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NUMERO 288


























































parte il "rilancio" di Astino?
non sarebbe meglio fermare tutto e tornare alle origini?
almeno nella manipolazione del territorio
per evitare altri danni al quartiere?







come la classe politica di Curno perse l'occasione di fare per prima un'opera di così alto valore e profitto






























































E il parcheggio lievita a 150 posti

Nell'agenda di Astino la prima data cerchiata in rosso è quella del prossimo 6 febbraio, quando in un incontro pubblico al Parco dei Colli si parlerà della Vas, la Valutazione Ambientale Strategica, che rappresenta uno dei perni del futuro dell'ex monastero.
Il perché è molto semplice; ambiente e strategia, in un luogo tanto delicato, dovranno fondersi in un «unicum» armonico. La discussione è aperta. L'incontro sarà uno dei tasselli del percorso intrapreso mesi fa dal tavolo dell'accordo di programma promosso dal Comune di Bergamo con la partecipazione di Regione Lombardia (ex novo) e Provincia, del Parco dei Colli, della Fondazione Mia e della Società Valle d'Astino che dovrebbe concludersi entro aprile. A quel punto, l'Astino «summer ter», cioè la terza riproposizione dell'estate tra mostre, percorsi culturali e ristorazione di vario genere (su cui la Mia già sta ragionando) sarà pressoché delineata, perché la prospettiva della Scuola di Alta Formazione, vero cuore del rilancio, si allunga nel tempo. L'idea di fondo c'è, ma c'è ancora molto da costruire.

Di già costruito, invece, c'è il parcheggio, buono per tutte le stagioni, di via Ripa Pasqualina, uno degli elementi più «sensibili» della Vas. L'area in questione dovrebbe approdare ad un assetto definitivo dopo anni di «aggiustamenti vari». Attualmente il parcheggio, a pagamento dalla scorsa estate, conta 129 stalli per auto, 3 stalli per disabili e 25 per moto, ma l'assetto a regime, su oltre 10 mila metri quadrati di superficie fondiaria (inizialmente il calcolo era stato fatto







L’inutile aggressione ad Astino non demorde e minaccia ulteriori avventi. Gli addetti ai lavori non comprendono che un territorio per secoli abitato da pochissime persone, pochissimo infrastrutturato, coltivato con criteri molto ecologici, poi abbandonato per mezzo secolo e coltivato a monocoltura con un solo intervento meccanico annuo non può sopportare l’avvento di migliaia di persone, di pratiche agricole eseguite con potenti e pesanti mezzi che riducono massicciamente il potere di assorbimento del terreno, con l’inserimento delle fognature da via Marieni, un ambiente così stravolto rispetto ad una naturalità riconquistata non li può sopportare. Non è solo una questione di portata di una roggia ed esodo delle acque piovane eccessive: sulla conca di Astino gli interventi via via effettuati, massimamente quelli relativi alla coltivazione del terreno e alla fognatura, stanno alla base dell’equilibrio sconvolto che ha contribuito massicciamente all'inondazione del quartiere. 
C’è un particolare, minimo se si vuole, che dimostra l’avvento di queste opere: le acque piovane del parcheggio escono sulla pubblica via. Hanno dimenticato di eseguire una canalina che le raccolga e le scarichi nella vicina roggia. Rifatto due volte il parcheggio e sempre col medesimo errore.
Adesso poi c’è il progetto di far funzionare l’insieme dell’abbazia come scuola  e quindi agli afflussi turistici ed eno gastronomici si sommeranno anche quelli specificatamente scolastici




L'industria culturale vale 89,7 miliardi

Secondo lo studio L'impatto economico degli investimenti in cultura. Il caso Bologna , curato da Nomisma per Genius Bononiae- Musei nella città, nel 2015 l'industria culturale italiana ha prodotto un valore aggiunto di 89,7 miliardi di euro (17% del valore aggiunto nazionale e 6,1% del Pil nazionale), con il coinvolgimento di 1,5 milioni di occupati. Il patrimonio storico-artistico e l'insieme delle rappresentazioni artistiche, convegni e fiere rappresentano il 18% del valore aggiunto legato alla produzione culturale (9,9 miliardi). Quanto al turismo culturale, 38,5 milioni degli arrivi (36% del totale Italia) sono stati registrati in località storico-artistiche, con un incre mento negli ultimi 5 anni del 18% con un +23% di stranieri e un +10% di italiani.
j. ch. /Corriere della Sera

