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Le diseguaghlianze sociali iniziano a dispiegare i propri effetti sulle chances di vita degli individui già prima della nascita. Le condizioni di salute dei genitori, e in particolare della madre, l'alimentazione di quest'ultima, gli stress cui è sottoposta a causa delle difficoltà economiche, incidono sulla salute prenatale e sulla mortalità infantile. Gli effetti della disuguaglianza, poi, continuano lungo tutto il processo di crescita se non sono adeguatamente contrastate da politiche che compensino gli effetti cumulativi degli svantaggi. Essere poveri da bambini e ragazzi, specie quando si combina con una bassa istruzione dei genitori, incide negativamente sulla salute e sullo sviluppo cognitivo. Ad esempio, una ricerca effettuata dall'Istituto Superiore di Sanità sui bambini della scuola elementare ha trovato che è obeso il 14,5% dei bambini i cui genitori hanno frequentato la sola scuola dell'obbligo, a fronte del 9,5% di quelli con i genitori diplomati e al 5,5% di quelli con i genitori laureati. I bambini sovrappeso e obesi sono inoltre molto più frequenti nelle regioni meridionali che in quelle centrali e settentrionali. Una distribuzione simile si trova per i bambini che non mangiano regolarmente frutta e verdura fresche.




L’interminabile discussione sulla legge elettorale non riscalda più di tanto perché l’unica arma che abbiamo in mano come elettori è non andare a votare. Diciamo subito che non abbiamo mai creduto a un inciucio sulla legge elettorale tra PD, FI e 5S perché mentre nel primo c’è solo l’interesse di Renzi and company di votare prima della legge di stabilità 2018 (e per Renzi tornare PdC) per il secondo è questione di valutare l’eredità (di voti) e quindi quanto farsela pagare al meglio dall’erede. Il terzo scommetto che si ritirerà perché la solitudine è stata finora l’arma vincente della loro esistenza ed anche perché anche li dentro c’è una lotta fraticida per la conquista del posto parlamentare.
Già un mese prima del deposito delle liste lo spread scatterà di 100 o 150 se non 250 punti e quindi hai voglia di schiodare la gggente da casa per andare a votare. Andrà al seggio col coltello tra i denti: altro che ISIS.
Diciamo subito che la proposta di legge avanzata da Fiano -metà e metà ma con 3/4 dei parlamentari scelti dalle segreterie- fa incazzare anche i morti.




Una vita inutile è una morte anticipata, diceva Goethe. Ma l'anticipo della morte può rendere inutile la vita già vissuta. È quanto sta accadendo alla XVII legislatura, da quando i partiti ne hanno decretato i funerali. Sogni di gloria che si trasformano in vergogne. Quanti sono i disegni di legge già approvati nell'uno o nell'altro ramo del Parlamento, che a questo punto cadrebbero nel nulla? La risposta può leggersi nel sito web di palazzo Madama: 364. Più precisamente, 193 leggi già timbrate dalla Camera, 171 dal Senato. Considerando che fin qui, nei quattro anni della legislatura in corso, le assemblee parlamentari sono riuscite a licenziare 290 leggi in tutto, ne deriva che il più è ancora da fare. Sicché lo scioglimento anticipato scioglie al contempo un'ambizione, a suo modo una promessa. Come un pescatore che getti in acqua la sua rete, dimenticando poi di ritirarla.
C'è insomma un costo giuridico, oltre che economico, in questa corsa verso il sacro lavacro delle urne. E c'è un costo politico. Perché impedendo alla legislatura di maturare i propri frutti, si dichiara fallita un'esperienza trascorsa sotto l'astro del Pd, lo stesso partito che adesso preme per l'anticipo del voto. E perché l'aborto di centinaia di leggi, dopo una prima gestazione conclusa con successo, è uno spot elettorale contro le elezioni, è un omaggio della politica nei riguardi dell'antipolitica, è un inno allo spreco. Sperpero di leggi così come di progetti, d'intelligenze, di talenti: forse l'unica palestra su cui ancora s'esercita il nostro agonismo nazionale.
Dice: però in quel calderone d'iniziative normative mezze cotte e mezze crude, c'è anche carne tossica, c'è qualche fungo velenoso. Vero, per esempio quanto al reato di tortura. Con 28 anni di ritardo rispetto alla ratifica della convenzione Onu, il Senato ha approvato un testo che degrada la tortura a reato comune; che reclama prove impossibili sulle «sofferenze psichiche » inflitte al torturato; che vieta le torture ripetute, quindi una volta sola sì, in quel caso la tortura è lecita, legittima. Una beffa, tanto che lo stesso promotore del disegno di legge (Luigi Manconi) nella votazione finale si è astenuto.








































































































































































































































































































































































