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NUMERO 324

































































Caro Beppe Grillo,
ti rispondo da blog a blog dopo aver letto le tue frasi su mio padre.
Non sono qui per discutere di politica. Non voglio parlarti ad esempio di garantismo, quello che il tuo partito usa con i propri sindaci e parlamentari indagati e rifiuta con gli avversari. Quando è stata indagata Virginia Raggi io ho difeso la sua innocenza che tale rimane fino a sentenza passata in giudicato. E ho difeso il diritto-dovere del Sindaco di Roma di continuare a lavorare per la sua città. Ma noi siamo diversi e sinceramente ne vado orgoglioso.
Niente politica, per una volta.
Ti scrivo da padre. Ti scrivo da figlio. Ti scrivo da uomo.
Da giorni il tuo blog e i tuoi portavoce attaccano mio padre perché ha ricevuto qualche giorno fa un avviso di garanzia per “concorso esterno in traffico di influenza”. È la seconda volta in 65 anni di vita che mio padre viene indagato. La prima volta fu qualche mese dopo il mio arrivo a Palazzo Chigi: è stato indagato per due anni e poi archiviato perché – semplicemente – non aveva fatto niente.
Vedremo che cosa accadrà. Mio padre ha reclamato con forza la sua innocenza, si è fatto interrogare rispondendo alle domande dei magistrati, ha attivato tutte le iniziative per dimostrare la sua estraneità ai fatti.
Personalmente spero che quando arriverà la parola fine di questa vicenda ci sia la stessa attenzione mediatica che c'è oggi. La verità arriva, basta saperla attendere.
Ma tu, caro Grillo, oggi hai fatto una cosa squallida: hai detto che io rottamo mio padre. Sei entrato nella dinamica più profonda e più intima – la dimensione umana tra padre e figlio – senza alcun rispetto. In modo violento.
In una trasmissione televisiva ieri ho spiegato la mia posizione, senza reticenze. Da uomo delle istituzioni ho detto che sto dalla parte dei giudici. Ho detto provocatoriamente che se mio padre fosse colpevole meriterebbe – proprio perché mio padre – il doppio della pena di un cittadino normale.
E ho detto che spero si vada rapidamente a sentenza perché le sentenze le scrivono i giudici, non i blog e nemmeno i giornali.
Per decidere chi è colpevole e chi no, fa fede solo il codice penale, codice che pure tu dovresti conoscere, caro Beppe Grillo.



Il tuo profilo in Rete?
Vale quanto 93 caffè al bar

di Massimo Sideri

I l seguente articolo potrebbe contenere controindicazioni per il vostro ego, soprattutto se passate molto tempo sui social network: può essere deprimente scoprire di valere come 93 hamburger low cost da un dollaro l'uno. O 93 tazzine di caffè al bar. Tanto è il prezzo del nostro profilo su Snapchat. Ce lo racconta la quotazione della società avvenuta con successo solo giovedì: se prendiamo i 28 miliardi di dollari della capitalizzazione del primo giorno e li dividiamo per trecento milioni di account il risultato netto è 93 dollari. Una spesa al supermercato per una famiglia. Per salire almeno al valore di una notte in un ottimo albergo a Parigi, 177 dollari, bisognerebbe considerare soltanto gli utenti attivi: 158 milioni. La divisione per utenti è un po' l'economia del pollo di Trilussa, quella delle anomalie create dai valori medi in cui risulta un pollo anche a chi non lo sta mangiando (tanto per fare un esempio nel pentolone di Snapchat, il social network che ha realizzato il sogno di ogni teenager facendo scomparire i messaggi, c'è anche il presidente degli Usa, Donald Trump, che dovrebbe valere più polli). Ma è anche l'economia dei social network che si sostiene solo su numeri enormi e che tende a smaterializzarsi se analizzata con il microscopio dell'individuo. La cosa curiosa è che la valutazione della nostra iperattività digitale non cambia di molto se consideriamo gli altri servizi sociali. Prendiamo la rete dei profili di lavoro LinkedIn acquistata da Microsoft nel 2016 per 26 miliardi di dollari. Dividendo per gli account il risultato si aggira sui 60 hamburger. Per non parlare del regno dei 140 caratteri e dei dibattiti in pillole: 11,5 miliardi di capitalizza zione divisi per 320 milioni di utenti fa la miseria di 35 hamburger. Un duro colpo per chi pensa di offrire perle di saggezza digitali ai propri follower. L'unico che offre un minimo di soddisfazione al nostro ego è il nostro profilo Facebook: 235 dollari pro capite che si ottengono grazie alla capitalizzazione monstre da 400 miliardi di dollari.
Peraltro la distanza di valore tra ciò che siamo su LinkedIn e ciò che siamo su Facebook ci racconta anche un altro elemento importante della modernità: vale più il nostro tempo libero passato a postare e condividere senza pensare troppo i video dei gatti




