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Forza Italia e Lega in pubblico fingono di litigare mentre faranno lista unitaria negli enti locali. Intanto la Latrina di Nusquamia semina fake dicendosi scadalizzata dell'alleanza cui collabora facendosi megafono.
Vivere Curno attende la cicogna col nuovo candidato sindaco:l'ha promesso il segretario PD.






















Il ritorno della destra

Salvini e Berlusconi hanno trovato l'accordo per liste comuni alle amministrative. È l'annuncio della pace o solo un armistizio? Lo vedremo quando si avvicineranno le elezioni politiche; quello che emerge chiaramente ora attesta un elevato grado di realismo nei due leader politici. Della malleabilità di Berlusconi — sono sia concavo che convesso diceva di sé per indicare quanto adattabile poteva diventare — nessuno ha mai dubitato. L'ex Cavaliere non ha voluto coltivare nemici a prescindere (forse con l'esclusione di Romano Prodi) perché ha costantemente adottato lo schema tipico dell'homo economicus, che considera ogni problema una questione negoziabile. Berlusconi ricercava sempre un approccio, un incontro, un abboccamento per ricucire e riannodare. Non per insita “bontà d'animo” ovviamente. Soltanto, perché non avere nemici consente di agire a 360 gradi, di spaziare nell'arena politica in tutta libertà. Anche di questa qualità va tenuto conto se l'ex Cavaliere è ancora in pista nonostante tutto quello che ha combinato, in politica e fuori.
L'altro contraente dell'accordo non presenta lo stesso profilo, anzi. In questi anni si è caratterizzato come un rodomonte, un burbero- barbaro che agisce di ruspa e non risparmia contumelie a destra e a manca. Salvini, però, è anche il politico che ha raccolto una Lega allo sfascio e l'ha rilanciata oltre il suo massimo storico, stando ai sondaggi. Ed è già stato in grado di abbassare i toni e mettersi in seconda



governo a braccetto con il leader di An), e poi Bossi a Berlusconi (il mafioso Berluskaz, sempre per citare l'ineffabile Bossi) prima dell'alleanza vincente del 2001. Questo per sottolineare che a destra gli scontri non sono una novità. Solo che, al momento buono, prevale il ricompattamento perché sopra ogni altra divisione esiste un nemico da combattere: un tempo il comunismo portatore di “miseria e morte”, ora la sinistra responsabile dell'invasione dei migranti, dell'insicurezza delle strade e, di nuovo, della “miseria” di tanti.
La destra riesce sempre a serrare le fila quando le si agita di fronte il nemico. Anche perché quello che unisce le sue anime è molto solido. Lascia interdetti l'ingenuità di chi considera Forza Italia espressione di una visione









Mi raccontava l'altra sera un austero giornalista di L'Eco che il Massimo Conti, segretario del locale circolo del PD, gli avrebbe confidato che il prossimo candidato sindaco sarà una personalità fuoriclasse. Fosse stato sincero (il Massimo Conti) avrebbe dato la notizia che
l'attuale sindaca Serra non sarà più candidata e  -seconda- che la cicogna ci porterà il nuovo candidato sindaco. O la nuova camdidata sindachessa. Lo porterà una cicogna perché maggio non sono pronti i cavoli e quindi da li non può venire. Lo scodellerà già adulto e informato e capace di leggere e scrivere come prevede la legge. Touchè dallo spirito santo.
Il fatto è finora di personalità eccezionali -maschi o femmine che siano- non se ne sono viste e sentite e ne abbiamo pieni le tasche di improvvisati salvatori della patria dopo avere sopportato «anche» le due professoresse Morelli e Serra. Che hanno interpretato il ruolo di sindaco con la testa degli insegnanti e con la vista di un miope riuscendo nell'impresa di farsi inutilmente “S”gradire da molti cittadini.










































































































































































































































































































































































Col caos in cui sta affogando il PD nazionale e con la disorganizzazione dei circoli, il PD curnese sta assai peggio visto che non è in grado da tre lustri di esprimere un candidato sindaco benchè sia il maggiore azionista della lista Morelli e Serra.
Più che di travestimento si tratta di vera e propria assenza di personale politico.
Anzi: uno ci sarebbe (e che voglia c'ha in corpo di fare il candidato sindaco!) ma nessuno rischierebbe di stare in lista con lui.
La ragione di questa incapacità e la certezza della sconfitta nel caso il PCI-PD mettesse  candidato uno dei suoi uomini-donne sta nella distruzione operata dal vecchio segretario PCI, mica per gli











































































































































































































































































































fila laddove si giocavano partite importanti come a Milano per l'elezione del sindaco e in Liguria per quella del presidente di Regione.
Allora, dove va il centrodestra: allo scontro per la conquista della leadership o all'accordo per cercare di trarre il massimo profitto per tutti? Le dichiarazioni infuocate di Salvini e di Meloni — e lo sgambetto fattole da Berlusconi in occasione delle elezioni comunali di Roma quando ha mantenuto un suo candidato pur di non farla arrivare al ballottaggio — disegnano un quadro fosco della possibile convivenza. In effetti, la questione dell'egemonia politico-culturale e della leadership è sul tappeto, e viene avanzata con forza dalla coppia dei giovani, Salvini e Meloni. Ma è più un gioco delle parti che un vero conflitto. Quando si pongono in contrapposizione il populismo della Lega salviniana, rafforzato dal radicalismo dei Fratelli d'Italia, con la moderazione di Berlusconi sembra di rivedere un vecchio film, quello che contrapponeva prima Bossi a Fini (capo della «porcilaia fascista con la quale i conti si sono regolati nel 1945», come diceva soavemente Bossi nel 1994 prima di entrare al



