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NUMERO 297



















































































Chissà se i mille galli galletti polli  capponi oche anatre mute che si fanno la guerra dentro al PD  si rendono conto che alla fine i loro elettori li metteranno tutti in padella negando loro la rielezione. Non per premiare la destra o i grillini ma per andare al mare.
E' l'unico modo per sfoltire il pollaio anche da quelli che sopravviveranno agli ammazzamenti interni.
E' vero che oggi la stampa e la TV
amplificano oltre ogni sensatezza anche le virgole di una affermazione o una intervista – in questo senso meriterebbero una direzione più accorta e autorevole- ma lo starnazzare degli uomini politici ha raggiunto un livello insopportabile.
Altro che la rete spara... bufale.
Ma le amplificazioni della stampa non ci sarebbero se i parlamentari, anziché stare sul pezzo ogni momento, stessero a lavorare in Parlamento, forse gli allevatori  nelle zone terremotate non avrebbero perso tutti gli animali.  Per fare un esempio tra i mille.

In parallelo c'è un silenzio altrettanto insopportabile alla periferia, tranne nei macelli dove si scannano uomini e donne del PD. Vedi Roma Napoli o –vicino a noi- Treviglio o Ponte san Pietro.
Il silenzio dei piddini curnesi che sostengono la giunta Serra (che non dimentichiamo è stata dirigente provinciale del PD prima di fare  “la foto di Vasto” anche a Curno, mica una semplice iscritta…) non si comprende se sia quella ipocrita dei complici o quella degli ignavi.
Complici positivi perché solo gli uomini storici della giunta Serra, della Lega e del centrodestra ci possono dire qualcosa sull'avvento del commerciale a suo tempo e sull'effetto lungo questi venti anni ebbe all'interno dei partiti di allora e successivamente.







E' inutile girarci attorno alla legge elettorale. Al massimo si aggiustano i contorni (importanti pure quelli) ma non esiste alternativa. Un paese non può essere governato da aggregazioni troppo eterogenee che si disfano appena cambia la luna. Il paese deve accettare la responsabilità di fare una scelta ed eventualmente di ribaltarla. Perché il problema non sta nell'esistenza di tre poli di dimensioni pressoché identiche. Dove sta scritto che domani non potrebbero essere quattro i poli?. O di più?.
Prima di tutto  c'è l'abolizione del Senato e delle regioni e la permanenza delle Provincie.
Ecco perché occorre dare la vittoria alla prima lista o aggregazione che esce dalle urne. La gggente deve assumersi la responsabilità di scegliere non obbligare o attribuire agli eletti questa scelta.
I collegi debbono essere piccoli –noi pensiamo a 125mila elettori- senza troppo badare ai confini geografici tanto un deputato lavora nel contesto nazionale e non per la ferrovia della ValBrembana e la politica nazionale si fa alla TV e non il territorio, e le liste debbono essere corte –dieci candidati al massimo per collegio e lista- in ordine alfabetico.
Metà per sesso



Deve esistere i vincolo di mandato e così chi cambia casacca torna a casa sostituito dal primo non eletto. Non siamo più ai tempi del fascio quando l'attività parlamentare era a rischio personale e quindi andava  difesa.
Non c'è bisogno di due Camere e quindi niente Senato. La consul tazione stato-regioni si fa per via telematica su richiesta di almeno 1/4 delle regioni o dei parlamentari.
Il quadro non si completa con altre tre regole.

La prima riguarda i rimborsi  elettorali che debbono valere un euro per ogni voto guadagnato ogni anno per i soli eletti. Nessun centesimo in più con obbligo di dettagliata rendicontazione sotto il controllo di un organo unico non parlamentare.

La seconda regola riguarda la RAI. Il CdA della RAI –che resta pubblica- è composto da 15 membri ed è nominato metà dalla Camera e metà dalle associazioni di consumatori. Il presidente è scelto tra i 15.

La terza riguarda l'organizzazione dei partiti e delle coalizioni. Debbono avere statuti e i rego lamenti per la creazione degli organi di autogoverno.
L'antica idea che anche oggi corre troppi parlamentari e politici secondo la quale la scelta politica



debba essere sempre una costruzione artificiale cui si approda dopo una lunga serie di mediazioni non regge più. Occorre che i vari gruppi parlamentari lavorino di più collettivamente per elaborare le leggi anziché affidarsi all'arzigo golato sistema del palleggio inter commissione.

