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Non
è la stessa cosa parlare di Resistenza laddove sostanzialmente non c'è
stata e dove ci sono ancora persone che ne portano il “segno” nelle
carni e nella memoria. La Resistenza non è una pagina di storia
raccontata nel sillabario da un insegnante. Noi Bergamaschi la
Resistenza la portiamo nella nostra storia e ciascuna comunità ha i
propri riferimenti incancellabili. Non è retorica a distanza di oltre
70 anni ma semplicemente “rispetto”. Il nostro comune e la giunta Serra
hanno fatto due errori molto gravi in merito.
Non sappiamo come e a chi sia venuto in mente questa trovata di
partecipare da Curno a questa scampagnata con relativa orazione
trombona finale e magnata accompagnatoria per celebrare la
Resistenza in un posto non attinente alla nostra storia. Ma visto che
Curno ha dato alla Liberazione un fante -Gamba Tarcisio, classe 1925-
ammazzato da partigiano alle Case Cicogni di Pecorara (PC) il 18
dicembre 1944, forse sarebbe meglio pensassimo ancora a lui ed
alla sua famiglia piuttosto che andare a mangiare le
“ciape di of e strangulì” sui colli di Potranga. Ancora adesso Tarcisio
Gamba è ritenuto un valtellinese di Mazzo ma quel paese non dette alla
patria nessun Gamba. I reparti partigiani operavano nel
piacentino
contro la famigerata Divisione Turkestan. Gamba si trovava ospite
assieme ad altri due partigiani presso la famiglia Pozzi sul monte
Mosso quando con i suoi compagni venne sorpreso nel corso della
notte
da un forte rastrellamento nemico. La cascina dove si trovava
nascosto
con i
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Più
vicino a noi, a Longuelo, cinque giovani antifascisti vennero
trucidati il 26 aprile 1945. Davanti alla torre medioevale che con
altre, ancora esistenti, faceva parte del sistema di segnalazione alla
Rocca di S. Vigilio c'è un cippo di marmo bianco che riporta i nomi di
Serighelli Ambrogio (16 anni), Rota Pierino (18), Mariani Massimo
(19), Capelli Paolino (23), Trabucchi Costantino 40 anni. Vista (anche)
l'età e la data dell'esecuzione delle persone coinvolte, allo stato
attuale, non siamo in grado di dare ulteriori informazioni. Nel
frattempo abbiamo avuto notizia che questo fatto avvenne all'incrocio
tra via del Coppo e via Trento, al confinetra Curno Mozzo Bergamo dove
sorgeva una fabbrica di mattoni che usava l'argilla di una cava in loco
e che fu una esecuzione da parte di fascisti in fuga. Notizie comunque
tutte da verificare.
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Poi ci sarebbe da ricordare anche la vicenda dell’assalto delle Fiamme
Verdi alla Villa Masnada che si concluse appunto con l’eccidio di
Potranga (in volantino).
La giunta Serra -secondo episodio negativo- ha premiato negli anni scorsi
come cittadino “meritevole” un certo SB recentemente scomparso.
Non venne premiato come partecipante alla Resistenza: va precisato. SB
prestò servizio durante la seconda guerra a Piacenza (nella stessa
città dove prestò servizio Tarcisio Gamba come fante). L'8
settembre '43 Gamba fuggi dalla caserma e salì sugli Appennini
mettendosi coi partigiani. SB lasciò la caserma ormai priva di
comandanti, rubò una bicicletta e da Piacenza ritornò a Curno dove
rimase nascosto sul fienile della casa della morosa fino alla
Liberazione, dopo il 25 aprile del 1945. SB si piccava già da
giovane e da soldato di essere una persona acculturata ed infatti
leggeva abbastanza normalmente i quotidiani. Una passione che mantenne
per tutta la vita e che ha lasciato alla sua famiglia una ricchissima
biblioteca. Unica per quantità –cinquemila volumi- ed eterogeneità di
contenuti in paese. Il problema di SB non era la memoria ma una cultura
organica: purtroppo lui lesse moltissimo ma non riuscì mai a
trasformare le sue informazioni in “utilità” proprie e socializzarle.
Ben presto si accorse che non avendo dopo l'08 settembre dismesso la
divisa dell'esercito regio, perse come anzianità pensionistica
gli anni di servizio militare e questo
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compagni
di lotta venne circondata dalle truppe nazi-fasciste, che irruppero
all'interno e lo ferirono gravemente a colpi d'arma da fuoco. Sunter
Foglia e Tarcisio Gamba, vennero catturati e immediatamente passati per
le armi nonostante non avessero opposto resistenza. Le salme degli
uccisi furono sepolte in una fossa comune profonda 40 centimetri. La
mattina seguente la gente del vicino villaggio di Cicogni fece la spola
per recitare una preghiera davanti i tre giovani affiancati con gli
occhi immobili rivolti al cielo.
Per molti anni quando c'era ancora il PCI, da Curno partiva ogni anno
un gruppo di concittadini per commemorare il tragico evento in quel di
Pecorara. Poi l'iniziativa venne accantonata anche perchè Pecorara,
finita in mano alla Lega, fece scempio di quella storia.
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fatto
suscitò in lui un fortissimo anticomunismo –che ne fu la traccia
pubblica più evidente nella sua storia- visto che la norma venne
approvata da un ministro PCI. Con noi ebbe un giorno un gesto di
umiltà: "ho preferito la morosa alla lotta partigiana e mi sono
guadagnato sei anni di lavoro in più". Da giovani succede.
Detto questo noi Curnesi torniamo a Pecorara.
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