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NUMERO 385


























































































































L'assedio a Città Alta 10 mila persone al giorno
Diana Noris

Partiamo da un dato: Bergamo Alta conta 2.704 residenti e 1.211 addetti, persone che cioè lavorano nel centro storico. Ogni giorno quindi, in Città Alta, la pressione sulla popolazione che vi risiede aumenta del 31 per cento. Ma c'è di più: complessivamente, infatti, il flusso quotidiano nella cerchia delle Mura venete registra circa 10 mila presenze. Un numero che, tra l'altro, non tiene conto dei turisti in arrivo da fuori regione, da quelli che atterrano all'aeroporto di Orio a quelli che raggiungono la città con il camper o con il treno.
Il dato è frutto di un'elabora zione di Matteo Colleoni, docente di Politica urbanistica all'UniversitàBicocca di Milano: «Secondo un'indagine regionale che prende in considerazione l'origine e la destinazione delle persone residenti in Lombardia – spiega –, il transito su Bergamo nei giorni feriali si attesta sulle 390 mila presenze.




come è stato in passato, e come lo è ancora per qualcuno, con le botteghe artigiane. Sta alla politica disegnare un futuro che tenga conto di tutto questo, sempre considerando la delicatezza di Bergamo Alta».

Obiettivo: trovare l'equilibrio
E la politica è pronta a rispondere. Robi Amaddeo, capogruppo in Consiglio comunale della lista Gori e delegato dal sindaco per Bergamo Alta conosce bene questa realtà, i suoi punti debolezza e di forza. Da cui partire per costruire il futuro della città storica: «Città Alta non è ciò che vediamo in cartolina, è molto di più – premette Amaddeo –. Non è come Venezia, non è nemmeno come Gubbio o Siena. È multiforme, con residenza, commercio, cultura e trovare un equilibrio non è semplice. Da questi numeri emerge una città di porto, vissuta e dove si lavora, scelta anche come meta per la passeggiata o il giro in bici sui Colli. In questo quadro si avvalora l'ipotesi del parcheggio alla Fara,




Visto che tutti danno ricette o fanno richieste,  do anch’io le mie:
- creare una linea metropolitana parte in superficie e parte interrata che dall’aeroporto arrivi alla stazione, prosegua sotto il viale, poi sotto la collina di Città Alta con uscite su Piazza Mercato delle Scarpe, Vecchia e Colle Aperto. Magari vada avanti fino a Potranga.
- spostare la ferrovia e l’A4 tra Orio e l’aeroporto. Abolire l’attuale stazione FFSS
- sistemare la Valle Roncalli in Colle Aperto come giardino pubblico (in Città Alta non esistono giardini pubblici: esistono solo aiuole spelacchiate o cimitero)
- sistemare il verde del Conte Moroni in parte come giardino aperto al pubblico
- abbandonare la  folle cazzata del  garage interrato ex faunistico
- creare uno spazio pubblico sotto Piazza Cittadella per ospitare i grandi volumi di persone per soste temporanee
- avanzare la proposta di trasferimento  degli anziani con problemi di deambulazione in spazi più comodi in Città Bassa realizzati da privati in concambio con unità del clero e del comune.- creare un biglietto unico per la sosta, il viaggio, l’accesso ai musei a pagamento per 1,2,3,4 persone non di prezzo esagerato.
- in Città Alta si mangia mediamente male (rispetto ai prezzi) e quindi va migliorata la qualità ed abbassato il costo.
- una continua verifica fiscale sui fitti e l’evasione fiscale fino ad arrivare a tassazioni diversificate per chi offra servizi a costi contenuti.
- spostare l’università in un campus  esterno lungo FFSS e Asse Interurbano.
- istallare aiuole anche temporanee nelle varie piazze e molte rastrelliere per le bici.
C’è sperare che le due redattrici di L’Eco non abbiano bene inteso quanto hanno detto i relatori al micro lardoso (avete letto quanti erano i relatori?!) convegno del PD di Città Alta (e perché dovrebbero essersi sbagliate???) perché con queste idee per la testa, Gori alle prossime elezioni verrà congedato magari pure a pedate.
La lettura dei due articoli fa emergere queste idee:
- Città Alta è piena di anziani che non spendono e rompono troppo.
- ai padroni di Città Alta va bene che ci arrivi poca gente, che trovi posto per il proprio SUV e che spenda tanto e se ne vada alla svelta.
- che gli anziani siano finalmente sostituiti da giovani ricchi che praticano i lavori del futuro ma che principalmente spendano spendano spendano.
- graditi anche i ricchi veri importante che non creino comitati.

I grandi padroni di Città Alta sono i preti o gli ordini religiosi e il comune. Seguono i molti privati che hanno acquistato nel tempo  dei palazzetti dentro i quali ormai vivono murati e iper sorvegliati. Negli edifici dei preti e del comune abitano in massima parte degli anziani i quali si lamentano della assenza di servizi ma non abbandonerebbero la città nemmeno per andare a vivere in una abitazione più bella, con l’ascensore, nei pressi «almeno) di un supermercato dove fare la spesa senza pagare il doppio. Questi edifici sono vecchi ed ammalorati e la proprietà che ricava fitti bassissimi ed un ampio spettro di elusione (ma ci potrebbe essere anche del rachet ben dissimulato: siamo bergamaschi...) e quindi non ha alcun interesse e scarsa risorsa per farvi investimenti migliorativi.