Tocca alla maggioranza portare in aula leggi che siano create col contributo di tutti i suoi componenti e non droni che cascano da un pollaio commissariale dentro il parlamento e poi, li, vediamo come metterla…

L'idea che  si legge continuamente nelle varie interviste della c.d. minoranza PD per cui i parlamentari sarebbero esclusi dalle scelte e decisioni deriva dalla mancanza di buona volontà e iniziativa degli stessi piuttosto che da un protagonismo invasivo del governo.
Il Parlamento deve mettersi a lavorare di buona lena –sette giorni su sette e non tre su sette- per scodellare al governo la struttura e gli indirizzi delle leggi e non il contrario come avviene adesso.
Tragicomico vedere  i parlamentari che commentano e propongono sulla stampa e in televisione £delle idee” mentre non si brigano di riunirsi parlare e decidere.










































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































Ignavi perché questa maggioranza più che una giunta “politica” appare (o si finge?) come un ramo della CARITAS o una succursale dell'oratorio curnese.

A parte l’exploit con Vera Baboun la Serra s’è lasciata intimorire da una destra becera che l’ha offesa oltre ogni limite  e - come suo metodo-. ha deciso di abbandonare l’argomento. Peccato che nel frattempo il Mediterraneo sia «esploso» e stia ancora esplodendo nel completo silenzio della solidarietà della nostra amministrazione. Metodo tipico dei democristiani: se scatta la polemica meglio far finte di nulla. Anche l’accoglienza  è stato argomento di  brevisisma durata affidato a pochi intimi cittadini. Arrangiatevi.

Asseragliati tra di loro scrivono “con le persone che, per la prima volta, si sono avvicinate al gruppo, ab­biamo approfondito quali sono i problemi attuali del paese; (…) nel corso degli incontri si è deciso di costituire gruppi di approfondimen­to sui temi urbanistici e sul tema della sicurezza, oltre ad un gruppo che partecipa alla riflessione sulle possibili destinazioni dell'edificio dell'at­tuale scuola Rodari.(…) nei prossimi appuntamenti inizieremo ad occuparci del programma di mandato e a redigere un calendario delle iniziative per la campagna elettorale, che serviranno










































































































Una questione non secondaria è il metodo di lavoro del consiglio dei ministri e del governo. Come si vede il PdC ha molteplici compiti internazionali ed è assente dal governo per molto (troppo) tempo. Qui o si alza la funzione di rappresentanza del ministro degli esteri  o economici nei vari contesti oppure si devono spartire meglio le attribuzioni tra presidente e vicepresidente del consiglio.
Perché stare in Europa oggi non è più un fatto secondario e quindi questa relazione tra governo Ue e governo nazionale va ristrutturata.

Altrettanto ridicola la situazione per cui il rapporto politico tra PdC, ministri e consiglio dei ministri sia regolato in maniera farraginosa. Occorre trovare una formula per cui i ministri lavorino  sempre in comune. Fa ridere sentire che il ministro X ha trasmesso al suo collega Y la bozza di legge tale. Levano il culo dalla sedia e  cambiano stanza, s'incontrano, parlano, si consegnano il documento, c'è un segretario che fa la relazione dell'incontro.
Fine del cinema.
























































































































































































































































































































































































ad allargare il confronto con le diverse realtà del territorio e a trovare nuovi stimoli e nuove collaborazioni.(…).

Ci sempre di risentire una affermazione nera: qui non si parla di politica! Mentre invece si vede perfettamente come la spesa del comune sia indirizzata da una parte a soddisfare gli appetiti dei grandi gruppi (i centri commerciali, le onlus nella scuola, le ditte uniche per la manutenzione dei beni comuni, acqua e metano regalati a Comune di Bergamo,ecc. e dall'altra a premiare  quella popolazione che garantisce lo scambio politico. Sulla  destino della scuola di via De Amicis è in atto un braccio di ferro tra chi vuole farne una sorta di clementina indigena per alloggiarvi parenti ed elettori e chi vuole premiare il solito privato sociale, anche qui come scambio elettorale più esteso.

Così il PD si avvia a livello nazionale ad una sconfitta non solo per demerito del fiorentino ma soprattutto perché i suoi elettori sono letteralmente incazzati neri contro i mille galletti che si beccano continuamente attribuendo la colpa al segretario che non si dimette. La storia del lupo  dell’agnello, insomma.






































































































































Alla lista –singola o coalizione- che riceve il maggior numero di eletti nei collegi, vengono attribuiti la metà dei seggi più dieci eletti . Quindi attenzione. I restanti eletti sono scelti nel collegio unico nazionale per via proporzionale. Lo sbarramento si determina automaticamente volta per volta.
La vera rivoluzione sta però nel numero variabile degli eletti. Occorre mettere i cittadini davanti alla responsabilità delle proprie scelte. Quindi la Camera sarà formata in base al numero dei votanti. Votano 40 milioni? La Camera avrà 400 eletti. Votano 27 milioni? La Camera avrà 270 eletti. Non vai a votare per motivi tuoi? Resti senza voce in Parlamento.