La notizia riportata dal giornale a fine gennaio 2017 serve a RI-proporre un ragionamento che riguarda il destino  di Curno. Da molti anni  al centro del nostro Paese esiste una vasta area utilizzata dall'ERSAF parte (una volta) come rimessa per l'elicottero antincendi e parte come vivaio. Tutte queste strutture hanno sempre sopravvissuto languendo per la scarsezza di finanziamenti pubblici. Un'altra vasta area giace incolta. Lateralmente a questo è stata inserita nel 1996 una vasta area destinata a "orto botanico". L'idea nacque in contemporanea con quella dell'Eden Projet sorto in Cornovaglia   con la bonifica e trasformazione di vasta cave di caolino abbandonate (per spostare la produzione in




































































































































































































































































































































































































































































































































































































































su 3.500 metri) secondo quanto previsto nell'accordo di programma, dovrebbe contemplare 150 stalli. Li si contano nella tavola numero 5 allegata all'accordo di programma che però la Mia, attraverso le parole dell'architetto Giuseppe Epinati, definisce «provvisoria e tutt'altro che esecutiva». Dal prospetto, infatti, non emerge quanti saranno i parcheggi dedicati alle motociclette, mentre è verosimile che nello «spazio agricoltori» connesso al centro servizi ( di supporto alle attività del monastero) potranno sostare i mezzi (più o meno agricoli) di chi lavora nei campi della valle. Il tema del parcheggio viene affrontato in lungo e in largo in una relazione di una cinquantina di pagine, realizzata lo scorso novembre, dal Centro studi Traffico dello Studio Percudani e Minoja di San Donato Milanese, introdotto in premessa dalla considerazione che «la sosta in via Pasqualina Ripa (la posposizione lascia intravedere una fantomatica titolazione … ndr) solleva molteplici problematiche, alcune di carattere ambientale
































Cina). Il tutto finanziato dall'UE. Ovviamente il progetto per Curno non era ne quello di farne un  piccola copia ma bensì quello di raccogliere in uno spazio organizzato aperto alle scuole ed alle famiglie in cui erano raccolte tutte le produzioni agricole vegetali presenti nel territorio. Sia quelle autocto ne che quelle pervenute per mano dell'uomo o di altre ragioni. L'insieme era accom pagnata dalla compre senza di laboratori per ospi tare studenti universitari occu pati nella ricerca.
In questo modo il paese si ritrovava con una vasta area verde al centro del suo abitato, con accanto  dei vasti impianti sportivi, una biblioteca auditorium. Insom ma era una struttura che fungeva da "motore di sviluppo" del nostro paese nel settore culturale con la combinazione di scuola, tempo libero, turismo ed anche occupazione di abitazioni nel centro storico  da parte del personale e degli studenti. La vicinanza del centro commerciale e della multisala erano altri  mezzi di attrazione.
E' apparso immediatamente la bassa capacità culturale e politica dei partiti -allora c'erano solo cnetrosinistra e lega- di comprendere come la cultura potesse diventare un motore di sviluppo ecologico sfruttando prima di tutto delle risorse UE mentre da parte






























































































































































































































































































































































































































































































ed altre di carattere quantitativo».
A proposito di quantità; dal 15 giugno al 31 ottobre del 2016, nel parcheggio, sono stati emessi 20 mila ticket, con un picco nel mese di luglio (6 mila) e due punte giornaliere di 400 biglietti a luglio e a settembre.
Attraverso interviste/questionario effettuate il 2 ottobre scorso è stato possibile tratteggiare uno screening della mobilità del visitatore tipo di Astino.
Il campione è ricavato da 113 intervistati rappresentativi di 278 persone su un totale presunto di 450 visitatori della valle in quella giornata festiva. Dunque, il 55% era in visita presso il monastero ed aree adiacenti, il restante 45% in transito, il 65% aveva utilizzato l' auto, il 28% si era mosso a piedi, il 6-7% con moto-bici. Proveniente dal Comune di Bergamo il 32%, di cui il 51% da Longuelo ed il 6% da Astino, il 14% da città alta e il 29% dal centro cittadino. Il 65% di chi era giunto in auto ha dichiarato di aver parcheggiato a pagamento (il 43% è dell'idea che la tariffa sia troppo cara), con il 70% degli intervistati che ha dichiarato la propria disponibilità ad utilizzare il combinato parcheggio della Croce Rossa di Longuelo e navetta.

