre la stessa. Non interessa governare il Paese ma sempre e solo il partito.
Tanto cosa cambia per loro? Una volta occupato il posto, non devono sprecarsi a governare. Devono ogni tanto fare finta di opporsi a qualcosa in modo da arrivare al vitalizio e alla pensione. Niente stress di governo e via lisci.
Francamente di politicanti, noi giovani del Pd ci siamo rotti veramente i santissimi. Fatela questa scissione. Andate via. Non ci metteremo a piangere. Chiamatevi come volete. Dite che siete i più comunisti del Mondo e siete con i poveri lavoratori. Ditelo dal vostro salottino e con la solita vostra prosopopea.
Ma fatelo una volta per tutte. Fate una bella riunione di quelli sempre più a sinistra. Di quelli che vogliono parlare solo per parlare male del proprio segretario.
Fatelo: ci libereremo e divertiremo.
La porta è aperta.
Accomodatevi fuori.

Andrea Viola
Huffington Post Italia









L'Ulivo: ieri tradito, oggi rimpianto
In questi giorni viene ricordata come una sorta di “età dell'oro” della sinistra italiana, ma quando l'Ulivo era in campo, tra il 1995 e il 2008, quasi tutti i leader provenienti dal Pci minarono quella proposta politica

L'Ulivo? Sembra essere diventata una sorta di ”età dell'oro”. Soprattutto per Pier Luigi Bersani, già ministro nei due governi Prodi, ma anche esponente di punta di quella corrente politico-culturale che viene dal Pci e che ha dato vita a partiti in continuità con quella tradizione, il Pds e i Ds. Da qualche settimana è tutto un fiorire di nostalgie evocative: «Serve un nuovo Prodi», «Se Renzi va alle elezioni, nasce un nuovo Ulivo». Ora è un'esperienza rimpianta, ma quando l'Ulivo era in campo, tra il 1995 e il 2008, quasi tutti i leader “comunisti” minarono quella proposta politica. Nel 1998, dopo che Rifondazione ebbe ritirato il suo appoggio al primo governo Prodi,







Vincere o morire! è uno slogan tutt’altro che rassicu rante e bene augurante ma in buona sostanza è il retro pensiero del fiorentino. Perché lui mira proprio a raggiungere -da solo col PD o in una compagnia allarga ta-quella percentuale per garantirsi la maggioranza parlamentare di qui e di la.
Del resto gli italiani  hanno dimostrato il 04 dicembre un voglia di inciucismo malamen te mascherata da finto democraticismo ragion per cui... o di qui o di la.
Più concretamente la casta (allargata...) mira a terminare la legislatura nel 2018 per pagare i debiti contratti per la campagna elettorale e poi perché meglio appartenere alla casta che ritornare perfetti sconosciuti e spesso ottimi falliti nella vita quotidiana.
Per allungare i tempi ci si mettono tutti: perfino Napolitano che ha il posto garantito a vita. Ed è tutto dire.
Stando dall’altra parte a noi pare che nessuno dei grandi e piccoli raggrupp amenti presenti nel Parlamento attuale abbiano idea di come far ripartire l’econo mia italiana. Che poi di economie ce ne sono due. Una che cammina già in mezzo al caos europeo e mondiale ed un’altra parte -la maggior parte purtroppo- che non sa che fare. Se non avere davanti la certezza che la sua storia è finita.
Non è solo «spaccato» in due la struttura produttiva del paese ma anche la società perché gran parte di essa, nonostante cincischi coll’ifone, in realtà non sa fare nessun altro mestiere che fare niente. Non dice nulla il fatto che crescano soltanto i lavoratori anziani, un po’ per l’effetto
































































































































































































































































































































































































































































































Fornero e un po’ perché sono gli unici che sanno fare ancora qualcosa dei vecchi mestieri?
La «casta» allargata non sa che fare tranne  conserv are se stessa coi propri privilegi perché non sa che indirizzi dare al siste ma paese tranne affogarlo di regole che servono soltanto a garantire profit ti evasi a singole catego








































































































































































































































































































































rie. Specie quelle che gri dano forte.


Più che probabile che l’idea del fiorentino di forzare vittoriosamente la sfida elettorale sia l’unica soluzione per un paese  che ha sempre due piedi puntati sul freno e che ha allevato dei veri campioni di inutilità e sopravvivenza politica ma le elezioni sono un terno al lotto salvo poi chiamare in onda gli acher russi.
Non sono solo l’attuale Parlamento e classe politi ca che vanno messi contro il muro (intendetela giu sta, neh!!!) e costringerli a scelte






























































































































































































