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NUMERO 313




































































la posizione del centrodestra a trazione leghista sull'ampliamento del centro commerciale




la "cura del ferro" in terra bergamasca l'è una (mezza) bugia


































A distanza di 25 anni dalla sua apertura il centro commerciale di Curno sarà testimone di un importante restyling che porterà la struttura ad un incremento di superficie di circa 5400 metri quadrati di superficie coperta con la creazione di una area dedicata alla ristorazione che porterà all'apertura di molti nuovi ristoranti multietnici e tematici. Saranno inoltre realizzate delle strutture architettoniche che permetteranno a questi nuovi ristoranti di collegarsi ed intersecarsi con la struttura urbana circostante.
Cambiamo per un attimo discorso per entrare meglio nel nocciolo della questione. Ipotizziamo, da privati cittadini, di aver la possibilità di costruire una casa per la nostra famiglia. Il comune, anziché chiederci di pagare i dovuti oneri di costruzione ed urbanizzazione, ci propone di barattare questi costi con la realizzazione di un bel vialetto di casa, un bel portico, box e relativa rampa di accesso, senza pretendere altro in cambio. Chi non accetterebbe?
Il paragone potrebbe sembrare a qualcuno di voi eccessivo ma con il centro commerciale di Curno sta succedendo esattamente la stessa cosa. Gli oneri di urbanizzazione che il centro commerciale dovrebbe pagare al comune di Curno per realizzare l'ampliamento corrispondono a 1.070.000 euro a cui si aggiungono 3.060.000 euro per gli standard qualitativi, per un totale di più di 4 milioni di euro da incassare. Il comune di Curno ha consentito ai proprietari del cento commerciale di non pagare nulla, ottenendo in contropartita, rotatorie, viale alberato e parcheggi multipiano. che sono ovviamente, lo capirebbe anche un bambino ad uso. consumo e vantaggio del solo centro commerciale.
Quindi la contropartita di un novo mostro commerciale quale sarebbe? La viabilità per raggiungere e nobilitare il centro commerciale stesso Per noi questa è una follia assoluta. Incassando i soldi il comune di Curno avrebbe avuto la possibilità di ultimare delle opere importanti e da tempo attese come la Biblioteca, e di mettere a norma le due scuole elementari alla






Il centrodestra curnese a trazione leghista si è astenuto nella votazione dello «schema di convenzione del permesso di costruire convenzionato ex art. 28 bis del DPR 6.60.2001, n. 380, proposto da Eurocom mercial Properties Italia srl, Auchan spa e Brico Center Italia srl,
per la realizzazione di intervento edilizio e connesse opere di urbanizzazione al “Centro Commerciale di Curno” di Via Fermi». Il giovin consigliere leghista s'è sbilanciato nella seduta con una (mezza) proposta «cerchiamo di fare assumere i curnesi» che è il solito refrain che circola dappertutto nelle parrocchiette italiane. Il consigliere Gandolfi era invece assente tanto lui funge da ruota del carro della maggioranza e quindi che ci sia o meno... loro sono già in otto su undici e sono autosufficenti.
L'osservazione  contenuta nel volantino circa la improvvida generosità della giunta Serra verso l'operatore in questione quanto agli oneri ci trova d'accordo e l'abbiamo già spiegato sul numero 311.
Nel volantino mancano  però delle proposte sul come «avrebbe dovuto» comportasi la giunta Serra.
Perché o il comune decideva di farsi dare tutto il dovuto oppure occorreva trovare un «equilibrio»  spostato  da una parte (o verso il comune o verso il privato operatore). Il problema sta tutto in quell' ”equilibrio”.
Dal volantino sembrerebbe emergere la posizione del «tutto é dovuto» (al comune da parte dell'operatore) assieme ad una  evidente contrarietà ad aumentare il numero dei ristoranti in paese come danno sicuro agli esistenti .
Ora, se il centrodestra a trazione leghista fosse un gruppuscolo  del 5% basterebbe un volantino senza proposte, ma essendo uno dei tre contendenti nazionali, non possono nascondersi dietro un dito facendo intendere più o meno per accontentare le varie anime che s'aggirano nelle loro fila.

Ci saremmo attesi PIUTTOSTO una osservazione di fondo sull'applicazione della delibera n.75/2016 circa «l'incremento del 5%















































































































































































































































































































































Il 06 febbraio u.s. L’Eco di Bergamo annunciava:La Gronda Est su un binario morto: «Il progetto è costato 20 milioni di euro. Niente futuro per la Gronda Est. La progettazione definitiva della linea ferroviaria, che nella Bergamasca dovrà attraversare i territori di Bottanuco, Filago, Osio Sopra, Dalmine, Verdello, Stezzano e Levate, era ripartita la scorsa estate dopo che Rfi (Rete ferroviaria italiana) aveva ottenuto dal governo i necessari finanziamenti, pari a circa 20 milioni di euro, per completarla.
Ora, invece, alla società di progettazione del gruppo Ferrovie dello