La presenza di un «aeroporto  di straccioni» con un collegamento numeroso con la città trasforma le presenze in Città Alta un inevitabile modi e fuggi di chi transita all’aeroporto per poi ripartire qualche ora dopo. gente cui va benissimo la moltitudine di street food di qualità incerta consumato sui gradini della Angelo May.

Città Alta è anche poco amichevole verso gli scolari che vengono in visita dal  momento che non ha spazi coperti dove posarsi o anche farsi la schiscetta portata da casa. Un’altra follia dei vari alberghetti aperti recente mente sta nel fatto che questi non si peritano nemmeno di informare i propri clienti dei percorsi e servizi per accedervi ragion per cui centinaia di vetture ad ogni ora invadono le vie alla ricerca del bedandbreakfast «ignoto».

La soluzione prospettata:»in un prossimo futuro le cose cambieranno, è certo Colleoni, con giovani capaci di creare ricchezza e l'approdo di una nuova generazione con maggior potere d'acquisto». Oppure:»serve inoltre un'iniezione di gioventù che si può portare creando lavoro».




























































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































Molte se consideriamo che i suoi cittadini sono circa 120 mila. Abbiamo stimato che circa il 3% del totale passa da Città Alta. Questo significa che, oltre ai residenti e agli addetti, ci sono almeno altre 6 mila persone che transitano per diversi motivi (studenti compresi, ndr). È un numero importante che sta a significare una certa attrattività rispetto al resto della città. Bergamo Alta è un punto nevralgico».

Lo sviluppo demografico
La ricerca presentata da Matteo Colleoni, durante il convegno organizzato dal circolo Pd di Città Alta sul futuro del centro storico, indaga anche lo sviluppo demografico: «La popolazione sopra i 75 anni è concentrata in Città Alta, ma anche nei quartieri più ricchi di Città bassa, da questo punto di vista i due centri sono sempre più simili – spiega il docente –. Bergamo Alta è però molto attrattiva, lo dice il dato dei circa 10 mila accessi ogni giorno». Persone che vi transitano ma che qui non prendono casa. In un prossimo futuro le cose cambieranno, è certo Colleoni, con giovani capaci di creare ricchezza e l'approdo di una nuova generazione con maggior potere d'acquisto. Intanto Bergamo Alta resta un mordi e fuggi, luogo di passaggio per molti: «Città Alta, come dice bene Colleoni, è sempre più presa d'assalto – commenta Alessandro Tiraboschi del Circolo Pd di Città Alta, promotore del convegno –. Siamo a uno snodo: urgono sempre più politiche urbane adatte allo scopo. Cioè quello di far coesistere ciò che i sociologi chiamano le “4 popolazioni urbane”, composte da residenti, uomini d'affari, pendolari e city user. Serve inoltre un'iniezione di gioventù che si può portare creando lavoro. Credo che il centro storico ben si presti alle professioni innovative, di alta specializzazione e design. Sarebbe bello se i giovani potessero insediarsi negli spazi di Città Alta,



che andrà a regolamentare un accesso disordinato. È inoltre auspicabile allargare Città Alta ai borghi, andando oltre la divisione “di sotto e di sopra”, facendo vivere tutta la città storica con percorsi culturali e d'arte».

Il nodo dell'accessibilità
Percorsi che potrebbero allungare la permanenza media del turista a Bergamo, oggi inferiore ai 2 giorni: «I flussi turistici sono in aumento e può essere necessaria una gestione più razionale dell'accessibilità – commenta Giovanni Ginoulhiac, dell'Associazione per Città Alta e Colli –. È positiva la presenza dei turisti, ma si devono sviluppare politiche sulla mobilità, implementando i mezzi pubblici, penso alle lunghe code alla funicolare. Forse qualcosa va ripensato».
Anche il presidente della cooperativa di Città Alta-Circolino chiede un potenziamento del trasporto pubblico, «perché tutti devono essere messi nelle condizioni di poter godere della bellezza di Città Alta. È un diritto che deve essere garantito», spiega Aldo Ghilardi. Che si dice invece «preoccupato dalla perdita di abitabitanti. Anche il commercio si sta trasformando, i negozi di vicinato sono sempre meno». La Comunità delle Botteghe di Bergamo Alta, anima vivace del centro storico, vede il bicchiere mezzo pieno: «È straordinario che una piccola realtà come la nostra dia lavoro a oltre mille persone – commenta Fabrizio Brivio, responsabile dell'associazione –. Città Alta vive di picchi: durante l'inverno le presenze sono limitate, diverso è la domenica o i giorni di festa, con migliaia di persone che si concentrano sulla Corsarola».






























































































































































































































































































































Per concludere guardando solo nel proprio cassetto:Da questi numeri emerge una città di porto, vissuta e dove si lavora, scelta anche come meta per la passeggiata o il giro in bici sui Colli. In questo quadro si avvalora l'ipotesi del parcheggio alla Fara, che andrà a regolamentare un accesso disordinato. È inoltre auspicabile allargare Città Alta ai borghi, andando oltre la divisione “di sotto e di sopra”, facendo vivere tutta la città storica con percorsi culturali e d'arte».

Da alcuni anni appartengo alla categoria che fruisce quotidianamente di Città Alta e quindi ho numerosi rapporti con la varia umanità e varie meccaniche che frequentano e massacrano la città. Posso dire che EXPO2015 è stato l’innesco che ha aperto il flusso dei visitatori in città dopo i sette anni precedenti nei quali potevi fare un giro biotto in città senza  scandalizzare nessuno. Tanto non c’era anima viva. Avanti di questo passo tra un paio d’anni  Città Alta  dovrà essere chiusa anche alle persone, non solo alle auto.