moderata inconciliabile con la Lega. Il loro collante ideale è lo stesso: è fatto di un puro impasto populista, forgiato da lustri di comune ostilità nei confronti delle istituzioni rappresentative (“il teatrino della politica”, “i politici che non hanno mai lavorato”, “l'Italia da gestire come una azienda”, e via di questo tenore), da un fastidio profondo nei confronti della primazia della legge rispetto alla volontà della “gente” o, nello specifico, del “popolo padano”, e da una insofferenza nei confronti delle istituzioni europee e sovranazionali in genere.
È su questa koinè populista-plebiscitaria, veicolata dal centrodestra per più di un ventennio, che si fonda la sintonia tra Salvini e Berlusconi (e perché mai altrimenti Berlusconi avrebbe fatto fuori Stefano Parisi che proponeva una visione liberal-moderata antitetica alla Lega…). Poi è possibile che le ambizioni dei giovani affamati di gloria mandino a monte l'alleanza. Ma questa ha solide basi su cui fondarsi.

Piero Ignazi /Corriere della Sera







straventi che oggi vanno (purtroppo) di moda.
Del resto che la «presa» di questa  vecchia fazione comunista sulla giunta Serra sia ancora ben presente ed evidente e la si legge benissimo nella politica urbanistica e sociale della attuale maggioranza.
Sono ormai 40 anni che il comune di Curno -perfino ai tempi dei governi leghisti- che la politica di Curno poggia su tre pilastri frutto di un perenne inciucio tra destra centro e sinistra che hanno come fondamenta lo sviluppo del commerciale in paese e una solida politica di clientelismo sociale per tenere buono il popolino.
Ogni tanto ci sono state schegge impazzite ma sono state subitaneamente assorbite da provvidenziali crisi amministrative e ricambi di sindaco o liste parallele.
E i "movimenti" a sinistra del PCI sono stati tutti "convinti" con carriere sindacali o pubbliche dei principali protagonisti al fine di svuotarne la carica istituzionale.

Anche tutto l'ambaradan del Ts1 e del Ts2 (la ristrutturazione degli «assi commerciali» del paese) rispondono a questa politica tutta flessa sugli interessi di parti che hanno fatto di Curno il loro terreno di affari  conquista governo.
Adesso ci sta provando la non nuova alleanza tra Lega FI e altri del centrodestra con quella parte di pentastellati che ieri magari erano fuoriusciti da quelle formazioni ed oggi rientrano e/o rientreranno domani.La lista Vivere Curno non si creda e non si senta quindi sicura col neo candidato sindaco portato dalla cicogna di avere la vittoria in mano perché la sommatoria del centrodestra e del grillismo è largamente maggioritaria in paese e unitamente al desiderio di dare una lezione sia al vecchio PCI ancora dominus  in Vivere Curno sommandosi alla voglia di agguantare il grasso che cola dalla Variante del PGT, quella vittoria sarà piuttosto... una sicura sconfitta.
L'esito nazionale del casino dentro il PD, le nuove manovre economiche che il governo Gentiloni dovrà adottare e la bassa crescita contribuiranno a dare fiato alla destra e al pentagrillismo.

La giunta Serra, benchè tutto sommato «baciata» dalla fortuna di avere potuto concludere la scuola elementare (peraltro del tutto inutile e per la quale verrà probabilmente portata davanti alla Corte dei Conti) ci restituisce un paese più debole perché indebolito  da una carenza  della politica. Serra  fu una risposta debole alla debolezza del PD che adesso spera nella cicogna.


































































































































Scommettiamo un caffè !.
Il custode delLa Latrina di Nusquamia ha impresso qualche virgola sulle pareti della latrina per avvertire i frequentatori del pericolo che «la Storia ci ammonisce: Curno non può cadere nelle mani di Cavagna il Giovane, Locatelli e Foresti» e dopo averci deliziati di una serie di copia&incolla dai «Commentarii rerum memorabilium di Enea Silvio Piccolomini» non disdegnando le sode chiappe di una musa callipigia (davvero un bel culo!), seguito da uno strapparsi i peli dal petto per disperazione: «Curno è un borgo di Bergamo, Bergamo è una città nobile e Bergamo non può tollerare che un suo borgo, ancorché il più sgarruppato, sia governato maldestramente, occupato da un manipolo di persone che sono l'antitesi, per esempio, di Thomas Jefferson, (...)». Maronna 'o carmine!
Ebbene, tutto questo bordello di copia&incolla sono una balla.
Mentre il custode delLa Latrina di Nusquamia, ing. Claudio Piga da Trezzo sull’Adda sta seguendo e consigliando questo raggruppamento che vede pentastellati allearsi col centrodestra e la Lega, nel suo blog invece ne paventa l’avvento al governo di Curno.
Nessun problema: adesso lo sanno tutti.