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NUMERO 294
















































































Due interessanti dichiarazioni dell'incendiario DeLuca sui 5S ed un paio di riflessioni di Federica Mogherini sull'Europa rispetto agli USA e al Mediterraneo. Una analisi sulla comunicazione "castrata" imposta ai 5S e una riflessione sull'orientamento degli elettori grillini alle alleanze elettorali sulla base del più recente sondaggio DEMOS. Il grido di allarme di Carlotta Sami (UNHCR) verso l'accordo UE-Libia sull'immigrazione clandestina.
































De Luca, presidente Regione Campania.
Nel suo consueto appuntamento settima nale su Lira TV definisce “imbarazzante” la vicenda capitolina: «L'emblema della trasparenza è diven tato una setta satanica, non si capisce dove si discute e chi parla.
Gli esponenti vengono trattati da burattini, uno dice 'nessuno parli' e tutti zitti. Non avevano detto che tutto doveva avvenire in rete, in streaming? Ora tutto è oscurato. A conferma della distanza tra le parole e la realtà imbarazzante. Ora gli italiani riflettano: molti dei voti al Movimento 5 stelle sono di disgusto per le altre forze politiche, ma questo movimento è destinato a disgregarsi per una ragione politica: in un contesto di mancanza di chiarezza convivono un elettorato progressista e uno reazionario, insieme non possono durare».



È il momento delle grandi sfide per l'Europa e la sua politica nel mondo. Vedi le svolte di Donald Trump che mettono in dubbio i tanti decenni di alleanza Ue-Usa, l'espan sionismo muscolare di Vladimir Putin,la Brexit
i migranti, Isis, l'incertezza economica, l'antieuropeismo montante tra gli euro pei: che cosa la preoccupa di più?

«La mancanza di fiducia in noi stessi. I nostri partner internazionali, dall'Argen tina al Giappone, continuano a dirmi che noi europei non ci rendiamo conto della nostra potenza. Mi preoccupa: siamo noi a non capire la nostra forza. In un periodo di totale stravolgimento degli equilibri geopolitici, il mondo guarda all'Europa come al partner affidabile su questioni centrali come quelle del commercio libero ed equo, diritti umani,
multilateralismo, sostegno all'Onu, diplomazia che previene i conflitti, cambiamenti climatici, siamo il primo mercato mondiale, abbiamo 16 missioni militari all'estero e l'elenco è ancora lunghissimo. Insomma, siamo come una meravigliosa sedicenne che si guarda allo specchio e si vede brutta. La nostra salute fisica è perfetta, ma siamo labili di nervi, una vera crisi d'identità, di mancanza di consapevolezza. Se non conosci la tua forza, rischi di non usarla e ciò potrebbe alla lunga minare le basi della nostra potenza».









La libertà di parola nel M5S non esiste, parola di Grillo
Stamattina quando leggevo il post di Grillo quasi non ci credevo, ho cercato di capire se fosse qualcosa interno,scritto tempo fa e che mi ero perso, o addirittura se fosse uno dei 
tanti post che sarebbe stato prontamente smentito. E invece no, il blog di Grillo recita così: "I responsabili della comunicazione del MoVimento 5 Stelle sono Ilaria Loquenzi, Rocco Casalino e Cristina Belotti, rispettivamente alla Camera, al Senato e in Parlamento Europeo, che si coordinano con Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Tutte le uscite comunicative dei portavoce (partecipazioni a eventi, interviste alla tv, interviste ai giornali, post sui social network riguardanti l'azione politica del MoVimento 5 Stelle e simili) devono essere concordate assieme a loro".




IL TEST ALLEANZE
Nella base M5S quasi la metà farebbe patti coi democratici

Il 37% dei grillini attratto dalla destra. Dagli elettori forzisti spinta verso le larghe intese
Se si votasse ora, sarebbe difficile per le coalizioni di centrodestra e di centrosinistra ottenere la maggioranza dei voti in Parlamento per governare.
Ma tutte le ipotesi di alleanze che superino il tripolarismo italiano godono di un gradimento limitato nell’opinione pubblica. L’unica maggioranza possibile, sulla base degli attuali equilibri elettorali, sarebbe anche quella più improbabile: tra Pd e M5s.

