NUMERO 280 -PAGINA 1- LA BATTAGLIA PER IL FUTURO DEL PD





































Oggi,    un'intervista di Renzi suRepubblica e una di Berlusconi sulCorriere. Si legge che l'Italia aspetta, come si sapeva, la Corte Costituzionale per fare la legge elettorale, ma anche la Corte di Giustizia Europea, a cui Berlusconi chiede di essere riabilitato  e poi
candidarsi alle elezioni; disponibile, a seconda del risultato, a fare accordi con il PD per il governo del Paese.
Io penso che il PD debba subito dichiarare la propria contrarietà a questa ipotesi di intese e di governo. Essa non riuscirebbe certo a risolvere i problemi dello sviluppo e della produttività del Paese, né a dare risposte ai bisogni dei giovani, dei precari, dei disoccupati, dei lavoratori dipendenti e dei ceti medi in difficoltà. Anziché una svolta a sinistra si otterrebbe proprio il contrario: un ulteriore scivolamento a destra, a difesa degli interessi dei ceti dominanti e dei gruppi sociali più forti. Avremmo il governo delle ulteriori detassazioni generalizzate, dei tagli alla spesa sociale e delle riduzione dei diritti dei lavoratori.
Non può essere questa la nostra prospettiva. Essa finirebbe per alimentare ancor di più il vento nelle vele della protesta e dei populismi, a cominciare dal M5s a cui si aprirebbero praterie per raccogliere a man bassa consensi. La risposta per noi è costruire un programma di sinistra forte e radicale nei contenuti, incentrato sulla lotta all'evasione, sulla redistribuzione della ricchezza e sul lavoro, attraverso politiche di investimenti e di spesa pubblica. Un programma che parli alla sinistra e al centrosinistra e sia in grado di costruire una coalizione ampia di forze vincenti.
Renzi non può eludere questi temi e deve pronunciarsi in modo esplicito, tenendo conto anche della possibilità che la proposta di future larghe intese non nasconda un tranello anche nei suoi confronti. Sarebbe davvero una grande delusione per tutti, anche per quella parte di sinistra che in lui ha creduto, se la spinta alla rottamazione finisse con un'intesa stabile di governo con Forza Italia e con Berlusconi.
Quest'ultimo ci fa sapere che secondo lui la "Corte di Strasburgo dovrebbe tenere conto del fatto che non è in gioco solo il destino di un cittadino europeo - sarebbe comunque una cosa importantissima - ma la democrazia di un grande Paese europeo". In altre parole, il cavaliere chiede all'Europa una giustizia modellata sui suoi interessi. Noi continuiamo a pensare che la legge è uguale per tutti.

Enrico Rossi
Presidente Regione Toscana






La minoranza Pd non crede all'autocritica di Renzi: "Non ha capito la lezione, sembra ancora Fonzie"

Nessun esame di coscienza. La consapevolezza che dagli errori si impari Matteo Renzi, che ha parlato con il quotidiano La Repubblica, cerca di mostrarla. Ma, quando spiega i motivi della disfatta referendaria attribuisce le responsabilità non ai contenuti della sua politica ma alla forma e alla comunicazione adottata nei mille giorni. Ed è per queste ragioni che la minoranza Pd, frastornata dall'attacco che il suo leader Roberto Speranza ha subito, dice di non aver apprezzato le parole dell'ex premier: "Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire", sostiene il senatore dem Federico Fornaro. In che senso? "Dalle urne è uscito un messaggio chiaro e inequivocabile: il voto sulla riforma costituzionale è stato un voto contro il governo e contro il renzismo. Non lo dico io ma lo dicono i dati. Mi sembra quindi che non ci sia la consapevolezza della rabbia che nel paese si è concertata su Renzi e sul Pd". Secondo la fronda dem, che da subito si è ribellata al percorso di riforme voluto dall'ex presidente del Consiglio, "nel Pd non c'è un adeguato livello di dibattito e di confronto sul giudizio del 4 dicembre. E l'intervista di Renzi, molto difensiva, non aiuta poiché non va alle radici del problema. Il 4 dicembre ha messo in discussione le basi fondanti del renzismo sia da un punto di vista culturale politico sia da un punto di vista di modalità di gestione del potere. Il Pd avrebbe bisogno nei confronti dell'elettorato di un bagno di umiltà dimostrando di aver capito la lezione e non mi pare di aver notato nulla di questo nell'intervista".La linea dei ribelli Pd è questa. Anche il bersaniano Miguel Gotor non coglie da parte di Renzi "la capacità di comprendere quanto è successo il 4 dicembre


































































































































































































































































































































































