Segnatevi la data perchè se le trombe suonano con un mese di anticipo vuol dire che comincia la campagna elettorale.
Come al solito queste assemblee convocate alle dieci di sabato mattina sono materializzazioni dello spirito che servono alla giunta di giustificarsi (abbiamo fatto tot assemblee pubbliche) e poi perchè sono adeguatamente sterilizzate: basta vedere orario, tempo di attesa, numero di argomenti... a meno che non ci si fermi a pranzo e dopopranzo non ci sarà tempo per niente. Come solito, saranno presenti i noti turibolari che "curano i confini" e quindi se qualche cittadino  si permette di fare domande fuori dal coro, subito verrà bacchettato.
Una sindaca che fa la guida turistica. Un'assessora esperta di slides e fogli di calcolo, un  assessore che fa il mestiere dal 1990 e questa sarebbe "comunicazione istituzionale"?
Del tema del riuso dell'ex scuola Rodari ne abbiamo parlato abbastanza. Adesso stiamo aspettando di vedere se la sindaca ha occhio solo per le "sue" scuole e le "altre" che restino in mano al buondio.








































































l'ex Capo dello Stato Francesco Cossiga offrì il proprio appoggio a quella esperienza a patto che si “sciogliesse” l'Ulivo: Romano Prodi e Arturo Parisi dissero no, Massimo D'Alema (nuovo presidente del Consiglio), Walter Veltroni (ex vice-premier col Professore e diven tato segretario Ds) e Pier Luigi Bersani (confermato ministro) dissero sì. Nella stagione che inizia nel 2005, col ritorno di Prodi in Italia dopo aver guidato la Commissione europea, l'Ulivo segna due passi avanti: nasce il Pd e la nuova leadership di verso Palazzo Chigi di Prodi viene investita con Primarie di coalizione.
 
Quando, nel 2008, il governo Prodi deve subire di nuovo la sfiducia di Rifondazione comunista, il Pd guidato da Walter Veltroni, anziché contrastare duramente quella mano vra che porta alla caduta del governo, stipula con i comunisti un patto di non belligeranza in vista delle successive elezioni anticipate. E nel 2013, quando si tratta di eleggere il nuovo Capo dello Stato, Romano Prodi è in Africa per una missione Onu e finisce per ritro varsi improvvisamente candida to alla presidenza della Repubblica, ma in un contesto del tutto casuale, stritolato in una guerra sorda tra i due principali notabili: Bersani (forte di un buon rapporto perso nale) lo candida dalla sera alla mattina e D'Alema che apertamente osteggia il Professore. Il resto è storia più recente: quando Giorgio Napolitano (nel frattempo ricon fermato Capo dello Stato) si dimette nel gennaio 2015, il segretario del Pd Matteo Renzi decide di tagliar fuori Forza Italia e il centro-destra e potendo candidare un esponente della propria parte, non chiede la disponibilità a Romano Prodi, troppo “ingom brante”. E anche Renzi ogni tanto citerà la stagione dell'Ulivo. Nei momenti di difficoltà. Esatta mente come gli ex comunisti. 

Fabio Martini
LA STAMPA





nette ma anche la gggente che beatamente quando c’è da mettere una  crocetta su SI/NO corre in massa e poi va a riscuotere la pensione per comprare BOT e pagare le schede telefoniche ai nipoti. Mentre se c’è informarsi o scegliere facendo  qualche ragio namento... rifiutano perfino di pensarci per colpa della... casta. Ovviamente. Sono forme di fascismo  gene tica mente pervasive dell’italiano medio sciatto e parassita e maggioritario.
Chiunque proverà ad avvertirlo che il domani sarà sempre peggio di ieri verrà messo in croce. Eppure è così perchè per l’italiano medio... dammi le statine.
Se l’avete capita o ce l’ho fatta a scriverla.

 





































































































































































































































































































































1- Abolizione del Senato e creazione di una camera di consultazione Stato- Provincie esclusivamente per via telematica.
2- Abolizione delle Regioni.
3- Collegi da 125mila elettori. La Camera é forma ta da 1 deputato ogni 100.000 voti ricevuti. Vale a dire se gli italiani votano in 47 milioni ci sarà una Camera di 470 deputati. Se votano 21 milioni ci sarà una Camera di 210 deputati.
4- Vincolo di mandato. Chi cambia casacca decade e viene sostituito dal primo eletto.
5- Turno unico.
6- Il candidato si può presentare in un solo collegio di 125.000 elettori. Primarie obbligatorie per la scelta del capolista.
7- Premio di maggioranza di 10 deputati alla lista o alla coalizione col maggior numero di eletti.



7- Premio di maggioranza Se  p.e. votano 30 milioni di italiani la prima lista o coalizione prenderà una maggioranza di 160 depu tati.
8- Nel caso che  la mag gioranza perda la metà + 1 dei deputati si torna alle urne.
9-I seggi di minoranza so no attributi proporzional mente. Non partecipano alla spartizio ne le liste presenti in meno di 20 collegi.
10- Ogni deputato eletto ottiene un rimborso spese di un euro per ogni voto guadagnato ogni anno o frazione di partecipazione alla Camera.
11- Il CdA della RAI è composto da 15 componenti nominati in parti uguali dalla Camera e dalle Associazioni dei Consumatori. Il presidente è scelto nel gruppo dei 15.