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NUMERO 381

























































Elezioni dell'11 giugno.
Ci sarà anche la lista della  Carrara: la consigliera a sua insaputa.









































Leggendo i programmi delle tre liste in competizione ci si domanda se siamo nel 2017 oppure nel 1967. Hanno aggiornato solo le cose morte. Promettono in grande quantità senza porsi  domanda se abbiano risorse qualità e contenuti adatti all'oggi e al futuro. Non sanno e non vedono nemmeno il bello e il buono che già c'abbiamo.  Curno diverrà patrimonio storico UNESCO per le rotonde a "fagiolo"  e gli spazi pubblici semi abbandonati?.
























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La lettura del programma della candidata Carrara fa pensare che sia rimasta in consiglio comunale senza sapere cosa stesse facendo per dieci anni. Consigliera a sua insaputa? Definirlo la scoperta dell'acqua calda è una banalità dal momento che tutti i comuni hanno bilanci pressoche simili in quanto derivati dalla legislazione nazionale e regionale, fatto salvo alcuni caratteri specifici che poi così specifici non sono (quasi) mai.
C'è un sapore di un “già visto” in questa lista che ricorda quella che fu la Lista Dezza di 2-3-4 lustri or sono, primo segnale della spaccatura presente nella Lega curnese, già segnata dall'allontanamento del personale più autorevole e attento come Domenghini o Manzoni per totale miopia di Pedretti, travolto esattamente come il comunista Pelizzoli dalla propria voglia di diventare sindaco a tutti i costi così come quella del multi-partito Gandolfi che dopo il disarcionamento, senza nemmeno averne compreso il perché, ha ritentato il colpo col solo obiettivo di far perdere gli ex colleghi. E ripetersi di nuovo recentemente in consiglio per danneggiarli.
Avrete capito che mi danno fastidio le “liste di disturbo” nate senza programmi con solo scopo di far perdere gli omologhi.
Quello che fece specie –uno scandalo mica male- nella Lista Dezza fu lo scoprire che una delle elettrici che firmarono per la presentazione della lista era una iscritta del PCI (o come si chiamasse al  momento) nonché candidata nella lista di centrosinistra.
Naturalmente che anche stavolta ci fossero dei casi come al tempo della Lista Dezza è abbastanza improbabile che siano scoperti dal momento che chi la fa, adesso s'è scafato abbastanza per non farsi scoprire.







Curno è un comune pieno di edifici e spazi pubblici invecchiati e rotti e semiabbandonati sicuramente poco utilizzati per i quali non ha un soldo per rimetterli in funzione e mantenerli “sanamente” per qualche ignota destinazione.

Curno è l'immagine perfetta di un paese invecchiato esattamente  come quelli che così l'hanno costruito:pieno zeppo di cose vecchie inutili eccessive rotte mai o malamente aggiustate.
Come visitare la casa di una nonna o una zia zitella: non toccare quello che è rotto. Tocchi quell'altro e cade fragorosamente. Apri la finestra e ti resta in mano la maniglia e l'anta ti cade addosso e ti salvi di fortuna. Vedi una stufetta elettrica e le domandi come mai c'è che ci sono i radiatori che non funzionano perché costano troppo e poi mi serve solo in bagno. Nei vasi di fiori sono di plastica sbiadita lavati enne volte dal 1960 giorno del matrimonio.
Arrivati al colomo della disperazione  e della spesa per tenere in piedi il baraccone, hanno deciso coraggiosamente di sbolognarlo a un privato inserendo la sua idrovora nei conti del comune.

Alla Marigolda nel CVI2 c'è un capannone non-finito rispetto al progetto di scarso utilizzo mentre gli spogliatoi sono dei pollai che marciscono di muffa e costano l'iradidio di elettricità.
Tra via Abruzzi e Lungobrembo c'è la scuola elementare e una palestra vecchie di quasi mezzo secolo dove non hanno mai fatto manutenzioni straordinarie e l'esterno paiono i muri delle stazioni.  In mezzo secolo non sono riusciti ad acquistare il bosco adiacente e trasformare questo presidio



l giardinetto francobollo di via Marconi è una simil Disneyland con a fianco il rudere della casetta destinata ad una nota associazione musicale data per culo&camicia con la maggioranza ma senza soldi per metterla a posto. Magari sarebbe meglio venderla ciao stiamo bene.

