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NUMERO 356



































La doppia guerra in Siria
e un finale con molti dubbi

di Sergio Romano /Corriere della Sera
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Corriere della Sera 13 aprile 2017
Quella che si combatte in Siria, dunque, è una doppia guerra civile. La prima è politica e sociale mentre la seconda, molto più pericolosa e sanguinosa, schiera in campo, gli uni contro gli altri, sciiti e sunniti, vale a dire le due grandi correnti religiose dell'Islam. Gli effetti di questo doppio conflitto sono caotici. L'Iran e gli Hezbollah sono sciiti e difendono risolutamente i cugini alauiti; mentre i sunniti che combattono contro Assad sono aiutati dai loro correligionari del Golfo anche quando appartengono a formazioni jihadiste e allo stesso Stato Islamico. In questa vicenda le democrazie occidentali sono fra Scilla e Cariddi. Possono fare del loro meglio per cacciare Assad privandolo di qualsiasi riconoscimento internazionale o assestando, come nel caso della rappresaglia americana, qualche duro colpo militare. Ma rischiano in questo modo di favorire una forza di opposizione, l'Isis, che l'esercito sciita iracheno sta cercando di sconfiggere a Mosul con l'aiuto degli Stati Uniti.
L'unico modo per uscire da questo imbroglio sarebbe quello di decidere quale sia il nemico peggiore: Assad o l'islamismo fanatico e radicale? La Russia ha scelto senza esitare perché vuole conservare le sue basi, deve fare fronte a un pericoloso islamismo domestico e ha un leader che può imporre la propria linea. Le democrazie occidentali, invece, devono rendere conto delle loro azioni alla pubblica opinione e tenere d'occhio il barometro elettorale.










Cucina nostrana

Angelo Gandolfi

Comunicazione di Angelo Gandolfi in merito al Consiglio comunale del 23 marzo 2017
La riunione di Consiglio comunale del 23 marzo 2017 aveva all'ordine del giorno un punto che era stato aggiunto a seguito di un'ultima richiesta parallela, ma non congiunta, di Cavagna il Giovane e mia: difatti due erano le Pec firmate separatamente, ma recanti lo stesso testo, elaborato da consulenti tecnico-giuridici che hanno individuato nel testo della variante al Piano di governo del territorio punti di criticità formali e sostanziali. Pur alieno dal culto della burocrazia, pur detestando il ricorso al Leviatano (il mostro burocratico) per nascondere e compensare carenze politiche e culturali, pur consapevole del fatto che le “cacate carte” (cito da Nusquamia) spesso è il cavallo di Troia di gherminelle ideologiche e furbate a copertura d'interessi mascherati, non posso tuttavia permettermi il lusso d'ignorarle. Perciò ho chiesto che si ponesse all'ordine del giorno la discussione e la votazione del summenzionato punto.
La dott.ssa Serra ha ritenuto opportuno mettere all'ordine del giorno la metà di quel che ho scritto. Naturalmente ne ha il diritto, ma a questo punto ho preferito abbandonare l'Aula.
Ciò premesso, faccio presente che il gruppo consiliare Angelo Gandolfi sindaco e il gruppo consiliare Obiettivo Curno non sono politicamente alleati, nonostante la convergenza su due documenti stesi, sotto il profilo tecnico, da un tecnico di mia fiducia (Angelo Fassi) e da Giovanni Locatelli già responsabile d'ufficio tecnico in Comuni della bergamasca, e con una consulenza giuridica neutrale.
La convergenza tattico-operativa sul tema specifico del piano di governo del territorio non ha, per quanto mi riguarda, alcun significato politico, ritenendo, come sempre, un' alleanza con il Gruppo Obiettivo Curno, per citare il sociologo tedesco Niklas Luhmann, un evento altamente improbabile.