e non c'è un'analisi degli errori commessi, sembra Fonzie in Happy days. Con lo slogan 'meno slide più cuore' non andremo lontano come Pd anche perché il problema è proprio quello di una politica fatta di slogan e tweet, una bolla comunicativa piena di narrazioni che si è fatta sempre più 'palazzo' e distante dal Paese reale".
Su Twitter Dario Ginefra avverte: "Il Movimento 5 Stelle non è un algoritmo (come sostiene Renzi ndr) ma la cartina di tornasole che certifica l'insoddis fazione per l'offerta politica tradizionale. Rispetto e pedalare! Dobbiamo ripartire dalla comprensione dei nostri limiti". L'unico aspetto positivo del Renzi pensiero, che è tornato a parlare dopo


































































































































































































































































































































































































































































































Avevamo apprezzato Bersani perchè veniva dalla concreta esperienza dell'amministrazione regionale. Lo abbiamo apprezzato come ministro con Prodi ma le sue liberalizzazioni (non per colpa sua) si sono trasformate in bidoni  megalattici. Da quella di trasformare tutti i bar in ristoranti a quella di far passare quattro postini di quattro ditte diverse per distribuire sempre meno posta cartacea. Oppure i bidoni della liberalizzazione dell'energia elettrica del gas dell'acqua dove la materia prima costa pochissimo mentre  i ladri di stato s'ingrassano con la distribuzione e la doppia tassazione. Fino alla smacchiatura del giaguaro che ci ha consegnato la mezza vittoria e quel bel caos che sono le attuali Camera&Senato. Oppure l'imperdonabile streaming coi grillini . Poi abbiamo capito cosa bolliva in testa al nostro e quindi gli si perdona tutto. Adesso per Bersani è l'ora della panchina.
Bersani e la minoranza sono niente affatto credibili. Leggendo l'intervista Bersani non ne dice mai una di «finita». Sull'articolo 18:«Guardo avanti e dico: vediamo se c'è modo di fare un articolo 17 e mezzo.».  Bravo chi ci capisce . Quella sui vouchers:» Ammettiamolo: ci sono scappati di mano(...) ». Bravo chi indovina cosa vuole farci. Sul programma: «Mettiamoci idee buone: (...) prenda il fisco. Si dice: meno tasse. Ma a chi? Per fare cosa?». Perché ai tempi di Prodi non avete dato la ranzata definitiva?  Veniano all'oggi. Bersani (e D'Alema) ha dimenticato chi erano gli uomini  che hanno mandato in malora l'MPS? Non é che per caso la Germania adesso martelli la Fiat perché avete spedito a casa “quello giovane”? Non è che per caso adesso ci chiedano una manovra di 3,5 miliardi perché sanno che siete tornati in voga coi vostri maneggi? E la mandata in fumo delle provincie e il caos sulla dirigenza pubblica, non è che s'appoggi sul vostro casino politico?  Alla fine delle battute l'elettore si domanda: ma perché NON le avete fatte?
NON le hanno fatte perché il risultato elettorale che ci hanno consegnato e tutto quel che è venuto dopo non lo consentiva. Non lo avrebbe consentito ne a Bersani ne a Letta ne a Renzi. Lei e la minoranza sostenete che dal 20 al 40% degli elettori PD non hanno votato SI al referendum. Possibile. Sai che felicità in…are il proprio segretario!. E chi l'ha detto che con voi avrebbero votato anche quegli insegnanti che non vogliono trasferirsi dove ci sono troppi alunni e pochi insegnanti...?  Voi avete fatto propaganda contraria a quella del segretario: ci fosse stato Togliatti o Berlinguer sareste  in un groppuscolo extraparlamentare. Invece voi vi dichiarate “padroni del PD”. Magari domani alle elezioni secondo i vostri si non ni boh buona parte di quel 60% degli elettori che hanno votato PD –pur di non vedervi più in Parlamento-  non solo si asterrano ma voteranno per … “vendetta” esattamente come avete votato voi il 4 dicembre.





