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NUMERO 376





























































Saranno le armi di migrazione di massa a liquidare l'Europa?

Le migrazioni di massa stanno modificando la grammatica degli stati e della politica. La traduzione di un lavoro di Kelly M. Greenhill, "Armi di migrazione di massa".

Raffaele Iannuzzi
LaPresse





Vivere Curno e Obiettivo Curno: dove sono gli operai in lista?


Una categoria sociale e politica scomparsa dagli obiettivi dei  c.d. partiti per finta: le liste civiche.
Al centro della strategia gli anziani letteralmente rimbambiti da potenti dosi di disinformazione televisiva.

Invece viviamo in un paese di gente che si sporca anche le mani.



Sette milioni di italiani in meno nel 2065, il Sud sempre più vecchio e spopolato

Istat: le previsioni demo grafiche. Le migrazioni salveranno solo in parte il Paese, e comunque si concentreranno nel Centro Nord.
Rosaria Amato
La Repubblica












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Il mondo postmoderno usa indiscriminatamente e ad hoc i due principi fondamentali della politica secondo la profonda teoria di Carl Schmitt: la terra e il mare. Non esiste scenario che confermi questa osservazione come le migrazioni di massa, che stanno rendendo le nostre coste una succursale del nuovo trend postmoderno, schema terra & mare come motore (sempre) mobile: di ciò tratta acutamente il saggio della politologa americana Kelly M. Greenhill, Armi di migrazione di massa (Leg, Gorizia 2017).
Come Gianandrea Gaiani mette in luce nella sua prefazione, l'attualità è il volano di questo testo, tanto che potremmo anche chiosare con la formula dello storico Paul Sweezy: "Il presente come storia". Qui il presente rimanda alla storia e, insieme, costituisce la cifra interpretativa della medesima.
Gli Stati liberaldemocratici vivono una crisi strutturale e, durante le migrazioni di massa costruite ad arte per condizionare e perfino cambiare radicalmente le politiche delle democrazie e non solo di esse, non riescono a reggere all'assedio di uomini, donne, bambini, corpi che creano una biopolitica non controllabile. Le analisi della studiosa americana mettono in luce l'erosione strutturale di ciò che viene definito "conventional wisdom", una saggezza convenzionale e prona alla gestione burocratica dell'esistente. Si tratta di un lessico molto accademico per indicare, di fatto, il politically correct. E si tratta anche di un modo elegante per determinare la cifra di quello specifico procedimento logico defini bile come "bias",







Un Sud Italia sempre meno popolato, sempre più anziano. E di conseguenza sempre più povero, anche se questo le previsioni demografiche appena pubblicate dall'Istat non lo dicono. Dallo studio "Il futuro demografico del Paese" emerge un forte calo della popolazione italiana, che passerebbe dagli attuali oltre 60 milioni a 58,6 milioni nel 2025 e 53,7 milioni nel 2065. Con un picco negativo fino al 2045, quando solo il 54,3% della popolazione sarà in età lavorativa. Ma le previsioni mostrano anche un Paese sempre più squilibrato, con un Nord che cresce in popolazione e attira anche le migrazioni dall'estero, e un Sud che si spopola, dove rimangono solo gli anziani a invecchiare.

A soffrire della riduzione della popolazione, secondo i demografi, sarà infatti soprattutto il Mezzogiorno, che passerà ad accogliere dall'attuale 34% della popolazione al 29%, mentre il Centro-Nord passerà dall'attuale 66% al 71%. Non si tratta solo dell'effetto del calo delle nascite, ma di una forte ripresa dell'emigrazione interna, del resto già ricominciata negli ultimi anni: nel 2065 il Sud avrà perso 1,1 milioni di abitanti, soprattutto giovani.

Sempre in meno al lavoro. La fecondità è prevista in rialzo, da 1,34 a 1,59 figli per donna, ma visto che anche la sopravvivenza è in aumento, con la vita media in crescita fino a 86,1 anni per gli uomini e 90,2 per le donne,


















































