NUMERO 281 - PAGINA 1 - RACOLE CURNESI E CITTADINE






























































L'evasione fiscale
vale 110 miliardi l'anno

Quanto vale l'evasione fiscale in Italia? Secondo il comandante generale della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi, ascoltato ieri dalla commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria, «la media degli anni dal 2012 al 2014 indica un “tax gap” complessivo pari a 109,7 miliardi di euro», circa 6,5 punti di Pil. Il tax gap è lo scostamento fra i tributi che dovrebbero affluire alle casse dello Stato e quelli effettivamente pagati. Dei quasi 110 miliardi di euro che mancano all'appello ogni anno, «circa 99 miliardi sono riferibili alle principali imposte erariali e locali, ovvero Irpef, Iva, Ires, Irap e 10,7 miliardi ai contributi a carico dei datori di lavoro e dei lavoratori dipendenti». L'imposta più evasa, ha sottolineato Toschi, è l'Iva «con 40,1 miliardi di euro come media del triennio 2012-2014, seguita dall'Irpef dovuta da imprese individuali e lavoratori autonomi con un valore pari a circa 28,1 miliardi, dall'Ires con 13 miliardi e infine dall'Irap con 8,5 miliardi».


La grande novità però è che la Pancia del Paese, le partite Iva, traslocando dal forzaleghismo ai Cinque Stelle non hanno semplicemente cambiato preferenze politiche ma hanno subito una sorta di trasformazione antropologica. Ai tempi di Umberto Bossi i lavoratori autonomi avevano un loro programma politico orientato al fare, ai valori della competizione e alla riduzione dell’intervento statale, erano la traduzione in dialetto degli animal spirits . Oggi invece quelle istanze e quei valori vengono progressivamente meno. Passano a Grillo perché lo vedono come l’ultima spiaggia, l’onestà contrapposta all’affarismo, ma in questo trasloco abbandonano anche qualsiasi idea ottimistica dell’economia e della politica. (Dario di Vico)


Sul totale di 88,3 miliardi di euro di tax gap medio per il quinquennio 2010-14 al netto dei contributi, 12,5 miliardi «sono da ascrivere a errori o mancati versamenti». Questo significa che «l'eva sione fiscale consapevole da mancata o sottodichiarazione ammonta in media nel quinquennio 2010-2014 a 75,8 miliardi di euro», ha concluso il comandante della Guardia di Finanza.
Sempre ieri, il ministero dell'Economia ha diffuso i dati sulle dichiarazioni Ires e Irap delle imprese nel 2015 (redditi 2014). Emerge che il 43% delle società di capitali ha pagato zero imposte o è risultata in credito. Le percentuali sono in linea con quelle dell'anno precedente. A differenza del 2013, chiusosi con un Pil in netta contrazione, il 2014 è stato però contrassegnato da un lieve ritorno alla crescita (+1,0% nominale e +0,1% reale). Il reddito d'impresa totale dichiarato è risultato in aumento del 4,8% sul 2013, arrivando a 155 miliardi.
Enrico Marro

D'Alema dixit

(Aldo Cazzullo) Il Monte dei Paschi è roba vostra. La banca della sinistra.
(D'Alema) «Quando ero presidente del Consiglio mi battei perché il Monte fosse tolto dal controllo della Fondazione. Non volevamo “la banca della sinistra”: volevamo privatizzarla. A Siena ci fu una rivolta. Furono stampati manifesti con la scritta “D’Alema come Mussolini”. Credo che bisognerebbe raccontare la storia vera e non quella che fa comodo al potente di turno».

D'Alema fa finta che il popolo bove non sappia che qualche volta le proposte si fanno nella certezza che non verranno accolte e così ci si para il didietro  ai posteri. Infatti lui fece retromarcia proprio per non deludere i suoi grandi e piccoli elettori.

il metrobus di Gori
(leggermente eccessivo...)

Per adesso é ignoto se sarà elettrico (impossibile entro fine anno) oppure a metano. Quel che é certo che nel processo di rinnovamento del parco automezzi del trasporto urbano anzichè i bus attuali verranno inseriti su certe tratte anche questi bestioni di cui vi diamo il modello utilizzato a Nantes di cui s'é innamorata la giunta Gori.


Non vi saranno corsie preferenziali (perchè ai  bergamaschi se metti qualche limitazione all'uso sfrenato dell'auto ti uccidono a sangue freddo...). Oltre al fatto che non esistono spazi sufficenti per creare una sede propria "abbastanza" protetta. Pare che i capolinea intercet -teranno i due trenini delle valli e l'ospedale attraversando su due percorsi il centro città.

Nello stesso giorno in cui Sistemi Urbani (cioè le FFSS) tornano a porre il problema dello scalo merci sul Bugiardino le due notizie si fronteggiano su pagine affiancate. Prosegue e si consolida, l'idea di questa città "inchiodata" ai piedi del colle, ISOLATA dal contesto provinciale dalla ferrovia e dall'autostrada.

Quando finalmente Bergamo (città provincia e stato) prenderanno  una decisione "coraggiosa" di spostare qualche chilometro a sud queste due importanti e teribilmente "infestanti e riducenti" finalmente  Bergamo potrà respirare come città anzichè come paesotto di incerto destino. Da quando arrivarono la ferrovia, l'A4 e l'aeroporto il mondo é cambiato ma non a Bergamo. Più facile che Bergamo sia demolita da un terremoto che i suoi amministratori "spostino" queste tre infrastrutture.