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NUMERO 379






















































Forza Italia e Lega Lombarda hanno affidato al loro peggiore avversario politico la lettura del documento per la revoca delle delibere della maggioranza.
Dopo cinque anni di insulti politici questo ci ha aggiunto l'ultima presa per i fondelli
facendo fare agli interessati una figuraccia.


i cittadini di Curno stanno sempre aspettando che l'ex sindaco Gandolfi mostri i documenti da cui emerga che non ha dimenticato di far collaudare la biblioteca.




































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Aspetteremo qualche mese (se non anni…) la delibera di consiglio con gli esiti della mitica seduta dell'otto maggio, quando le minoranze chiesero alla maggioranza (non ridete!) di cassare un pacchetto di delibere sulla variante del PGT (approvate dalla sola maggioranza: ovvio). Le minoranze in consiglio comunale sono sostanzialmente tre: il giovin leghista, una rappresentante di una lista di centrodestra: la fascio femminista e l'ex sindaco del buongoverno, quello che non conosce il patto di stabilità dei comuni. Presenti alla seduta soltanto il primo –Cavagna- e il terzo -Gandolfi-. D'ora in vanti le chiameremo genericamente centrodestra e pace all'anima loro l'imprecisione.

Bisogna essere davvero stolti – ci riferiamo alla Lega e a FI- nell'affidare a Gandolfi la lettura dell'interminabile documento tecnico legale di 15 pagine DOPO CHE per cinque anni questi ha mazzolato brutalmente sia a livello personale che politico ogni personaggio ed ogni azione compiuta in comune e nel paese proprio da FI e Lega.

L'ex c.d. “sindaco del buongoverno” Gandolfi per mezzo del custode delLa Latrina di Nusquamia, il proprio spin doctor ing. Claudio Piga da Trezzo sull'Adda (che ha fatto il classico e frequentato il Politecnico di Milano mica la succursale di Bergamo n.d.r.) ha accusato gli ex colleghi della sua amministrazione di ogni nefandezza personale
e politica per averlo dimissionato  (in alleanza col centrosinistra) un mese e mezzo prima della scadenza da sindaco.

Gandolfi aveva firmato assieme al Cavagna (Lega) e Carrara (la “fasciofemminista) la richiesta di convocazione del consiglio ma si era subito preoccupato di far sapere che  “lui non c'entrava niente” cogli altri.
Il mitico interminabile ed inutile documento tecnico di 15 pagine che avrebbe inchiodato







All'inizio della seduta il Gandolfi ha interrogato l'assessora Gamba colpevole (a dire del Gandolfi) di avere dichiarato a uno dei bugiardini provinciali che “il sindaco Gandolfi  aveva bloccato i collaudi del manufatto della biblioteca” sfidandola a mostrare un documento che lo certificasse. L'assessora Gamba e la sindaca Serra (pure chiamata in causa) hanno risposto che siccome l'amministrazione Gandolfi nel 2009 aveva sforato il patto di stabilità di 420.000 euro, quella somma anziché abbandonarla inutilizzata perennemente  dallo stato centrale , poteva - anzi! DOVEVA!-  essere utilizzata per terminare i collaudi e i lavori della biblioteca e auditorium.
Il giovin leghista risponde che quella somma era  entrata nelle casse comunali a fine anno (2009).
Una ulteriore verifica (di poche ore or sono)ci ha  consentito di sapere dalla sindaca Serra che la somma era arrivata nelle casse comunali PRIMA della stesura ed approvazione dell'”assestamento di bilancio 2009” e quindi poteva e doveva essere utilizzata per non farla “scomparire” dalle casse comunali per via del patto di stabilità.
Anche una somma di 100mila euro era arrivata   in primavera  ed era anche quella fuori del patto di stabilità: quindi spendibile.

Dinanzi a questa contestazione il Gandolfi ha dato in escandescenze gestuali e verbali molto pesanti rivendicando alla sua amministrazione di avere pagato  -con gli incassi dagli oneri di urbanizzazione- nientemeno che otto milioni di debiti pregressi accumulati in buona parte dalla precedente  giunta Morelli (di centro sinistra).