Per trovare un operaio in lista da votare bisogna probabilmente cercarlo nel centrodestra di Obiettivo Curno. Nella lista di centro sinistra (ma non si può dire sennò s'incazzano) Vivere Curno non ce n'è uno che sia uno in lista. Nel pubblicare la foto della Lista Gamba and sostenitori avevamo scritto che mancava qualcuno ma non riuscivamo a trovarlo (non conoscevamo i dettagli). C'è la «sindaca emerita» che emerita non sarà mai MA non ci sono operai. Non l'ha ordinato il dottore che ci debbano essere però… è significativo. Insomma... vero che oggi un operaio  sta (forse) meglio di un diplomato o laureato disoccupato, però la Lista Gamba è l'immagine di un PD che ha perso per strada le sue fondamenta con le mani sporche (del lavoro materiale) ed ha messo assieme scarpe lustre e mani liscie. Come si diceva una volta. Non facciamo l'elzeviro all'operaio dimenticato o perduto ma una riflessione chi ha messo assieme la Lista Gamba dovrebbe farla oltre al fatto che ad ogni apparizione pubblica viene accompagnata da un anziano “azionista di riferimento”  non molto  stimato dai cittadini. Anche la Lista Gamba SEGNA quel cambiamento della natura del centrosinistra piddino renziano che non riesce più a coalizzare le  diverse anime che hanno fatto nei 70 anni passati la sinistra. Sono stati la tenuta della democrazia assieme ad una parte della DC. Consegnando un pezzo del proprio elettorato ai Pentastellati ed alla Lega.
La Lista Gamba&Serra non stiano troppo sicure del fatto loro e pensino piuttosto a Torino, Livorno, Roma, Parma Napoli e Palermo (per elencare i primi che mi vengono in mente) perché quando una giunta  si manifesta autocratica com'è stata quella della Serra e si conferma con la Gamba, mescolando il fatto nazionale con quello locale  di chi «prende tutto e vuole assumere tutto» c'è rischio del rigetto netto indipendentemente dal programma da parte degli elettori.













































































































































e senza più la preziosa presenza di un partner tanto scomodo quanto necessario come Gheddafi. Il postmoderno politico, nella sua forma di arma impropria, ovvero migrazione di massa, sbaracca gli Stati, invade le nazioni e mette al centro lo stress sulle élites, sempre più simili a certe ombre di shakespeariana memoria.
Un testo come questo favorisce non poco la ripresa di una visione strategica della politica, rimettendo in piedi il cadavere dell'analisi storica e mettendo, di contro, tra parentesi, la declinazione troppo enfaticamente legata alla geografia. Non è la vicinanza territoriale in sé a creare pericoli particolari, ma la strategia di pressione-manipolazione che ci sta dietro. Ecco perché quanto sta accadendo al nostro Paese non riguarda soltanto le coste e i mari, ma un'idea di nazione, di visione storica, strategica e quindi politica.
Fallimenti e successi, in questo tipo di operazioni migratorie, possono essere totali o relativi, e l'autrice esamina anche questi aspetti, ma quel che colpisce è la tripartizione degli operatori
































































































































































































































la popolazione invecchierà: l'età mediapasserà da 44,7 a oltre 50 anni nel 2065, con un picco fino al 2045-50. Dopo si assesterà, ma nel frattempo la popolazione in età attiva, in grado di lavorare e versare contributi che supportino il sistema previdenziale, scenderà al 63% del totale già nel 2025 (adesso siamo al 64,3%).Gli emigrati scelgono il Nord. 





































































































































































E per fortuna che i Curnesi non hanno ancora preso contezza di come finirà la storia del PGT o quella della manutenzione dei beni comuni oppure quella dell'illuminazione pubblica perché un brutto giorno potreste trovarvi i caramba in comune oppure i cittadini coi forconi sotto il municipio. Parecchi paesi della bergamasca avevano affidato il servizio illuminazione a una ditta veneta e una bella mattina la GdF ha messo in gattabuia 18 dirigenti e proprietari.
Non è che i giornali e le TV siano parche di notizie di casini dappertutto. Ultime dalle parti di Terni.


Così come il flusso migratorio interno, anche quello dall'estero si concentrerà soprattutto nel Centro-Nord. Le previsioni in questo caso sono un po' meno affidabili, precisa l'Istat, visto che i saldi migratori dipendono in parte anche dalla legislazione e soprattutto da circostanze esterne al nostro Paese (a cominciare dalle guerre, per esempio).




















































































































