NUMERO 250 - PAGINA 3- FATTI NON FOSTE ECC. ECC.




























































































































































































Lavori sulle Mura di Città Alta: polemica sui nuovi parapetti
I lavori, cominciati circa un mese e che dovrebbero terminare entro la fine di novembre, hanno scaldato gli animi del Consigliere del Movimento Cinque Stelle Marcello Zenoni, al quale ha risposto l'Assessore ai Lavori Pubblici Marco Brembilla
di Fabio Viganò - 31 ottobre 2016

Polemica sui lavori in corso per il rifacimento dei parapetti in Città Alta, circa 140 metri di cantiere tra lo spalto di San Giacomo e quello di Sant'Agata. Un cantiere che prevede anche la sistemazione della copertura di Porta Sant'Alessandro e per il quale il Comune di Bergamo ha stanziato circa 130mila euro.
I lavori, cominciati ormai da un mese e che dovrebbero terminare entro la fine di novembre, hanno scaldato gli animi del Consigliere del Movimento Cinque Stelle Marcello Zenoni, che scrive su Facebook: “Sicuramente è stato richiesto il parere della sovrintendenza di Milano (vero?)



Il rifacimento di un piccolo perimetro dei muretti  di sicurezza sulle Mura è uno di quei «lavori inutili» che la gente comune  proprio non comprende e quindi contesta. Che quei muretti siano malmessi e scrostati è evidente, ma che siano in condizioni  men che dignitose o pericolosi per chi transita questo sicuramente non è vero.  L’unico problema di questi muretti è pendono un po’ verso l’esterno ma questo dipende dal fatto gli stessi il marciapiedi diventano una sorta di ruscello quando piove e l’acqua non può scaricarsi velocemente. Adesso il Comune deve avere previsto di «far vedere» che cura queste opere per ottenere il bollino dall’UNESCO, fatto da cui trarranno vantaggio i commercianti della città e nessun vantaggio i cittadini sulle cui spalle resteranno comunque le spese di manutenzione. L’idea poi di inserire queste sbarre nella parte sotto pavimento per rendere più solido il tutto è inutile dal momento che se è abbastanza marcio il muro sopra, sarà altrettanto marcio quello sotto (anche peggio...).
A questo si aggiunge che mentre  il 99%











Sedici anni, professione pastore Manuel: la mia scuola è tra i pascoli
La transumanza da Gandellino ad Astino. Il giovane che guida il gregge: avevo iniziato da piccolo con un allevatore di Casnigo, ora lui non c'è più, io voglio continuare.

di Gisella Laterza
Corriere della Sera,
31 ottobre 2016

Manuel Lobosco, 16 anni
Guarda, mamma!». Bambini di tutte le età si sono entusiasmati ieri mattina al passaggio della transumanza. Trecento pecore, una parte del gregge di Marco Cominelli (42 anni, di Parre) ha attraversato le Mura, passando da Porta San Giacomo, uscendo da Porta Sant'Alessandro e avviandosi ad Astino. Proseguirà lungo il fiume Brembo (il Serio: n.d.r.) e arriverà a Martinengo.
«Siamo sempre in viaggio» dice Manuel Lobosco. Ha 16 anni, è di Colzate, e ha deciso di fare il pastore. «Ho lasciato la scuola prima di finire la terza media. Avevo iniziato da piccolo con un allevatore di Casnigo. Ora lui non c'è più, io voglio continuare».



Manuel, dai ascolto a un anziano: studia che è meglio. Non (solo) perché domani  potrai aspirare a un lavoro più remunerativo ma perché senza studio non hai futuro se non quello dello schiavo. Schiavo delle pecore capre asini. E se perdi l’occasione di «fare il bambino» adesso che hai l’età giusta, domani sarai sempre  tre passi indietro. Cinque passi indietro. Fare il bambino all’età giusta vuol dire anche studiare giocare stare in compagnia di altri come te e non di adulti e di pecore. Non accettare di fare la macchietta romantica  da sparare sui giornali e in tv del ragazzino che porta le pecore anche in città per allietare i piccoli ricchi e grassi al posto della tv.




















































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































però lascia davvero perplessi vedere lo stato delle mura di Bergamo in corso di ristrutturazione, con la completa  demolizione dei conci storici che costituivano il muretto di cinta pedonale al fine di inserire i ferri necessari per rinforzare la struttura. Ai miei tempi al Politecnico di Milano i professori ordinari di restauro spiegavano quanto fosse necessaria la conservazione materica dei nostri monumenti se si fosse voluto davvero rispettare il lascito storico e artistico del nostro passato, evitando l'effetto Disneyland. Purtroppo la scuola di pensiero del restauro conservativo che tanto ha avuto fortuna a Milano e Venezia non viene applicato in questa operazione sulle mura venete di Bergamo. Spiace constatare che non vi sia stato alcun dibattito a riguardo, nonostante le mura siano oggi oggetto di candidatura come Patrimonio Unesco e nonostante la vivace scena intellettuale cittadina, composta da più associazioni interessate all'argomento”.

