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Bersani e i Cinque Stelle: sono la forza di centro dei tempi moderni E rifarei la diretta web
L'esponente mdp: no a larghe intese contro i populismi






Allagamenti a Longuelo.
Davanti a certe proposte non si comprendono mai le priorità






































Niente «mucche nel corridoio» o «tacchini sul tetto». Venerdì scorso i compagni di Campobasso che erano andati ad ascoltare Pier Luigi Bersani non volevano spiegazioni sulle sue celebri metafore, erano interessati a capire il senso di una frase che aveva pronunciato durante il suo intervento. Frase un po' criptica, ma non fino al punto da celare l'idea di una possibile prospettiva politica, diversa da quella immaginata finora per gli scissionisti di Democratici e progressisti: «I Cinquestelle tengono in stand-by il sistema. Ma se alle prossime elezioni — in assenza di un centrosinistra largo — s'indebolissero, arriverebbe una robaccia di destra». Sarebbero i grillini quindi, non il Pd a trazione renziana, l'argine alla «deriva populista e nazionalista».
Bersani, che aveva appena finito di parlare in pubblico, ha ripreso a farlo riservatamente. E non solo ha confermato l'intuizione dei militanti. È andato oltre, partendo da un'analisi originale del



Insomma, se nella prossima legislatura si prospettasse un governo di larghe intese, chiederebbe ai gruppi parlamentari di Mdp di non appoggiarlo. Una posizione diametralmente opposta a quella del Pd, e che renderebbe ancor più difficile — sulla base degli ultimi sondaggi — la soluzione della grande coalizione socialisti-popolari.

Da uova e da latte
«Una simile soluzione è demenziale per l'Italia. Se ognuno non torna a fare il proprio mestiere, se tutto si mischia, non lamentiamoci poi dell'avanzata dei populismi». In questo quadro, sembrerebbe impossibile un'intesa tra Mdp e Pd. O meglio «con questo Pd», «perché o loro si ritengono parte di un centro-sinistra dove la sinistra conta, oppure auguri. Io continuo a pensare a un centro-sinistra plurale, ulivista, di combattimento. E se introducessero il premio di coalizione nella legge elettorale, sarei pronto ad appoggiare le primarie di




Due articoli sul Corriere (qui di fianco) di Francesco  Verderami e un altro su LaRepubblica -di Giovanna Casadio- affrontano o narrano una serata di Bersani a Campobasso per presentare il neo partito Mdp.
Bersani sostiene che (1)»i Cinquestelle tengono in stand-by il sistema. Ma se alle prossime elezioni — in assenza di un centrosinistra largo — s'indebolissero, arriverebbe una robaccia di destra» e quindi (2) che lui sarebbe «pronto» ad accogliere un eventuale invito per una riedizione della diretta streaming del 2013. Allora fu lui a ricercare un accordo programmatico per far partire il suo governo. E anche a parti rovesciate «io ci sarei ancora». «Sarebbe curioso rinunciare», ha spiegato dinnanzi allo stupore dei compagni: «In modo speculare, sarebbe quello che avevo chiesto loro quattro anni fa».
Bersani ragiona come si il suo nuovo partito arrivasse secondo (cioè dopo i 5S) e ragiona ancora da «padrone del PD» senza rendersi conto che non è e non sarà così. Legittime ovviamente le sue idee ed aspirazioni ma questo «dettare» la linea al PD dopo che se n’è andato forse ...







C’era una volta una valle sostanzialmente abbandonata da oltre mezzo secolo e a un certo punto qualcuno ha deciso di  interrompere e spezzare quell’equilibrio costruito perché «Astino deve rinascere».
Astino è rinato seppure non propriamente del tutto  ma -complice buondio -benevolo o malizioso-  questi ha provveduto a scaricare qualche stravento che hanno allagato il quartiere di Longuelo con danni enormi: per fortuna solo alle cose e non alle persone.
Abbiamo sempre sostenuto la tesi che l’allagamento di Longuelo non sia «colpa» esclusiva degli straventi ma che  la responsabilità sia da condividere cogli interventi pesantissimi  nella modifica a scopi  di coltivare i campi inferti in tempi rapidissimi e con riversamento di enormi quantità di energia per le lavorazioni e le opere edili come la modifica delle fognature dalle strade superiori alla roggia Curna.
Poi c’è la nulla manutenzione dei canali che sottopassono Longuelo da nord a sud, che  saranno intasati da ogni sorta di pattume solido.
Poi c’è da interrogarsi come funzioni quella parte di roggia Curna che sottopassa il campo di golf: un tempo a cielo aperto e adesso tutta coperta.
Poi c’è interrogarsi  dove possa scaricare la roggia Curno visto che a Curno






























































































































































































































































































































































































































Bersani mi pare non abbia compreso come buona parte del popolo PD abbia subito come una grande umiliazione la sceneggiata subita nel primo incontro  di Bersani con Crimi & C.Bersani non ha ancora compreso come buona parte del popolo PD  non gli abbia ancora perdonato le elezioni «mezze vinte-mezze perse» e il giaguaro che -anziché finire smacchiato- circola ancora ben chiazzato. Come non pare avere compreso di avere portato in Parlamento un gruppo non proprio eccelso di parlamentari, semmai un  bel gruppetto di accoltellatori che badano assai bene alla pensione.