Dalla Calabria a Sondrio per amore, 71enne muore pochi chilometri prima di incontrare la donna conosciuta in chat
La Repubblica

Santo, 71 anni, è morto pochi chilometri prima di conoscere la donna con cui aveva deciso di passare gli ultimi anni della sua vita. L'uomo era partito da Catanzaro per raggiungere Sondrio dove lo aspettava la persona di cui si era innamorato ma è stato colto da un infarto poco prima che il treno giungesse nella stazione della cittadina lombarda.
Come racconta la Repubblica il pensionato calabrese e la donna 75enne si erano conosciuti su internet e non si erano mai visti.
"La loro conoscenza durava sì da qualche tempo, ma era stata tutta virtuale, nata tra siti per cuori solitari e le chat di Whatsapp. La distanza geografica tra di loro era di circa mille chilometri, lei profondo Nord, lui Catanzaro, ma Internet e il telefono l'avevano azzerata. Si erano scritti,parlati, forse anche scambiati foto, esattamente come due adolescenti, fino a che avevano deciso di azzerare la distanza anche fisicamente e e incontrarsi di persona".
Santo spinto dall'amore per la donna aveva preso un aereo per Milano Linate poi un bus fino alla stazione Centrale e infine il treno regionale per Sondrio a bordo del quale ha perso la vita.
Più precisamente si trovava a Berbenno di Valtellina, paese una quindicina di chilometri prima del capoluogo lombardo. Il regionale partito alle 10 20 dalla Stazione Centrale di Milano, quando Santo ha gettato in allarme i compagni di scompartimento. L'uomo respirava affannosamente e aveva un filo di bava dalla bocca. Una donna ha allertato il capotreno, e un medico che si trovava tra i passeggeri ha tentato i primi soccorsi. Ma Santo era già morto di infarto.
La donna che aspettava Santo dopo aver appreso la notizia della morte ha avuto un mancamento.
Nessun dubbio sulla causa della morte, tanto che non è neppure stata disposta l'autopsia: a fregarlo è stato il cuore. Proprio quello che fino all'ultimo gli aveva regalato le emozioni di un ragazzino [...]






L'assessore regionale Sorte scova alla trattoria da Giuliana la tavolata democratica con Riva a sostegno dell'ex premier
Il segretario presente, ma precisa: non ho ancora scelto. E intanto le tessere crescono dell'11 per cento

Sarà tutta colpa, o anzi merito, di una trattoria che continua a essere uno dei luoghi privilegiati di ritrovo della politica bergamasca, e non solo della politica, soprattutto a tarda sera.
E sarà anche colpa di un impellente bisogno fisiologico. Fatto sta che il mix tra i due fattori, tavola imbandita e necessità di un wc, sembra aver costretto il segretario provinciale del Pd Gabriele Riva a scoprire le sue personalissime carte in vista del congresso del partito, non di fronte a un compagno democratico, ma all'avversario Alessandro Sorte, assessore regionale di Forza Italia.
Con Renzi, Orlando o Emiliano? Giovedì sera, ore 22.30 circa. Scendendo le scale per raggiungere i bagni della trattoria D'Ambrosio di via Broseta, più semplicemente «Da Giuliana», Sorte non si aspettava certo di trovare risposte per il campo democratico. E invece l'occhio non ha potuto non scappargli su una lunga tavolata di cui ha riconosciuto, uno a uno, i commensali. Il presidente della Provincia Matteo Rossi, il sindaco di Scanzorosciate e vice segretario provinciale Davide Casati, il sindaco di Treviolo e delegato in Provincia Pasquale Gandolfi, i deputati Elena Carnevali e Giovanni Sanga. Si scoprirà solo poi che anche tra i democratici l'incontro era stato casuale, «Da Giuliana»: i renziani Sanga, Casati e il sindaco Giorgio Gori (che alle 22.30 non c'era più) si erano già trovati in autonomia.
E solo per caso si erano poi uniti all'altra tavolata, con Rossi, Carnevali, Gandolfi e non solo. Perché di fronte a un piatto di casoncelli c'era anche il segretario bergamasco, Gabriele Riva: tra gli indecisi fino a pochi giorni fa, ormai sembra proiettato verso la lista martiniana a sostegno di Renzi.