Secondo l'Indagine Istat sulla salute, i bambini e ragazzi che vivono in famiglie con scarse risorse economiche non effettuano neppure una visita pediatrica, oculistica o dentistica nel corso di un anno in percentuale molto maggiore dei loro coetanei che appartengono a famiglie con più risorse (e un terzo di tutti i bambini nel Mezzogiorno non va mai dal dentista).Rischiano perciò che ci si accorga tardi di eventuali disturbi che sarebbero facilmente correggibili se affrontati per tempo. I bambini e ragazzi (e ancor più le bambine e ragazze) che vivono nelle famiglie più disagiate e abitano nel Mezzogiorno fanno anche meno attività sportive. La povertà economica, una alimentazione inadeguata e la mancanza di attività sportive, unitamente all'assenza di attività di tempo libero, hanno un effetto negativo anche sullo sviluppo cognitivo. Il 47% dei quindicenni in famiglie svantaggiate non ha le competenze matematiche proprie della sua età, rispetto al 9% dei coetanei meno svantaggiati. Per la capacità di comprensione linguistica i dati sonorispettivamente 47%















































































































































































































































































































































































































Se la legge resta siffatta, c’è da sperare che vincano i pentastellati... per vedere l’effetto che fa sul rimbambito fiorentino e l’altrettanto rimbambito brianzolo. Sperando che il primo se ne torni definitivamente a casa e il secondo prenda una botta dalla Corte di Strasburgo.









Eppure meglio poco che niente. Il poco in futuro potrà crescere, come un bambino quando s'affaccia al mondo; ma se non nasci, non diverrai mai adulto. È infatti questo il lascito dell'interruzione anticipata della legislatura: un cimitero di diritti negati, di riforme tradite. Innanzitutto quelle su cui ha puntato l'indice Mario Calabresi: il biotestamento, la legge sulla cittadinanza, il codice antimafia, la legalizzazione

















































































































































































































e 6%. I figli di stranieri e coloro che vivono nel Mezzogiorno sono in netto svantaggio. Difficile pensare che questo enorme svantaggio sia recuperabile successivamente, laddove un intervento precoce e continuativo sembra viceversa avere una significativa efficacia. Ad esempio, a parità di cattive condizioni economiche, l'aver frequentato almeno un anno di nido ha effetti positivi sullo sviluppo cognitivo a quindici anni.
Lo stesso vale per il tempo pieno scolastico, come modalità per arricchire il curriculum della crescita dei bambini più svantaggiati, non solo intensificando l'apprendimento curriculare, e garantendo almeno un pasto al giorno nutrizionalmente adeguato, ma anche offrendo la possibilità di attività extracurriculari anche a chi ha genitori che non possono permetterselo e/o non ne vedono la necessità. Come ha documentato una ricerca di Save the Children sulla povertà educativa, partecipare ad attività extracurriculari (sportive, di volontariato, musicali, teatro, visite museali ecc.) a parità di condizioni economiche della famiglia migliora le competenze cognitive.
Appartenere a una famiglia a basso reddito incide anche sulla normale socialità dei bambini e ragazzi. Secondo i dati dell'Indagine europea sulle condizioni socio-economiche (EU-Silc), oltre il 10% dei minori (il 16% nel Mezzogiorno) non può partecipare a gite scolastiche o a eventi a pagamento organizzati dalle scuole, l'11% (il 15% nel Mezzogiorno) non dispone di uno spazio adeguato per studiare, il 7% non può invitare amici a casa propria per giocare e far merenda insieme o festeggiare il compleanno.
Queste disuguaglianze di condizioni di vita e opportunità di sviluppo tra bambini e ragazzi non sono solo le più ingiuste. Sono anche uno spreco di capitale umano. Per contrastarle occorrerebbero politiche di intervento precoce e continuativo su più fronti. Si dovrebbe investire di più e meglio — in dotazione di servizi sanitari, sociali ed educativi, scuole, infrastrutture sportive, ecc. — là dove le risorse, non solo economiche, famigliari sono più modeste e la povertà più diffusa. Purtroppo, invece, non è sempre così. La geografia disegnata dalle opportunità offerte dalle politiche pubbliche, ad esempio, mostra che queste troppo spesso si sovrappongono alle disuguaglianze invece che ridurle, trasformando così le disuguaglianze di partenza in disuguaglianze di destino.

