NUMERO 274 - PAGINA 1 - IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE DELLA VIA BERGAMO
























http://www.comune.curno.bg.it/zf/index.php/trasparenza/index/index/categoria/211/page/1










































Lo sviluppo del Masterplan è previsto avvenga median te la redazione di uno specifico Piano Partico -lareggiato, i cui contenuti vengono pre sentati attraverso questo documento. Il progetto si pone anche in correlazione ad una serie di interventi presentati da privati all'Amministrazione,
precedentemente o durante la sua redazione. Le eventuali discrasie tra la presente proposta e lo sviluppo delle iniziative private avvenute nelle more della sua redazione è da correlare ai differenti tempi delle diverse procedure. Essendo tuttavia il compito del presente piano particolareggiato quello della definizione di un ordine formale riconoscibile come unitario per l'intera via Briantea, le sue disposizioni, comunque cogenti dalla sua adozione, conseguiranno prevedibilmente la loro efficacia in maniera progressiva, in correlazione ai successivi sviluppi di adattamento delle singole proprietà interessate; fatto salvo le porzioni che, in quanto vincolate all'uso pubblico, l'Am -ministrazione intenderà promuovere mediante sua azione diretta.(...)
Il Piano Particolareggiato opera alcune variazioni minori al PGT, in particolare precisa l'art. 4.1 del Piano delle Regole relativo al dimensionamento dell'edifica bilità dell'ambito ed apporta

ed il secondo con un sistema di partizioni capace di trasformare uno spazio oggi fluido ed irregolare in una sequenza di vuoti corrispondenti tenden zialmente alle grandi strutture commerciali che vi si affacciano.
Questi due semplici principi, allargamento della sezione, e differenziazione dei lati (continuo a nord, segmentato a sud), sono proposti come criteri di riferimento per il progetto di rinnovo.

Lo sviluppo del progetto si basa anche sul rinnovo dell'illuminazione pubblica, già oggetto di previsioni di rifacimento in relazione al possibile risparmio conseguibile con la tecnologia a led.
Si vuole cogliere l'opportunità del suo rinnovo non solo come occasione di risparmio dei costi di gestione, ma anche come opportunità per ridefinire una nuova immagine del viale, sia diurna che notturna, capace diottenere gli obiettivi di valore spaziale citati.Per questa ragione si ritiene opportuno sostituire non solo le lampade,





Come si vede dalle sezioni stradali della via Bergamo, questa è mediamente sui 9,70 metri. Ai lati c’è dappertutto una fascia occupata da una canale di scolo largo mediamente oltre di 4,50 metri. Da come si  evince dai disegni alla fine dell’intervento la via resterà un asse stradale , vale a dire una doppia colonna di scatole metalliche (auto). Che poi ci siano bei lampioni a nord e piccini e belli pure a sud, il doppio fiume di auto non si cambia alla vista del passante.
A nostro avviso per cancellare la brutta situazione del doppio fiume di auto, basterebbe dividere in due l’attuale carreggiata con una vasta aiuola larga mediamente sui cinque metri, rialzata rispetto alla corsia e lasciare sui lati della strada due marciapiedi ampi perlomeno 150 cm.
Un’aiuola larga cinque metri che dalle Crocette arrivi fino alla mitica Rotonda Locatelli  (ovviamente interrotta dalle mitiche quattro rotonde: ma io ne farei 5  compresa una davanti alla Gabel-Wiener Haus...già che ci siamo....) con un debito progetto di «giardino» e mettiamoci pure gli stupendi lampioni a led «costruirebbe» per chi transita un paesaggio che sposta lo sguardo da un lato verso il verde e dall’altro verso «il commerciale».
La via Bergamo non sarebbe più una sorta di autostrada ma un paesaggio urbano fortemente corretto. In sostanza verrebbe "cancellata" come strada e vissuta come un percorso in buona parte nel verde.





