NUMERO 282 -PAGINA 1 - DA CURNO AD ASTINO



























































Il piano di via Fermi-Europa
Togli questo aggiungi quello. Aggiungi quell'altro e togli quest'altro. Quello si e questo no. Alla fine di tutto un complesso giro di aggiunte e sottrazioni per il cittadino comune che non ha domistichezza con questa materia, va nel pallone.









Invece di rimuovere le cause ad Astino: dai facciamo un bel laghetto!
Estermparanee idee per non allagare Longuelo












































































































Togli questo aggiungi quello. Aggiungi quell'altro e togli quest'altro. Quello si e questo no. Alla fine di tutto un comples so giro di aggiunte e sottrazioni per il cittadino comune che non ha domistichezza con questa materia, va nel pallone.
Primo dovere di chi amministra
essere l'immediata comprensibilità di quanto decide ma  abbiamo già verificato  come nella presentazione  l'assessore Conti non é che abbia ciurlato nel manico (comunque  parecchio imbarazzo era evidente  faceva sorgere molte perplessità) ma non sia stato capace di esporre con adeguata logica e chiarezza le cose. Che poi alla luce dei documenti ufficiali sono apparse differenti.

La giunta Conti-Serra ha un'idea delle aree  verdi del tutto differenti dalla buona pratica e dalla logica. La loro idea é burocratica: se un'area é definita verde dal piano, questa verde é. Un par di birilli !. Lo spieghiamo con un esempio. Nel PGT vigente c'è tutta l'area a sud dei capannoni (della zona interessata) che confina coll'asse interurbano che "più o meno" é attualmente coltivata  ed é indicata nel PGT come area a verde e di rispetto  dell'asse interurbano.

La variante del PGT per la ristrutturazione della zona commerciale inserisce una bretella stradale a doppio senso di circolazione che dalla rotonda ad est (sulla via Fermi) passa tra i capannoni e l'asse interurbano e termina alla rotonda sulla via Europa. Già adesso quell'area "relitto" si poteva definire solo con un audace volo della fantasia come area verde




Non occorre la sfera di cristallo per indovinare che l'operazione prevista da questa pomposo "progetto di territorializzazione dell’area commer ciale" di via Fermi-Europa per come é concepita immaginata e finanziata sarà un flop. Non immediato ma prima che sia finita. Il primo difetto é che poggia su una superficie eccessiva (da 3 a 5 volte quella giustificabile) e quindi nasce povera di infrastrutture. Nel 2016 i parcheggi a raso sono roba antidiluviana.  Il secondo motivo é che essendo legata ad iniziative dei singoli operatori, i ritardi di uno  finiranno per danneggiare gli altri. Il terzo motivo é che ne verrà fuori l'ennesima dineyland perchè altrimenti Curno non sarebbe un paese così brutto: in quel comparto sono in crisi  sopratutto perchè gli edifici fanno ribrezzo, tranne uno (forse). Il quarto motivo é che l'eterogeneità dell'offerta commer ciale è un danno reciproco. Non ci può stare il bazar dei cinesi con una boutique.
L'ultimo motivo sta nella cervellotica idea della zona pedonale e dei parcheggi "all'aperto". La «rambla»...! Certo che le due soluzioni costano meno che fatte al coperto ma la zona pedonale all'aperto é del tutto inutilizzabile per 9 mesi all'anno men tre i parcheggi scoperti restano un pessimo biglietto da visita (e di sicurezza) per l'utenza.









Astino il piano anti alluvioni
L'idea: aree allagabili con piste pedonali

Siamo in inverno e in piena siccità, ma l'estate con i suoi nubifragi non è lontanissima. Soprattutto se si vogliono fare dei lavori per impedire che interi quartieri finiscano sott'acqua, com'è successo più volte lo scorso anno. Per questo i tecnici del Comitato alluvionati di Longuelo hanno presentato al Comune di Bergamo alcune proposte di intervento, da realizzare nella zona della Val d'Astino. La più importante è quella di realizzare delle aree allagabili, convogliando su alcuni terreni l'acqua in eccesso in caso di nubifragio, in modo da impedirle di riversarsi su strade, terreni e case. Nella stessa area si potrebbero realizzare anche un'area umida per canneti e rane, e un passaggio pedonale per andare in sicurezza dal parcheggio di Astino al monastero. La proposta dovrà però affrontare ancora numerosi passaggi prima di diventare attuabile. Ed essere confrontata con lo studio che il Consorzio di bonifica sta facendo realizzare all'Università di Pavia
L'esempio è quello dei grandi fiumi, costeggiati da aree che in caso di esondazione possono essere allagate, impedendo all'acqua di raggiungere strade, case e terreni.










































































































































































































