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NUMERO 328
























































la tencologia audio video entra nella sala del  consiglio comunale








il mite Gentiloni e i 4 punti di riduzione del costo del lavoro dei giovani: hai voglia!
























































Quando i lavori si fanno con le mani.
E’ stato messo (finalmente! dopo mezzo  secolo di pessimo malfunzionamento) a punto il sistema di registrazione dei consigli comunali e di proiezione su schermo dei materiali informativi durante i consigli comunali e le assemblee. E’ stato suggerito alla sindaca un programma per la trascrizione automatica delle allocuzioni pronunciate ai microfoni ma per adesso non si hanno notizie in merito. 
Come non troviamo nessuna informazione se le sedute del consiglio comunale e quelle delle assemblee possano essere trasmesse in diretta via web.
Come non troviamo nessuna indicazione se talune riprese delle telecamere  sui principali punti del paese: Piazza della Chiesa, Largo Vittoria (esiste telecamera ?), Piazza del Municipio, Piazzale del CVI1 e CVI2, ingresso cimitero) sarà possibile  che siano visibili continuamente da qualsiasi PC o cellulare. Insomma arranchiamo ancora a metà MedioEvo.
Del resto il disinteresse della giunta Serra perchè il comune sia cablato da fibra ottica (a parte le iniziative private già attuate) è evidente.

Finalmente i cittadini hanno potuto verificare come nella sala consigliare (che ha il soffitto non intonacato  ma rivestito coi pannelli fonoassorbenti...della serie: senza mutande ma con la pelliccia) sia stato appeso un telone a comando automatico (urpa!) sulla parete dietro le spalle della sindaca. Lavori che potevano essere fatti in due giorni durano da qualche settimana. Che siano degli esecutori «esodati»?

Bisognerà che qualcuno spieghi alla sindaca che le cose si fanno se funzionano e non perché... tanto al chilo. Un telone messo in quel posto non è visibile ne dai consiglieri (costretti e torcersi  sulle rispettive sedute) ne dai cittadini per l’eccessiva distanza.




Il mite Gentiloni prevede una riduzione di 4-5 punti del costo del lavoro a partire dal 2018 ma sarebbero necessari 3-4 miliardi di copertura. Scrive Roberto Petrini su Repubblica che la riduzione sarebbe «una dote contributiva a vita, che sarà assegnata al momento della prima assunzione, e che il dipendente potrà portarsi dietro durante tutto l’arco della propria attività anche nel caso di cambio di lavoro. Questo il piano al quale sta lavorando il governo e dovrebbe consentire di voltare pagina dopo l’esperienza della decontribuzione triennale, scattata nel 2015 e oggi in via di esaurimento.



Il secondo caso, invece, si riferisce a un impiegato con una busta paga netta di poco
superiore a 1.700 euro. In questa ipotesi, il datore di lavoro deve farsi carico di un costo di oltre 3.200 euro; importo, quest’ultimo, quasi doppio rispetto allo
stipendio erogato. Questa cifra è composta dalla retribuzione mensile lorda (2.483 euro) a cui si aggiungono i contributi mensili versati dal titolare dell’azienda (729 euro). Il cuneo fiscale (dato dalla differenza tra il costo per l’azienda e la retribuzione netta) è di 1.503 euro che incide sul costo del lavoro per il 46,8 per cento.












































































































































































































































































































Magari la sindaca Serra metterà a disposizione dei cittadini dei binocoli da teatro madreperlati . Un telone messo in quella posizione dovrebbe permettere la proiezione di una immagine  larga alla base almeno 5 metri: cosa impossibile attualmente e in futuro per motivi pratici.

Per aggiungere spesa inutile a spesa inutile, non hanno fatto i conti che per vedere le immagini sul telone o disponi di costosissimi proiettori professionali  che scaricano quattro tir di lumen oppure col giocattolino messo in atto al massimo vedi le ombre cinesi sbiadite.
La presa per i fondelli ai cittadini ed ai consiglieri non poteva finire qui perché per vedere le immagini su un telo devi oscurare l’ambiente e quella sala non si può oscurare.
Da mezzo secolo che esiste non hanno mai deciso quella modesta spesa per applicare quattro tende da cinema







L’operazione fa perno sulla riduzione del cosiddetto cuneo fiscale, cioè la differenza tra costo del lavoro e netto in busta paga che viene “mangiata” dai contributi: un fenomeno che in talia incide più che in tutti paesi dell’Ocse. La misura aumenterebbe il netto in busta paga e ridurrebbe i costi per l’azienda: il costo, secondo fonti del governo, sarebbe di 3-4 miliardi e dunque molto meno di quanto ha pesato sui conti pubblici l’operazione decontribuzione triennale. Il peso delle risorse necessarie non graverebbe, nelle intenzioni del governo, sull’Inps e dunque sulla previdenza, ma sarebbe “fiscalizzato” cioè finanziato con il bilancio dello Stato.
La manovra sarebbe strutturale, cioè il taglio sarebbe definitivo e sarebbe accompagnato da un timing preciso, che darebbe sicurezza alle imprese.
L’idea è quella di partire dal 2018, inserendo il provvedimento nella prossima legge di Bilancio,



Inoltre, sebbene la metà dei 9 miliardi di euro annui che servono per coprire la spesa del bonus Renzi sia finita nelle tasche di dipendenti che vivono in famiglie con redditi medio-alti , è altrettanto vero che secondo un’indagine realizzata dalla Banca d’Italia il 90 per cento delle famiglie percettrici di questa agevolazione hanno dichiarato di averla spesa e di aver destinato il restante 10 per cento al risparmio e al rimborso di debiti".