Se poi andiamo a leggere gli articoli di Gotor Mucchetti e sul NENS (il decalogo dei dieci errori di Renzi) ci rendiamo conto di come sia facile tagliar la testa al fiorentino incolpandolo ma senza onere della prova.
Più che degli iscritti o parlamentari del PD quegli scritti paiono volantini delle opposizioni che ovviamente hanno sempre ragione perché non c’è la prova se le proposte funzionino o meno.
Adesso Bersani RI-propone in versione simmetrica quel che é già fallito tre anni or sono e dal suo ragionamento appare come un plauso o una




















































































































































Movimento, che «sarà pure solipsista, ma va tenuto dentro il circuito democratico». Come a dire che bisogna tentare di dialogare nell'interesse del Paese: «D'altronde, una forza che raccoglie al primo colpo il 25% dei consensi non è un fenomeno transitorio. Anzi loro sono il partito di centro dei tempi moderni. Anche perché i moderati non sono come si prova a rappresentarli oggi. Eppoi i moderati incazzati non sono una novità, visto che agli inizi del Novecento Camillo Prampolini si definiva un “moderato rabbioso”».

In streaming con Grillo
«Il problema è che, volendo mantenere la loro diversità, i



coalizione, un nuovo federatore... Io sono da uova e da latte».
Fino a quel momento i militanti di Campobasso erano riusciti a seguirlo nel ragionamento politico, ma la metafora li aveva spiazzati. «Risale alla tradizione contadina delle mie parti. Ha a che fare con le sardine. Femmine e maschi hanno un sapore diverso: nelle prime prevale il gusto delle uova, nei secondi quello del liquido bianco seminale. Capite? Vuol dire che sarei disponibile a tutto». Forse i compagni avrebbero inteso meglio il detto berlusconiano «concavo e convesso».

Il numero nel simbolo
Raccontano che durante la  chiacchierata Bersani abbia













































































































































sostanzialmente... scompare anziché finire nel fiume Brembo come a suo tempo.
Davanti a questo groviglio di responsabilità dimancata manutenzione di un bene comune (la roggia Curna) qualcuno ha deciso di scegliere la  «via breve»:»la soluzione, secondo il professore Ciaponi dell’Università di Pavia, sarebbe la realizzazione di due laghetti da 40 mila e 10 mila metri cubi, da realizzare nei campi a fianco del monastero. Sarebbero lasciati vuoti in modo da poter raccogliere in caso di nubifragio tutta l'acqua in eccesso impedendole di allagare i quartieri.»
Immaginandoli profondi 5 metri avranno la dimensione di un ettaro, cui vanno aggiunte le sponde a protezione e raddoppiamo.
Costi a parte, c’è da domandarsi cosa significhi piazzare un lago di quelle dimensioni -per ampiezza,  volume d’acqua, modifica delle temperatura ambiente-   nel senso di aggravamento o alleggerimento di eventuali futuri straventi. O anche normali temporali.
La soluzione proposta probabilmente è meno costosa rispetto ad una generale e profonda pulizia e ristrutturazione di tutta la rete idro della zona, compresa la rimessa in funzione della roggia Curno (senza farne un canale cementato nemmeno in parte) fino a Curno ed all’antico scarico nel Brembo.
La soluzione proposta entra nel novero di chi considera il territorio qualcosa da «sottomettere e governare» Anziché «secondare».
Chi ideò e costruì (con le sole braccia e coi badili...) la roggia Curna e bonificò la Valle di Astino per renderla più accogliente, non disponendo ne di gasolio ruspe trattori cemento scelse la via breve di creare un canale che «portasse acqua quando fosse necessaria e asportasse l’acqua quando fosse superflua per irrigare le marcite a valle» e a questa funzione va ricondotta piuttosto che ridurla a mero inutile monumento.
Comprendo che la giunta Gori e il Consorzio di Bonifica abbiano in programma  altri progetti sui quali è crollato improvvidamente l’allagamento di Longuelo (in un momento di finanze ridotte) ma il normale dilemma italiano- puliamo il mondo o lo aggiustiamo dopo le tragedie-  non è solo di Longuelo.
La soluzione quindi è molto più semplice di quella prospettata: (1) sospendere ogni coltivazione nella valle (2) pulire tutti i canali coperti che passano sotto Longuelo e ampliarne la sezione(3)  pulire la roggia Curna  da Longuelo fino al Brembo (4) rivedere  l’idea delle fognature che dalle strade superiori finiscono a valle.