Sparate di persone che non sanno nemmeno che problemi -tecnici e quindi di costi e sociali per l’impatto delle opere- porranno queste opere.
«Adattare» linee costruite quando il paese era tutto campagna per il 99% ad un paese urbanizzato al 99% è una scommessa destinata alla sconfitta soprattutto per i costi.
Il problema è che le pendenze nelle ferrovie sono modestissime ed anche le sezioni trasversali degli ingombri sono altissimi. Oltre al fatto che il transito di un convoglio «fuori le finestre di casa» non è quanto di più gradevole  vista la netta opposizione


































































































































































































































































































































































































































normativa antincendio, visto che al momento non garantiscono la sicurezza dei bambini che le frequentano, con realizzazione di nuove scale antincendio, nuove uscite di sicurezza, nuovi muri tagliafuoco e opere varie. Si potrebbero anche manutenere le strade del centro del paese in modo più decoroso.
In ultimo, ma non per importanza, un pensiero va anche agli imprenditori di Curno. soprattutto a quelli nel campo della ristorazione, che si vedono per l'ennesima volta dimenticati. Che dire, ci voleva davvero un super studio Milanese per produrre tutti questi vantaggi alla popolazione di Curno.
Tutto questo è avvenuto con l'approvazione a maggioranza da parte del consiglio comunale, che ha visto astenersi solo il nostro consigliere, raccogliendo invece il voto favorevole del consigliere di minoranza Carrara. Pazzesco! E si che in consiglio e in giunta siedono consiglieri di estrema sinistra, che dovrebbe essere un baluardo di ecologia e uguaglianza sociale.-.dovrebbero... appunto!
Chiedete alla giunta Serra se nel loro programma si parla di ampliamento del centro commerciale o della conservazione del territorio. Chiedete ai cittadini che hanno votato per loro se avevano letto il loro programma, che poi hanno completamente disatteso. Chiedete loro se meritano una riconferma per le promesse fatte e mai mantenute!
























































































della superficie lorda pavimento all'intero comparto o ambito  TS1. Questo +5% si applica caso per caso al singolo operatore o si applica per ciascuno e sempre per tutto il comparto?
Oltretutto non si riesce a capire un dato numerico. Se l'incremento è di 5343 mq pari quindi al 5% significa che l'intero immobile ha una superficie di 106.860 mq. Poiché il centro commerciale (Eurocommercial Properties Italia srl, Auchan spa e Brico Center Italia srl ) ha una superficie di poco meno di 50mila mq, evidente che gli altri 50mila provengono da qualche altro operatore. Chi sarebbero?
Invece la faccenda gli è sfuggita (davvero? forse si forse no...) mentre a nostro avviso occorreva che la minoranza mettesse alle strette la maggioranza perché come avvenuto, se adesso succede che la si applichi ad ogni intervento si prende sempre il 5% di TUTTO e lo si moltiplica per l'enne numero di operatori che vi mettono mano. Insomma…






Stato, Italferr, è arrivato l’input di non dedicarsi più, almeno per il momento, alla «Gronda est» e di concentrarsi, invece, sulla progettazione del raddoppio della linea ferroviaria Ponte San Pietro -Bergamo- Montello con fermata all’ospedale Papa Giovanni XXIII, per la quale è stato fissato l’inizio dei lavori nel 2018. E anche sul collegamento ferroviario Bergamo-aeroporto di Orio, la cui costruzione partirà, invece, nel 2019.p Per la redazione del progetto definitivo della Seregno-Bergamo erano stati stanziati 20 milioni di euro.
L’altro ieri in un convegno vengono annunciati investimenti per 220 milioni di cui sarebbero disponibili attualmente poco meno della metà in gran parte assorbiti dal costo della progetto.
Secondo le promesse dell’ammi nistratore RFI Maurizio Gentile entro fine 2017 dovrebbe entrare in funzione la «fermata dell’Ospedale» ma visto che di lavori non se ne vedono, abbiamo qualche difficoltà a crederci.
Forse tra due anni vedremo qualcosa.
A noi tutte queste dichiarazioni e questo entusiasmo sia  da parte del Gentile-RFI che da parte dell’assessore regionale Sorte che dal coro del presidente della provincia Rossi e del sindaco di Bergamo Gori paiono del tutto fuori luogo.




che in città e dintorni esiste versus l’aeroporto.
Poi ci sono i viadotti tra Mozzo e Ponte san Pietro e quelli sul fiume Brembo ed infine - situazione più costosa di tutte- c’è il ponte a binario unico di Calusco-Paderno.
Ma ci sono da trovare gli spazi anche per le due stazioni di Curno-Mozzo che nessuno dei due comuni ha finora inserito nei rispettivi piani (anche perché non c’é spazio...).
Gli italiani e i lombardi sono poi «malamente vaccinati» da quel crimine ambientale che è la BREBEMI e l’Alta Capacità nella bassa berga masca, opere che paiono progettate «apposta» per fare quanti più danni possibili e consumare ottimo territorio agricolo.
Se poi dobbiamo mettere in conto che per questi lavori ci saranno chissà quanti problemi circa la regolarità degli appalti, la tempistica, la qualità delle opere e il «controllo delle infiltrazioni criminali» (con gli inevitabili fermi nei casi più gravi) il cittadino medio si trova davanti al dilemma SI/NO piuttosto che a un «proviamoci!».
Noi azzardiamo: queste opere fer roviarie in bergamasca se tutto fila via liscio finiranno non prima del 2050 (tra trenta anni).