Quattro rotonde in meno di mille metri.
Due fossati ai lati che se ci ribalti dentro t’ammazzi.
Una selva di pali e paletti contro i quali spiaccicarsi.
Un’intera collezione dell’italica creatività frutto della nulla competenza di un ufficio tecnico comunale che non é stato nemmeno
in grado di indicare un disegno se non identico perlomeno coerente.
Invece di caldeggiare un abbassamento della quota zero dei fabbricati ci pare piuttosto che  quella sia «cresciuta» forse a causa del surriscaldamento terracqueo.
La fantasia creativa che ha distrutto la ex Briantea indica  soltanto la volontà della politica e l’inerzia dell’amministrazione volte a incassare soldi per spese di regime o clientelari.
Mai nulla è stato mitigato dopo il primo tracciamento della strada. Gli unici interventi «sensati» furono la prima Esselunga frutto del combinato progetto di un comunista e di un democristiano e i due capannoni delLaTecnica e il suo gemello a est (penso frutto del progettista del municipio o del suo studio).
Se si osserva l’estratto catastale e la disposizione degli edifici attorno alla strada (principale) ci si rende conto che non fu quella a tracciare gli allineamenti ma il catasto (probabilmente addirittura teresiano).
Idem per le strade interne: da quella a ovest della Esselunga a quella che dall’Obi va verso La Tecnica.
Non c’è stato un incontro collaborativo tra vecchio e nuovo ma un sovrapporsi che denota la NON volontà di pianificazione e la sola volontà di mera speculazione.
Chi primo arriva mette in mostra le tette.
Il secondo le farà più grandi.
Il terzo ancora di più. Importante farsi vedere. Così dopo essersi massacrati a vicenda adesso, complice l’asse interurbano e la botta del 2008, gli operatori si trovano col culo sul ghiaccio e  s’appellano a «mamma comune» perché ci metta una sostanziosa pezza.
Leggere la relazione del progettista.
La «pezza» potrebbe costare (non meno di) 554mila euro, più IVA di cui almeno 115mila (più IVA) per i soli corpi illuminanti.




















































































































































































































































































































































































































































































































Già scelti nel progetto: cosa che ci lascia perplessi.
Interessante leggere il progetto e scoprire come  la giunta Serra veda un sacco di verde lungo la via. Non se n’era accorto nessuno che ve ne fosse così copioso. Peccato che la giunta Serra abbia un’idea del verde assolutamente peregrina (l’abbiamo già vista nel comparto di via Fermi-Europa).
Per la giunta Serra anche le aiuole sono «verde». Anche i fossati laterali alla strada sono «verde». Anche gli spazi  dove sono esposti permanentemente tende e piscine da vendere sono «verde».  E' verde perfino il piazzale di un distributore e lavaggio






























































































































































limitate correzioni alla sua estensione al fine di una sua migliore aderenza allo stato dei luoghi. (...) Il presente piano riguarda la riqualificazione dell'ambito di trasfor mazione TS2 Briantea Nova: consiste in un intervento di riorganiz zazione dell'urbanizza zione che si attesta lungo l'asse di via Bergamo, all'interno del Comune di Curno, offrendo tuttavia spunti progettuali anche per un suo eventuale proseguimento nel limitro







auto. E’ «verde» anche l’ex cantiere del capannone esposizione mobili il quale  ha meno parcheggi del dovuto (ma regolare rispetto agli anni della realizzazione).
La soluzione proposta, che leggete nell’estratto, in realtà non cambia nulla rispetto all’attualità: una strada percorsa da migliaia di veicoli cui importa zero dello schopping ma che è diventata (anzi: si è mantenuta...) l’alternativa all’asse interurbano. Non per nulla  nelle 6-8 ore di punta c’è una colonna continua di auto dal centro commerciale di Mapello fino a Ponte, fino a Curno, fino a Bergamo. Alle ore 7,30 per passare dal centro commerciale di Mapello alla Motorizzazione occorre un’ora di fila e conseguente inquinamento da motore acceso.

E la giunta Serra che ti inventa? Una nuova illuminazione per dare corpo unitario all’immagine del brutto paesaggio. Dev’essere una soddisfazione morirre di inquinamento con delle belle lampade stradali. Ma per capire l’ordine dei problemi da affrontare occorre conoscere il mestiere che si fa, altrimenti si provvede ai quattro casi di autismo come riflesso delle vaccinazioni anziché ai tumori e alzheimer da inquinamento.
Quattro rotonde spelacchiate (’nga mia i solcc! è il ritornello) in meno di mille metri. Ci fosse uno straccio di idea perlomeno per dare anche alle rotonde di ingresso in paese dove si trova l’incauto visitatore. Nulla a meno che funzioni il gps e la memoria. Non comprendi se passi da Bergamo a Curno o esci da Curno a Mozzo. Non comprendi se passi da Treviolo a Curno o da Curno a Mozzo.