le dimissioni, è il discorso relativo alle elezioni anche se la minoranza dem non si fida del tutto: "È apprezzabile l'apparente frenata sul voto anticipato. Far cadere due governi a guida Pd in tre anni (Letta e Gentiloni) per propria responsabilità e poi pretendere di vincere le elezioni con un 'grande ritorno' incentrato sulla propria persona - dice ancora Gotor - peraltro in un quadro politico che ancora non conosciamo e che sarà condizionato dalla nuova legge elettorale, mi sembra un azzardo davvero eccessivo. Nelle scuole di pugilato insegnano che se si prende un ko, la cosa peggiore da fare è pensare di rialzarsi subito per restituire il colpo. Se si fa così, alla ricerca di immediate rivincite è la volta che si finisce definitivamente al tappeto. In questa fase bisogna legarsi all'avversario per riprendere il fiato e le forze, come saggiamente consiglia Beppe Sala proprio oggi".
Il Pd, secondo la minoranza, ha bisogno di tempo sia per analizzare nel profondo le ragioni di una sconfitta che considerano "molto più ampia e diffusa sul territorio rispetto alle previsioni, sia per arrivare a una legge elettorale che risponda all'obiettivo di un corretto equilibrio tra la rappresentanza e le esigenze di governabilità". Quindi, dice ancora Fornaro, "questa intervista è la conferma che i bollori per andare al voto il prima possibile sono ampiamente diminuiti. Il Pd di tutto ha bisogno meno che di una rivincita a testa bassa ripetendo schemi comunicativi ed errori della campagna referendaria".

Gabriella Cerami
Huffington Post It










































































































































































































































































































































































































































Ad ogni consiglio comunale, fin dagli inizi quasi un quarto di secolo or sono, il sistema di registrazione degli interventi dei consiglieri comunali faceva cilecca. C'erano sempre dei volenterosi consiglieri comunali che schiaffeggiavano dolcemente scatolotti, microfoni e quant'altro per farli funzionare. Non parliamo delle avventure per collegare e fare funzionare gli avanzatissimi personal computer di sindaco ed assessori al proiettore. Finalmente arriva  una tecnologia sofisticatissima. Con atto di coraggioso coraggio la giunta Serra  ha ordinato al segretario comunale una  “determinazione” che prevede: un sistema di registrazione digitale per i vari consiglieri nonchè la ripresa e la messa in onda delle sedute ed eventuali conferenze, il tutto allietato sempre dalla proiezione delle mitiche “slides” su un telo di 250x150 cm. Filmini compresi.



La fornitura e l'installazione delle apparecchiature necessarie per il funzionamento dei sistemi audio/video, registrazioni audio/video e streaming per la sala consiliare ammonta a una spesa totale € 17.690,00. Leggendo la “determinazione” scopriamo la presenza di un mixer stereo 6 ingressi mono Mic/Line bilanciati , 3in stereo. Vale a dire che (se abbiamo compreso) ogni ingresso servirà due soggetti affiancati. Sarà il caso di informare la giunta Serra che per queste esigenze (i consigli comunali non necessariamente si registrano con la qualità audio della DG…) potevano benissimo essere risolte con una registratore digitale multi pista in modo che –come accade normalmente- se un consigliere s'intromette (educatamente…) sull'interven -to di un altro consigliere, 






















































































vengono registrati su piste distinte i due sproloqui. Poi c'è la questione della videoproiezione.
La video proiezione deve essere visibile sia ai consiglieri che al pubblico ma essendo seduti uno di fronte all'altro… o si mette lo schermo alle spalle degli uni (o degli altri) oppure lo si monta a metà sala. Però in questo caso occorrono due proiettori sincronizzati … che non sono previsti.Inoltre la sala consigliare, creata secondo  i criteri pidocchiosi degli anni '60 (come il suo squallido arredo) ha un volume errato rispetto alla capienza potenziale (anche senza affollamento). Appendere in mezzo alla sala un telo alto 150 cm vuol dire mettere una tenda tra cittadini e consiglieri oppure,



se si applica alle spalle degli uni (o degli altri) non si vede correttamente.
Se dietro il soffitto attuale ci fosse un volume vuoto fino al solaio del tetto si potrebbe guadagnare quel volume ma crediamo sia impossibile.
Insomma ci pare che ancora una volta si sia fatto un pasticcio e bastava dare una lettura ad una qualsiasi rivista del settore per vedere come si fa (meglio, molto meglio).
Comunque domani i cittadini potranno godersi  le sedute del consiglio comunale (e le assemblee) stando seduti comodamente nel tinello marron di casa propria. Una conquista con una rete internet  lumaca.