Il furbo gioco di Gandolfi di arrampicarsi sui vetri cercando di dimostrare che lui non starebbe assieme ai suoi vecchi elettori  -centrodestra e lega- ma che invece se ne starebbe ben da solo e lo dimostrerebbe mandando la stessa PEC alla sindaco Serra ma con due mittenze differenti... fa venire il latte alle ginocchia. Oltre ad essere una palese proposta di inciucio. Del tipo "parliamone tra di noi che siamo grandi"





























































































































































































































































































































































































































































































Ma se hanno deciso che la eliminazione di Assad è una condizione irrinunciabile dovrebbero almeno prepararsi a ciò che potrebbe succedere in Siria il giorno dopo. E gli europei, in particolare, dovrebbero ricordare che il Mediterraneo è la loro casa, non quella degli americani."
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In Siria la Russia ha tre importanti basi.
1) Base navale di Tartus
La Marina militare russa ha una presenza nel porto siriano di Tartus dagli anni ’70 (alcuni rapporti sostengono dal 1971, altri dopo). Anche se l’impianto di Tartus è stato spesso chiama to base, fino a poco prima era meglio descritto come piccola struttura logistica per supporta






































































































































































































































































































































































































































































lontano dalle orecchie indiscrete  dei cittadini in un consiglio comunale o nella commissione politica PGT.
Ormai scaduti i termini di presentazione delle osservazioni alla Variante del PGT, anziché averle presentate nei termini e tempi specificati dalla legge, queste inutili opposizioni  propongono un inciucio diretto e riservato.
Del resto la colata di cemento che prefigurano il piano Ts1 e Ts2 sarà la fortuna della lista che vincerà le elezioni del prossimo giugno e quindi... mettiamoci d'accordo: ma senza far sapere troppo ai cittadini. Anzi.
Ecco quindi scodellato un comunicato affisso nientemeno che sulLa Latrina di Nusquamia, che è l'agenzia stampa ufficiale del Gandolfi retta dal suo spin doctor ingegner Claudio Piga da Trezzo sull'Adda.
Bella poi la trovata:»due documenti stesi da un tecnico di mia fiducia (Angelo Fassi) e da Giovanni Locatelli già responsabile d'ufficio tecnico in Comuni della bergamasca, e con una consulenza giuridica neutrale». Col secondo -il Giovanni Locatelli- aggredito quotidianamente con aggettivazione "leggermente" offensive .
Gandolfi non ha ancora elaborato il lutto sia del disarcionamento anticipato che della sconfitta elettorale e adesso probabilmente sta cercando o aspettando che il centrodestra a trazione leghista, incapace di trovare un candidato disponibile al martirio, lo richiami. In fondo uno stipendio di oltre ventimila euro l’anno perché scartarlo a priori? 


















































re lo schieramento nel Mediterraneo della Marina militare russa.La Russia ora ha stipulato un contratto di affitto di 49 anni della base, che dovrà ampliarla. L’obiettivo è ampliarla in modo che ospiti contemporaneamente 11 navi da guerra, anche nucleari.

2) Base aerea di Humaymim
Non esisteva prima del settembre 2015, ed è un adattamento frettoloso di una parte dell’aeroporto Basil al-Assad. Dispone di una pista asfaltata di 2979m, attivata dalla forza aerea russa nel settembre 2015 per consentirle di condurre la campagna aerea contro i jihadisti in Siria. La Russia ha ora un contratto di affitto di 49 anni della base. 

3) Stazione di ascolto di Lataqia
Di tanto in tanto le notizie parlano della grande stazione di ascolto (SIGINT) russa nella provincia di Lataqia in Siria, anche se i dettagli che ne confermano l’esistenza sono scarsi.

In Libia, di fatto, ci sono tre governi: quello di Sarraj, nato dall’accordo mediato dall’Onu e siglato in Marocco nel dicembre 2015; quello laico di Tobruk, in Cirenaica, di Abdullah al-Thani il cui esercito è guidato da Haftar che può contare sull’appoggio del vicino Egitto e degli Emirati Arabi Uniti, che hanno già una base aerea mei pressi di Maerj, in Cirenaica con aerei da attacco, droni ed elicotteri (foto sotto); infine il governo islamista di salvezza nazionale che si era autosospeso dopo l’arrivo di Sarraj a Tripoli, nel marzo 2016, guidato da Khalifah Ghweil, sostenuto e finanziato da Turchia e Qatar.