Proprio perché vediamo questo (costoso) progetto come una «non» soluzione piuttosto che una «forza» che  lo consideriamo una spesa pochissimo utile se non inutile irrisolutiva dei problemi della zona.
Dopo di che, come  dice il provebio, fare e disfare è sempre e tutto lavoro. Tutto fa PIL. magari si potrebbe più giustamente definire «debito pubblico».

Quei (quasi) settecentomila euro (iva compresa) di lavori previsti era meglio destinarli a chiudere il cantiere della Biblioteca-Auditorium anzichè nel comprare lampioni sulla via Bergamo. Ma si sa che la giunta Serra come tutto il CSX e il CDX proprio non amano la biblioteca. Ponti d'oro ai commercianti.




















































































































































-fo territorio di Bergamo.
L'intento progettuale è rappresentato dalla volontà di ricucire i vuoti urbani esistenti, i frammenti edilizi sparsi e gli elementi di occupazione dello spazio aperto che si attestano lungo l'asse stradale, conferendo all'area maggior continuità attraverso l'ordine dato dal nuovo disegno urbano.
Attraverso un linguaggio più coordinato delle diverse strutture lungo l'ex Briantea, si ricerca un senso unitario che permetta di conferire all'area oggetto di intervento una specifica e riconoscibile identità: da luogo di addizioni urbane scoordinate a spazio di intensa fruizione caratterizzato da una propria riconoscibilità.

La Briantea nova, di prevalente fruizione carraie, ben difficilmente trova la sua opportunità di risemantizzazione mediante la riorganizzazione come viale urbano di percorrenza ciclabile e pedonale.
Occorre altresì considerare che, essendo i suoi spazi in gran parte costruiti, non è credibile pensare di poter raggiungere nel medio periodo una ricomposizione dovuta alla formazione di rinnovati prospetti dei fabbricati.

Si ritiene dunque di poter trovare il principio d'ordine dando valore allo spazio aperto, oggi considerato poco più di un vuoto residuale, da riempire con gli oggetti funzionali alla viabilità stradale o alla comunicazione pubblicitaria.
Per dare valore allo spazio occorre prima definirlo in modo riconoscibile, cioè in modo facilmente intelligibile, e poi progettarlo.
Per la sua definizione, si propone di operare un allargamento dello spazio pertinenziale, in modo che questo si definisca con una maggiore ampiezza, capace di attribuire valore, con la nuova sezione, alla strada di cui è corredo.
Per progettarlo si ritiene di individuare un principio che accentui le, oggi labili, differenze tra lato nord e sud, caratterizzando il primo con una fascia tendenzialmente continua, capace di porre in secondo piano la notevole articolazione dei fronti retrostanti,











































































































































ma pensare ad un nuovo sistema di corpi illuminanti che sappia conferire carattere architettonico al viale pubblico ed al contempo differenziarlo dagli spazi di parcheggio di pertinenza delle singole strutture.

Il progetto utilizza così l'illuminazione pubblica per rafforzare il suo principio d'ordine: ad alti corpi illuminanti che, attraverso la loro regolare ripetizione, enfatizzano l'idea di continuità del lato nord contrappone, al lato sud, un sistema di basse barriere contenenti illuminazione di commento al suolo.

(dalla Relazione Illustrativa del progettista arch. Filippo Simonetti)




come strada  e vissuta come percorso  in buona parte (50%...) nel verde.
A noi quella infilata di lampioni con appesi le bandierine dei negozi che si affacciano fanno tornare in mente gli anni  in cui, quando si impiccava la scuola, andavamo alla Fiera di Milano.
A noi l’idea che una strada «urbana» abbia ai lati ancora i fossati di raccolta delle acque sgrondate anziché disporre di una canna  che le porta in una vasca  per governare un lento rilascio fa tornare in mente gli anni ‘50.
Anche qui, come per il Ts1 (il piano di ristrutturazione dell’asse commerciale Fermi-Europa) valeva la pena di investire in un concorso Ue.
Si è scelto diversamente e amen.