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Quel fosso senza padrone
di Fabio Paravisi
Il Corriere della Sera/Bergamo/
14 ottobre 2016
Anonimo e orfano. Poveretto, lui il suo lavoro lo fa: raccoglie l'acqua
della Val d'Astino e dopo una curva di un chilometro la recapita a un
fosso più grande. Ma le altre rogge della zona hanno dei nomi, antichi
o anche solo banalmente tecnici. Lui no: sulle cartine è solo un
semicerchio azzurro senza uno straccio di nome sopra. Ma questo è il
meno. I problemi per il fosso che scorre tra via Madonna del Bosco e
via Astino iniziano quando si deve cercare un proprietario che lo
pulisca. Nel nubifragio di giugno la roggia aveva trascinato con sé
piante e rami che avevano fatto da tappo riversando l'acqua sulla
strada, restando poi a ostruire il fosso. Ed era stato con una certa
costernazione che durante il sopralluogo di Comune, Consorzio di
bonifica, Uniacque e Comitato alluvionati ci si era resi conto di non
sapere chi mandare a pulire. «Non è chiara né la proprietà né la
competenza del corso d'acqua», si era scritto nel verbale. Il dubbio
dei tecnici è che a scavare il fosso, chissà quando, sia stato qualche
agricoltore, che ha così lasciato in eredità alla valle un chilometro
di terra di nessuno che porta in giro acqua e detriti. Alla fine il
Consorzio di bonifica, mosso da quello che chiama «senso di
responsabilità», ha portato via qualche camion di materiale. Ora il
fosso è pronto per le piogge d'autunno. In compenso il Consorzio ha una
fattura dell'intervento e vuole capire a chi recapitarla. E il problema
resta, perché i meriti hanno tanti padri ma i debiti, proprio come la
roggia, sono orfani.
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Quel
fosso ha un padrone ed é lo stesso di tutta la roggia. Anche se hanno
dimenticato di scriverlo sulle carte.Le rogge erano costruite per due
scopi: allontanare le acque piovane perchè non fossero stagnanti e
portare alle campagne le acque per l'irrigazione nelle stagioni estive.
Il percorso delle rogge era quindi a pendenza minima e seguiva
l'andamento delle curve di livello come del resto si vedono
benissimo anche nella carte attuali. Che non c'erano ai tempi di
costruzione delle rogge. osservando con attenzione la carta di Bergamo
si leggono sia le rogge di adduzione- estrazione delle acque che i canali
di sgrondo e la complementarietà delle loro funzioni. nella stagione
invernale e primaverile le rogge, dovendo funzionare
prevalentemente per portare via le acque piovane, dovevano
disporre di canali di scarico intermedi per non diventare (le rogge)
troppo grandi e quindi ingombranti e costose da scavare e mantenere.
Così le rogge erano manutenzionate da tutti gli utenti a monte e
a valle mentre i canali di sgrondo erano a carico dei confinanti. I
canali di scarico erano manuten zionati per gruppi di utenti vicini.
I problemi delle alluvioni di Longuelo derivano (non solo dagli
straventi) ma dalla variazione dell'equilibrio idrico della zona
indotto dai recenti lavori dal Lavande rio a via Astino. Poi dall'ecces
siva compatta zione dei terreni coltivi di Astino che hanno visto
tra il 2015 e oggi al lavoro macchine agricole pesantisime
(la compattazione riduce l'assorbimento delle acque meteoriche). Infine
l'errore compiuto riportando in coltivazione intensiva una zona che
finallora era stata scarsamente coltivata (la sola monocoltura
con aratura molto modeste).
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Il tracciato originale della Roggia Curna è quello individuato coi
vertici 1,2,3,4,5,6,7,8,9. Il fondo della roggia é terreno natirale
senza manufatti particolari. Il vertice 1 é all'incrocio con via Astino
e il ) é all'incrocio con via Madonna del Bosco.
I canali a fondo naturali di scolo e sgrondo c-b e a-b-d come pure l'e
e l'f erano siciuramente presenti nel 1950, quando la lavorazione
del terreno era ancora tutta manuale e animale. Basta osservare le
aerofotografie IGM del 1954 per verificare lo stato delle cose. Noi
ricordiamo che la nostra gente partecipava alla pulizia annuale della
Roggia quando lavoravano dei terreni nelle alene tra Curno e Bergamo.
Ci portavamo da mangiare a mezzogiorno nelle gavette di alluminio del
militare.
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