NUMERO 231 -PAGINA 1- IL TERREMOTO 3







































































































Quattro miliardi di euro all'anno. Sono i costi sostenuti dallo Stato per riparare i danni provocati dai terremoti degli ultimi 50 anni. Secondo Paolo Riva, docente di Tecnica delle costruzioni all'università degli studi di Bergamo e vice presidente dell'associazione Isi – Ingegneria sismica italiana, è questo il dato da cui partire per capire quali politiche dovrebbero essere messe in campo per incentivare gli adegua menti antisismici del patrimonio immobi -liare degli italiani: “Quei quattro miliardi di euro spesi in media ogni anno dalle casse pubbliche possono essere visti come il costo della mancata prevenzio ne”. Il problema che subi -to si pone é dove indirizzare gli



“Concedere la detra -zione fiscale solo quando le opere in campo energetico sono eseguite insie -me a opere di ade -guamento antisis -mico. Oppure rende -re obbligatoria per tutti gli immobili un'assicurazione sui danni da sisma”. Solo così il proprietario di un immobile sarebbe convinto a intervenire sulle strutture, a fronte di uno sconto sulla polizza. E a quel punto, in caso di sisma, i danni sarebbero minori e i costi di ricostruzione peserebbero sulle casse della compagnia anziché su quelle dello Stato.
Gli incentivi ai privati oltre che fiscali, potrebbero anche prendere la forma di un prestito da parte delle casse pubbliche, per esempio con le modalità



costituito da Cassa depositi e prestiti finan zia l'intervento per poi rientrare dell'investi -mento grazie all'eco bonus e ai rimborsi versati dai proprietari con le bollette degli anni successivi.
“Ci sono interventi di adeguamento antisis -mico abbastanza economici che con -sentono di ottenere significativi migliora
-menti in caso di sisma, soprattutto in edifici di pietra analo
-ghi a quelli crollati ad Amatrice e negli altri centri colpiti dal terremoto del 24 agosto. Le opere di incatenamento, per esempio, hanno un costo di
circa 100 euro al metro quadro e incidono sulla vulne -rabilità dell'edificio in modo significativo, consentendo a una



norme antisismiche valide oggi nelle zone ad alta pericolosità, ndr)”.
Quello dell'assicura -zione obbligatoria resta un argomento delicato: “Sarebbe percepita come una nuova imposta sul patrimonio immobi liare”, osserva Riva. Ma questa soluzione sarebbe in ogni caso più efficace di altre proposte, come quella di rendere obbligatorio un fascicolo del fabbricato che oltre ai documenti relativi agli interventi di manutenzione includa i risultati di una verifica sismica: “I costi sarebbero eleva ti, molto maggiori di quelli della certifica zione energetica oggi obbligatoria per gli immobili messi sul mercato.
 Se una verifica sismica su un edificio è fatta in modo serio, con tanto di rilievo,





Le immagini che accompagnano l'intervista di Paolo Franco all'ing. Paolo Riva nelle 4 colonne di sinistra sono tratte dal sito dell'azienda
www.bossong.it. La Bossong è nata a Curno e poi se n’è andata senza che alla politica importasse più di tanto, in quel di Grassobbio. Stesso percorso della Tesmec. Incredibile come un comune  non abbia mosso un dito per la perdita di due aziende che oggi sono leader internazionali nei propri settori.
Le prime quattro foto delle colonne a sinistra sono della Chiesa del Carmine in Città Alta dove la Bossong ha lavoratto per la messa in sicurezza di una parte dell'abside. Uno dei mille e mille lavori dove sono state usate le sue tecniche e i suoi prodotti.
E’ interessante leggere la storia di questa azienda perché non è solo quella di un abile industriale che con le sue attività ha spaziato dalla Lombardia alla Toscana e adesso ha messo piede anche in Germania, diventando leader nel proprio settore.
Da un’attività prevalentemente legata alla meccanica leggera, con l’avvento della chimica l’azienda ha sviluppato le sinergie tra i due rami ampliandone le destinazioni, come si  legge nel suo sito.


Bisogna dare credito all'ing. Riva - magari con qualche generoso aumento dei costi indicati- ma  tutto il ragionamentoè  impostato
sul prima del sisma e non sul post terremoto. E genera un bel brivido l'affermazione che le soluzioni possono-potrebbero ridurre del 30-60% i danni ai fabbricati  e quindi la morte degli abitanti. Le murature dei paesi antichi stanno in piedi non per la tenuta delle malte ma per un miracoloso equilibrio fisico: se non li  muovi non si sbriciolano. E nemmeno le moderne tecniche con l'impiego di collanti riescono a legare questi mucchi di sassi e  sabbia terrosa verticali. Li più che le braghe e le catene occorre la mano del buondio, che spesso guarda altrove.