Davvero spogliatevi del metodo autocratico di cui siete state -Serra e Gamba- pervase in questi cinque anni nonostante abbiate cantato continuamente la partecipazione e l'ascolto. Le uniche voci che avete ascoltate sono state quelle dello scambio politico  elettorale e quando vi siete mosse altrove è stato per ampliarlo. Forse non ve ne siete neppure accorte ma avete anticipato ed avete realizzato una versione “comunale” del PdR: il governo della o delle persone forti che hanno vinto. Del resto certi germi infettano non solo il centro ma anche le periferie.Adesso  mettete in campo una lista dimenticando perfino quelli – gli operai!- che potevano essere i vostri maggiori elettori.
Non vi siete neppure interrogate di cosa possa pensare la gente del fatto  di una lista così combinata: un gruppo di vecchi e scafati specialisti del potere accompagnati
















































































































































































































pre- giudizio, tale per cui certi tratti della realtà non possono neanche essere presi in considerazione, in primo luogo la migrazione di massa come arma non convenzionale (postmoder na).
Questo dinamismo coerci tivo e di pressione-manipo lazione da parte di Stati come la Libia di Gheddafi — assumendo comunque, e in positivo, la sua figura a fare da garante istituzionale — ma anche di Cuba, dell'Etiopia, dell'Albania, Haiti, e la lista è davvero corposa, diventa un vero e proprio "pattern", un paradigma di costruzione di un linguaggio e di una prassi politica, in grado di far implodere la classica forma della politica.
La forma politica moderna dettata dalla misura leviatanica degli Stati, anche se con l'etichetta di "liberaldemocratici", una modalità che prevedeva il controllo dei territori, delle coste e una rete protettiva di negoziazioni in grado di salvaguardare la stabilità della policy interna.
Di fronte all'irrompere di masse, usate come arma impropria e di rara efficacia, l'Europa viene non ridimensionata, ma seriamente "dimensionata" per ciò che è, un arcipelago del nulla senza né anima né progetto. L'Italia, poi, sta per essere ridisegnata dall'urto, ormai considerato dato "ambientale", dell'arma della migrazione di massa proveniente dalle coste africane, libiche inispecie,



"politici" che muovono questa entropia calcolata e programmata: i "Generators"; gli "Agents provocateurs" e, infine, gli "Opportunists". Ecco i nuovi soggetti politici postmoderni che sfuggono perfino alle rigorose maglie della teoria dei giochi. E si tratta di soggettività che possono fare davvero molto male agli Stati e alle "classi dirigenti" dei Paesi presi di mira, per così dire, dall'arma impropria della migrazione di massa.
Un testo così chiede al presente di farsi cifra storica di una nuova interpretazione della realtà e della politica, ma, al contempo, stimola l'analisi e l'intelligence strategica a rendere quanto fotografato con le griglie tecniche linguaggio e categorie. Perché l'incapacità di cambiare pelle e trovare risposte da parte della politica non è altro che la cartina di tornasole del suo tramonto. Non a caso pesantemente incidente in Occidente, in quello spazio di terra e mare, cioè, che Heidegger definiva come Aben-Land, Terra- del- Tramonto.



Però in ogni caso i demografi prevedono un saldo migratorio con l'estero ampiamente positivo, con almeno due milioni e mezzo di residenti in più provenienti dall'estero entro il 2065 (circa 144.000 immigrati in arrivo ogni anno).

E mantengono il Paese "giovane". E' proprio grazie all'arrivo degli immigrati che si alzerà costantemente il numero di figli per donna. E quindi se si considerano non solo gli arrivi, ma anche le nascite, il peso positivo delle migrazioni sulla popolazione italiana è notevole, si potrebbe arrivare a oltre 10 milioni di persone in più da qui al 2065.

L'Italia invecchia fino al 2045, poi andrà meglio. L'allarme invecchiamento raggiungerà un picco nel 2045: solo il 54,3% della popolazione sarà in età attiva, e quindi sarà difficile tenere in equilibrio il sistema pensionistico. Un terzo della popolazione sarà anziana.
Un dato del quale del resto si è già tenuto conto in gran parte nelle riforme. Dopo invece andrà meglio, e l'età media si andrà gradualmente riequilibrando, anche se questo dipende molto dalla natalità.

Nel Mezzogiorno età media oltre i 50 anni. Questo processo d'invecchiamento della popolazione non si distribuirà in modo omogeneo, ma penalizzerà soprattutto il Mezzogiorno, che avrà una riduzione della popolazione in età da lavoro del 13%. L'età media del Mezzogiorno si attesterà a 51,6 anni entro il 2065.

http://amato.blogautore.repubblica.it/
















































































































































































































































da un gruppo di neofiti che non hanno mai nemmeno
compilato una interrogazione consigliare.
Mica la vedono bene  questa operazione.