Pronta la replica dell'Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Bergamo Marco Brembilla: '”I lavori sono stati autorizzati dalla sovrintendenza e sono seguiti con molta attenzione dall'architetto Angelo Brena“. E sui parapetti: “Sono stati demoliti perché non potevano essere sistemati così com'erano. Inoltre, le pietre per la demolizione sono state riutilizzate, ed è perfettamente normale che in questa prima fase dei lavori si veda la differenza materica delle malte. La prossima settimana mi recherò in Città Alta in compagnia del sovrintendente Giuseppe Napoleone per monitorare l'andamento dei lavori. Lavori che, posso assicurarlo, sono assolutamente conformi con quanto previsto nel progetto. Stiamo semplicemente rifacendo dei parapetti”.
Nel 2017 sono anche previsti i lavori del secondo lotto, che comprendono il rifacimento di altri parapetti oltre alla manutenzione del viadotto di San Giacomo, per un totale di circa 300mila euro derivanti dal bando emesso da Fondazione Cariplo per la manutenzione della cinta muraria.



























































Anche Davide Marcassoli, 13 anni, di Nembro, ha la stessa passione. «Do una mano quando il gregge passa vicino al mio paese — dice — e d'estate lavoro negli alpeggi. Ora frequento la terza media e l'anno prossimo vorrei fare una scuola a Clusone che comprende molte ore pratiche in questo campo. Devo ancora informarmi bene, ma so che voglio fare il pastore».

«Ci vuole passione per fare il nostro lavoro — sottolinea Marco Cominelli —.Ci spostiamo di continuo. Ci fermiamo quando c'è un prato grande, altrimenti ne tocchiamo anche 2 o 3 in una giornata. La sveglia è sempre alle 5.30, poi c'è il controllo del bestiame». «Bisogna pulire gli zoccoli — aggiunge il fratello Michele, 39 anni — e prendersi cura degli ultimi nati. Il gregge totale conta circa un migliaio di capi. Le pecore partoriscono una o due volte all'anno. La mamma e l'agnellino vanno tenuti separati, perché, se il piccolo sta in mezzo agli altri, la mamma non lo lecca, lui perde l'odore e la madre non lo riconosce più. Allora va affidato a un'altra pecora o a una capra».

Mentre camminano, li accompagnano gli educatori dell'organizzazione «Asini si nasce». «Abbiamo 47 sedi in tutta Italia — dice Maurizio Cortinovis, referente per Bergamo —. Facciamo laboratori con ragazzi disabili, che si occupano degli animali per alcune ore al giorno. Li spazzolano, li coccolano e li portano a passeggio. Sembrano in grado di comunicarci. L'asino ha un passo prudente e paziente, per questo è adatto».
La transumanza in città si inserisce nel Festival del Pastoralismo.

















Oltre alla tv. Questa gente  ti usa e getta esattamente com’è allevata (non educata) ad usare e gettare tutto. Non permettere che ti fotografino con l’ifone da mezzo chilo di euro. Non sei un attore che  gira una scena: la tua È le «vita».
Non un serial a cadenza annuale.
Vedendo le tue immagini sono tornato a quando ero piccolo e quando di ragazzi come te ce n’erano centinaia un po’ dappertutto. Allora c’era miseria ma soprattutto c’era il destino che veniva inflitto ai figli «un po’ tardi».
Noi che siamo diventati i tuoi nonni  abbiamo creato una scuola che nonostante tante pecche da l’occasione a tutti di diventare cittadini di serie A. Se non studi resterai per sempre in fondo all’alfabeto.

E per favore, mi rivolgo agli operatori di onoterapia, state lontani dai pastori e non mescolate la vostra attività con quella pastorale.
State nelle vostre strutture, non mescolate l’uno all’altro.
La pastorizia da una parte e l’onoterapia da una’ltra.
Non c’è bisogno di mescolare l’onoterapia con la storia di una ragazzo che ha abbandonato la scuola dell’obbligo per fare un lavoro credendola una passione.













































































































































































































































































































delle pietre di cui son fatti finora è posato per la parte piana-piatta orizzontale, adesso con qualche impeto creativo(per fare più velocemente) viene inserita verticalmente con risultato discutibile (e forse anche in contrasto con la legge).
Buona cosa poi, sarebbe di questi tempi con internet, che sul sito del Comune venissero pubblicati tutti gli atti di ogni lavoro pubblico, in particolare sia i progetti che le vidimazioni di enti superiori: in questo caso la Sovrintendenza.
Ciliegina sulla torta è l’inutile sostituzione di buona parte delle lastre di pietra serena della copertura dei muretti. Il Comune potrà ben dire che meglio nuova che malmessa (o falsa come in qualche parte) ma non è malmessa da sostituire in così gran parte.
Le Mura di Bergamo vanno rispettate più «sostanzialmente» e meno «burocraticamen te» di adesso. Sia modificando l’orribile illuminazione notturna sia decidendo una radicale e permanente ripulitura degli spazi pubblici e privati in maniera che non  siano rottami perennemente in attesa del contributo o del volontariato di questo o quell’ente.
La valletta di Colle Aperto come la fogna nel prato sottostante Santa Grata meritano attenzione competenza buona volontà e non lo stato attuale. Coi privati si ragiona e se non ragionano lo si dice sulla stampa: che è sempre un buon deterrente per farli ragionare. Piuttosto che quattro asinelli quattro in croce.