Tutta la retorica del ricostruire laddove é già crollato ieri mi pare una scelta senza fare i conti non solo coi costi ma col futuro di quelle
persone. Ricostruire Amatrice tal quale com'era con una edilizia antisimica vuol dire RI-creare quel secondo cimitero che già si vede nelle immagini di google: una infilata di serrande chiuse, una infilata di tapparelle chiuse da terra a cielo.
E la in fondo l'orrendo pachiderma dell'ospizio con la sua pancia vuota e magari  si scoprirà domani che è anche l'unico edificio messo in sicurezza meglio degli altri.
Amatrice come tanti altri paesi dei nostri «interni» sono paesi ormai morti perché senza lavoro resti a casa tua solo se aspetti la morte.
Del resto il paese sopravviveva da quando è terminata l'agricoltura di mera sopravvivenza: in un secolo  la sua popolazione è passata da 10 a 4. L'inutile ospedale non si chiude con una motivazione falsa ma dietro c'è una vera: è fonte di un po' di occupazione. La casa di riposo, di un ente che non dovrebbe nemmeno esistere più, è semi-deserto perché ci potrebbe venire sentirebbe di essere deportato due volte… idem. C'è un po' di attività agricola e di  albergo ristorazione che sopravvive con la fama dell'amatriciana.
L'ambiente che oggi è un grande valore da spendere ma non è percepito come una risorsa positiva. Come fa un comune a non disporre di piano regolatore nel 2016?


Soprattutto –dai discorsi delle persone- si comprende che l'animo sente il “focolare” ma non sente il “territorio”.
Ed oggi se non senti quello sei perso perché le relazioni oggi sono necessariamente multiple e disperse mentre quelle valli, quei monti, quei due laghi artificiali, quell'insieme è “il tuo” mondo, il tuo nuovo focolare da mettere in comune col resto del mondo che ne è privo.
Ieri veniva lo straniero e lo ricevevi in casa e gli preparavi da mangiare: diventava un altro della tua gente.
Un altro uguale a voi altri.
Oggi i romani o gli stranieri cercano “un ambiente” che a Roma non hanno e quindi tu per vivere devi pensare a come condividere con lui questo valore.
Ieri gli vendevi una stanza d'albergo e lui si accontentava di girare a vuoto in paese e fuori a cercare funghi e storcere il naso davanti alle cento chiese  di una architettura minore minore assai rispetto a quanto ti da una Roma.. Oggi devi essere in grado di vendergli un insieme fatto di elementi che purtroppo ANCHE gli abitanti non conoscono più. Non riconoscono gli alberi, gli arbusti, gli uccelli, gli insetti, le stagioni esattamente come i cittadini romani.
Ad Amatrice non c'é solo un paese da ricostruire fisicamente, c'é da capire e costruire UN modo di stare al mondo adesso che non può essere più come quello di "una volta".












































































































































































































































































































































































































































































































































































































































investimenti: “Non è sufficiente limitarsi a interventi nelle zone a elevata pericolosità sismica. Lo ha dimostrato il sisma dell'Emilia Romagna, che ha provocato danni ingenti in una zona a pericolosità moderata”.
Tuttavia una politica che punti ad adeguare tutto il patrimonio immobiliare non ha senso, perché “troppo costosa”. Allora, ragio na l'esperto, bisogna pensare a “incentivi mirati a prevenire le situazioni di maggio re vulnerabilità. E la leva fiscale sinora utilizzata dal governo non basta”. Le ultime leggi di stabilità hanno previs -to l'ecobonus, una detrazione Irpef che consente di recupe -rare in dieci anni il 65% di quanto speso non solo in opere di riqualifica zione ener -getica, ma anche in lavori di adeguamento struttu rale nelle zone ad alta pericolosità sismica. Questi incen -tivi, però, hanno un problema: “Mentre un lavoro di efficienta
-mento energetico porta al privato un immediato risparmio nella bolletta, per quanto riguarda i lavori di adegua -mento antisismico i vantaggi ci sono solo nel momento in cui ci dovesse essere un terremoto. La detra zione fiscale allora non è sufficiente a spingere il proprie
-tario di casa a eseguire tali inter -venti”.

Per questo si può pensare a introdurre due misure diverse:







analisi strutturale e prove sui materiali, il costo per ogni appartamento di un condominio si aggira attorno ai mille euro. Una spesa elevata che da un lato consentirebbe di individuare le maggiori vulnerabilità di un edificio, ma dall'altro non risolverebbe alcun problema se non venissero eseguiti gli interventi eventual -mente ritenuti necessari”. E poi c'è un altro punto, sottolinea Riva: “Se un edificio non è stato progettato secondo le norme antisismiche, non serve una verifica per dire che non resisterà a un terremoto”.

Il Fatto Quotidiano
Paolo Riva
Paolo Franco
25 agosto 2016


































































































































































































































































































































































































































































































































































































































che il governo sta pensando di introdur -re con la prossima legge di bilancio per gli interventi di riqualifi cazione ener -getica dei condomini: un fondo



casa che non è in grado di resistere a un sisma di arrivare al 30-60% del terremoto di progetto (parametro che devono rispettare i progetti secondo le