Peccato che questa operazione non fosse di “buongoverno” ma sostanzialmente




















































































































































































































































































































































































































































































































la maggioranza era stato redatto dal geom. Fassi già della Lega come pluriassessore dal 1990 e poi anche con la giunta Gandolfi,assai stimato dal Gandolfi. Seconda firma era del geom. Giovanni Locatelli attuale candidato sindaco di FI+Lega più altre sigle della destra. Già assessore nella giunta Gandolfi  e tra coloro che firmarono  per la decadenza del sindaco Gandolfi. Dicono che vi sia stata anche la consulenza di un paio di avvocati rimasti anonimi (ed non hanno errato nel firmare il documento…).


























































































Si presume che il Gandolfi avesse letto il documento di 15 pagine ( sappiamo che lo spin-doctor del Gandolfi era stato  tenuto fuori dalla riunione de quo) e ne condividesse il contenuto.
Invece nella lettura del documento –fatta appunto dal Gandolfi- è apparso chiaro il disegno dello stesso di sputtanarne sia il contenuto che gli autori.
O anche uno solo degli autori.
Ma soprattutto di “sputtanare” l'area politica che lo aveva creato – quella che la Latrina di Nusquamia denomina “ndoc”- ovvero nuovo centrodestra curnese.
Non è credibile che un laureato docente universitario non sappia leggere continuati vamente un documento ma proceda  a sbalzi, variando tono in modo sconclusionato, dimenticando dove fosse arrivato  nella lettura (con relativa battuta: dove sono arrivato? Ho perso la riga!







“obbligata” dal momento che i denari incassati dal comune potevano–in base alla legge di stabilità del tempo (o come si chiamava allora)- essere utilizzati  o per pagare il debito pregresso oppure solo per terminare opere in corso.
Come fecero TUTTI i sindaci d'Italia che si trovavano in quella situazione. Un’auto attribuzione di buongoverno senza meriti, insomma.

Certo è che scoprire a distanza di oltre dieci anni che un Gandolfi che pretende di  definirsi “sindaco del buongoverno” NON ha ancora compreso cosa sia e come funzioni il patto di stabilità nei comuni fa venire davvero il latte alle ginocchia.

In realtà Gandolfi sa benissimo cosa fosse e cosa sia e come funzionasse il patto di stabilità (è assodato che abbia un cordone ombelicale con l’ufficio di ragioneria del comune anche se non se ne conosce l’esatto terminale…) ma tutta questa sceneggiata è  tipica dei bottegai (nomen omen: Gandolfi è figlio di bottegaio) i quali si credono  bravi perché amministrano il comune come fosse il cassetto della propria bottega.

E come abbiamo già scritto nella discussione  il Gandolfi ha girato la frittata sul «faremo delle verifiche perché sono passati degli anni» circa l'esistenza o meno di quei 420mila euro spendibili ed ha sottolineato di nuovo  che «non esiste disposizione del sindaco Gandolfi agli uffici di fermare i lavori della biblioteca».
Ci crediamo.
Non lo consideriamo così ingenuo da  approvare una delibera di giunta per fermare i lavori.
Per far capire certe cose basta un'occhiata.
Salvo che i post sulLa Latrina di Nusquamia testimoniano la sua grandissima opposizione alla biblioteca.
Anzi: siccome è coraggioso lo fa scrivere venti volte in ogni post al suo spin-doctor senza mai però smentirlo.

I cittadini di Curno, dopo  vent'anni di battute tra maggioranza ed opposizione, stanno aspettando di leggere i documenti da cui emerga senza dubbio che l'ex sindaco Gandolfi non abbia dimenticato di far collaudare il manufatto della biblioteca.




































































































































































































































































































L'ho dimenticato…) il tutto accompagnato da numerosi sorrisetti e battute di complicità rivolte all'assessore Conti (fenomeno che si ripete spesso ad ogni consiglio nella serie: noi due sappiamo cose che gli altri mortali non sanno… e sarebbe il caso le raccontassero pure ai cittadini…).
Non contento delle battute e sorrisetti di complicità coll'assessore, un paio di volte ha manifestato piena concordanza con le opinioni  urbanistiche dello stesso.

Come ho già scritto arrivata la tredicesima pagina della stentata lettura, ho abbandonato la seduta che pare sia terminata alle tre della mattina con la maggioranza che ha cassato le tre delibere proposte dalla minoranza. Fine del cinema.

Il suicidio in diretta – con una rappresentazione altro modo nominata- del candidato sindaco Giovanni Locatelli è stato cucinato a dovere servito in diretta e Locatelli non s'arrabbi se scriviamo che questa  nulla avvedutezza politica lo rende inadatto alla eventuale carica di sindaco.