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La doppia guerra in Siria
e un finale con molti dubbi
di Sergio Romano /Corriere della Sera
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Corriere della Sera 13 aprile 2017
Quella che si combatte in Siria, dunque, è una doppia guerra civile. La
prima è politica e sociale mentre la seconda, molto più pericolosa e
sanguinosa, schiera in campo, gli uni contro gli altri, sciiti e
sunniti, vale a dire le due grandi correnti religiose dell'Islam. Gli
effetti di questo doppio conflitto sono caotici. L'Iran e gli Hezbollah
sono sciiti e difendono risolutamente i cugini alauiti; mentre i
sunniti che combattono contro Assad sono aiutati dai loro
correligionari del Golfo anche quando appartengono a formazioni
jihadiste e allo stesso Stato Islamico. In questa vicenda le democrazie
occidentali sono fra Scilla e Cariddi. Possono fare del loro meglio per
cacciare Assad privandolo di qualsiasi riconoscimento internazionale o
assestando, come nel caso della rappresaglia americana, qualche duro
colpo militare. Ma rischiano in questo modo di favorire una forza di
opposizione, l'Isis, che l'esercito sciita iracheno sta cercando di
sconfiggere a Mosul con l'aiuto degli Stati Uniti.
L'unico modo per uscire da questo imbroglio sarebbe quello di decidere
quale sia il nemico peggiore: Assad o l'islamismo fanatico e radicale?
La Russia ha scelto senza esitare perché vuole conservare le sue basi,
deve fare fronte a un pericoloso islamismo domestico e ha un leader che
può imporre la propria linea. Le democrazie occidentali, invece, devono
rendere conto delle loro azioni alla pubblica opinione e tenere
d'occhio il barometro elettorale.
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Cucina nostrana
Angelo Gandolfi
Comunicazione di Angelo Gandolfi in merito al Consiglio comunale del 23 marzo 2017
La riunione di Consiglio comunale del 23 marzo 2017 aveva all'ordine
del giorno un punto che era stato aggiunto a seguito di un'ultima
richiesta parallela, ma non congiunta, di Cavagna il Giovane e mia:
difatti due erano le Pec firmate separatamente, ma recanti lo stesso
testo, elaborato da consulenti tecnico-giuridici che hanno individuato
nel testo della variante al Piano di governo del territorio punti di
criticità formali e sostanziali. Pur alieno dal culto della burocrazia,
pur detestando il ricorso al Leviatano (il mostro burocratico) per
nascondere e compensare carenze politiche e culturali, pur consapevole
del fatto che le “cacate carte” (cito da Nusquamia) spesso è il cavallo
di Troia di gherminelle ideologiche e furbate a copertura d'interessi
mascherati, non posso tuttavia permettermi il lusso d'ignorarle. Perciò
ho chiesto che si ponesse all'ordine del giorno la discussione e la
votazione del summenzionato punto.
La dott.ssa Serra ha ritenuto opportuno mettere all'ordine del giorno
la metà di quel che ho scritto. Naturalmente ne ha il diritto, ma a
questo punto ho preferito abbandonare l'Aula.
Ciò premesso, faccio presente che il gruppo consiliare Angelo Gandolfi
sindaco e il gruppo consiliare Obiettivo Curno non sono politicamente
alleati, nonostante la convergenza su due documenti stesi, sotto il
profilo tecnico, da un tecnico di mia fiducia (Angelo Fassi) e da
Giovanni Locatelli già responsabile d'ufficio tecnico in Comuni della
bergamasca, e con una consulenza giuridica neutrale.
La convergenza tattico-operativa sul tema specifico del piano di
governo del territorio non ha, per quanto mi riguarda, alcun
significato politico, ritenendo, come sempre, un' alleanza con il
Gruppo Obiettivo Curno, per citare il sociologo tedesco Niklas Luhmann,
un evento altamente improbabile.