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Cinquestelle finiscono per  bloccare il sistema.
Lo tengono in stand by,
appunto, senza dar sbocco alle richieste di novità che provengono dal loro elettorato. A meno che...». A meno che M5S non si rivelasse davvero «capace di coalizzare in Parlamento», come ha annunciato tempo fa Luigi Di Maio. Se così fosse, se dopo aver vinto nelle urne senza ottenere la maggioranza assoluta, i grillini dessero corso a questo disegno, Bersani sarebbe «pronto» ad accogliere un eventuale invito per una riedizione della diretta streaming del 2013. Allora fu lui a ricercare un accordo programmatico per far partire il suo governo. E anche a parti rovesciate «io ci sarei ancora». «Sarebbe curioso rinunciare», ha spiegato dinnanzi allo stupore dei compagni: «In modo speculare, sarebbe quello che avevo chiesto loro quattro anni fa».

E proprio in coerenza con la sua linea politica di quattro anni fa, quando — aggrappandosi ai grillini — tentò di evitare l'abbraccio con Silvio Berlusconi, Bersani ha precisato di non voler «fare certo da raccordo delle forze populiste contro quelle che sidefiniscono responsabili. Ma allo stesso modo non appoggerò un rassemblement dei responsabili contro i populisti».



parlato di Matteo Renzi senza mai citarlo. Bastava dicesse «questo Pd» e tutti capivano: «Con “questo Pd” non sorprendetevi dei suoi sondaggi. Tra caso Consip e voti al Senato è chiaro che scenda e che i Cinquestelle salgano. Quanto a noi, compagni, state tranquilli: da quello che vedo andando in giro c'è più pane che denti». Traduzione simultanea: «C'è interesse e avremo consenso. È il nome che non è ancora noto. Oggi se chiamano al telefono per chiedere “voterebbe Mdp?”, in molti anche dalle mie parti rispondono “ma cus è?”». E per congedarsi, Bersani ha regalato ai militanti un'anticipazione: «Il nostro simbolo sarà giocato sull'Articolo 1 della Costituzione».

Francesco Verderami
Corriere della Sera



soddisfazione che in Italia non ci sia un movimento di destra estrema come negli altri paesi UE ragion per cui «i Cinquestelle tengono in stand-by il sistema. Ma se alle prossime elezioni — in assenza di un centrosinistra largo — s'indebolissero, arriverebbe una robaccia di destra».
Sarebbero i grillini quindi, non il Pd
a trazione renziana, l'argine alla «deriva populista e nazionalista». In altre parole: gli Italiani hanno scelto Grillo piuttosto che Salvini.

A me pare -e la intervista odierna al furbo DiMaio la conferma-  che oggi l’idea forte sia quella di puntare al 40% e quindi ad una spallata al sistema consociativo comunque esso sia.
Che era-è anche l’idea di Renzi e del suo sistema istituzionale  assai semplificato. Non quello cui pensa Bersani del premio alla coalizione.

Da qui alle prossime elezioni politiche c’è tanto di quel tempo e ci saranno tanti di quei problemi da risolvere, che questi ragionamenti  cominciano oggi e finiscono domani.
Dice Bersani (alLa Stampa) «Io chiedo solo una cosa: Gentiloni deve dire la verità agli italiani sull’economia, poi insieme vedremo come fare. La cosa che mi disturberebbe di più sarebbe la descrizione di mondi che non ci sono. Ci vuole un discorso serio e rigoroso sullo stato del Paese».  poi aggiunge «Si prepara una manovra in autunno da far tremare le vene ai polsi, bisogna discuterne. Quando sento Renzi dire di non aumentare l’Iva, gli ricordo che è lui che l’ha aumentata per il 2018, ora bisogna intervenire perché l’aumento non scatti. Mi auguro che Gentiloni si emancipi sempre di più da quella continuità».

Il dato sicuro è che l’Italia si sta muovendo positivamente  e  la classe politica, anziché serrare le fila per accentuare e migliorare, pensa soltanto a garantirsi una singola e maggiore rappresentatività.
Bersani si presta a questa operazione e da un «vecchio» come lui non mi aspetterei questa operazione .