E adesso realizziamo qualche conca per la raccolta temporanea delle acque piovane e il successivo rilascio controllato: ecco scodellata la proposta del Comitato Alluvionati Longuelo. Dopo che qualcuno ignoto o fin troppo noto ha  creato tutte le condizioni per finire sott’acqua, ecco scodellata la soluzione che dovrà essere confrontata -bontà loro- con lo studio dell’Universi tà di Pavia. Che arriverà tra due mesi.
Indubbiamente le ragioni degli allagamenti stanno per primo nelle precipitazioni concentrate in brevissimo tempo che non erano immediatamente















































































































































































































































































Aree di questo genere potrebbero essere realizzate in Val d'Astino, per evitare che, com'è successo la scorsa estate, Longuelo finisca sott'acqua ad ogni temporale. E si creerebbero anche giardini per passeggiate e osservazioni naturalistiche.
I tecnici del Comitato alluvionati Dario Fumagalli e Renato Caldarelli avevano spiegato i problemi della loro zona in ottobre al sindaco Giorgio Gori,che li aveva invitati a proporre possibili interventi.










































































A sinistra la tabella delle superfici del piano di ristrutturazione di via Fermi-Europa allegata alla variante del PGT. In basso al centro sulla sinistra la  superficie  come individua- ta nel PGT originale. Alla sua destra la perimetrazio ne nella Variante.












































































































smaltibili nemmeno con le attuali strutture in piena efficienza (che non c’era).
Preso atto che il buondio ha preso la cattiva abitudine di sbatterci addosso degli straventi, che fare?
L’idea avanzata di creare delle conche di raccolta per il successivo rilascio controllato lascia perplessi per diversi motivi al di la degli ovvio abbellimenti  politically correct (le rane, le passerelle, ecc. le passeggiate e le osservazioni naturalistiche: tutto molto chic tanto paga pantalone e l’Italia fa debito). Anche l’idea di modificare il microgiardino di via Mascagni -benchè non sia esattamente definibile come «giardino»...- non ha molto senso. Li c’è ben altro da fare.
Chi ha avuto la pazienza di seguire i nostri articoli in merito conosce o intuisce le buone pratiche necessarie:
1 -  ripensare lo scarico dalla via Marieni
2 -  abbandonare la coltivazione dei terreni della MIA e tornare semplicemente al prato stabile, concimato naturalmente con asporto del fieno.
3 - proibire l’uso di mezzi meccanici oltre in certo peso nelle lavorazioni.
4 - rifare completamente la condotta interrata che attraversa Longuelo in parallelo alla via Bellini e pulire e potenziare tutti i canali di adduzione. Curare anche l’adduzione alla Roggia Serio grande, attuale scarico storico e  naturale.
5 - ricostruire con pali di legno tutte le sponde della Roggia Curna da via Astino fino al campo golf dove risulta sia stata interrata.
6 -  riaprire  e ristrutturare questo tratto di roggia oggi interrato fino alla via del Coppo tra Bergamo e Mozzo.
7 - ricostruire del tutto il tetto della Roggia Curno da via del Coppo fino alle Crocette, poi nel centro di Curno fino all’antico scarico nel fiume Brembo.
Il problema degli allagamenti di Longuelo, oltre al buondio, tocca tanti e tali interessi soggetti  istituzioni che fa venire  voglia di scappare a gambe levate.
Intanto aspettiamo Pavia.



Le proposte sono state ora illustrate agli assessori all'Ambiente Leyla Ciagà e ai Lavori pubblici Marco Brembilla. Il «progetto concettuale» parte dalla definizione dei problemi della valle, che secondo la Direttiva alluvioni della Regione è quasi tutta a rischio «medio ed elevato». E propone poi gli interventi da realizzare, come la messa in sicurezza del Canale di Gronda Nord della Roggia Curna, soggetta a frane; la messa in sicurezza del Rio Lavanderio, che ha problemi di smottamenti, erosioni e trasporto di materiale; l'adeguamento degli attraversamenti di via Astino da parte della Curna e del Lavanderio; l'eliminazione di alcuni fossi che invece di portare benefici idraulici favoriscono gli allagamenti.
E poi c'è individuazione di aree «potenzialmente allagabili». Cioè terreni in cui convogliare l'acqua in eccesso, che viene trattenuta e poi rilasciata lentamente. Come avviene con le vasche di laminazione, solo che in questo caso invece di grandi invasi di cemento ci sarebbero terreni circondati da argini in terra. I tecnici hanno messo gli occhi su 70 mila metri quadrati della proprietà della Mia che costeggia la strada per il monastero, dal parcheggio fino a poco sopra i pilomat. Altre due aree sono a ridosso della Curna. I terreni potrebbero diventare zone umide, con laghetti, canneti e habitat per le rane. E passerelle di legno per le passeggiate ma anche per andare al monastero senza dover camminare ai bordi della strada.