Fatto questo quadro è evidente che occorre stabilire un salario medio che consenta al lavoratore di vivere perché oggi con 500-800 euro nessun giovane e nessun padre di famiglia è in grado di andare avanti.
Evidente come la miserrima riduzione pensata da Gentiloni  sia un’aspirina rispetto all’idea avanzata (indirettamente) dalla CGIA di Mestre come è altrettanto evidente che se in Italia ci sono aziende che possono partire da  salari già oltre i 1000 euro è altrettanto vero che la maggioranza delle imprese italiane ha un livello di organizzazione e produttività che non può permettersi tali salari (oltre i mille euro).

Per andare avanti e migliorare la situazione occorre quindi un vasto patto tra le forze sociali molto articolato che preveda l’adozione lungo un arco di tempo definito (cinque anni?) di una serie di misure quali:
- la riduzione del cuneo fiscale di almeno il 50% rispetto all’attualità
- il recupero dell’80% dell’evasione-elusione fiscale
- la cancellazione dei numerosi bonus per le aziende che  le stesse non ritengono necessari
- il blocco della crescita del deficit
- una politica industriale con pochi e selezionati obiettivi per raddoppiare le aziende di livello internazionale
- la riduzione delle accise sull’energia in base ai risparmi attuati dalle imprese
- maggiore compartecipazione ai costi sociali in base al reddito
- tassazione dell’investimento privato nell’azionariato industriale identico a quello dei BOT
- una patrimoniale sulle case abbandonate e su quelle di lusso (dimensioni rispetto a numero di abitanti)
- adozione negli acquisti di beni e  servizi pubblici dei prezzi medi europei.
- alzare le pensioni minime a livelli adeguati su base provinciale e favorire la smobilitazione del patrimonio immobiliare degli anziani abolendo i costi AdE e notarili.



















































































































































































































































































































































































L’unica soluzione praticabile poteva essere quella di applicare al posto del telone quattro schermi da 64" affiancati e così sfruttando l’elevata luminosità e contrasto si potrebbero vedere anche con la sola chiusura delle tende (di giorno) mentre di sera con un minimo abbassamento dell’illuminazione.

Il tragicomico è che basta recarsi da MediaWorld e verificare come funzionano le cose ma purtroppo  per applicare quattro schermi da 64 pollici  bisogna spendere 20mila euro mentre col telone (perchè non un bel lenzuolo di lino antico recuperato dalLa Miniera?) te la cavi con meno di mille. Idem per il PC che dovrebbe comandare l’insieme.

La sala del consiglio comunale rievoca i mitici «tinelli marron» delle cucine economiche anni ‘50-’60; qui non si usa nemmeno al «formica» adottata per quelle: siamo al «nobilitato»: cioè roba da poveri poveri strapoveri. Già le sedie sono più adatte ad uno stabilimento balneare che ad una sala ufficiale; già i tavoli dei consiglieri sono quelli dei «borsellati» anni ‘50; già il volume della sala è fuorilegge rispetto al numero di persone-sedute; già le scale di accesso non le hanno mai lavate con la natrolina da quando le hanno posate mezzo secolo or sono.
Ecco: quando si ha una pessima concezione della democrazia anche gli arredi della sala consigliare lo manifestano appieno.



Le immagini di questa pagina.
La signora seduta sotto il berceau primo novecento è una delle donne della maggioranza che aspetta e spera nella nomina alla candidatura sindacale. Sotto a destra una turbina utilizzata per produrre energia elettrica dal movimento delle maree. Segue un'innovazione autentica curnese: la "rotonda a fagiolo" sulla via Bergamo. Dove in meno di un chilometro ne hanno piazzate quattro. Più in basso un mazzetto di fiori dell'aglio che in questo periodo si sta muovendo. Perchè l'aglio? Boh! Ultima una mamma che allatta: la foto di Dorothea Lange illustra la grande crisi americana post 1929. Nel 2017 hanno votato Trump.





































































































































































e di limitare l’intervento ai giovani nuovi assunti a tempo indeterminato, considerando che si tratta della fascia più penalizzata dalla disoccupazione.
In seguito, secondo un calendario prestabilito, la platea dei beneficiari potrebbe essere elevata e contestualmente ridotto lo sconto sull’aliquota contributiva».
L’Ufficio Studi CGIA di Mestre ha pubblicato il 04 marzo scorso uno studio in base al quale:» un operaio con uno stipendio mensile netto di poco superiore ai 1.350 euro: al suo titolare costa, invece, un po’ meno del doppio: 2.357 euro. Questo importo è dato dalla somma della retribuzione lorda (1.791 euro) e dal prelievo contributivo a carico dell’imprenditore (566 euro). Il cuneo fiscale (dato dalla differenza tra il costo per l’azienda e la retribuzione netta) è pari a 979 euro che incide sul costo del lavoro per il 41,5 per cento.