Caporetto per il trasporto pubblico: nessuno degli intervistati si era recato ad Astino con i mezzi Atb. Morale: «Per l'area in questione — rileva lo studio — occorrerà ipotizzare due modelli diversi di accessibilità: uno per il giorno feriale e l'altro per il giorno festivo».
Il busillis è rappresentato dal «carico antropico atteso», cioè quanta gente circolerà ad Astino e di conseguenza che tipo di parcheggio «ideale» potrebbe servire il complesso? Secondo lo studio, la quota giornaliera «potenzialmente servita dal mezzo privato potrebbe raggiungere verosimilmente il valore di circa 400/500 utenti al giorno con una domanda di sosta, tra turisti e addetti ai lavori, di circa 145 stalli.
Diverso, invece, lo scenario nelle giornate festive che ipotizzano un flusso di 4/5mila visitatori al giorno. Questo vorrebbe dire, secondo il trend attuale di mobilità privata, la necessità di un parcheggio con 400/500 posti». Dunque, spazio ad un modello di mobilità coordinato ed integrato.

D.T. Corriere della Sera








Fingere meraviglia che l’afflusso scelga ogni mezzo meno che  il bus è una bugia dal momento che in via Astino non ci dovrebbero-potrebbero passare non solo le auto ma nemmeno il microbus, vista la sezione e la mancanza di marciapiedi.

La prima cosa da fare per dare un futuro ad Astino è di aumentare la sezione della strada (da Longuelo) creare un ampio marciapiedi più ciclabile che arrivi ad Astino. Anche l’intera alberatura della via va rifatta perché del tutto casuale .
La seconda decisione da prendere è quella di abbandonare ogni pratica  di coltivazione specializzata nella zona e destinarla a qualcosa di simile al Parco della Trucca. Peraltro di migliore attrazione visto che la Trucca  sta tra un... ospedale e una autostrada mentre Astino è una gemma nei colli.
C’è zona del Comune di Bergamo all’altezza della Rotonda Locatelli  e la ferrovia che potrebbe diventare un parcheggio e da dove far partire un bus diretto sia verso il Parco della Trucca che verso Astino, stabilendo p.e. un biglietto unico (5€ fino a una coppia+auto, 10€ per una famiglia) che comprende alcune ore di sosta (4) e i due viaggi AR.
Se il servizio non si abbina ad un costo contenuto è evidente che il cittadino ricorre ad altre soluzioni più aggressive.
Vedi il caos della Trucca, vedi  le auto verso Astino.
Oggi il cittadino non chiede grandi servizi ma un livello minimo e ottimale (peraltro presenti dentro  Astino) mentre cerca spazi liberi in cui sdraiarsi, prendere sole ed aria, leggere, ascoltare musica, giocare, fare l’amore. Magari cucinare alla brace anche le costine che fa inca***are quelli del Parco dei Colli. Insomma qualcosa che da un lato costi poco per mantenerlo e dall’altro consenta un utilizzo più libero.
Dubitiamo che i bottegai di Bergamo (specie Città Alta...) che sono i maxi elettori della giunta Gori  sopportino una concorrenza del genere.





nostra si metteva a disposizione il solo terreno.
Si é anche compreso subito che su una parte dell'area investitanel piano come orto botanico ci fossero interessi serrati di alcuni politici indigeni, specie sugli edifici più antichi.

In buona sostanza a Curno si voleva realizzare con  quasi venti anni di anticipo quello che poi é stato realizzato, assai più modestamente e in maniera a nostro avviso discutibile, sui terreni nella Valle di Astino, dove hanno insediato -su un terreno non di proprietà comunale ma di un privato- quel fazzoletto di orti che é chiamata pomposamente Valle della bio diversità.
Tutto questo perchè le forze politiche di governo a Curno nemmeno immagivano che "con la cultura si può mangiare" mentre avevano sempre un'occhio benevole verso i centri commerciali, un artigianato di incerto destino e un discreto  prurito verso la Brembo. Infati da bravi amministratori hanno perso tre imprese estremamente innovative:la TES MEC, la BOSSONG, la Cartemani che  sono  andate altrove mentre viceversa fanno ponti d'oro al centro commerciale di via Fermi-Europa.

Del resto ci deve essere qualcosa di strano nella testa dei nostri politici se pensiamo che in queste settimane il mercato settimanale viene (finalmente) spostato dalla piazza parcheggio di proprietà della chiesa al sito di via IV Novembre che... esiste da... trent'anni.
Passati gli anni "ricchi e felici" quando ogni anno il comune incassava pacchi di milioni di oneri e li drestinava alla soddisfazione di ogni minuzia egositica di gruppi e gruppetti senza pensare a finire le opere in corso adesso il comune ha un bilancio in bilico e la "casta" aspetta e spera che riparta la gran fiera dell'edilizia. Che non ripartirà mai più.

Siamo stati governati da una classe politica che arrivava appena a capire il senso-valore di un mattone, di una vite, di una michetta o di un paio di braghe. ma non riusciva ad immaginare che anche cultura e ricerca valessero altrettanto oro.



































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































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