Il
furbo gioco di Gandolfi di arrampicarsi sui vetri cercando di
dimostrare che lui non starebbe assieme ai suoi vecchi elettori
-centrodestra e lega- ma che invece se ne starebbe ben da solo e
lo dimostrerebbe mandando la stessa PEC alla sindaco Serra ma con due
mittenze differenti... fa venire il latte alle ginocchia. Oltre ad
essere una palese proposta di inciucio. Del tipo "parliamone tra di noi
che siamo grandi"
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Ma
se hanno deciso che la eliminazione di Assad è una condizione
irrinunciabile dovrebbero almeno prepararsi a ciò che potrebbe
succedere in Siria il giorno dopo. E gli europei, in particolare,
dovrebbero ricordare che il Mediterraneo è la loro casa, non quella
degli americani."
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In Siria la Russia ha tre importanti basi.
1) Base navale di Tartus
La Marina militare russa ha
una presenza nel porto siriano di Tartus dagli anni ’70 (alcuni
rapporti sostengono dal 1971, altri dopo). Anche se l’impianto di
Tartus è stato spesso chiama to base, fino a poco prima era meglio
descritto come piccola struttura logistica per supporta
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lontano dalle orecchie indiscrete dei cittadini in un consiglio comunale o nella commissione politica PGT.
Ormai scaduti i termini di presentazione delle osservazioni alla
Variante del PGT, anziché averle presentate nei termini e tempi
specificati dalla legge, queste inutili opposizioni propongono un
inciucio diretto e riservato.
Del resto la colata di cemento che prefigurano il piano Ts1 e Ts2 sarà
la fortuna della lista che vincerà le elezioni del prossimo giugno e
quindi... mettiamoci d'accordo: ma senza far sapere troppo ai
cittadini. Anzi.
Ecco quindi scodellato un comunicato affisso nientemeno che sulLa
Latrina di Nusquamia, che è l'agenzia stampa ufficiale del Gandolfi
retta dal suo spin doctor ingegner Claudio Piga da Trezzo sull'Adda.
Bella poi la trovata:»due documenti stesi da un tecnico di mia fiducia
(Angelo Fassi) e da Giovanni Locatelli già responsabile d'ufficio
tecnico in Comuni della bergamasca, e con una consulenza giuridica
neutrale». Col secondo -il Giovanni Locatelli- aggredito
quotidianamente con aggettivazione "leggermente" offensive .
Gandolfi non ha ancora elaborato il lutto sia del disarcionamento
anticipato che della sconfitta elettorale e adesso probabilmente sta
cercando o aspettando che il centrodestra a trazione leghista, incapace
di trovare un candidato disponibile al martirio, lo richiami. In fondo
uno stipendio di oltre ventimila euro l’anno perché scartarlo a
priori?
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re
lo schieramento nel Mediterraneo della Marina militare russa.La Russia
ora ha stipulato un contratto di affitto di 49 anni della base, che
dovrà ampliarla. L’obiettivo è ampliarla in modo che ospiti
contemporaneamente 11 navi da guerra, anche nucleari.
2) Base aerea di Humaymim
Non esisteva prima del
settembre 2015, ed è un adattamento frettoloso di una parte
dell’aeroporto Basil al-Assad. Dispone di una pista asfaltata di 2979m,
attivata dalla forza aerea russa nel settembre 2015 per consentirle di
condurre la campagna aerea contro i jihadisti in Siria. La Russia ha
ora un contratto di affitto di 49 anni della base.
3) Stazione di ascolto di Lataqia
Di tanto in tanto le
notizie parlano della grande stazione di ascolto (SIGINT) russa nella
provincia di Lataqia in Siria, anche se i dettagli che ne confermano
l’esistenza sono scarsi.
In Libia, di fatto, ci sono
tre governi: quello di Sarraj, nato dall’accordo mediato dall’Onu e
siglato in Marocco nel dicembre 2015; quello laico di Tobruk, in
Cirenaica, di Abdullah al-Thani il cui esercito è guidato da Haftar che
può contare sull’appoggio del vicino Egitto e degli Emirati Arabi
Uniti, che hanno già una base aerea mei pressi di Maerj, in Cirenaica
con aerei da attacco, droni ed elicotteri (foto sotto); infine il
governo islamista di salvezza nazionale che si era autosospeso dopo
l’arrivo di Sarraj a Tripoli, nel marzo 2016, guidato da Khalifah
Ghweil, sostenuto e finanziato da Turchia e Qatar.
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