Un altro intervento riguarda i giardini di via Mascagni, tremila metri quadrati di verde e di giochi realizzati su un'area umida naturale, con un ristagno dell'acqua che resiste agli interventi realizzati nel tempo. Qui si propone di effettuare modifiche per aumentare la capacità di drenaggio del terreno con la creazione di un «Rain garden», piccoli bacini composti da materiale che favorisce l'accumulo d'acqua e coperti da piante: possono trattenere il 50% dell'acqua piovana per rilasciarla gradualmente nel sistema fognario. Gli interventi potrebbero essere inseriti nell'accordo di programma tra Comune, Parco dei Colli, Consorzio di bonifica e Fondazione Mia per le iniziative in Val d'Astino. Ma dovranno essere subordinati allo studio commissionato dal Consorzio all'Università di Pavia, e i cui risultati arriveranno in marzo. «Quella delle aree allagabili sembra l'unica soluzione — riconosce il direttore del Consorzio Mario Reduzzi —. Ma, oltre a dover essere confrontata con lo studio dell'Università, deve affrontare questioni come l'acquisto dei terreni e i tempi di realizzazione, che possono andare dai tre ai nove mesi». «Il progetto — puntualizza lo studio del comitato di Longuelo — consente di accelerare i tempi, predisponendo nel frattempo uno studio di fattibilità».

Corriere della Sera












































































La tavola grande in basso individua le aree di cui si ragiona nel testo . A, B e C sono sostanzialmente aree a verde che verranno occupa- te dall'ampliamento della zona commerciale.





























































































































































































































































































ma col futuro tracciamento della bretella prevista nella Variante, l'area non edificata sarà semplicemente un "relitto" non tanto come dimensione ma come logica destinazione. E per capirlo basta vedere come sono conciate le zone adiacenti l'asse interurbano. E' la fascia sud nella zona B del disegno grande della bretella. Quindi non prendiamoci per il naso.

Nella variante però la giunta Conti-Serra tolgono rispetto alla prima versione del PGT TUTTI i capannoni commerciali e artigianali e uffici  della via Lega Lombarda. Quindi la superficie diminuisce NON DI POCO, ma resta sempre un'area urbanizzata aggregata al resto.

Viene tolta anche quasi metà dell'area a nord della bretella di uscita dall'asse interurbano verso via Curnasco - la C- ed anche l'area C viene un poco ridotta MA definire aree verdi o non urbanizzate quelle intercluse tra una rete stradale di quella importanza é un mero esercizio di fantasia ad uso degli ingenui.

Viene invece  inserita con una scelta del tutto discutibile l'intera area A, oggi agricola e con terreno pure di pregio che verrà del tutto urbanizzata e costruita non si sa bene di cosa.

Pertanto sarà pur vero sotto il profilo formale la superficie territoriale della Variante passa da 533mila mq a 457mila mq, ma la sostanza finale, in termini di dispersione-allargamento degli insediamenti e dell'urbanizzazione arriva perlomeno a 700 mila e forse anche a 800mila mq urbanizzati o coinvolti direttamente e indirettamente da edificazione di ogni tipo di struttura. Oltre alla "banalità" che la superficie coperta passa da 106mila a 148mila metri quadrati.
Che non sono pochi come incremento !.







Più che un piano é una serie di regalie "fai da te" e la certezza è checi sarà l'operatore che fa le cose per bene e quello che le fa col braccino corto o la cultura  altrettanto corta e il risultato mixerato sarà una mostruosità alla faccia di chi pensa di controllarlo. Semmai lo voglia davvero controllare.

Del resto é inimmaginabile quale possa essere il futuro di questo centro commerciale alla luce di quel che stanno edificando tutto attorno e SOPRATUTTO di quello che sarà il futuro dell'Italia e dell'Europa.
Quindi delle due l'una. O si trova qualche fondo sovrano che decide di comprare tutto e lanciare una grandissima e potente ristrutturazione recuperando migliaia di metri cubi inutili dei dintorni e in grado di dare origine a un brand che si misuri con l'Oriocenter oppure diamo per scontato il suo lento decadimento.

Fingere di credere che concedendo 250 o 300 mila metri cubi aggiuntivi risolverà il problema é una illusione. Del resto basta vedere com'è ridotto Curno -dalla carenza di infrastrutture alla pessima qualità della residenza alla pessima  manutenzione dei beni pubblici- dopo che per un quarto di secolo l'assessore Conti é stato il "regista"  diretto indiretto consociato dell'urbanistica curnese per capire che in primis manca una cultura della città per andare avanti piuttosto che imitare i gamberi.
Non ci basta più un medico delle mutua. Adesso abbiamo bisogno di un  Veronesi.