Per concludere. Curno si trova come molti altri comune al termine di una stagione doveper i servizi contava più la quantità che la qualità e il futuro.
Dove un pazzesco consumo di suolo consentiva di soddisfare clientelarmente ogni gruppo vociante.
Dove si predicava il principio che non era importante «non fare debiti» ma era più importante che l'inflazione fosse bassa per pagare pochi interessi.
Oggi la qualità dei servizi che eroga il comune è bassa rispetto ai costi e si realizza in edifici non più consoni alle attuali esigenze e non risponde alle attese della popolazione: vogliamo confrontare il CVI1 e 2 col Centro Gamba?. Non basta la quantità e l'eterogeneità accompagnate solo da mediocrità e vecchiezza.

L'assessore Conti  nei suoi ragionamenti urbanistici prospetta un futuro ricco di entrate dal maxi piano di ristrutturazione del commerciale sule vie Fermi Europa Bergamo. Ovvio che l'hanno compreso anche quelli di centrodestra  leghista che ci potrebbe stare del grasso che cola.

Sembra di riascoltare le parole-promesse del mitico avv. Arnoldi giubilato da quella dc che dovrebbe piuttosto farci un monumento. Peccato che ai tempi di Arnoldi non ci fosse il web mentre oggi  i curnesi fatturano via rete più di quel che comperano 








































































































































































































































































































































































































































scolastico in un bene di alta quali tà piuttosto che un dipendenza secondaria «da sopportare».Salendo a Curno quando ci fu da ampliare il sottopasso alla SP470 per non toccare il terreno di importanti leghisti e non rompere più di tanto all'ANAS si è mantenuto un pericoloso budello in attesa dell'am pliamento della provin ciale che non parti rà che fra 3-4 anni se non ci saranno altre grane.



















































































































































































































































Ma ci sarà sempre il problema di «non toccare» i preziosissimi giardinetti delle villette: alla faccia dei marigoldesi e di quelli lungo Brembo. Se li tocchi  perdi cento voti al volo.
Una modesta idea: creare due bretelline per scendere dalla Sp470 sulla via Brembo e da questa per salirvi in modo di spostare il traffico da ovest verso la città sulla viabilità di ordine superiore. Ah! non si può perché altrimenti protestano i bottegai indigeni.

Tragedia cimitero. Invece di concentrare in un edificio in altezza (e ridurre l'estensione visto che è in pieno abitato) per soddisfare marmisti e fioristi ecco un ampliamento inutile che vincola massicciamente tutto il resto. Inimmaginabile un tornare indietro. Adesso pochi hanno i soldi per le megatombe di ieri e sono diventati tutti laici da finire arrosto post mortem.


(nei settori trainanti) nei 3-4 meganegozi del centro commerciale. Conti rifà il verso di Arnoldi ma no si è accorto che siamo 40 anni dopo.

Ma il problema è che oggi per reggere strutture vecchie di mezzo secolo mai seriamente manutenzionate non ci saranno più le entrate anche perché poi dentro quegli edifici, ci dovrai mantenere qualche servizio che pure costerà assai.

Leggendo i programmi delle due liste e ascoltando gli uomini e le donne più rappresentative si coglie una mancanza di orizzonti, di prospettive che non siano esclusivamente quantitative senza alcun accenno alla modernità al futuro alla qualità.
Sono programmi esattamente identici a quelli di venti trenta quaranta anni or sono per di più SENZA le buone prospettive che c'erano al tempo.
L'unica differenza tra ieri ed oggi che ieri non sapevano cosa fosse l'autismo mentre oggi la società medicalizzata e asservita alla chimica ne ha fatto un castello di sfruttare (e non solo l'autismo, le allergie, il gioco, lo junk food, il sovrappeso, ecc.)































































































































































































































Conoscendo la storia di Curno meglio non metterci la mano sul fuoco.
Già la Lista Locatelli parte assai malandata per il non maturato rassemblement giocato disperatamente all'ultimo mese sull'onda dell”andiamo insieme” come predicato dalle segreterie nazionali e adesso – praticamente sul tempo di scadenza- compare questa lista con forte apparenza cattolica destrorsa destrorsa che vorrebbe far piacere alle pie donne lettrici dei mille settimanali religiosi e del bugiardino.
Che però pare abbia «sposata» la Lista Gamba&Serra.
Francamente fa venire il latte alle ginocchia immaginare un altro quinquennio della Carrara in consiglio a fare le sceneggiate vacque tardive e inutili come negli ultimi cinque anni.
Fossi in lei perderei il mio tempo in attività più divertenti che fare l'uccello canterino in consiglio senza che nemmeno mi ascoltino.
Paradossale. Una lista così anonima poteva essere benissimo una lista penta stellata forse con qualche possibilità di sfracello come accaduto a Treviolo ed invece in quel casino che il mondo curnese, fare le liste per vendetta personale pare un gioco di “alta” democrazia.