Chiara Saraceno /La Repubblica





Mi pare però che questi trafficoni e traffichini della legge elettorale stiano tutti aspettando i risultati della prossima tornata elettorale dell’11 e 25 giugno.
Ovviamente l’attendiamo anche noi con l’idea che  le liste  di centrosinistra abbiano la meglio, però stampa e TV presentano un Paese in pieno marasma e con una ancora forte crisi economica e lavorativa e pertanto meglio non aspettarsi troppi miracoli.
Ovvio che se il risultato dell’11 giugno confermerà la tenuta se non il successo -specie dopo il secondo turno del 25 giugno- delle liste di centrosinistra ed assimilabili, il Renzi non lo frena più nessuno.
Normalmente le attese pre elettorali sono preoccupate mentre stavolta le sento e le vedo assai rancorose. Proprie di un Paese che ha voglia di lavorare e studiare mentre deve sbattere continuamente la testa contro il muro del nulla.

A livello locale hanno pubblicato le tre liste elettorali definitive e su 39 candidati si trovano tra i 15-20 cognomi di famiglie già presenti in paese al momento della nascita della Repubblica. Nonostante che dal migliaio di abitanti post bellico siamo arrivati prossimi agli ottomila abitanti, la rappresentanza politica sembra ancora appannaggio delle antiche famiglie. Nelle liste non vi si legge o trovano però ne le passate mescolanze tra classi quanto piuttosto una forte rappresentanza delle classi medio e medio basse impoverite dalla crisi. Significativo che per trovare operai o casalinghe occorra cercarli nelle liste di centrodestra.

La "cosa comune" con la vittoria del centrodestra leghista sarà in mano di una classe sociale mediana in cerca di nuova affermazione e successo. Con la vittoria di Vivere Curno torneranno i vecchi assessori e il resto a fare le belle figurine com’era ai tempi della Serra. Male che vada gli troveranno un buon posto di lavoro.


































































































































































































































































della cannabis, il nuovo processo penale, oltre all'introduzione del reato di tortura. Sei grandi questioni in cui risuona una domanda di diritti espressa ormai da tempo dalla società italiana. Ma le occasioni perse riempiono un calendario, come chiunque può osservare spigolando fra le 364 leggi votate già in una Camera o nell'altra. La legge sull'omofobia. Quella sulle toghe in politica. L'abolizione dei vitalizi. La legittima difesa, sostenuta da oltre due milioni di firme. Il diritto al cognome. La donazione del proprio corpo alla ricerca. E via via, mentre la legislatura vola via.
Sicché in ultimo ti monta in gola un dubbio: ma questi, facevano sul serio prima o fanno sul serio adesso? I nostri parlamentari ci credevano davvero, passando un anno intero (364 giorni) a esprimere un sì definitivo sulle 364 leggi che ora mandano definitivamente al macero? Probabilmente no, non ci credevano; in politica l'ingenuità è vietata. Nella maggioranza dei casi sapevano già che quelle leggi sarebbero rimaste in mezzo al guado. Ma le hanno approvate lo stesso, sia pure a metà, per mostrare i muscoli dinanzi agli elettori. Giacché con mezza legge vincono tutti: il fronte dei favorevoli, che può menare vanto per un primo successo; il fronte dei contrari, che può intestarsi l'insuccesso. Quanto a noi, vorrà dire che alle prossime elezioni li ricompenseremo con un mezzo voto.

michele. ainis@ uniroma3. it