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































una donna invece ha avuto un mancamento: di lei si sa solo che ha 75 ed è di Sondrio. E che aspettava proprio Santo.


Più interessante quel che ha passato G.B. altro coetaneo di Santo da Catanzaro -al secolo Gian Battista da Prezzate- tornando dalla Esselunga viaggiava sull’asse  interurbano a metà pomeriggio verso la ValSanMartino quando



La battuta non è mancata, di fronte a Sorte. «Ormai potremmo quasi fare una società partecipata con tutti i partiti» ha sentenziato Gabriele Riva, visto che poco prima, «Da Giuliana», si era visto anche il leghista Alberto Ribolla. Ieri, però, il segretario democratico è tornato alla serietà: «Sono concentratissimo sulla macchina organizzativa, quindi farò le mie scelte più tardi. C'è una certa sofferenza tra gli iscritti e non voglio prendere decisioni a cuor leggero. Non farò attendere il partito a lungo, aspetto la presentazione dei candidati e dei loro programmi, poi sceglierò».
Parole d'attesa, pronunciate durante la conferenza  stampa sul tesseramento in provincia di Bergamo, in controtendenza rispetto a quello che sta succedendo a livello nazionale. Così, se alcuni big del partito lasciano il Pd, nella Bergamasca il partito torna a crescere. Per la prima volta in tre anni. Il tesseramento 2016 si è chiuso con 2.848 iscritti, l'11% in più rispetto a un anno fa, quando erano 2.561.
Nel 2014, invece, erano 2.804 i tesserati. Quest'anno l'aumento è stato registrato in quasi la metà dei circoli (sono circa 100 nella Bergamasca) e in tutti quelli cittadini.





































































































































































































































































Dire queste cose costa fatica quando è indagato tuo padre. Ma è l'unico modo per rispettare le Istituzioni. Perché quando hai giurato sulla Costituzione, quando ti sei inchinato alla bandiera, quando hai cantato l'inno nazionale davanti a capi di stato stranieri rimani uomo delle Istituzioni anche se ti sei dimesso da tutto. Anziché apprezzare la serietà istituzionale tu hai cercato di violare persino la dimensione umana della famiglia. Non ti sei fermato davanti a nulla, strumentalizzando tutto.
Allora lascia che ti dica una cosa.
Mio padre è un uomo di 65 anni, tre anni meno di te. Probabilmente ti starebbe anche simpatico, se solo tu lo conoscessi. È un uomo vulcanico, pieno di vita e di idee (anche troppe talvolta).
Per me però è semplicemente mio padre, mio babbo. Mi ha tolto le rotelline dalla bicicletta, mi ha iscritto agli scout, mi ha accompagnato trepidante a fare l'arbitro di calcio, mi ha educato alla passione per la politica nel nome di Zaccagnini, mi ha riportato a casa qualche sabato sera dalla città, mi ha insegnato l'amore per i cinque pastori tedeschi che abbiamo avuto, mi ha abbracciato quando con Agnese gli abbiamo detto che sarebbe stato di nuovo nonno, mi ha pianto sulla spalla quando insieme abbiamo accompagnato le ultime ore di vita di nonno Adone, mi ha invitato a restare fedele ai miei ideali quando la vita mi ha chiamato a responsabilità pubbliche.
Questo è mio padre. Buttati come sciacallo sulle indagini, se vuoi, caro Beppe Grillo. Mostrati per quello che sei. Ma non ti permettere di parlare della relazione umana tra me e mio padre. Perché non sai di che cosa parli e non conosci i valori con i quali io sono cresciuto.
Spero che i tuoi nipoti possano essere orgogliosi di te come lo sono di Tiziano Renzi i suoi nove nipoti Mattia, Francesco, Gabriele, Emanuele, Ginevra, Ester, Maddalena, Marta e Maria.
E spero che un giorno ti possa vergognare – anche solo un po' – per aver toccato un livello così basso.
Ti auguro una buona serata. E ti auguro di tornare umano, almeno quando parli dei valori fondamentali della vita, che vengono prima della politica.
Matteo Renzi