Circa la tragedia della nuova scuola elementare Rodari ci siamo già espres si e quindi non ci ripetiamo.

Palazzina dell'ASL. Enorme e sostan zialmente inutiliz zabile e necessaria di costosi interventi di manutenzione









































































































































































straordinaria ma per fare che? L'essicatoio degli anziani?
centro prelievi che adesso c'è e domani boh? Un'idea potrebbe essere quella di spostarvi il municipio e trasferire l'essicatoio nel comune attuale. Apriti cielo!. Noi di qua proprio non ci muoviamo. Amen.

Li di fianco c'è una struttura residenziale pubblica che varrebbe la pena di vendere visto che ha il suo mezzo secolo ma il mercato edilizio non lo consente. Non è un bel vedere complessivo ma tant'é. La stranezza resta comunque la “cilindrata” delle vetture parcheggiate di notte nel cortile.

Del CVI1 si fa un gran parlare da mezzo secolo (manca qualche spazio) ma non ci sono soldi da spendere oltre al fatto che alla prossima scadenza della convenzione comune-polisportiva potrebbero saltare fuori grane (cioè DOVERE fare un appalto aperto a chiunque).

A nord c'è scuola la Rodari abbandonata di cui non sanno  nemmeno che fare perché non ci sono soldi ne per ristrutturarla ne per mantenerla domani.

Più a sud c'è la biblioteca auditorium che è una giulia alfa romeo da 500CV destinata a finire in mano a gente senza patente e senza soldi per la benzina.

Più ad est c'è l'area dell'orto botanico di cui la Lista Gamba vorrebbe ben spogliarsi ma non ha il coraggio di cancellarla ma non ha nemmeno uno straccio di idea per affrontare il problema assieme allo spazio della vicina Forestale.

Il municipio appare visibilmente insufficiente, da quelle parti ci dovrebbe essere pure la stazione ferroviaria e il parcheggio di attestamento ma non si sa che idea hanno per la testa.

Sempre in piazza c'è la scuola materna, diventata scuola privata per una "intelligente" levata di scudi della Lega che se la vedi all'interno ti viene da piangere ma tant'é: tanto i bambini al massimo ci passano tre anni ed é meglio che niente. Il tinello di bisononna  del primo novecento. Solo che adesso siamo cent'anni dopo. La gestione fa miracolo ma i centanni si vedono tutti.
Come i nidi delle gru appollaiata sui pali dei semafori: ma ai nostri amministratori non passa nemmeno per la testa.
Una modesta idea sarebbe di scambiare l'edificio «in affitto» con quello della Rodari abbandonata ma la Lista Gamba&Serra inorridiscono all'idea che un comune affidi la prima scuola dei propri cittadini a degli imprenditori.


problemi in massima parte creati prima come bisogni e conseguenti consumi e poi come danni provocati da ridurre.

Non possiamo dimenticare il fiume Brembo, fatto dai suoi attuali cultori ed ammiratori di fiorellini abusivi e discariche abusive mentre è stato il portatore di una civiltà positiva che neppure (gli attuali cultori) conoscono. Basterebbe conoscere solo il tema “irrigazione” per farci dodici seminari di storia. Abbandonato in attesa di una due tre improbabili passerelle per osservare i fiorellini abusivi mentre guardano “palesemente schifati” la foto di story lab dei mille giovani che nel 1952 facevano il bagno sulle sponde sotto “il palazzo”. Che non sanno nemmeno cosa sia.

Sopra tutto questo  c'è il problema della necessità di UNIRE i Comuni per creare amministrazioni di almeno 25-30-40mila abitanti in modo da disporre di personale qualificato senza dover dipendere da professionisti comperati con un appalto al massimo ribasso come ormai accade adesso. Alla faccia delle qualità dei servizi poi resi alla comunità. Ma anche questo è un tema esplosivo e quindi lo lasciano marcire.

Un tempo  c'era un detto: se all'affamato dai un pesce gli risolvi il problema del giorno; se gli insegni a pescare si arrangia per sempre. Magari sarebbe meglio insegnargli pure a coltivare ma va bene lo stesso.
Ebbene: i programmi delle tre liste curnesi danno  il pesce -anzi! parecchio pesce- anziché insegnare a pescare.
E si lamentano o fingono spavento che ci siano pure dei disoccupati.