Non sappiamo ancora se la legge elettorale verrà rivista, o anche solo “armonizzata” tra Camera e Senato, come auspica il 70% del campione intervistato da Demos. Allo stato attuale, lo scenario più probabile prevede un confronto giocato con regole proporzionali. Tutti i partiti, infatti, sono lontani dalla soglia del 40%, utile a incassare il premio di maggioranza. E ciò li costringerebbe a cercare un difficile accordo in Parlamento.
Ma anche un allargamento a Forza Italia dell’attuale intesa tra Pd e centristi, se si votasse oggi, non disporrebbe dei nu meri necessari a governare.
Questo scenario sarebbe molto apprezzato tra gli elettori di FI e Area popolare. Sul piano sociale, troverebbe più consensi tra le persone più anziane e meno istruite, tra le casalinghe e i cattolici osservanti. Più compli cata la situazione nella base del Pd, al cui interno solo il 39% apre in questa direzione.
Ancor più esigua la componente che preferirebbe una partner ship con il M5s (27%).
Nonostante il dualismo e le polemiche tra Pd e M5s, la quota di elettori del movimento di Grillo che valuta positiva mente un patto con l’avversario di questi anni raggiunge il 48%.
Questa alleanza troverebbe sostegno soprattutto tra i più giovani, e tra gli intervistati che si collocano su posizioni di sinistra e di centro-sinistra. Gli elettori 5 Stelle apprezzerebbero in misura più ridotta una convergenza a destra (37%) - di cui pure si è molto discusso nelle ultime settimane - verso la Lega di Salvini e FdI di Meloni.

Questi partiti dispongono invece di una base che sembra guar dare con interesse ben mag giore alla composizione di un blocco anti-sistema nelle aule parlamentari. Da verificare, invece, in che misura questa disponibilità verrebbe conferma ta di fronte all’ipotesi di un sostegno esterno a un governo (di minoranza) penta stellato, visto che il M5s continua a rifiutare qualsiasi collaborazione con le altre forze politiche.
Quel che appare certo, almeno per ora, è che tutte le formule testate, anche quando doves sero superare le resistenze delle attuali leadership e le divergenze nelle piattaforme pro grammatiche, dovrebbero fare i conti con i dubbi persistenti dei cittadini.


Roberto Biorcio
Università Bicocca
Fabio Bordignon
DEMOS
































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































Con una chiosa, "non si faranno sconti a nessuno". Così, dopo aver compreso che lo aveva effettivamente scritto ho fatto un giro su Twitter, e buona parte dei tweet erano increduli, in pochi minuti passati allo scherno, una cosa tanto assurda può e dovrebbe essere solo derisa.
Beppe Grillo scrive dunque sul suo blog e certifica formalmente con un diktat, ovvero che chiunque del MoVimento 5 Stelle deve parlare deve chiederlo prima a lui, a Casaleggio e allo staff di comunicazione, Ilaria Loquenzi, Rocco Casalino e Cristina Belotti. L'ordine irrevocabile deve essere arrivato dopo le figure di Sibilia, i congiuntivi di Luigi Di Maio e gli strafalcioni di Fico e Alessandro Di Battista.
La motivazione è sempre la stessa, tutto in nome della democrazia diretta, nel senso che saranno i militanti a decidere che cosa devono dire i parlamentari e i vari rappresentati delle istituzioni 5 Stelle. Davanti a questo mi sarei aspettato almeno uno dei rappresentanti 5 stelle alzare il dito pubblicamente e dire "Io non ci sto", e invece niente, il vuoto assoluto.
Grillo dunque vieta la libertà di parola e di opinione, sancita anche dalla Costituzione (nella sua parte immodificabile), censura chiunque parli senza autorizzazione sua o di Casaleggio, riducendo gli eletti 5 Stelle a un branco senza libertà di parlare, senza possibilità di avere una idea che sia una, una opinione che sia una. .
Potrei stare qui a citare "L'uomo ad una dimensione" di Marcuse, di accentramento dell'opinione, di struttura delta, di censura preventiva, di "fabbrica del consenso", ma non voglio tediarvi. Vorrei solo che riflet teste su quello che è stato fatto oggi, ovvero, abbiamo aperto un nuovo crinale, pericolosissimo, dove la libertà di parola è vietata in una orga nizzazione demo cratica, dove tutto è sotto controllo e censura bile, dove anche per andare in bagno devi chiedere il permes so.
Ora, delle due l'una, o i parlamentari 5 Stelle restano sotto questo ricatto per conve nienze e interessi personali, o i parlamentari 5 Stelle non abbia no abbastanza competenze politi che e culturali tali da poter dire la loro, senza censura. Ma tant'è.

Tommaso Ederoclite
PhD researcher, giornalista






















































































































































































































































































































































































































Ma come selezionare i rifugiati perseguitati politici con diritto d'asilo dai migranti illegali?

«È proprio quello che vogliamo fare. Ma questo significa che se sei un eritreo con diritto d'asilo internazionale l'Europa deve accoglierti. Purtroppo non sempre avviene così. E ciò perché nei nostri Paesi prevale spesso l'illusione per cui la migrazione si possa fermare. Impossibile. Oltretutto l'economia europea senza migranti sarebbe paralizzata, la nostra demografia ci porta al collasso. Sarebbe il crollo delle nostre società. Dovremmo fare uno studio sul costo della non migrazione. Così, per inseguire la falsa convinzione dell'immigrazione zero in alcuni Paesi non si fanno le scelte corrette per gestire al meglio i flussi. Due anni fa la Commissione europea ha fatto questa proposta. Ma poi i nostri Paesi membri non le hanno dato seguito. Il punto vero non è fermare, ma gestire».

Federica Mogherini
intervistata dal Corriere della Sera