che quello passato a lavorare. Snap batte curriculum uno a zero. Ma questo ha un suo senso: per la pubblicità, vero e unico motore di Internet, siamo più interessanti come consumatori che come dipendenti o come professionisti. Sommando tutti i nostri profili, da Snapchat a quello fondato da Mark Zuckerberg, forse per il marketing digitale valiamo 500 dollari a testa. Certo, passare senza soluzioni di continuità dal mondo immateriale a quello dei prodotti e dei servizi fisici rischia di essere un esercizio solo teorico. Ma, in ogni caso, fa impressione scoprire di poter valere al massimo come un biglietto aereo per New York in bassa stagione. O come mezzo iPhone7.



vede "cascare" sulla corsia una betoniera dal ponte che connette l’asse con la strada per Terno d’Isola. Era abbastanza lontano dal fatto che può arrivare "comodamen -te"  con la propria auto fermandosi in sicurezza a debita distanza dal ponte e dal rudere.










































































































































































Al momento della caduta GianBattista pensa si tratti di un allestimento di carro di carnevale ma quando  s’avvicina  constata che si tratta della macchina impastatrice che viene montata sugli autocarri per miscelare e trasportare a destino il calcestruzzo.
Nel frattempo si creano code  inimmaginabili sulle due corsie.
La betoniera era stata semplicemente «posata» sul pianale dell’articolato  di trasporto ma non era stata fissata allo stesso. L’autocarro trasportatore, dicono i CC, nel fare la curva verso sinistra, probabilmente in modo abbastanza allegro, ha fatto scivolare la betoniera sulla destra ed è cascata sulla strada sottostante. Ol Signur l’ha ardat zo.
Ovviamente l’incidente fa strizzare il fondoschiena a tutti dal momento che «per fortuna» la betoniera è caduta quando non transitava nessun veicolo altrimenti...
Diversamente da Santo da Catanzaro schiattato prima di andare sul bacchettone, il nostro GianBattista ha rischiato la pelle di ritorno dalla Esselunga, vincitore di una delle 1500 «FIAT 500 LOUNGE, motore a Benzina 1.200 cc - 69 cv Luci diurne a LED - Kit cromo - Tetto in vetro fisso - Volante in pelle con comandi radio regolabile in altezza - Servosterzo elettrico. Dualdrive Airbag e windows bag - Climatizzatore - Uconnect™ 5" Radio Live touchscreen Bluetooth/USB/AUX IN - Cruise Control» che il supermercato ha messo in palio per celebrare i suoi 60 anni. Doppia fortuna nello stesso giorno per il GianBattista. L’autista allegrotto, alcoltest droghe negativo, s’è beccato 600 euro di multa e il ritiro della patente.




E più di 70 hanno fatto la tessera on line (nel 2015 avevano usato il web meno di dieci persone). «È vero che è un anno congressuale — dice Riva —, però qui siamo di fronte a dati più complessivi. Anche perché è stata una stagione congressuale lunga e senza certezze sui tempi. L'anticipazione del congresso ha portato, in queste ultime settimane, alcuni tesserati in più, ma moltissimi circoli avevano già concluso il tesseramento prima ancora di sapere che questo sarebbe stato alla base del congresso». Ci sono poi 340 persone (il 12% del totale) che si sono iscritte per la prima volta al Pd (l'anno scorso i nuovi tesserati erano stati 132). E più di 200 persone sono state «recuperate»: erano iscritte negli anni scorsi, ma nel 2015 si erano prese una pausa. Adesso, invece, sono ritornate nel partito. «È vero che i numeri aumentano quando c'è il congresso — dice Tobia Perini, responsabile del tesseramento —, ma noi avevamo raggiunto la cifra uguale a quella dell'anno scorso ben prima dell'assemblea nazionale, quando una parte della dirigenza del Pd ha deciso di andarsene». A influire di più sono state le dinamiche di congresso dei circoli locali, visto che i circoli che hanno avuto il maggior aumento di tesserati sono quelli in cui c'è stata l'elezione del nuovo coordinatore: Treviglio, Ponte e Seriate.

Il Corriere della Sera /Bergamo